PIRAMIDE

PIRAMIDE

PIRAMIDEINTRODUZIONE

La necessità di riordinare l’enorme quantità di materiale che ho raccolto in questi anni sull’argomento “Piramide” mi ha spinto scrivere questo post e desidero condividere con voi i risultati di questo lavoro di ricerca. Naturalmente non si tratta di una lettura “leggera”, sia per la sua lunghezza, che per gli argomenti trattati, ma questo testo può essere un utile portolano per chi volesse esplorare le caratteristiche e le celate proprietà di questa forma geometrica, misteriosa ma tuttavia a noi così familiare. Come di mia consuetudine, per rendere più scorrevole la lettura, ho inserito nel testo dei File Pdf e dei Link Esterni contenenti gli approfondimenti dei vari argomenti trattati, potrete inoltre trovare alcuni video e numerose fotografie, utili ad una rapida comprensione visuale dei concetti espressi.

Come avevo già affermato in un precedente testo sulla geometria sacra (phi greco π): “Molto del materiale che trovate pubblicato su questo Blog riguarda la conoscenza nascosta, o meglio celata, nei simboli, nelle forme, nei suoni e nei numeri, tale conoscenza è ambita dalle menti più sviluppate e desiderose di Sapere. La via Atlantidea e specialmente quella tracciata dal maestro Thoth percorre la strada della Conoscenza come mezzo per arrivare alla realizzazione del Sè interiore e questo è stato anche il mio percorso attraverso molte reincarnazioni, ma in questa vita ho realizzato che la Mente senza il Cuore non è nulla.

La via all’illuminazione risiede nella comprensione dell’Amore e nella sua applicazione e non necessariamente nell’accumulo di Conoscenza; nella materia tutto è transitorio e instabile, anche i grandi misteri e le leggi che tutto accordano e governano sono in realtà solo Qui ed Ora, in un altro tempo e in un altro spazio (in altre dimensioni o stati dell’esistenza) cesseranno di essere e lasceranno il posto ad altre. L’unica cosa che resta paradossalmente è l’Esperienza ed il modo in cui la si è ottenuta, noi siamo qui nella Terza dimensione per acquisire la Volontà e la Capacità di Autoconservazione individuale e collettiva, raggiunto questo obbiettivo il successivo è la realizzazione dell’Amore incondizionato per il Tutto, per l’Unita”.

Alcuni di noi possono raggiungere la Fusione di Coscienza con l’Unità tramite il percorso della Conoscenza, come conferma il maestro Aivanhov : “Coloro che sono portati per lo studio, la riflessione filosofica e il lavoro mediante il pensiero, potranno allora scegliere lo Jnani-yoga, cioè lo yoga della conoscenza, in modo da raggiungere il Signore mediante la via dell’intelletto”, ma si tratta di casi eccezionali.

La strada maestra che porta dalla Terza alla Quarta Dimensione è la via dell’Amore, al Servizio del Sè o al Servizio degli Altri, ciò viene confermato dall’entità Ra:

Intervistatore: Grazie. Voglio ora proseguire con qualche altra domanda sulla piramide, ma prima vorrei porti una domanda per conto di (nome) che si trova qui. La formulerò adesso. Potresti ampliare il concetto di spazio/tempo e tempo/spazio, andando al di là di esso, e, ancora, a quale livello di densità questi concetti non riguardano più l’individuo singolo?

Ra: Sono Ra… …Lo spazio/tempo e il tempo/spazio sono entrambi concetti che descrivono matematicamente – per quanto possibile – le relazioni, facenti parte della vostra illusione, fra ciò che si vede è ciò che non si vede. Questi che adoperiamo sono solo termini descrittivi piuttosto rozzi, ma comunque efficaci per lo scopo.

Nelle esperienze della ricerca mistica dell’unità, questi concetti non devono essere più tenuti in considerazione, poiché fanno parte di un sistema illusorio. I ricercatori cercano l’Uno. L’Uno deve essere visto, come abbiamo già detto, come una bilanciata e auto-accettata consapevolezza del sé, nelle sue apparenti distorsioni e contemporaneamente nella sua totale perfezione. Trovandosi in stato di consapevolezza bilanciata, l’entità è in grado di aprire il proprio sé all’universo che esso stesso è. L’energia della luce presente dappertutto può allora essere attratta da questa intensa ricerca, e ovunque la ricerca interiore incontri il prana cosmico attratto, la realizzazione dell’Uno ha luogo.

Lo scopo del chiarimento di ogni centro energetico è quello di permettere che l’incontro abbia luogo nella vibrazione del raggio indaco, mettendosi così in contatto con l’infinito intelligente e dissolvendo tutte le illusioni. Il servizio agli altri è automatico una volta che si raggiunge l’energia che viene generata e rilasciata da questo stato di coscienza.

Le distinzioni fra spazio/tempo e tempo/spazio, per come potete comprenderle, non sono molto importanti eccetto che in terza densità.”

Detto questo, ribadisco che ognuno è libero di ricercare la Realizzazione dell’Uno nel modo che preferisce, se vuole percorrere il sentiero della Conoscenza in questo testo troverà molto materiale utile alla sua ricerca.

PIRAMIDE NELLA MATEMATICA E NELLA GEOMETRIA

In geometria si definisce piramide un poliedro individuato da una faccia poligonale chiamata base e da un vertice che non giace sul piano della base e che talora viene chiamato apice della piramide. Sono suoi spigoli i lati del poligono di base e i segmenti delimitati dall’apice e da ciascuno dei vertici della base. Sono facce della piramide la sua base e le facce triangolari (chiamate facce laterali) che hanno come vertice il suo apice.

piramideGeometria della piramide S = vertice; SO = altezza

Definizioni

Una piramide avente come base un poligono di n lati (n = 3 , 4 ,…) si dice piramide n-gonale ed ha n + 1 facce, 2n spigoli ed n+1 vertici.

Si dice altezza di una piramide il segmento che ha una estremità nell’apice e cade ortogonalmente sul piano contenente la base.

Le piramidi possono essere rette: nella base può essere inscritto un cerchio e il piede dell’altezza risiede nel centro di quel cerchio.

In una piramide retta si dice apotema ogni segmento che congiunge perpendicolarmente il suo apice con un suo lato di base, ovvero la loro lunghezza comune.

Si dice apotema di base il raggio del cerchio inscritto nel poligono di base.

Una piramide è convessa se e solo se il poligono di base è convesso. Talora viene chiamata piramide obliqua una piramide la cui altezza cade al di fuori del poligono di base (o del suo inviluppo convesso).

Le piramidi più considerate sono quelle che hanno per base un poligono regolare e la cui altezza cade nel centro di tale poligono. Una tale piramide talora viene detta piramide simmetrica (o piramide regolare); essa in effetti ha la simmetria, elevata, del poligono di base. Spesso per piramide si intende, per antonomasia, una piramide simmetrica a base quadrata. Le uniche piramidi che sono anche poliedri regolari sono i tetraedri che hanno base e facce laterali triangolari e tutte uguali.

Secando una piramide K con un piano parallelo alla base di K, e conservando la parte compresa tra il piano della base e quello della sezione, si ha la cosiddetta piramide tronca (o tronco di piramide). In questo modo, tra il piano della base e quello della sezione intercorre una corrispondenza biunivoca, detta omotetia. Le facce laterali della piramide tronca sono dei trapezi.

Misure della piramide

Area

L’area laterale per le piramidi rette è A = pa/ 2 dove p è il perimetro di base e a è l’apotema della piramide.

L’area totale si calcola come: Area di base + Area laterale.

Volume

Il volume di una piramide generica è uguale ad un terzo del prodotto dell’area della base per la misura dell’altezza. Detto V =il volume, B =l’area di base e h=l’altezza, si calcola come: V = Bh/3 .

Cioè il volume della piramide è 1/3 di quello di un prisma con uguale altezza e base. Questa formula costituiva il teorema 7 del libro XII degli “Elementi” di Euclide ed era dimostrata con il metodo di esaustione (oggi diremmo con il calcolo infinitesimale):

È possibile visualizzare una dimostrazione grafica del fatto che una piramide occupa un terzo del volume del prisma che la contiene. La cosa è particolarmente semplice partendo da un cubo e dividendolo in tre piramidi uguali, come si vede nella figura sotto:

PIRAMIDEDa un vertice del cubo si tracciano le quattro diagonali che uniscono il vertice alle tre facce opposte. Nel caso della figura, si vede il vertice in alto in primo piano che va a congiungersi con la faccia di fondo, la faccia sul retro e la faccia laterale. Si formano tre piramidi, ciascuna con base (quadrata) coincidente con una faccia (nascosta) del cubo, con due delle facce laterali (ciascuna coincidente con mezza faccia del cubo) costituite da triangoli rettangoli ortogonali alla base, e con le altre due facce (interne al cubo), delimitate dalle diagonali di faccia e dalla diagonale principale del cubo.

L’altezza di ciascuna piramide coincide con un lato del cubo. Si vede dunque che le tre piramidi sono esattamente uguali e insieme costituiscono il cubo di partenza. Quindi hanno un volume pari ad 1/3 di quello del cubo.

Per estendere il risultato ad una piramide di forma qualsiasi, ed anche al volume del cono rispetto al cilindro che lo contiene, si può far ricorso al principio di Cavalieri.

Fonte: Wikipedia

Approfondimento in Mathworld

TEOREMA DI TALETE

PIRAMIDEVuole la leggenda, come racconta Plutarco, che Talete viaggiando per l’Egitto in cerca di sacerdoti della valle del Nilo da cui apprendere le conoscenze astronomiche, risalendo il fiume avrebbe sostato nei pressi della Piana di Giza, attirato dalla mole della Piramide di Cheope, ove il faraone Amasis, giunto a conoscenza della fama del sapiente, lo sfidò a dargli la misura corretta dell’altezza. Talete sapeva che, a una determinata ora del giorno, la nostra ombra eguaglia esattamente la nostra altezza e quindi, per compiere l’apparentemente ardua impresa, non avrebbe fatto altro che attendere l’ora propizia e dimostrare le sue doti, sbalordendo lo stesso faraone che si disse:

« ...stupefatto del modo in cui [abbia] misurato la piramide senza il minimo imbarazzo e senza strumenti. Piantata un’asta al limite dell’ombra proiettata dalla piramide, poiché i raggi del sole, investendo l’asta e la piramide formavano due triangoli, [ha] dimostrato che l’altezza dell’asta e quella della piramide stanno nella stessa proporzione in cui stanno le loro ombre. » (Plutarco, Convivio dei Sette Sapienti)

Non sappiamo se Talete abbia realmente dimostrato il teorema che porta il suo nome o se (molto più probabilmente) abbia semplicemente usato la proprietà espressa nel suo enunciato, dopo averla appresa da altri, magari dai Caldei, come sostengono alcuni studiosi; se però si vuole considerare l’aneddoto non infondato, bisogna per forza presumere che avesse buona conoscenza delle proprietà citate e delle implicazioni inerenti ai triangoli simili.

Affinché la proiezione dell’ombra sia uguale all’altezza occorre che i raggi del sole colpiscano l’oggetto con un’inclinazione pari a 45°, come la diagonale di un quadrato, il che, dato i circa 30° di latitudine Nord della Grande Piramide, implica che Talete fosse presente sul luogo o nel giorno del 21 novembre o del 20 gennaio, eventualità abbastanza inverosimile; più facile è invece ipotizzare che abbia sì usato l’ombra della piramide per misurarne l’altezza, ma sfruttando il rapporto che ha con essa, prendendo a riferimento l’omologo rapporto tra il paletto e la sua proiezione.

PDF Teorema di Talete

Link: Wikipedia

IL NUMERO D’ORO Φ E IL PHI GRECO Π

Sappiamo che nell’Universo, in natura ed in qualsiasi specie ( minerale, vegetale, animale) la crescita non avviene per addizione aritmetica, di un pezzo aggiunto ad un altro, ma per uno sviluppo della forma di una sostanza secondo un rapporto costante,una proporzione ideale. Ogni fase di crescita è diversa della precedente, e condiziona la seguente, come una spira si sviluppa sull’altra. Anche se alla fine, l’apparenza esteriore può mostrare una sovrapposizione (per esempio i anelli del tronco dell’albero), il percorso fra il midollo e la corteccia ha seguito un processo di divenire, e legato a sua volta intimamente al numero d’oro Φ.

Nella valle dei re a Tebe in Egitto, si trova la tomba di Ramsete IX , nella quale appare nell’ingresso una curiosa figura dipinta:

Vediamo una mummia reale che alza il braccio sopra la testa , di una lunghezza uguale al cubito ( = dal gomito alla mano). La figura stessa è disposta in obliquo come se fosse l’ipotenusa di un triangolo rettangolo, la cui base e lato è raffigurato da un serpente. Questo triangolo rappresenta senza contestazione il Triangolo sacro 3, 4, 5 e la lunghezza del cubito del braccio vale 1).

E si sa che l’altezza di un essere umano è divisa idealmente dall’ombelico in due parti che sono in relazione tra di loro come 1 e Φ, d’altronde 1 + Φ = Φ²,dunque l’altezza raggiunta da un uomo è Φ².

La figura di Ramsete IX , che rappresenta il re come ipotenusa del triangolo sacro,dà il numero 5 (come diagonale): questa figura in realtà è il simbolo di una FUNZIONE COSMICA che misura la crescita, cioè qui l’altezza del Re, che vale 5 + 1 cubito come unità ( 1 cubito è dunque un quinto)…Se riprendiamo il numero d’oro Φ, troviamo una chiave:

Ricordiamoci: 1,618 = Φ e Φ + 1= Φ².(= 2,618) dunque:

l’altezza del Re Φ².+ il suo quinto (2,618: 5 = 52,36= il cubito )= PI GRECO

2,618 + 2,618: 5 (0,5236)= 3,1416= Π PI GRECO

Per secoli si è scorrettamente attribuita la sua scoperta ad Archimede e proprio al suo famoso 22/7. L’Egitto ( e la Cina) lo conosceva già!

