SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTE

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTE

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTELa Galassia Pinwheel (Messier 101) si trova in direzione della costellazione dell’Orsa Maggiore e dista circa 20,9 milioni di anni luce dalla Terra. In condizioni eccellenti, M101 può essere osservata anche con un semplice binocolo; infatti, grazie alla sua estensione e alla sua relativa vicinanza a noi, M101 è una delle galassie più brillanti del cielo.

Con l’estensione di questo testo è mia intenzione, per quanto mi è possibile, ridare dignità ad un simbolo millenario di Pace, Prosperità, Abbondanza e finanche Armonia Celeste. Nel recente passato questo simbolo è stato caricato di un’aura negativa a causa del suo utilizzo da parte del Nazionalsocialismo e della conseguente propaganda bellica e post-bellica tesa a demonizzare tutto quanto faceva parte del periodo Nazista. Da millenni la swastika è stata intesa da culture presenti su tutta la superficie del pianeta quale simbolo di positività, pochi anni di utilizzo in chiave negativa non possono offuscare la Luce presente in essa. Il 20 febbraio 2008, a coronamento di un solenne incontro a Gerusalemme, il Gran Rabbinato d’Israele (massimo organo dell’ebraismo) e la Hindu Dharma Acharya Sabha (massimo organo dell’induismo, costituito nel 2003) siglarono una dichiarazione comune in cui riconobbero le similarità tra le due tradizioni, innanzitutto la comune fede in un essere supremo sia nel suo aspetto immanifesto che nel suo aspetto manifesto, e al punto 7 diedero atto che la svastica è un antico simbolo religioso il cui utilizzo da parte del nazionalsocialismo tedesco fu assolutamente improprio (6).

Intendo quindi illustrare i vari aspetti della presenza della swastika all’interno di varie culture fino ad arrivare alle sue radici astronomico/astrologiche.

Etimologia e Significato

La parola italiana svastica deriva dalla resa del termine maschile sanscrito swastika (devanagari: स्वास्तिक), attestato nella nostra lingua a partire dal 1897. Il termine “svastica” viene indicato in italiano, per errore consolidato, come sostantivo di genere femminile. Il termine sanscrito swastika deriva da swastí (sostantivo neutro significante “benessere”, “successo”, “prosperità”) a sua volta composto dal prefisso su- (“buono”, “bene”; linguisticamente affine al greco ευ, eu- con lo stesso significato) e da asti (coniugazione della radice verbale as, “essere”). Il suffisso -ka forma un diminutivo, per cui swastika è traducibile letteralmente come “è il bene” o “ben-essere”.

In sanscrito tale termine possiede numerosi significati indicando, tra gli altri, un “bardo che dà il benvenuto”, “un incrocio di quattro strade”, “l’incrociare le mani o le braccia sul petto”, “un bendaggio a forma di croce”, il “gallo”, “un oggetto prezioso a forma di corona triangolare” ma, soprattutto, nel significato di “oggetto propizio” o il disegno/simbolo di una croce greca con i bracci piegati ad angoli retti.

ATTESTAZIONI NELLA STORIA

La svastica è un simbolo presente in pressoché tutte le culture religiose dell’Eurasia, dall’Europa occidentale all’Estremo Oriente, passando per il Vicino Oriente, l’India e la Siberia.(48) Si trova anche presso alcune culture indigene dell’America settentrionale(48) e dell’America centrale.(49) Rare apparizioni del simbolo si trovano anche presso qualche cultura dell’Africa nord-orientale e nord-occidentale (Sudan occidentale, Guinea superiore).(50) Nelle raffigurazioni artistiche esiste una continuità formale tra il simbolo della svastica e quelli del meandro e della spirale.(50)

Attestazioni Archeologiche

La svastica si trova su reperti risalenti al Neolitico, e in rari casi anche al tardo Paleolitico. La prima svastica conosciuta risale al 10.000 a.C. come parte di “un intricato motivo a meandri di svastiche unite” rinvenuto su di una statuetta del tardo paleolitico dalla forma di un uccello, scolpita nell’avorio di mammut, trovata a Mezine, in Ucraina. È stato suggerito che questa svastica possa essere un’immagine stilizzata di una cicogna in volo.(66) Poiché l’intaglio è stato trovato vicino a oggetti fallici, ciò potrebbe anche supportare l’idea che il modello fosse un simbolo di fertilità.(67) Nelle montagne dell’Iran ci sono svastiche o ruote rotanti scolpite su muri di pietra, che si stima abbiano più di 7000 anni. Un esempio è a Khorashad, Birjand, sul muro sacro Lakh Mazar.(68) (69)