Qui ci è mostrato il senso occulto del valore PI, grazie al quale il numero diventa forma, e permette alla vita di crescere secondo un schema “divino”, una proporzione prestabilita, poiché tutto è divenuto per emanazione da un’unica origine, tutto è legato ad una medesima legge. Per gli amanti della matematica, ecco da meditare il parere di René Schwaller de Lubicz, Il grande egittologo, nonché matematico lui stesso: “ la funzione Φ è nella spinta del divenire all’origine, dunque il Numero d’oro ci offre anche, funzionalmente, l’unico valore reale del coefficiente ciclico, essendo lui stesso un numero ciclico, mentre il nostro calcolo razionale di Π , fondato sulla media dei poligoni inscritti e circoscritti , cerca di definire una curva attraverso. Si sa che ogni rettangolo è formato a sua volta da due triangoli, e se raddoppiamo il triangolo sacro , si ottiene un rettangolo la cui superficie sarà tre volte quattro, cioè dodici,ma il perimetro comporterà quattordici unità: per ottenerlo dovremo intercalare due unità a 3,4,5, allora 3+1+4+1+5 (= 14) …..ecco il Π PI GRECO, π è ovunque!

Senza di lui, niente geometria certamente, dunque niente architettura,’ingegneria civile o ingegneria industriale. Ma scaturisce anche nei posti più inattesi. Ad esempio, la funzione di Riemann che consegna alcuni segreti dei numeri primi contiene anche π.

In fisica, in elettrostatica, in elettrodinamica, π s’insinua in un buon numero di formule. Anche il piccolo mondo discreto degli atomi vive con π. “Pi„ è effettivamente uno dei pilastri della meccanica quantica. È presente nella costante della struttura fine (1/137) e nella costante di Planck.

Sulla figura egizia, la mummia del re, come Osiride, è all’interno della montagna,come una crisalide pronta a sbocciare. Davanti, sopra i cartigli col nome di Ramsete, lo scarabeo Kepri fa rotolare la sua palla solare con le zampe posteriori che sporgono al di fuori della montagna; questa scena è rara in Egitto e se ne trovano solo due altri esemplari su papiri ed il testo dice:

Osiris, quello che si sveglia in salute, quello che è alla testa dell’Occidente, grande Neter, che risiede nella Duat, questa terra sacra, è il tumulo di Kepri

(il tumulo di Kepri = il tumulo delle trasformazioni)

Questa scena chiude la serie di testi che spiegano cosa succede nella Duat, esposte sui corridoi precedenti dall’entrata; è un modello del modo d’espressione “metafisica”del pensiero egiziano. È la fine della genesi nella Duat ,il mondo delle trasformazioni, e per estensione della notte, della vita terrestre e della migrazione dell’anima fino al suo rinascimento. Dal ciclo della Duat emergerà il ciclo solare sensibile, visibile, che lo scarabeo spinge fuori della montagna. La mummia itifallica è la crisalide del mondo sensibile che nascerà e si esprimerà, essa ne contiene i principi e le leggi espresse.

Dunque è in se stesso che l’uomo deve ricercare gli elementi necessari alla sua scienza, sia la conoscenza del divenire che il mondo oggettivo che constata. L’uomo moderno pensa e può pensare soltanto come figlio ed erede del suo Cielo.

ERMETE DICE : “ L’opera è in Te”

La lezione dell’Egitto risuona in queste parole: “ L’Uomo misura il mondo”

Pitagora esporterà questa sapienza nel mondo greco, insegnando che la creazione è basata sui numeri, la tetrakis , per lasciarci in eredità questa chiave: “ Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo”, perché l’uomo è proporzionale alle misure del Cosmo, è dunque lui stesso una parte dell’ologramma che è il Cosmo.

NUMERO D’ORO + IL CUBITO REALE = PI GRECO

Ognuno di noi è un esperimento della natura, suo scopo è l’Uomo” (Hermann Hesse)

Articolo basato sulle ricerche di René Schwaller de Lubicz (Il Tempio dell’Uomo)

Link all’articolo completo: IL PHI GRECO Π

IL NUMERO Π DALL’IDEA ALLA FORMA

Quando re Zozer consulta il suo visir e architetto Imhotep per conoscere l’ubicazione delle sorgenti del Nilo, questi va a consultare alla Casa della Via i Libri Sacri. Il Saggio Khaefsnofru, grande sacerdote di Ptah, per la costruzione della piramide di Cheope, dopo aver consultato nella Casa della Vita il Libro della Fondazione dei Templi dichiara:

La piramide sarà costruita in maniera tale che,

se un cerchio possiede una circonferenza uguale al perimetro di base della piramide,

il raggio di questo cerchio costituirà la misura della sua altezza.

Il monumento sarà posto sotto la protezione di Horus, signore di Khem.

o Circonferenza= 2π R = perimetro quadrato di base

o Diametro Cerchio = 2R = Circonferenza/π

o Semidiametro = Altezza della Piramide = R

L’architetto che progettò la Piramide volle concretare la quadratura del cerchio, il passaggio dall’Idea alla Forma.

I sacerdoti egizi insegnarono ad Erodoto, che il rapporto tra il lato di base e l’altezza è tale che il quadrato costruito sull’altezza verticale equivale esattamente alla superficie di ciascuna delle facce triangolari. Inoltre, il rapporto fra la superficie di base e quella laterale è uguale a quello fra la superficie laterale e quella totale.

Se si effettua la sezione verticale passante per il vertice, si ottiene un Triangolo isoscele con angolo di base 51°51’ che rapportato al Quadrato di base fornisce ancora la relazione:

Come il rapporto Diametro Cerchio vale 1/π, così il rapporto Triangolo (simbolo della Divinità, il mondo delle idee, 3) su Quadrato (simbolo del mondo materiale, il mondo della forma, 4) vale ancora 1/π.

Lo stesso rapporto costruttivo viene riscontrato nell’America Centrale, in Messico,con la Piramide del Sole di Teotihuacán,con un’altezza dimezzata rispetto alla piramide egizia.

PIRAMIDETeotihuacán la Città degli Dei era nota perché coloro che ivi erano sepolti si trasformavano in dei. Le piramidi divengono metafisicamente il luogo dove avveniva la trasformazione da uomini a dei, prerogativa questa di tutti i sistemi iniziatici e misterici del passato. Come a Giza anche a Teotihuacán erano state erette tre grandi piramidi. La Piramide di Quetzalcóatl, la Piramide del Sole e la Piramide della Luna. A Giza le cime della Grande Piramide e della Piramide di Chephren si trovano allo stesso livello, anche se la prima è più alta della seconda, analogamente a Teotihuacán le cime delle piramidi del Sole e della Luna sono allo stesso livello anche se la prima è più alta della seconda. La stessa coincidenza sia in America che in Egitto, si trova anche nell’allineamento delle tre piramidi, due edifici allineati, il terzo disposto di proposito da un lato.

Fonte: “Egitto misterico” Link: Istituto Cintamani

ANGOLO 51° 51′

L’elevazione della Grande Piramide codifica tre delle più importanti costanti in matematica: π, Φ ed e. L’angolo di inclinazione di 51° 51′ (51,85° in forma decimale) proviene da misurazioni prese in base ai dati rilevati da Flinders Petrie e J.H. Cole.

(Nota: Altezza 4= π x √Φ = 3,14159×1,272006289)

È possibile verificare queste codifiche con le seguenti equazioni. La percentuale di accuratezza per ogni equazione è riportata tra parentesi.

4 x 51,85° / 76.30° = e (99,998%)

tan 51,85° = 4 / π (99,99%)

cos 51,85° = 1 / Φ (99,95%)

sin 51.85° = 4 / πΦ (99.94%)

La costante e, nota come numero di Eulero, non fu “scoperta” sino al 1618. Si consideri la possibilità che questa fosse semplicemente una riscoperta. Generalmente accettiamo il mito del progresso lineare ed è facile dimenticare che a volte la conoscenza viene persa e ritrovata dopo un tempo molto lungo, se non mai.

L’UNITÀ DI MISURA √Φ

La radice quadrata di Φ approssima con un errore dello 0,1% il rapporto 4/ π vale a dire √Φ=4/ π . Questo rapporto era conosciuto dagli egizi e da questi trasmesso a Mosè e a Pitagora. Un modo pratico per ottenerlo è riferirci alla Grande Piramide di altezza 280 CR e lato 440 CR: l’inclinazione è data dal rapporto 280/220=14/11=1,2727=√Φ. L’altezza può essere espressa: 280=220x√Φ=220×4/π CR. In termini pitagorici il quattro rappresenta il quadrato il π rappresenta il cerchio. Un quadrato di lato 1 ha come perimetro 4; un cerchio di diametro 1 ha come perimetro π. I Templari presero questo valore come modulo segreto per realizzare il Tempio Segreto, la Cattedrale di Chartres. L’altezza della Grande Piramide è esprimibile anche in funzione del numero 56, cioè 56×5=280 CR.

La Piramide di Cheope ha come base un Quadrato (52) che misura di lato 440 CR, il vertice della piramide è situato a 280=220x√Φ CR dal suolo. Dividendo le misure per 220, si ottiene per base 2 e per altezza √Φ, si individuano così due triangoli rettangoli di base 1, altezza √Φ e ipotenusa Φ. Seguendo l’antico metodo della corda degli agrimensori egizi, i Templari realizzarono in pratica l’unità di misura √Φ, utilizzando due corde, una lunga 1+1=2 CR e l’altra Φ+Φ=2Φ CR. Si utilizzano due picchetti per tendere la prima corda lunga 2 CR e un terzo picchetto per tendere la seconda corda lunga 2Φ CR. Dal vertice del terzo picchetto al nodo della corda di base s’individua in pratica la distanza √Φ.

L’altezza di 280 in CR della Grande Piramide è 28×10=5×56=220x√Φ=2x11x√Φ CR.

Il numero 22 è generato dal raddoppio del numero 11. Nella Kabbalah Elohim crea usando le 22 lettere cioè dei “suoni” dalle cui diverse combinazioni ha origine il molteplice (53).

Il numero 28 è il tempo lunare della creazione: 280 giorni per generare un uomo.

Il numero 10 è la sacra Tetractis: 1+2+3+4=10.

Il numero 5 caratterizza l’Uomo, la mistica stella a cinque punte.

Il numero 56=2×28 è il numero chiave mantenuto nascosto dai Templari, ma la cui conoscenza proviene dall’Egitto. Infatti 56 coincide con due cicli lunari di 28 giorni e con il numero dei pollici contenuti in due cubiti (la dualità), la larghezza dei cunicoli nella Grande Piramide. Due cubiti reali sono 56 pollici.

Per la relazione che esiste tra il cubito reale e il metro risulta che l’altezza della Grande piramide è: 5×56 CR in metri 5x2x5,6Φ²²x56 m. Il numero 5 dalle misure in cubiti si trasforma in Φ² nelle misure in metri.

(50) Inoltre il cubito reale è diviso in 7 palmi π/42, a loro volta divisi in quattro pollici, π/168.

(51) http://www.cirac.org/club/Le_Secret_des_Templiers.pdf.

(52) Il lato di base della Grande Piramide è 440 CR cioè 44×10=4x11x10=2x22x10.

(53) Ricordiamo che 22 è anche il numero degli aminoacidi che concorrono a formare l’impalcatura della vita o come i 22 paia di cromosomi contenuti nel seme umano e di qualsiasi altra cellula del corpo umano.

LA GRANDE PIRAMIDE DI GIZA – TEMPIO DELLE COSTANTI

Dopo un’ulteriore analisi dei rapporti tra le diverse parti di queste forme specifiche, i ricercatori hanno scoperto nuovi tesori matematici. Nello schema qui sotto sono elencate 12 costanti matematiche! Alcune di queste sono state conosciute e riconosciute come attributi della misura della piramide da molto tempo, altre sono state scoperte abbastanza recentemente. Sicuramente vi sono molte altre costanti oltre a quelle elencate in questa lista. Inoltre questi rapporti possono essere utilizzati per descrivere non solo costanti matematiche, ma anche la relazione tra le varie unità di misura utilizzate nella storia umana, come il Cubito Reale, il Metro, il Piede e molti altri!

(Nota: nella foto c’è un errore la formula della Radice Quadrata di 6 è (CG+EI+AB)/CG= 2.828427+2.828427+1.272019/2.828427= 2,44972665= 6)

(Il numero di Eulero x100 si ottiene utilizzando le misure in cubiti reali 440/356,0898÷220)

AD = Ø ^ 1 = 1.618034

CD = Ø ^ 0 = 1.000000

AB = ï ^ 1 = 1.272019

CEG = 4,000000

CE = 2,000000

CG = 2√2 = 2.828427

EI = CG = 2.828427

AC = 2 (sin 72º) = 1.902113

BD = 1.000000

Molte di queste scoperte possono essere attribuite al contemporaneo fantastico lavoro di Alan Green. Dategli un’occhiata e scoprirete molti dettagli in più sul suo lavoro in questo campo: https://www.youtube.com/watch?v=i7qQEJW8K_U

Le costanti elencate sopra coprono una vasta gamma di discipline matematiche apparentemente disparate. Come discusso, Phi è ovviamente è presente e la radice quadrata di phi è anch’essa presente, così come il reciproco di phi (phi-1.) Come previsto Pi è presente. Le radici quadrate di 2, 3, 4, 5 e 6 sono tutte presenti. Anche le costanti più oscure appaiono. La costante di Brun (B2) che ha a che fare con i numeri primi gemelli è presente (questo valore è anche l’ipotenusa del triangolo d’oro). La costante di Eulero che è il valore limite del logaritmo naturale è presente, così come la Costante di Eulero/Mascheroni che è la differenza limite tra le serie armoniche e il logaritmo naturale. Infine, la costante di Tribonacci, che è il valore limite della serie di Tribonacci (simile alla serie di Fibonacci, ma usando 3 numeri invece di due per produrre il numero seguente ). Ci sono certamente molte altre costanti da trovare, la Grande Piramide è un dono di conoscenza infinita.

Fonte: art-of-clay-taylor

GEOMETRIA SACRA E NUMEROLOGIA ESOTERICA NELLA PIRAMIDE

Il seguente materiale è tratto dal testo “Egitto Misterico” scritto dal dottor Vincenzo Pisciuneri. Si tratta di un documento straordinario che rivela misteri conosciuti solo da ristrette cerchie di iniziati. Nelle dimensioni interne ed esterne della Grande Piramide si celano i grandi misteri della Geometria e della Matematica Sacra e le misurazioni effettuate da generazioni di Egittologi, li rivelano. Vale davvero la pena di leggere per intero questo eccellente documento: “Egitto Misterico” (PDF) [Edito da : Istituto Cintamani Via S. Giovanni in Fiore, 24 – 00178 Roma Tel. 067180832 www.istitutocintamani.org]

LA DIVINA MISURA

Nel 1792, in Francia, lo spirito illuminista che guidava la Rivoluzione francese convinse il governo rivoluzionario ad incaricare la comunità degli scienziati, attraverso l’Accademia delle Scienze, della definizione di un sistema di unità di misura universale, ricavato da parametri non soggetti all’arbitrio umano. Dopo ampie discussioni, per la lunghezza fu deciso che l’unità base, il metro, sarebbe stata pari alla decimilionesima parte dell’arco di meridiano compreso fra il Polo Nord e l’Equatore e passante per Parigi.

La Misura Base nell’antico Egitto era il Cubito Reale o Faraonico, non un numero intero secondo il nostro Sistema Internazionale di misura, ma in relazione geometrica esatta “ π/ 6 ” con il nostro metro. Non è possibile che coloro che hanno ideata quest’unità di misura non sapessero. Ed inoltre è ancora casuale che il vertice della Grande Piramide sia situato al 30° grado di latitudine?

Nel mito cosmogonico, al Caos è sostituita la creazione ordinata, rappresentata dalla Collinetta Primordiale, la Piramide. Da questo luogo Ra si manifesta dopo aver messo la dea Maat là dove prima era il Caos. Il simbolo geometrico del nuovo ordine cosmico è un rettangolo, da cui sorge la testa della dea sormontata da una piuma di struzzo, simbolo di peso preciso sulla bilancia. Nella composizione del vocabolo egizio Maat appare il simbolo del cubito, o regolo, lo strumento usato sia per le misure lineari e sia per la lunghezza unitaria del flauto.

Si tracci un cerchio di diametro unitario cioè di 1 metro, di raggio OA uguale a 0,5 metri, dopo di che si tracci un arco di 60°, la corda AB definita dal lato di un esagono regolare inscritto nella circonferenza, rappresenta il valore esatto del cubito. Il cubito reale è a sua volta diviso in 7 palmi, a sua volta ognuno diviso in 4 pollici:

1 CUBITO = π / 6 m = 0,5236 m = 7 PALMI = 28 POLLICI= 100 n

1/n = π / 600 m = 0,005236 m

1 PALMO = π / 42 m

1 POLLICE = π / 168 m

Questa figura è quella vista quando si sono definiti numericamente i Poteri Creatori cioè il π, la circonferenza la cui esistenza è in relazione con il Diametro, immagine del Primogenito, il Verbo di Dio. Il cubito è la sesta parte di questa circonferenza, che individua un perfetto triangolo Equilatero, simbolo dell’equilibrio e dell’armonia, prerogative di Maat. Il cubito è dunque la sesta parte di una circonferenza di diametro un metro, parte che è divisa in Sette parti ottenendo così Sette palmi. Gli Egizi hanno per primi in occidente, almeno per quanto sappiamo realizzato un sistema di misura settenario, del tempo e dello spazio. Dividendo un palmo per Quattro, la Base di ogni Misura, si ottiene un pollice. Un cubito risulta uguale a 28 pollici, ventotto è un numero legato al ciclo lunare, la creazione nel ventre materno di un essere umano avviene in 10 mesi di 28 giorni, cioè in 280 giorni, il numero di cubiti dell’altezza della Grande Piramide.

RADICE QUADRATA DI DUE TRE CINQUE E Φ NELLA COSTRUZIONE DELLA PIRAMIDE

La Scelta Dell’inclinazione

Il calcolo è assicurato: la porta d’accesso alla conoscenza di tutte le cose e agli oscuri misteri.(89)

La determinazione dei profili, cioè delle pendenze delle piramidi era un compito non solo matematico ma anche religioso Da un punto di vista matematico si trattava di scegliere una figura geometrica che possedeva un rapporto semplice con angoli facili da controllare; da un punto di vista religioso, mistico e occulto, i numeri scelti per tali calcoli rivestivano una grande importanza.

Un rapporto importante era quello del Re Huni a Meidum il cui profilo sull’apotema era pari a 14/11 con un angolo di 51° 50’ 35’’. La dualità della manifestazione è espressa dal rapporto 14/22 dell’altezza con la base, cioè due volte sette e due volte undici.

14 palmi/11 palmi = 2 cubiti/ 1 cubito + 4 palmi

Il numero 14 o due volte sette nasconde il numero π, che richiama la circonferenza, mentre il numero 11 composto da un cubito di sette palmi più quattro palmi, richiama il quadrato di base in relazione con il numero lunare sette che per gli antichi era oggetto di venerazione. La grande Piramide è stata appunto realizzata con questo profilo mistico e matematico.

Nell’Antico Regno gli architetti, che inizialmente portavano il semplice titolo di falegname (90) , e i muratori erano alle dirette dipendenze dei due grandi Sommi Sacerdoti di Menfi i quali portavano il titolo di “Gran Maestro d’Arte” (91).

PIRAMIDE(89) Papiro Rhind.

(90) Nell’antica India, Vishvakarman, l’Architetto dell’Universo, il costruttore degli Dei, è considerato un takshata, un intagliatore di legno, un falegname. Il termine architetto deriva da archi-tekton, l’antico capomastro della confraternita dei muratori. Il padre di Gesù era un falegname, nel testo greco dei Vangeli il termine è tekon, che Lutero traduce come carpentiere. Secondo Vitruvio, l’architetto della Roma dei Cesari, il tekon doveva conoscere la matematica, la geometria, l’ottica e l’astronomia.

(91) G. Goyon, il segreto delle grandi piramidi, p.63, Newton.

La Geometria Architettonica

La Camera del Re è situata ad un livello pari ad un terzo dell’altezza teorica. La superficie orizzontale a questo livello risulta la metà esatta, in rapporto di ottava, rispetto alla superficie di base della piramide il cui lato è uguale al lato di base diviso la radice quadrata di due, che è un numero irrazionale o incommensurabile, sconosciuto secondo gli esperti, agli antichi.

La Camera della Regina, è esattamente centrata sull’asse verticale della piramide, mentre il livello del suo pavimento si trova posto ad un settimo dell’altezza della piramide più un cubito.

Figura 19. Livelli Principali Della Grande Piramide

PIRAMIDEI livelli dei pavimenti delle due camere sono in relazione con il numero cinque, il numero chiave della Grande Piramide, in quanto il pavimento della Camera della Regina si trova in corrispondenza con la venticinquesima (5×5) fila di gradinate, mentre quello della Camera del Re si trova in corrispondenza della cinquantesima (5×10) di gradinate esterne.

La Camera della Regina rispetto alla Camera del Re, si trova ad un rapporto di ottava (1/2) rispetto alla numerazione delle file di gradinate esterne, stranamente lo stesso rapporto armonico (92) si ritrova fra la superficie del livello della Camera del Re rispetto al livello di base.

I cosiddetti canali di areazione della Camera superiore o del Re individuano un quadrato di lato 440/2,2 = 200 cubiti di cui una diagonale, individua la direzione del canale sud (93), mentre il canale nord serve è la diagonale di un rettangolo che circoscrive la sezione di un’altra piramide ridotta di 2,2 volte: infatti, ha come base 200 e come altezza 280/2,2= 127.2727 cubiti, cioè 100 volte il valore della tangente dell’angolo di base e come lato (94) inclinato 161,85 cubiti, 100 volte il numero aureo Φ = 1,61803.

Tan ℓ = 280/220 = 14/11 = 1,272727 = √Φ

La dimensione laterale della nuova piramide serve ad individuare i passaggi dei canali di areazione della Camera della Regina come visualizzato in figura. In definitiva i canali di areazione sono gli invisibili canali che collegano il modello dell’universo, la Grande Piramide, all’universo stesso.

PIRAMIDELa Grande Piramide ha ciascuna faccia laterale formata da due mezzi triangoli aurei e la cui superficie è proporzionale a Φ. Se si costruisce il quadrato sull’altezza verticale della piramide, si ottiene esattamente la superficie di ognuna delle facce triangolari, il cui valore è proporzionale a Φ. Inoltre, eseguendo il rapporto fra le quattro superfici triangolari laterali della piramide e la superficie quadrata della base, si ritrova ancora il numero aureo Φ.

 

PIRAMIDENota Personale

Inserisco alcuni esempi numerici che possono chiarire quanto affermato sopra riguardo ai rapporti numerici nascosti nella Piramide di Giza.

La proporzione reale fra metà della lunghezza della base e l’apotema della faccia è Φ maggiorato dello 0,09%, l’altezza della piramide è in rapporto √Φ con la metà della lunghezza della base.

L’Apotema delle facce laterali si può calcolare utilizzando il Teorema di Pitagora:

altezza²+metà base²= apotema² ; √apotema²= apotema

Nella Piramide di Giza queste misure si esprimono in cubiti egizi: 280²+220²= 126800 = √126800=356,1= Apotema delle facce laterali della Piramide Di Giza.

Altezza diviso metà lato di base:

280÷220=1,272727273= √1,618= √Ф

Apotema faccia laterale diviso Altezza della Piramide:

356÷280=1,271428571= √1,618= √Ф

Apotema diviso metà lato di base:

356÷220=1,618181818= Ф

Il rapporto tra il lato di base e l’altezza (440-280) è tale che il quadrato costruito sull’altezza verticale (280×280= 78400) equivale esattamente alla superficie di ciascuna delle facce triangolari (356×220=78320):

280×280= 78400 = 356×220= 78320

(L’area laterale per le piramidi rette è A = pa/ 2 dove p è il perimetro di base e a è l’apotema della piramide)

(L’area totale si calcola come: Area di base + Area laterale)

Il rapporto fra la superficie di base (440×440=193600) e quella laterale [(440×4)x356/2=313280] è uguale a quello fra la superficie laterale [(440×4)x356/2=313280] e quella totale (193600+313280=506880):

313280:193600= 1,618181818= Ф = 506880÷313280= 1,617977528

92 Si prenda una corda di lunghezza unitaria “1” e la si divida in due parti uguali di lunghezza 1⁄2 , il suono ottenuto dalla corda di lunghezza 1⁄2 è di un’ottava superiore o armonia, diapason, rispetto a quello della lunghezza unitaria.

93 Riportato in appendice 5 del libro “Il Mistero di Orione” di R. Bauval e A. Gilbert.

94 Il numero aureo, il cui valore dipende dalla radice quadrata di cinque, è stato descritto da Leonardo da Vinci nel trattato “De la Divina proporzione” del suo amico frate Luca Paccioli. Il numero φ irrazionale, di cui 0,618 è una approssimazione, è noto con il nome di numero Aureo, o piccola sezione aurea, e grande sezione aurea, cioè Φ = 1 + φ = 1,618.

I Segmenti Incommensurabili

Nel capitolo precedente il lato del livello della Camera del Re rispetto al corrispondente lato di base è radice due volte inferiore, e come lato inclinato un valore proporzionale al numero d’oro che a sua volta è in relazione con la radice quadrata di cinque.

Si vedrà in seguito che nella costruzione della Grande Piramide segmenti incommensurabili che dovrebbero essere sconosciuti agli antichi egizi, viceversa erano da loro conosciuti ed utilizzati. I Pitagorici definivano due segmenti commensurabili se il loro rapporto fosse sempre esprimibile con un numero che oggi chiamiamo razionale, ad esempio un segmento lungo quattro unità rapportato con un segmento lungo cinque unità fornisce il valore finito 4/5. Ad esempio il lato e la diagonale del quadrato non sono fra loro commensurabili, non esiste alcuna parte del lato contenuta nella diagonale. Gli storici, i matematici moderni mal compresero i Pitagorici che vengono descritti in gravi difficoltà quando scoprirono l’esistenza di tali segmenti che avrebbero dovuto segnare il crollo delle loro convinzioni. Le severe punizioni, la morte, per chi come Ippaso, avesse rivelato i loro segreti è vista come un espediente per nascondere il loro fallimento dottrinale.

Il Neoplatonico Proco affermò enigmaticamente a questo proposito: “I Pitagorici narrano che il primo divulgatore (Ippaso) di questa teoria (degli irrazionali) fu vittima di un naufragio; e parimenti si riferivano alla credenza secondo la quale tutto ciò che è irrazionale, completamente inesprimibile e informe, ama rimanere nascosto; e se qualche anima si rivolge ad un tale aspetto della vita, rendendolo accessibile e manifesto, viene trasportata nel mare delle origini, ed ivi flagellata dalle onde senza pace”.

La verità è che i numeri irrazionali appartenevano ai segreti dell’Iniziazione, in quanto erano in relazione con l’azione del divino nel mondo materiale. Secondo la leggenda, fu proibito ai Pitagorici di rivelare ad altri i segreti dell’Insegnamento. Il “traditore” fu il pitagorico Ippaso di Metaponto che divulgò il segreto. Ippaso discepolo di Pitagora, si schierò a capo degli Acusmatici (95) , con i ribelli, quando questi cacciarono i pitagorici da Crotone. Per il suo tradimento, Ippaso venne messo al bando dai Pitagorici che, si racconta, gli innalzarono un monumento funebre, perché fosse chiaro che per loro era morto. Proclo narra che, lo stesso Giove, adirato contro di lui, lo fece perire in un naufragio.

Altri segmenti incommensurabili sono il rapporto fra il diametro e la circonferenza, che come si è visto nasconde la gerarchia degli angeli costruttori, il lato del decagono regolare con l’apotema, il lato del pentagono regolare con l’apotema, ed infine il lato del cubo con la diagonale.

La conoscenza di tali segmenti era dovuta all’uso intelligente del compasso e della squadra. A questo proposito si tracci una circonferenza di raggio unitario e in questa s’inscriva una quadrato e poi un triangolo equilatero, due figure che rappresentano rispettivamente lo spazio regolare e la Divinità astratta. Il lato del quadrato assume il valore radice quadrata di due, mentre il lato del triangolo la radice quadrata di tre. Entrambi i numeri risultano irrazionali, incommensurabili con il segmento unitario.

PIRAMIDESi disegnino quattro quadrati di lato unitario accostati in modo da formare un quadrato maggiore di lato pari a due unità. Da un vertice del quadrato maggiore si tracci una circonferenza di raggio uguale al lato del quadrato considerato. S’individuano con la squadra i punti per creare un triangolo equilatero di lato pari al raggio e tre numeri irrazionali, rispettivamente la radice quadrata di due, di tre, e di cinque, non calcolabili esattamente, ma costruibili come si è visto con la squadra e il compasso.

PIRAMIDEFigura 23. Antico Utilizzo Del Compasso E Della Squadra

(95) Nella scuola pitagorica, gli Acusmatici (ακουω = sento, ascolto) erano uditori. Essi assistevano alle discussioni, ai lavori della scuola, senza però potervi intervenire attivamente, questo essendo privilegio esclusivo dei membri della scuola. L’Acusmatico era, dunque, un non iniziato cui era concesso eccezionalmente di attingere alla fonte della conoscenza. I Matematici, gli Iniziati, invece avevano la facoltà di parlare liberamente con il Maestro e quindi di formare un’opinione personale.

Disposizione Delle Tre Piramidi Di Giza

John Legon dimostrò che le tre piramidi di Giza si inscrivono in un rettangolo con il lato maggiore di 1732 cubiti e con il lato minore di 1432 cubiti e che la diagonale di questo rettangolo può essere espressa con la radice quadrata di cinque (96) . I due lati del rettangolo sono mille volte la radice quadrata di tre e di due, la diagonale risulta dunque mille volte la radice quadrata di cinque. La radice quadrata di cinque segna dunque i rapporti costruttivi interni ed esterni del complesso architettonico di Giza.

PIRAMIDEFigura 24. Disposizione Delle Tre Piramidi Della Piana Di Giza

Cook osservò che era possibile dimostrare come un sistema geometrico assiale unisse la piramide centrale di Khafra (Chephren) alle più piccole piramidi satelliti vicina alla prima e alla terza piramide. I principali angoli così determinati misuravano 60 e 26,5 gradi. Ora il primo è l’angolo del triangolo equilatero, mentre il secondo è determinato dalla diagonale del doppio quadrato. Ma lo stesso angolo di 26,5 gradi si ripresenta nei passaggi principali della Grande Piramide e nel doppio quadrato della Camera del Re, di nuovo sfidando i limiti della coincidenza…” …”Le piramidi di Giza rappresentano un’affermazione simbolica scritta nella pietra e il linguaggio di una filosofia matematica”.

R. Bauval e A. Gilbert, nel loro libro il “Il mistero di Orione” hanno fatto notare che la disposizione delle tre piramidi rispetta la posizione celeste delle tre stelle della cintura di Orione.

(96) Citato da R. Bauval e A. Gilbert, in “Il mistero di Orione”, p. 62, Corbaccio.

Fonte: “Egitto misterico” Link: Istituto Cintamani

RAPPORTO FRA LA VESCICA PISCIS, PHI 1,618 E LA GRANDE PIRAMIDE DI GIZA

In questo articolo dal titolo: LA GRANDE PIRAMIDE DI GIZA – TEMPIO DELLE COSTANTI (Link), troverete un’enorme quantità di informazioni riguardo al rapporto fra le armoniche musicali, il colore, la vescica piscis, le costanti matematiche, la quadratura del cerchio, il numero aureo Phi 1.618034.

LA GRANDE PIRAMIDE DI GIZA - TEMPIO DELLE COSTANTIe in che modo tutti questi argomenti siano contenuti in relazione fra loro all’interno del progetto costruttivo della grande piramide di Giza.

LA GRANDE PIRAMIDE DI GIZA - TEMPIO DELLE COSTANTIUn testo estremamente interessante.

PIRAMIDI E SOLIDI PLATONICI

La forma geometrica della Piramide è direttamente associata all’Ottaedro, infatti quando appoggiamo una piramide su di una superficie a contatto, o ad almeno un metro dal terreno, immediatamente al di sotto della sua base se ne forma un’altra gemella composta da linee di forza invisibili, manifestando così di fatto un Ottaedro, forma geometrica che fa parte del gruppo dei cosiddetti “Solidi Platonici”.

PIRAMIDELa base della piramide è un perfetto Quadrato, che il Timeo descrive composto di quattro triangoli isosceli, uniti nel centro: ciò che appare è la vista dall’alto della piramide. Inoltre la piramide è esattamente la metà della figura del secondo elemento cosmico del Timeo, la forma dell’Aria”.

Solidi Platonici

Il mondo è pieno di corpi dalle forme più varie ma che ognuno di essi può essere ricondotto ai cinque poliedri regolari che rappresentano l’eterna perfezione”

Piero della Francesca (1444-1464)

Le forme geometriche perfette fanno parte del Mondo delle Idee di cui parlava Platone, questo è contrapposto al Mondo dei Fenomeni ove qualunque manifestazione è, per sua natura, imperfetta e impermanente.

I Poliedri (dal greco polys = molti | edron = faccia) sono solidi delimitati da facce poligonali; un poliedro si dice regolare se tutte le sue facce sono poligoni regolari uguali fra loro e tutti i diedri (lo spazio delimitato tra due facce) e gli angoloidi (lo spazio delimitato da tre o più facce confluenti in un unico vertice) sono uguali (congruenti) fra loro. I poliedri regolari sono solo cinque e sono stati scoperti dagli antichi greci all’interno della Scuola Pitagorica. Questi solidi sono detti “platonici” in quanto Platone (427-348 a.C.) nel suo dialogo “Timeo” sviluppa una dottrina cosmologica secondo la quale questi cinque solidi formano i costituenti fondamentali dell’Universo:

il Tetraedro corrisponde all’elemento Fuoco;

il Cubo (Esaedro) all’elemento Terra;

l’Ottaedro all’elemento Aria;

l’Icosaedro all’elemento Acqua;

il Dodecaedro corrisponde all’intero Universo (in effetti è l’unico che può contenere tutti gli altri).

I Solidi Platonici costituiscono i Principi Primi (gli Archetipi) presenti nel Mondo delle Idee su cui si basano le forme effimere (Mondo dei Fenomeni), tra le caratteristiche più interessanti ed immediate dei Solidi Platonici vi è quella di essere tutti iscrivibili in una Sfera e di utilizzare solo una delle prime tre figure piane della geometria ovvero il triangolo equilatero, il quadrato e il pentagono; se si vuol proseguire con successive forme si è costretti a utilizzare contemporaneamente due figure geometriche ed i solidi risultanti sono detti semi-regolari.

Link: La Realtà Poligonale

L’OTTAEDRO E LA PIRAMIDE

Wildcock afferma: …Pertanto, la fisica degli antichi ci insegna che questa forma (l’Ottaedro) rappresenta il substrato fondamentale per tutta la materia nella nostra “densità”.

Questo è l’antico insegnamento dimenticato. È importante capire che questa è solamente una regola generale, dato che all’interno della nostra densità vediamo le prove di tutti i solidi Platonici, che rappresentano le diverse “sub-densità”.

Abbiamo bisogno di tutti questi all’opera affinché si possa costruire materia fisica, Ma Quello Più Forte In Terza Densità È L’ottaedro.

Guardando giusto alla metà superiore di un ottaedro, possiamo facilmente vedere che è identica alla forma della Grande Piramide Egizia. Avendo messo in campo tutto il modello fisico, questo semplice fatto illustra chiaramente che tutte le piramidi erano progettate per essere in grado di focalizzare questa energia geometrica dell’etere, proprio come farebbe un imbuto per dirigere un flusso d’acqua. Come vedremo più avanti in questo volume, i “campi torsionali” sulla Terra possono variare da luogo a luogo molto di più della normale “spinta” gravitazionale o del campo magnetico terrestre, e per usare un gergo dei Russi, ogni piramide agisce come un “generatore passivo di torsione”.

La materia stessa si comporta come un spugna immersa nell’acqua che vibra, con l’energia fluida che vi fluisce continuamente dentro e fuori con un moto pulsante.

Quando si ammassa la materia insieme in una singola struttura, la forma di quella struttura determinerà come fluiranno le “correnti” eteriche attraverso di essa.

Ogni oggetto cilindrico o conico imbriglia e focalizza campi torsionali, come abbiamo documentato in modo esteso nel Volume III. Ci sono sempre campi torsionali che emergono dalla Terra in spirali, e la forma del cono può direzionare e focalizzare questi campi. Non dimentichiamo che questi campi sono composti di energia intelligente, così uno dei più importanti benefici nell’imbrigliare questi campi è che questi aumentano enormemente la nostra salute fisica così come la nostra coscienza spirituale in breve tempo, quindi gli antichi Egizi si riferivano alle piramidi come a “templi di iniziazione”.

E noi sappiamo che la parola greca “Piramide” nasce dall’unione di “Pyre” e “Amid”, che significa “Fuoco nel Mezzo”. Questo “fuoco nel mezzo” rappresenta i campi di energia che vengono imbrigliati dentro la Piramide, quindi il nome stesso cela parte del segreto.

Essenzialmente, con la scienza appropriata in gioco, comprendiamo che la grande Piramide di Giza, la piramide costruita con maggior precisione sulla Terra, è una macchina fantastica, modellata con una tecnologia che è molto più avanzata del nostro livello di comprensione scientifica attuale.

La ragione di questo è perché questa è una tecnologia di coscienza, che funziona in base ad un modello di fisica che noi stiamo riscoprendo solo ora sulla scena pubblica. E più esaminiamo la Piramide, più possiamo comprendere quanto accurata e vasta debba essere la conoscenza antica che v’è insita.

È un fatto stabilito da molto tempo che se si prende la differenza tra le misure della base e dell’altezza della Piramide, si esprime il rapporto pi (π) di 3,14159. Questo significa che si può disegnare un cerchio da un angolo, fino al vertice e giù fino all’angolo opposto.

E che quel cerchio toccherà perfettamente tutti e tre i punti. Poi, tutto quello che dobbiamo fare è pensare in tre dimensioni, e scopriremo velocemente che la Piramide è inscritta perfettamente in una semisfera.

Così, in modo molto diretto, la struttura della piramide forma “risonanza” con l’etere, causando la formazione di una sfera di energia invisibile, proprio come questa, intorno ad essa. Ricordate che la struttura di energia geometrica più forte della nostra dimensione, se potessimo vederla, apparirebbe esattamente come questa.

Così, la Piramide non era solamente un oggetto geometrico, era letteralmente costruita come una gigantesca, solidificata “unità di coscienza”. Ad un certo punto, potremmo pensare ad essa come ad una gigantesca statua in onore della densità di energia in cui noi ora abitiamo; ma è anche una macchina molto potente. Ci è anche stato detto da Ra che essa era molto più efficiente quando è stata costruita rispetto ad adesso, per via del mutamento di posizione della Terra e del deterioramento delle sue facciate di pietra.

Molti piramidologi hanno evidenziato il fatto che l’esterno della Grande Piramide esprime, in molti diversi rilevamenti, l’esatta lunghezza di un anno terrestre, 365,2422. Dato che gli studiosi comprendono che la Piramide si inscrive perfettamente in una semisfera, molti ne hanno concluso che la Piramide sia progettata per rappresentare la Terra. Ma questo non spiegherebbe perché i costruttori della piramide non abbiano semplicemente eretto un globo, specialmente con l’apparente tecnologia che avevano a loro disposizione per posizionare precisamente tali immense pietre. È solo ora che possiamo capire perché per questo scopo sia stata scelta la forma ottaedrica.

Sebbene oggi non possiamo vedere la Piramide come un cristallo, è un fatto riconosciuto nei circoli egittologici che quando la Piramide fu inizialmente costruita, all’esterno fosse interamente ricoperta da un involucro di pietre. Queste erano composte di calcare bianco di Tura che era tirato precisamente a lucido come uno specchio per una luminosa brillantezza (Lemesurier, 1977). Era così brillante alla luce del giorno da essere accecante, quindi gli Egizi la chiamavano “Ta Khut”, o “La Luce”….

Link: Stazione Celeste – David Wilcock

Piramide E Dimensioni

piramideLa Piramide, o meglio il suo correlato l’Ottaedro, rappresentano la Terza Dimensione, la dimensione in cui siamo rappresentati attualmente. È mia convinzione che il potere della forma geometrica della piramide, fino ad ora al suo culmine, andrà progressivamente riducendosi all’aumentare del potere della Merkaba, il Tetraedro a Stella o Tetraedro Intrecciato, che rappresenta la Quarta Dimensione, dimensione in cui opererà la futura Umanità del pianeta Terra.

PIRAMIDELink: Crop Circle Cley Hill

Link: Le Dimensioni

Quarzo Ialino E Solidi Platonici

Come il diamante è stato il Cristallo principe di questa Età ormai finita, il Quarzo Ialino sarà la pietra di riferimento della Nuova Era.

Il Diamante con la sua forma ottaedrica rappresentava la Terza Dimensione, lo Ialino con il suo sistema esagonale rappresenta il Tetraedro a Stella, la Quarta Dimensione.

LA PIRAMIDE SECONDO LE FONTI UFFICIALI

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Il termine piramide deriva dalla lingua greca pyramis (πυραμίς) che significa letteralmente “della forma del fuoco” (da pyr-, “fuoco”). Alcuni storici ritengono che il termine greco a sua volta provenga dal termine egizio per-em-us che nel Papiro di Rhind è usato per rappresentare l’altezza della piramide (alla lettera “ciò che va su”); i greci, applicando la figura retorica della sineddoche (la parte per il tutto e viceversa), lo avrebbero poi usato per indicare l’intera opera monumentaria. La piramide è stata utilizzata come tipologia in architettura soprattutto nei tempi antichi, in particolare in Egitto e da alcune civiltà precolombiane nell’America centrale. Nella cucina greca antica una torta di grano dalla forma piramidale era chiamata allo stesso modo (πυραμίς).

Architettura

Nell’architettura la piramide è stata utilizzata come tipologia architettonica, con diverse funzioni, soprattutto nei tempi antichi, in particolare dagli Egizi in Egitto, dai Sumeri in Mesopotamia, dai Maya e dagli Aztechi in America centrale; non mancano alcuni esempi anche nell’architettura contemporanea (il più celebre è la piramide del Museo del Louvre di Parigi, progettata da Ieoh Ming Pei).

Piramidi Egizie

Le piramidi egizie sono a base quadrata ad eccezione di alcune a base rettangolare, hanno quattro facce lisce che congiungono gli spigoli, alla sommità era posto il pyramidion. Secondo la teoria maggiormente accettata tra gli studiosi, le piramidi egizie furono erette come monumenti funerari al di sopra della tomba del sovrano. Lo sviluppo di tali monumenti ebbe inizio con la III dinastia come evoluzione della tomba a mastaba.

PIRAMIDEDopo una fase di crescita delle dimensioni del monumento, culminata con la Piramide di Cheope unica delle sette meraviglie del mondo antico ad essere pervenuta a noi, l’uso di questo monumento proseguì ancora per secoli, anche se con forme più ridotte, ed influenzò anche culture limitrofe; le ultime piramidi erette furono quelle rinvenute nel regno di Meroe attribuibili al I millennio a.C. Nel 1842 Karl Richard Lepsius elaborò una lista di tutte le piramidi presenti sul territorio egiziano.

Piramidi A Gradoni

PIRAMIDEQuesto tipo di piramidi, solitamente, ha una base molto ampia su cui sviluppano diversi strati, o gradoni, di pietra. Il sistema costruttivo a piramide gradonata è trasversale a molte culture ed ha prodotto anche in contesti storico-geografici indipendenti risultati molto simili. Abbiamo gli esempi più noti di tali costruzioni in Mesopotamia, nell’Antico Egitto e presso le civiltà precolombiane in America. Una delle più famose tra quelle antico-egiziane, che risentono dello stretto contatto con le mastabe, è la piramide di Djoser, voluta dall’omonimo faraone e progettata dall’architetto Imhotep.

Le Piramidi Nelle Civiltà Mesopotamiche

La piramide a gradoni venne utilizzata anche per le ziqqurat, il tempio caratteristico delle religioni sumera, babilonese e assira. La forma rappresenta la volontà dell’uomo di avvicinarsi sempre di più al cielo, e dotata di una sommità piatta sulla quale i sacerdoti officiavano le cerimonie e dalla quale scrutavano le stelle per trarne auspici.

Piramidi Maya

PIRAMIDELe piramidi Maya sono anch’esse a base quadrata ma si sviluppano secondo una struttura a gradoni, generalmente con una struttura in cima facente funzione di tempio. Sono anche state rinvenute sepolture all’interno di piramidi anche se in maniera sporadica.

Piramidi Come Opera Idraulica

Una diversa lettura dei dati ha portato a sviluppare una teoria, ancora di nicchia, sullo sviluppo delle piramidi legata all’ingegneria idraulica.

In tutte le latitudini vi è la presenza di tumuli di varie dimensioni, alcuni abbandonati, altri riattati a funzioni svariate; alcuni invece raggiungono ancora l’originario scopo di prelevare acqua potabile dal sottosuolo. La maggior parte di questi tumuli è dotata di gallerie oblique scavate nella roccia sottostante, profonde anche decine di metri, che terminano con una camera. Inoltre la maggior parte sono state costruite in regioni minacciate da periodiche inondazioni. Laddove tali gallerie sono ancora visitabili, si può notare come queste siano costituite da muretti a secco, senza malta, per far passare l’acqua e l’umidità presente nel sottosuolo, e raccoglierla nelle cisterne, più in basso. Come accade naturalmente nelle pianure alluvionali, l’acqua filtra tra le rocce e si raccoglie in cisterne dette pozzi artesiani; risale in superficie solo là dove incontri un banco d’argilla (o comunque una sostanza idrofoba), formando le cosiddette risorgive (o fontanili/fontanazzi, a seconda delle varianti locali). L’acqua risulta potabile, depurata, e a una temperatura costante di 10-12 °C. Così sono realizzati i pozzi artificiali, più o meno in ogni regione del mondo. La cosa che rende interessanti queste strutture idrauliche a tumulo è la loro ampiezza: la terrazza attorno al pozzo artificiale è l’ovvia evoluzione urbanistica del villaggio, che tende a disporsi attorno all’unica fonte di acqua potabile. Quindi, che sia una collina naturale, che sia artificiale, il tumulo si amplia in relazione al bisogno idrico della popolazione, facendo scendere il livello della falda freatica e, col tempo, portando il deserto in luogo della palude. Il problema principale di questo aumento volumetrico è però la diminuita efficacia idraulica della costruzione. Questo processo di costruzione in fasi successive è visibile in molte strutture, come le ziqqurat e le mastaba. Per le piramidi egizie, il passaggio da piramide tronca a piramide aguzza è da attribuire a un periodo in cui la costruzione era ormai inutilizzata come opera idraulica. Difatti la copertura esterna è di materiale diverso, e attualmente si può individuare, grazie agli agenti atmosferici, la più solida struttura interna sotto il mantello ormai sbriciolato: vedi Piramide di Cheope, Sfinge, e le altre Piramidi di Giza. Altre invece non sopportarono il peso di ulteriori materiali, come accadde alla Piramide di Meidum, che crollò davanti agli ingegneri del Faraone: questo spiega l’esistenza di piramidi classificate come “incompiute”.

Link: Wikipedia

Imothep L’architetto Divinizzato Nell’antico Egitto

PIRAMIDEImhotep fu un personaggio realmente esistito: era infatti l’architetto e visir del faraone Zoser della III dinastia (2700-2630 a.C.) e per lui realizzò la piramide a gradoni di Saqqara. La sua fama di uomo saggio fu tale che nel Nuovo Regno (1543-1078 a.C., quindi più di mille anni dopo la sua morte) fu divinizzato e considerato figlio del dio Ptah. Come dio aveva il potere di guarire dalle malattie, e pertanto fu identificato dai Greci con Asclepio, il loro dio della medicina.

LA PIRAMIDE DI CHEOPE SECONDO LE FONTI UFFICIALI

La Piramide di Cheope, conosciuta anche come Grande Piramide di Giza o Piramide di Khufu, è la più antica e la più grande delle tre piramidi principali della necropoli di Giza, confinante con quello che oggi è El Giza, in Egitto. È la più antica delle sette meraviglie del mondo antico e l’unica a rimanere in gran parte intatta.

Gli egittologi ritengono che la piramide sia stata costruita come tomba per il faraone Khufu (Cheope in Greco), IV dinastia, per un periodo dai 10 ai 20 anni, concludendosi attorno al 2560 a.C. Secondo alcuni fu realizzata dall’architetto reale Hemiunu. Inizialmente alta 146,6 metri, la Grande Piramide è stata la più alta struttura artificiale del mondo per oltre 3800 anni, fino a circa il 1300 d.C., quando fu alzata la guglia centrale della Cattedrale di Lincoln in Inghilterra.

In origine, la Grande Piramide era coperta da un rivestimento in pietra che formava una superficie esterna liscia; ciò che si vede oggi è la struttura di base sottostante. Alcune delle pietre del rivestimento che un tempo ricoprivano la struttura sono ancora visibili attorno alla base. Ci sono state diverse teorie scientifiche e alternative circa le tecniche di costruzione della Grande Piramide. Le ipotesi di costruzione più accreditate si basano sull’idea che la piramide sia stata edificata spostando da una cava enormi blocchi che una volta trascinati siano stati sollevati e posti in posizione.

All’interno della Grande Piramide sono state scoperte tre camere. La camera più bassa, o camera ipogea, è scolpita nella roccia su cui la piramide è stata costruita ed è incompiuta. Le cosiddette Camera della Regina e Camera del Re si trovano più in alto, all’interno della struttura piramidale. Il complesso piramidale comprendeva due templi mortuari in onore di Cheope (uno vicino alla piramide e uno vicino al Nilo), tre piramidi più piccole, dette secondarie, per le regine di Cheope, una ancor più piccola piramide satellite o cultuale, una strada rialzata, detta rampa processionale, che collega i due templi e piccole tombe mastaba per i nobili che circondano la piramide.

L’attribuzione della Grande Piramide a Cheope è deducibile dalla concordanza dei rilievi archeologici e dei dati storici disponibili.

Erodoto (V secolo a.C.) fu il primo studioso di cui gli scritti sulla piramide siano giunti fino a noi, raccolse informazioni dai sacerdoti egizi suoi contemporanei e le integrò nelle sue Storie. Per i 1200 anni successivi il monumento fu studiato per lo più allo scopo di penetrarvi ed eventualmente saccheggiarlo. Il califfo al-Ma’mun vi riuscì attorno all’820 d.C. scavando una galleria, ma trovò la piramide già vuota. Una volta violata se ne perse l’interesse e alla fine del XIV secolo fu sostanzialmente trasformata in cava. Dalla metà del XVIII secolo divenne meta di esploratori occidentali in cerca di emozioni. Solo dopo le guerre napoleoniche (1799-1801) e lo scoppio dell’egittomania europea iniziarono le campagne sistematiche di studio da parte degli archeologi europei. Con l’indipendenza dell’Egitto, il controllo del sito è passato in mano dello stato egiziano, che ne regola i permessi di scavo e studio.

All’interno non è stato trovato il feretro né il corredo funerario; ciò non sorprende, perché quasi tutte le sepolture reali dell’antico Egitto sono state saccheggiate dai violatori di tombe già nell’antichità, tuttavia questo fatto, unito alla mancanza di decorazioni o geroglifici dei vani interni ed alle notevoli dimensioni dell’opera, ha fatto nascere un buon numero di teorie e leggende – non accreditate dalla comunità scientifica archeologica – sul fatto che le piramidi non fossero vere tombe….

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STRUTTURA INTERNA E RIVESTIMENTI

PIRAMIDESezione schematica della Piramide di Cheope:

1 ingresso originale

2 nuova entrata

3 passaggio discendente

4 cunicolo discendente

5 camera inferiore

6 cunicolo ascendente

7 camera intermedia

8 cunicolo orizzontale

9 grande galleria

10 camera superiore

11 cunicolo verticale

La piramide è stata realizzata sovrapponendo corsi (cioè strati) di blocchi di pietra calcarea gli uni sugli altri, sfalsati tra loro e con alcuni che si allungano verso l’interno, in modo da migliorare la stabilità e la solidità della struttura. Oggi si possono contare 203 corsi, ma in passato dovevano essercene di più, in quanto la punta della piramide è andata persa. L’altezza dei corsi (e conseguentemente dei blocchi che compongono questi ultimi) non è costante: mediamente sono compresi tra i 60 e gli 80 cm; mentre alla base, dove si scarica il carico maggiore, si possono trovare corsi alti oltre il metro.

INGRESSO ORIGINALE

L’ingresso originale (1) della Grande Piramide si trova sul lato nord, a 17 metri dal suolo e 7,29 metri a sinistra dalla linea mediana della facciata. Sebbene non sia attualmente utilizzato, è ben visibile a causa del grande scavo compiuto per riportarlo alla luce. All’ingresso si sono ritrovate tracce che hanno fatto pensare ad alcuni ricercatori che in antichità fosse dotato di una porta di pietra a cardini orizzontali.

NUOVA ENTRATA

La struttura più recente della piramide è l’entrata attraverso cui oggi accedono i turisti (2). Questo passaggio è stato realizzato all’incirca nell’820 d.C. dagli operai del califfo al-Ma’mun, per esplorare l’interno del monumento, in quanto si favoleggiava della presenza di un grande tesoro.

Il tunnel è tagliato direttamente attraverso il pietrame per circa 27 metri e gira bruscamente a sinistra per scavalcare le pietre che bloccano il passaggio discendente (3). Invece di rimuovere questi massi, gli operai proseguirono il tunnel sopra di essi, attraverso la più morbida pietra calcarea, finché non raggiunsero il passaggio ascendente (6). È possibile raggiungere da questo punto anche il passaggio discendente (4), ma l’accesso è solitamente vietato.

CUNICOLO DISCENDENTE

Dall’entrata originale si dirama un cunicolo (4) alto 96 cm e largo 1,04 metri, che scende con un angolo di 26° 31′ 23″ attraverso le pietre della piramide penetrando all’interno della base rocciosa su cui sorge l’edificio. Dopo 105,23 metri (di cui 28 nella parte edificata e 77 nella roccia viva) il passaggio diviene orizzontale e continua per 8,84 metri fino alla Camera inferiore (5).

CAMERA INFERIORE

PIRAMIDELa Camera inferiore (5) è la struttura più bassa della piramide. Questa appare di forma rettangolare, dalle dimensioni approssimative di 14 m di larghezza, 8,3 m di lunghezza e 4,3 m di altezza, ed è visibilmente solo sbozzata.

Nel muro sud della camera c’è uno stretto cunicolo cieco (circa 75 × 78 cm), anch’esso solo sbozzato, che termina dopo 16,4 metri. La camera presenta anche un pozzo scavato nel pavimento; però questo è probabilmente lo scavo effettuato dall’archeologo Perring (1837), mentre era alla ricerca di una camera nascosta.

Il motivo della presenza di questa camera incompiuta costituisce un mistero; l’opinione tradizionale è che questa sia un diversivo per i tombaroli. Alcuni egittologi hanno suggerito che questa dovesse essere l’originale camera sepolcrale, ma che Cheope abbia cambiato idea e chiesto che la camera fosse collocata più in alto nella Piramide. Come già accennato, altri pensano che sia invece una realizzazione abbandonata più antica.

CUNICOLO ASCENDENTE

A 28,2 m dall’entrata, nel soffitto del passaggio discendente (3), è presente un buco quadrato (originariamente nascosto da una lastra di pietra), questo costituisce l’inizio del Cunicolo ascendente (6) che termina all’inizio della Grande galleria (9). Quest’ultimo è lungo 39,9 metri. Altezza e larghezza sono simili a quelle del cunicolo discendente (105 × 125 cm). Anche l’inclinazione è pressoché la medesima.

L’estremità inferiore di questo cunicolo è chiusa da tre enormi blocchi di granito, lunghi ognuno circa 1,5 m. Questi avrebbero dovuto salvaguardare dai ladri le camere reali, ma furono semplicemente aggirate scavando un tunnel.

CUNICOLO VERTICALE

Il Cunicolo verticale (11) parte dal Cunicolo discendente e, seguendo un percorso irregolare attraverso la muratura della piramide, raggiunge la Grande galleria. Anche questo passaggio è del tutto misterioso; molti hanno esposto teorie, ma mai del tutto convincenti. Tra queste c’è chi sostiene che sia stata la via attraverso la quale i predoni hanno raggiunto le camere reali già in antichità (da cui il nomignolo “passaggio dei ladri”).

CUNICOLO ORIZZONTALE

Il Cunicolo Orizzontale (8) è un cunicolo in leggerissima pendenza, lungo circa 35 m e avente una sezione approssimativamente quadra di 1,1 m di lato. Vicino alla camera c’è un gradino nel pavimento, dopo il quale il passaggio diventa alto 1,73 metri.

Lungo il suo percorso sono state nel tempo fatte numerose trapanazioni, sempre alla ricerca di camere nascoste (mai trovate).

CAMERA INTERMEDIA

PIRAMIDELa camera intermedia, chiamata Camera della Regina (7), è esattamente a metà strada tra le facce nord e sud della piramide e misura 5,75 metri per 5,23, con un’altezza al vertice della camera di 6,23 metri. La camera è stata chiamata in questo modo dagli arabi, ma all’interno non sono state trovate evidenze archeologiche di sepolture. È interessante notare che questo è l’unico vano che occupa una posizione centrale nella struttura della piramide, esattamente sotto il suo vertice.

Sul lato orientale della camera è presente una nicchia a gradoni di 4,67 metri di altezza. Dei predoni, pensando che fosse un passaggio murato, la perforarono; in effetti trovarono un cunicolo alto 84 cm e largo 100, ma questo risultò cieco dopo 7 m; altri predatori di tombe lo allungarono di ulteriori 7 m, ma inutilmente. Resta il mistero del significato della nicchia e del cunicolo murato; l’opinione comune è che abbia un qualche significato simbolico-religioso.

CONDOTTI DI VENTILAZIONE INFERIORI

I condotti di ventilazione nella camera superiore furono descritti già nel 1610, mentre i condotti della camera intermedia non sono stati scoperti fino al 1872. In quell’anno, Waynman Dixon, un ingegnere ferroviario scozzese, e il suo amico, il dottor James Grant, notarono una crepa nel muro sud della Camera della Regina. Dopo aver spinto un lungo filo nella fessura, che indicava che probabilmente dietro la lastra vi era il vuoto, Dixon assunse un falegname di nome Bill Grundy per tagliare la lastra del muro. Venne così scoperto un canale rettangolare, mediamente di 20,5 cm di larghezza e 21,5 cm di altezza, il quale si snoda per quasi 3 metri all’interno della piramide, prima di curvare verso l’alto con un angolo di circa 39°.[22] Dato che la camera superiore aveva due cunicoli simili, Dixon misurò la posizione, analoga al cunicolo appena scoperto, sulla parete nord e, come previsto, Grundy trovò l’apertura del cunicolo gemello.

PIRAMIDEAll’interno del cunicolo nord vennero scoperti tre manufatti: un piccolo gancio in bronzo, un’asta di legno (descritto come simile al legno di cedro) lungo 12 cm, ed una sfera di diorite nera con inserti in bronzo. Questi oggetti rimasero nelle mani della famiglia Dixon fino agli anni ’70, quando vennero donati al British Museum dove sono tuttora conservati e, dagli anni ’90, esposti. Gli avventurieri inoltre accesero fuochi per convogliarne il fumo all’interno dei condotti, nel tentativo di scoprire dove questi conducessero. Il fumo ristagnò nel condotto nord, ma scomparve nel condotto sud e non fu visto uscire all’esterno della piramide.

Le aperture di entrambi i condotti sono situate approssimativamente allo stesso livello nella camera, alla giunzione di sommità della prima lastra di granito. L’apertura settentrionale è leggermente inferiore, mentre il piano dell’apertura meridionale è all’incirca all’altezza della giunzione.

I condotti nella Camera della Regina furono esplorati nel 1993 dall’ingegnere tedesco Rudolf Gantenbrink, sotto la supervisione dell’archeologo Rainer Stadelmann del Deutsches Archäologisches Institut, usando un robot cingolato di sua progettazione chiamato Upuaut 2. Esplorando il condotto sud, al termine di una salita di 65 m, scoprì una lastra di calcare con infisse due erose maniglie di rame, a chiusura del cunicolo. Gantenbrink provò ad esplorare anche il condotto nord, ma si preferì non proseguire oltre una curva a 18 m dall’imbocco, perché avrebbe potuto incastrare il robot.

Nel 2002, la National Geographic Society creò un robot simile, chiamato Pyramid Rover, che fece un buco nella zona centrale della lastra del condotto sud, solo per scoprire, il 17 settembre, un’altra lastra di pietra dietro di essa, ma priva di maniglie. Il giorno seguente venne finalmente esplorato il condotto nord, dove si scoprì una lastra di chiusura del tutto analoga.

Le ricerche proseguirono nel 2009 con il progetto Djedi, che adottava una telecamera in grado di orientarsi liberamente all’interno del condotto (micro snake camera), fu grado di penetrare il primo portello del condotto meridionale attraverso il foro nel 2002 e visualizzare tutti i lati del piccolo vano dietro di esso. Furono scoperti dei segni scritti in vernice rossa, forse geroglifici. La telecamera inquadrò anche le maniglie in rame incorporate nel portello all’interno del piccolo vano. La parte interna del portello era stata rifinita, il che suggerisce che non sia stato posto solo per evitare che i detriti potessero penetrare nel condotto

GRANDE GALLERIA

La Grande Galleria (9) costituisce la prosecuzione del Cunicolo Ascendente, ma è alta 8,6 metri e lunga 46,68. Alla base è larga 2,06 metri, ma dopo 2,29 metri i blocchi di pietra rientrano verso l’interno per 7,6 cm su ogni lato. Ci sono 7 di questi gradini, cosicché alla sommità la galleria è larga solo 1,04 metri.

La copertura è fatta di blocchi posati a un angolo leggermente più inclinato rispetto al pavimento, così da incastrare ogni blocco in un incavo ricavato nella sommità della galleria come un dente di un crick. Lo scopo è fare in modo che ogni blocco sia retto dal muro della galleria piuttosto che poggiare sul blocco sotto di esso, cosa che sarebbe risultata in una pressione cumulativa eccessiva al termine della galleria.

Il pavimento della Grande galleria consiste in una doppia gradonata disposta su ogni lato, larga 51 cm, che lascia al centro spazio per una rampa liscia larga 1,04 metri. Vicino al pavimento sono ricavate varie nicchie dall’uso ignoto.

L’estremità inferiore della galleria è un crocevia importante, in quanto, oltre ad essere il punto in cui il cunicolo ascendente sfocia nella Grande galleria, a destra è presente un foro nel muro (oggi bloccato da rete metallica) che costituisce lo sbocco superiore del Cunicolo verticale (11). Da qui inoltre parte il Cunicolo orizzontale (8) che conduce alla cosiddetta Camera della regina (7).

All’estremità superiore della galleria, sul lato destro, è presente un foro nel soffitto che si apre in un breve tunnel attraverso il quale si può avere accesso alla Camera di scarico inferiore.

Lo scopo della Grande Galleria non è stato chiaramente determinato. Una cosa su cui quasi tutti concordano, fa riferimento al sistema di chiusura del Cunicolo Ascendente: le dimensioni della rampa centrale pari a quelle del passaggio ascendente, ha fatto ipotizzare che le pietre di chiusura fossero stivate nella Grande Galleria, e che le lastre delle gradinate reggessero pali di legno intesi a trattenerle dallo scivolare nel passaggio finché i lavori non fossero stati completati. Questa ipotesi però non spiega completamente la struttura e la grandiosità della galleria. Alcune altre note ipotesi prevedono:

che originariamente fossero previsti molti più blocchi dei ritrovati, in modo da riempire completamente il cunicolo;

che fosse una specie di “cattedrale” per le cerimonie funebri;

che contenesse un sistema di contrappesi ed argani destinati al sollevamento dei blocchi più pesanti.

CAMERA DELLE SARACINESCHE O ANTICAMERA

Al termine della Grande Galleria è presente un gradino (alto circa 90 cm) che dà su un cunicolo orizzontale lungo approssimativamente 1,02 metri e alto 111 cm, da cui si accede alla Camera delle Saracinesche o anticamera. In questo vano si possono riscontrare quattro alloggiamenti, tre dei quali erano probabilmente destinati ad accogliere delle grandi saracinesche di granito, destinate a chiudere definitivamente la Camera del Re (10).

Oggi le lastre sono scomparse, probabilmente distrutte ed asportate già in antichità. Frammenti di granito rinvenuti da Petrie (1881/82) nel passaggio discendente, probabilmente appartenevano a queste lastre.

CAMERA SUPERIORE E CAMERE DI SCARICO

Superata la Camera delle Saracinesche si accede alla struttura chiamata Zed, in egizio “luce” (10) (denominata così per la somiglianza con un geroglifico egizio), composta dalla camera superiore, chiamata Camera del Re, e dalle cinque Camere di Scarico.

Le dimensioni della Camera del Re sono di 10,47 metri da est a ovest, e 5,234 da nord a sud. La camera ha un soffitto piatto collocato a 5,974 metri dal pavimento. Le pareti, il pavimento e il soffitto sono stati realizzati con grandi blocchi di granito provenienti dalle cave Assuan. I blocchi sono tagliati e collocati con eccellente precisione, tanto che è impossibile inserire tra loro un foglio di carta. Il soffitto è piano, formato da nove blocchi di pietra del peso complessivo di 400 tonnellate. In particolare, il pavimento misura esattamente 10 per 20 cubiti per cui l’unità di misura usata (rapportata al metro) è di 0,524 metri e non 0,525 generalmente usata.

Al di sopra del soffitto della Camera del Re sono stati realizzati cinque comparti chiamati Camere di scarico. Le prime quattro hanno soffitti piatti, ma la camera terminale ha un tetto a capanna. Come già accennato, la prima camera fu subito scoperta per via del passaggio realizzato in antichità dai costruttori, poi Vyse sospettò l’esistenza di altre camere quando verificò che poteva inserire un lungo palo attraverso una crepa nel soffitto della prima camera. Le altre camere di scarico furono esplorate tra il 1837 ed il 1938 dal colonnello Howard Vyse e da John Shae Perring, che scavarono dei tunnel verso l’alto usando dell’esplosivo. Dalla superiore all’inferiore sono denominate Camera Davidson, Camera Wellington, Camera di Lady Arbuthnotr e Camera Campbell. Si ritiene che queste camere bassissime servano a reindirizzare e ridistribuire il carico della massa di pietra che grava sul soffitto della Camera del Re, evitando che questo collassi. Dal momento che non erano state concepite per essere visibili, non sono state rifinite, e le pietre in esse riportano ancora i marchi di cava. Le pietre all’interno delle camere di scarico presentano dei marchi geroglifici, probabilmente il nome della squadra di lavoro, che contengono un riferimento al faraone Cheope.

L’unico oggetto presente nella Camera del Re è un sarcofago monolitico rettangolare in granito rosa, con un angolo rotto e senza coperchio (forse razziato in antichità). Il sarcofago è poco più largo del passaggio alla camera, e quindi deve essere stato collocato prima che fosse messo in opera il soffitto. Contrariamente alle pareti, magistralmente lavorate, il sarcofago è rozzamente sbozzato, con tracce di utensili da taglio e scavo visibili in molti punti. Ciò è in contrasto con i sarcofagi ben rifiniti e decorati trovati in altre piramidi dello stesso periodo. Petrie suggerì che un sarcofago decorato fosse stato inizialmente previsto, ma sia andato perso nel fiume a nord di Aswan e sia stato frettolosamente predisposto un rimpiazzo. Questa teoria, tuttavia, non spiega perché il secondo sarcofago non sia stato rifinito in sito. Una spiegazione plausibile è che il sarcofago sia stato inserito nella Camera nelle condizioni in cui lo vediamo oggi, come un manufatto già considerato storico dagli stessi costruttori e quindi mantenuto intatto. Questo ne cambierebbe la destinazione d’uso da sarcofago a contenitore o vasca perché privo di copertura.

CONDOTTI DI VENTILAZIONE SUPERIORI

Come per la camera intermedia, anche le aperture dei condotti nella camera superiore sono posizionate approssimativamente allo stesso livello, alla giunzione della sommità del primo blocco di granito e ad un’altezza di 91 cm dal pavimento. L’apertura settentrionale è leggermente inferiore, il suo soffitto è allineato con il giunto, mentre la meridionale è all’incirca all’altezza del giunto.

Contrariamente a quelli della Camera della Regina, i condotti comunicano con l’esterno della piramide. Non tutti concordano sul proposito di questi cunicoli: per alcuni sembrerebbero avere degli allineamenti astronomici, ma, d’altro canto, uno di essi segue un percorso irregolare attraverso la struttura, e di conseguenza, attraverso di esso non ci può essere allineamento diretto alle stelle. Un’altra spiegazione è che siano associati con il rituale di ascensione dell’anima del sovrano.

Con poche eccezioni, i quattro condotti sono stati costruiti in conformità con un sistema invariabile: la struttura superiore ed entrambe le pareti sono state ricavate da un blocco in modo da formare una sorta di canale di pietra. Il pavimento è stato fornito da un secondo blocco, che sorreggeva il blocco superiore.

Il condotto settentrionale è rettangolare, largo circa 18 cm ed alto circa 13 cm, dimensioni che mantiene per tutta la sua lunghezza. Il condotto rimane orizzontale per circa 180 cm poi prende una serie di quattro curve, per evitare la Grande Galleria. Pur mantenendo il suo angolo verso l’alto abbastanza costante, si sposta prima a nord-nord-ovest poi di nuovo a nord, poi a nord-nord-est, e infine di nuovo a nord. La lunghezza totale del condotto settentrionale è di circa 59 m e un angolo con una variazione compresa tra 25° ai 34°.[22] Alcune parti del condotto sono state scavate da cercatori di tesori.

Il condotto meridionale è diverso in apparenza. Il suo imbocco è più grande, circa 45 cm di larghezza per 60 di altezza, ma le dimensioni si riducono dopo poco. La lunghezza totale del condotto meridionale è di circa 53 m e sale con un angolo di circa 39° per la maggior parte della sua lunghezza.

Attualmente in uno dei condotti è stata installata una ventola per cercare di far circolare aria nella piramide, altrimenti viziata dalla presenza dei turisti.

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LE PIRAMIDI SONO DELLE TOMBE?

L’ENIGMA DI PIETRA

Da quando Erodoto scrisse la storia del Faraone Cheope e della sua famiglia, cioè di Chephren e Micerino e delle tre tombe a forma di piramidi da loro costruite, le piramidi sono state considerate il prodotto eccentrico di potenti della terra per conservare nel tempo i loro nomi e le loro spoglie. Erodoto vide quei monumenti nel quinto secolo a.C. sotto la dominazione persiana, circa duemila anni dopo la loro presunta costruzione, e riferì notizie trasmessagli dai sacerdoti, i custodi del sapere egizio, ma di questo si discuterà successivamente.

Nel nono secolo il Califfo governatore del Cairo decise di impossessarsi dei tesori (1) nascosti nella Grande Piramide e pertanto assunse una squadra di cavapietre con l’ordine di praticare una galleria nella facciata settentrionale della piramide, con la speranza di trovare le camere sepolcrali e tutti i tesori annessi. L’ingresso della piramide era stato occultato, ma ai tempi del geografo greco-romano Strabone, durante l’occupazione romana, la porta di pietra provvista di cardini sul lato nord era visibile, e la parte sotterranea della Grande Piramide era visitata, tanto che nella camera sotterranea furono trovati graffiti romanici, proprio come alcuni continuano a fare oggigiorno, visitano un posto e lasciano scritto il proprio nome o delle frasi idiote! Al tempo del Califfo mussulmano non c’era più traccia dell’ingresso che era perfettamente occultato. La fortuna baciò il Califfo perché il tunnel scavato dai suoi operai confluì nel corridoio discendente che partiva dall’ingresso nascosto nella facciata settentrionale.

Il corridoio portava a quella camera sotterranea descritta da Strabone, priva di lucroso interesse. La fortuna continuò ad essere vicina al Califfo, perché la vibrazione degli arieti contro le pareti fece staccare un blocco di pietra calcarea dal soffitto del corridoio discendente, svelando un’altra via, che saliva inoltrandosi nel cuore della piramide. Gli operai scoprirono l’esistenza di un corridoio ascendente bloccato da enormi tappi di durissimo granito, impossibile da frantumare. Si preferì scavare nel calcare una galleria che aggirasse l’ostacolo, creando così l’attuale strada percorsa dai turisti per imboccare il corridoio ascendente. Il Califfo entusiasta dei risultati ottenuti pregustava la vista d’immensi tesori che lo avrebbero ripagato del molto denaro speso nell’opera di scavo. Si scoprì una prima camera alla fine del corridoio ascendente, chiamata dagli Arabi Camera della Regina, perché essi seppellivano le donne in tombe dal soffitto a due spioventi, che si rivelò completamente vuota, ma stranamente con i muri ricoperti di uno spesso strato di sale. Dopo la prima delusione si esplorò la Grande Galleria, che stranamente aveva il pavimento a forma di un canale incassato, e alla sua sommità si esplorò la Camera del Re che apparve desolatamente spoglia, ad eccezione di un sarcofago di granito vuoto, privo di mummia regale, privo d’iscrizioni e senza coperchio. Al-Ma’mun contrariato fece distruggere il pavimento e il granito in un angolo della stanza, ma non trovò nulla. Si racconta che Al-Ma’mun per calmare la rabbia dei suoi uomini abbia fatto trasportare di notte in segreto dentro la Piramide un tesoro affinché gli operai lo ritrovassero il giorno dopo. Il Califfo investì una parte dei suoi averi affinché i posteri potessero ammirarne gli interni di questa costruzione classificata come una delle sette meraviglie del mondo antico.

Gli egittologi, per spiegare il mistero della mummia mancante, continuano a sentenziare che la piramide sepolcrale è stata spogliata cinquecento anni dopo la morte di Cheope. La prima contestazione dei fatti parte dal coperchio del sarcofago mancante, perché se c’era doveva avere dimensioni tali che non poter passare dal corridoio che portava alla camera, e poi che senso logico ha frantumare un coperchio di granito per portarsi via i cocci. Ammesso che i ladri abbiano voluto portarsi via i cocci, essendo la via ascendente bloccata, l’unico passaggio possibile, era un budello stretto, un pozzo quasi verticale, lungo cinquanta metri, che partiva dalla Grande Galleria e che finiva sessanta metri più in basso, dall’ingresso del corridoio ascendente. Questo pozzo non fu scoperto dagli operai del Califfo perché troppo impegnati nella battaglia contro i tappi di granito che bloccavano la galleria ascendente.

Il pozzo era bloccato da sabbia e pietre che furono asportati solo nel secolo scorso da un avventuriero italiano, Giovanni Battista Caviglia, dopo diversi giorni di scavi in condizioni al limite del possibile. Da questo pozzo stretto e verticale, per giunta bloccato dovevano per forza essere passati dei ladri con i tesori, stranamente senza lasciare anche una piccolissima traccia: non un frammento di vasellame rotto, non un brandello di stoffa. Contrariamente alle usanze egizie, questo monumento funebre è completamente privo di iscrizioni, pitture, e di riferimenti al defunto: il potentissimo Faraone Cheope! È vero sono stati ritrovate delle scritture, dei marchi di fabbrica che si riferivano a Cheope nelle camere di scarico situate sopra la Camera del Re, ma come si vedrà in seguito, hanno tutta l’aria di essere dei falsi grossolani risalenti al secolo scorso.

La camera sepolcrale della Seconda Piramide quella di Chephren, quando fu aperta nel 1818 da Giovanni Belzoni fu trovata spoglia, il sepolcro di granito era anch’esso vuoto con il coperchio spaccato in due a fianco. La Terza Piramide quella di Micerino esplorata da Howard Vyse nel 1837 conteneva una camera sepolcrale con il coperchio di legno e la bara di basalto senza mummia ma con delle ossa all’interno che furono attribuite al Faraone. In tempi più recenti le ossa all’esame del carbonio 14 si sono rivelate appartenenti ad un intruso della prima epoca cristiana, non erano quelle di Micerino. Il sarcofago, nel suo trasporto in Inghilterra, andò poi perduto in un naufragio in mare.

Le tre piramidi furono tutte trovate senza mummie al loro interno, i ladri, secondo gli esperti trafugarono tutto, anche i corpi regali. Non è chiaro quale fosse la funzione delle piramidi e non è chiaro quando sono state costruite da quei tre faraoni che gli egittologi collocano nella quarta dinastia e che si ostinano a dichiarare che esse sono “tombe e solo tombe”. La Piramide a Gradoni di Saqquara, aperta per la prima volta nel 1954, più antica “per gli egittologi” di quella di Cheope conteneva un sarcofago rimasto sigillato e inviolato, che quando fu aperto risultò vuoto. Poiché l’ingresso era ancora sigillato, i profanatori non erano entrati e non avevano violato la tomba, e per tanto, per assurdo, la mummia, come nei tre casi precedenti, la devono aver trafugata gli stessi sacerdoti. Le altre piramidi come quella crollata di Meidum non contenevano nemmeno un sarcofago. Con buona pace della casta dei custodi di un sapere costruito su errori precedenti e mai ammessi, non un segno di sepoltura è mai stato scoperto in queste piramidi!

Le sepolture furono sempre fatte dagli Egizi nelle profondità, nelle viscere della Terra, mai ad un livello superiore del terreno che rappresentava l’orizzonte, la linea di separazione fra il Cielo e la Terra.

(1) Si diceva che all’interno della Grande Piramide oltre a pietre preziose vi erano mappe stellari e globi terrestri estremamente precisi, che facevano gola al Califfo che era anche un cultore di scienza, tanto che mise in discussione il risultato di Tolomeo riguardante la circonferenza terrestre. Nell’anno 820 giunse in Egitto con un grande seguito di studiosi e architetti.

IL SOSPETTO DI FALSIFICAZIONE

La certezza, la prova incontrovertibile, per gli archeologi che questa piramide fu fatta costruire da Cheope si trova scritta in geroglifici apposti nelle camere di scarico, miracolosamente scoperti dal colonnello H. Vyse durante l’inconcludente campagna di scavi nel 1837. Furono trovati dei marchi di cava e delle scritte che si riferivano a Cheope. Nonostante una serie di incongruenze e di sospetti di falsificazione da parte dell’archeologo scopritore, l’opinione ortodossa che la Grande Piramide fu costruita come tomba di un Faraone di nome Cheope ebbe il sopravvento. La ragion di esistenza di una casta di studiosi, si fondava e si fonda tuttora su determinati pilastri che non possono essere rimossi.

1. Era strano che i marchi fossero gli unici segni del nome di Cheope mai trovati all’interno di tutta la Grande Piramide.

2. Era strano che fossero stati ritrovati in un angolo tanto oscuro, fuori mano…

3. Era strano il fatto stesso che fossero stati ritrovati in un monumento per il resto privo di iscrizioni di qualsiasi genere.

4. Ed era estremamente strano che fossero stati ritrovati solo nelle quattro camere di scarico superiori delle cinque esistenti…

5. In ultimo, ma non meno importante, era strano che numerosi geroglifici dei “marchi di fabbrica” fossero stati dipinti capovolti… e altri scritti in modo sbagliato…

Inoltre esistevano prove geroglifiche alternative,, probabilmente di provenienza più pura, le quali sembrano indicare che Cheope non poteva aver costruito la grande piramide…incisi su pietra calcarea rettangolare ora custoditi nel Museo del Cairo. La Stele dell’Inventario (159) , com’era chiamata, era stata scoperta dall’archeologo francese Auguste Mariette. Fu una vera bomba perché il suo testo indicava chiaramente che sia la Sfinge sia la Grande Piramide (e anche gli altri edifici dell’altopiano) esistevano già molto tempo prima dell’ascesa al trono di Cheope. L’iscrizione faceva riferimento a Iside come alla “Signora della Piramide”, sottintendendo che il monumento era dedicato alla dea della magia e non a Cheope… (160)

La ragione per la quale è possibile affermare che si tratta di un falso è insita nella scrittura dello pseudo geroglifico. I geroglifici, la scrittura al tempo di Cheope sono simboli sacri che non possono essere per nessuna ragione tracciati a caso come una scrittura corsiva tipica delle epoche posteriori, inoltre il tipo di vernice rosso ocra era come quello usato dagli arabi in quel periodo. I segni sacri scolpiti sui monumenti egizi sono detti geroglifici, da hieros o sacro e glupho o disegno, cioè segni sacri. I geroglifici nell’antico Egitto erano le registrazioni velate degli insegnamenti misterici (161). É con la decadenza, con la secolarizzazione dei simboli sacri e del linguaggio ieratico, che è avvenuto lo svuotamento di significato del linguaggio originario.

I saggi Egizi, per comunicare la loro sapienza, non si servono dei caratteri scritti, per esprimere le loro dottrine, come se imitassero la voce e il discorso, essi nei loro templi disegnano figure nei cui contorni è racchiuso il pensiero di ogni cosa.(162)

Il fatto “curioso” è che in queste camere venivano menzionati due Faraoni, Khufu e Khnem-Khuf.

Sappiamo dalle annotazioni di Howard Vyse che di giorno mandava Hill nelle sale ad iscrivere i nomi del Duca di Wellington e dell’Ammiraglio Nelson, che avevano sconfitto Napoleone. Probabilmente Hill tornava di notte per “battezzare” la piramide con i cartigli contenenti i nomi dei presunti edificatori…

Quello che aveva iscritto Hill nella camera inferiore non era il nome del faraone. Si affrettarono a correggere quel grossolano errore nella Camera di Campbell, da poco scoperta, dove appare la versione corretta di Khufu. (163)

159 La Stele era stata scolpita millecinquecento anni dopo il regno di Cheope, sotto la XXI dinastia, ma molto probabilmente si rifaceva a un’iscrizione più antica, risalente alla quarta dinastia.

160 Graham Hancock, Impronte degli Dei, Corbaccio, p. 382-383.

161 Gli alfabeti misterici e i cifrari segreti sono lo sviluppo delle antiche opere ieratiche egizie, la cui chiave era posseduta dagli Ierogrammatici, o antichi sacerdoti Iniziati alla sapienza sacra.

162 Plotino, Enneadi, 8, 6.

163 Colin Wilson, Da Atlantide alla Sfinge, Piemme, p. 72.

Fonte: “Egitto misterico” Link: Istituto Cintamani

ANTICHE CIVILTÀ PREDILUVIANE

Anche il Dottor Nassim Haramein, fresco del suo tour in Egitto dove ha visitato con un centinaio di collaboratori tutti i principali luoghi sacri della tradizione egizia, ci espone la sua teoria su come sono state realmente edificate queste costruzioni. Video: Nassim Haramein: Earlier Civilization & Gravity Control – YouTube (Da YouTube è possibile attivare i sottotitoli in italiano)

MISTERO DELLE PIRAMIDI E DELLA SFINGE

PIRAMIDEArticolo molto interessante che riporta molte delle teorie “alternative riguardo alla costruzione del complesso di Giza.

Continua a leggere l’articolo completo: Il Mistero Delle Piramidi E Della Sfinge (LINK)

PIRAMIDI NEL MONDO

Un piccolo Pdf che con foto e grafici permette un rapido “colpo d’occhio” sull’argomento: Informazioni a livello di base  PDF

PIRAMIDI NEL MONDO

In questo monumentale articolo potrete trovare, forse, la più completa analisi sulle piramidi note presenti sulla superficie del pianeta. Dall’Egitto all’Italia, dal Sud al Nord America, dall’Australia all’Oceania, dal Giappone alla Cina ed all’India le piramidi presenti sono catalogate e descritte qui. Si tratta di un testo impegnativo ma che merita di essere approfondito.

PIRAMIDEContinua a leggere l’articolo completo: Piramidi nel Mondo (LINK)

LA PIANA DI GIZA

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Le Piramidi Del Sudan

PIRAMIDELe piramidi del Sudan. La zona della valle del Nilo conosciuto come Nubia che si trova all’interno dei confini di quello che oggi è il Sudan è stato il luogo di nascita di tre regni Kush durante l’antichità: il primo aveva la sua capitale in Kerma (2600-1520 aC),  poi diventò Napata (1000-300 aC) e, infine Meroë (300 aC-300 dC). Kerma è stata la prima città con la propria architettura e le proprie forme di sepoltura. Gli ultimi due regni, Napata e Meroe, sono stati fortemente influenzati culturalmente, economicamente, politicamente e militarmente dall’impero egizio.

La Storia

PIRAMIDEIl regno Kush, fortemente in concorrenza con l’Egitto, durante il periodo tardo antico della storia egiziana i governanti di Napata conquistarono e unificarono L’Egitto diventando i faraoni della XXV dinastia. La dominazione Napata d’Egitto è stato relativamente breve e si concluse con la conquista assira nel 656 aC ma il suo impatto culturale sul regno Napata è stato enorme, tanto che portò alla costruzione delle piramidi che segnarono tutta l’esistenza del regno successivo a Napata ,il regno di Meroë. Circa 220 piramidi sono state costruite in tre siti di Nubia in un periodo di poche centinaia di anni utilizzate come tombe per i re e regine di Napata e Meroë. La prima è stata costruita presso il sito di el-Kurru, e comprende le tombe del re Kashta e suo figlio Piye (Piankhi), insieme con Piye e i successori Shabaka, Shabataka, e Tanwetamani. Quattordici le piramidi sono state costruite per le loro regine, molti delle quali sono state celebri regine-guerriere.

Successivamente le piramidi Napata furono costruite a Nuri, sulla riva occidentale del Nilo in Alta Nubia. Questa è stata la necropoli per la sepoltura di 21 re e 52 regine e principi compresi Anlami e Aspelta. I corpi dei nobili sono stati messi in enormi sarcofagi di granito. Quello di Aspelta pesa 15,5 tonnellate ed il suo coperchio pesa ben 4 tonnellate. La più antica e più grande piramide a Nuri è quello del 20° re Napata che fu anche conosciuto come faraone col nome di Taharqa.

La più ampia piramide nubiana è nel sito di Meroë, che si trova tra a circa un centinaio di chilometri a nord di Khartoum. Durante il periodo meroitico oltre quaranta regine e re furono sepolti in questo sito.

PIRAMIDELe proporzioni delle piramidi nubiane differiscono sensibilmente da quelle egiziane: sono costruite con molti più blocchi di pietra, più piccoli, posizionati in orizzontale, che vanno da sei a circa trenta metri di altezza, ma è abbastanza piccola la base che raramente è superiore a otto metri di larghezza risultando così alte e strette, inclinate a circa settanta gradi. La maggior parte hanno anche piccoli templi vicino alla loro base come molte di quelle egiziane, ma in confronto, le piramidi egiziane di simile altezza generalmente avevano una base cinque volte più grande ed erano inclinate di quaranta e cinquanta gradi.

Tutte le piramidi a Nubia sono state saccheggiate nell’antichità, ma i rilievi sulle pareti conservati nelle tomba rivelano la loro bellezza e sontuosità, si sa che i re erano stati mummificati, coperti con gioielli. Al momento della loro esplorazione gli archeologi del XIX e del XX secolo, hanno trovato in alcune piramidi i resti di archi, frecce, anelli da pollice per arcieri, redini per il cavallo, scatole di legno, mobili, ceramiche, vetro colorato, metallo per navi , e molti altri artefatti che attestano ampiamente scambi tra l’impero meroitico con l’Egitto e il mondo ellenistico.

Le Piramidi Di El-Kurru

El-Kurru si trova sulla riva destra del Nilo, a circa 13 km a sud dal Gebel Barkal. Gli scavi diretti da G. Reisner scoprirono nel 1918-19 le piramidi, che erano le tombe dei re della XXV Dinastia: Piankhi, Shabaka, Shabataka e Tanutamon. La piramide di Piankhi ha una base di lunghezza di circa 8 metri e una pendenza di circa 68 gradi con una scala di 19 gradini a est. Il corpo di Piankhi era stato collocato su un letto nel mezzo della camera su di una base in pietra con i suoi quattro angoli tagliati per ricevere le gambe del letto, in modo che la piattaforma del letto posi direttamente sul banco. Le piramidi dei successori di Piankhi erano simili. C’erano anche 14 piramidi per le regine di el-Kurru, ma misuravano da 6 a 7 metri, mentre quelle dei re erano di 8 o 11 metri. Nord-est del cimitero reale, G. Reisner trovò le tombe di 24 cavalli e due cani.

A – Kashta

B – Piankhi

C – Shabaka

D – Tenutamon

Le Piramidi di Nuri

Il primo a costruire la sua tomba è stato il re Taharqa. La sua piramide era 51,75 m quadrati di base e 40 o 50 m di altezza. La tomba di Taharqa ha i sotterranei più elaborati di qualsiasi tomba Kush. L’ingresso ha una scala, situata a nord della piramide ad asse centrale, che riflette l’allineamento delle piccole piramidi. Sotto la porta, c’è una cornice sagomata, che fa da apertura ad un tunnel, ampliato e rafforzato che finisce in un anticamera con un soffitto con volta a botte. Sei massicci pilastri intagliati dalla pietra naturale dividono la camera di sepoltura in due navate laterali e in una navata centrale, ciascuno con un soffitto a volta. L’intera sezione è circondata da un fossato, come corridoio che ha l’entrata di fronte all’anticamera. Dopo Taharqa 21 re e 53 regine e principi sono stati sepolti sotto le piramidi di Nuri, con blocchi di arenaria rossa locale. Il Nuri piramidi erano generalmente molto più grandi di quelle a el-Kurru, raggiungendo altezze di 20 a 30 m. L’ultimo re di essere sepolto a Nuri morì nel 308 aC circa.

A – scala

B – camera di sepoltura

C – prima cappella

D – altezza nel 1916

Le Piramidi di Meroe

Dopo il 308 aC, i re cominciarono a costruire le piramidi nella zona di Meroe. Meroe è rimasto cimitero reale per 600 anni, fino al 350 dC. Le piramidi sono state costruite con l’arenaria, e hanno da 10 a 30 m di altezza. Al Nuri, le piramidi erano state rafforzate e costruite su un basamento, ma a Meroe per rafforzare le piramidi si è dovuto incorniciare la struttura con bande di sostegno (vedi A nel disegno) per rendere più resistenti le pareti e per ovviare i problemi strutturali portati dalla piccola base.

VIDEO:

LE PIRAMIDI SOMMERSE DI CUBA

PIRAMIDEAll’inizio del 2001, un gruppo di ricercatori canadesi individuò al largo delle coste di Cuba, a circa 700 metri di profondità, quelle che sembravano essere le rovine di un’antica città sommersa, con strutture monumentali, tra cui quattro grandi piramidi, un monumento simile alla sfinge e diversi monoliti con iscrizioni. All’indomani della scoperta, diversi governi nazionali e il National Geographic promisero di intraprendere una serie di studi sul sito sommerso. A distanza di 13 anni, però, la scoperta sembra essere caduta volutamente dell’oblio… perché?…

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SFERE MISTERIOSE

PIRAMIDEDel popolo che migliaia di anni fa abitò quei luoghi rimangono numerosi, enigmatici reperti, unici nel loro genere perché non comuni a nessun’altra civiltà, rimasti senza soluzione: centinaia e centinaia di “sfere di pietra”. Chi visita il Costarica le può vedere ovunque, nelle piazze, fra i monumenti, davanti alle ville, nei giardini, notate solo dai turisti, perché per gli abitanti sono divenuti solo un tipo comune di ornamento. Se ne vedono di tutte le grandezze, fino a 2 metri e mezzo di diametro, ritrovate nel sud del paese e disseminate in ogni dove”….

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Piramide Di Sant’agata Dei Goti E Le Sue Sfere

Continua a leggere il Pdf “Piramide di Sant’Agata dei Goti e le sue sfere”(Sant’Agata dei Goti e le sue sfere PDF)

PIRAMIDI DI MONTEVECCHIA

Sono state scoperte nel 2001 dall’architetto Vincenzo Di Gregorio grazie a un’ osservazione satellitare. Si trovano nella Val Curone, a circa 15 chilometri da Lecco e 40 da Milano in Lombardia e sono le cosiddette piramidi di Montevecchia, tre formazioni collinari con caratteristiche simili alle piramidi egizie della Piana di Giza!….

Continua a leggere l’articolo completo:”Piramidi Di Montevecchia(LINK)

PIRAMIDI DI RUALIS

PIRAMIDEContinua a leggere l’articolo completo:”Piramidi Di Rualis(LINK)

Piramidi Russe

In Russia vicino a Mosca sono state costruite due ripide piramidi con angoli di pendenza di 70°, una dell’altezza di 22 metri e un’altra di 44 metri, per un costo di costruzione di oltre un milione di dollari. Durante gli ultimi 10 anni, sono state costruite un totale di 17 diverse piramidi. Affinché emergessero gli effetti della piramide, si è trovato che nessun metallo poteva essere utilizzato nella costruzione di queste strutture, così sono state invece utilizzate plastiche modulari in fibra di vetro.

Le piramidi sono state allineate alla Stella Polare e costruite lontano dalle aree popolate nella natura della campagna. Alla base della piramide di 22 metri, la parete di fibra di vetro era spessa 36 centimetri, ed alla base di quella di 44 metri la fibra di vetro era spessa 70 centimetri. La piramide di 22 metri pesava in totale 25 tonnellate e quella di 44 metri un totale di 55 tonnellate. Molti diversi team della Accademia Russa delle Scienze hanno condotto ogni sorta di esperimento in queste piramidi, con risultati sorprendenti.

Continua a leggere il Pdf “Piramidi Da Divine Cosmos”(PDF)

A causa dell’eccessiva lunghezza di questo testo, per motivi tecnici legati alle dimensioni delle pagine web ho deciso di dividerlo in tre parti distinte che verranno pubblicate di seguito. Trovate a questo link: (Seconda parte) la seconda parte.

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