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTE Svastiche speculari (in senso orario e antiorario) sono state trovate su ceramiche nella grotta di Devetashka, in Bulgaria, datate al 6000 a.C.(70) e su almeno un manufatto datato al 7000 a.C. rinvenuto a Tell es-Sultan, vicino a Gerico, in Cananea.(52) Al VII-VI millennio a.C. risalgono attestazioni del simbolo sui manufatti della cultura di Vinča che si è sviluppata nella penisola dei Balcani,(51) Al VI-V millennio a.C. risalgono successive attestazioni in Mesopotamia e in Cananea; notevoli sono le ciotole della cultura di Samarra raffiguranti svastiche attorniate da motivi animali.(53) La svastica era il simbolo che con più frequenza figurava sulle monete delle civiltà mesopotamiche.(49)

Alcune delle prime prove archeologiche della svastica nel subcontinente indiano possono essere datate al 3000 a.C.(71) Gli investigatori hanno avanzato l’ipotesi che la svastica si sia spostata verso ovest dal subcontinente indiano sino alla Finlandia, Scandinavia, Highlands scozzesi e altre parti d’Europa (72). In Inghilterra, a Ilkley Moor sono state trovate sculture in pietra neolitiche e dell’età del bronzo del simbolo, come la “Swastika Stone“.

Svastiche sono state trovate anche su ceramiche in scavi archeologici in Africa, nell’area di Kush e su ceramiche nei templi di Jebel Barkal, (73) in disegni dell’età del ferro del Caucaso settentrionale (cultura di Koban) e nella Cina neolitica nelle culture di Majiabang (74) e Majiayao (75) .

Altre attestazioni dell’età del ferro della svastica possono essere associate a culture indoeuropee come gli Illiri, (76) Indo-iraniani, Celti, Greci, popoli germanici e slavi. Nel “Country of Towns” della cultura di Sintashta, antichi insediamenti indoeuropei nel sud della Russia, è stata trovata una grande concentrazione di alcuni dei più antichi modelli di svastiche.(59)

La svastica si incontra anche in Egitto durante il periodo copto. Il tessuto numero T.231-1923 conservato al V&A Museum di Londra include piccole svastiche nel suo design. Questo pezzo è stato trovato a Qau-el-Kebir, vicino ad Asyut, ed è datato tra il 300 e il 600 d.C.(77)

Il Tierwirbel (in tedesco il “vortice animale” o “vortice di animali”(78)) è un motivo caratteristico nell’Asia centrale dell’età del bronzo, nella steppa eurasiatica, e più tardi anche nella cultura dell’età del ferro scitica ed europea (baltica(79) e germanica ), che mostra la disposizione simmetrica rotazionale di un motivo animale, spesso le teste di quattro uccelli. È stata proposta una diffusione ancora più ampia di questo tema “asiatico”, nel Pacifico e persino nel Nord America (soprattutto a Moundville).(80)

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Greco-Romani

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTESvastica su una moneta d’argento greca di Corinto, VI secolo a.C.

I disegni architettonici, di abbigliamento, di monete dell’antica Grecia sono pieni di motivi della swastika singoli o interconnessi. Ci sono anche fibule in lamina d’oro del VIII secolo a.C. decorate con una svastica incisa.(121) I simboli correlati nell’architettura classica occidentale includono la croce, il triskele o triskelion a tre gambe e il lauburu arrotondato. Il simbolo della svastica è noto in questi contesti anche con nomi diversi, in particolare gammadion,(122) o meglio tetra-gammadion. Il nome gammadion deriva dal fatto che è visto come composto da quattro lettere greche gamma (Γ). I disegni architettonici dell’antica Grecia mostrano sovente tale simbolo di interconnessione.

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTESvastica su mosaico romano preservato ai Musei Capitolini, a Roma, Italia. (foto Carlo Dell’orto)

Svastica sulla veste di un combattente con scudo a quattro colori in un mosaico della Villa romana del Casale risalente al IV secolo, situata a Piazza Armerina, Sicilia, Italia.

Nell’arte e nell’architettura greco-romana e nell’arte romanica e gotica in Occidente, le svastiche isolate sono relativamente rare e la svastica si trova più comunemente come elemento ripetuto in un bordo o tassellatura. La svastica rappresentava spesso il moto perpetuo, riflettendo il design di un mulino a vento rotante o di un mulino ad acqua. Un meandro di svastiche collegate compone la larga fascia che circonda “l’Ara Pacis” augustea.

Vari modelli di meandri, anche detti chiavi greche.

Un disegno di svastiche intrecciate è una delle numerose tassellature sul pavimento della cattedrale di Amiens, in Francia.(123) Un bordo di svastiche collegate era un motivo architettonico romanico comune,(124) e può essere visto in edifici più recenti come un elemento neoclassico. Un bordo con la svastica è una forma di meandro e le singole svastiche in tale bordo sono talvolta chiamate Chiavi Greche. Sono state ritrovate svastiche anche sui pavimenti di Pompei.(125)

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTEEsempio di decorazione DM 42a (“meandro di svastiche in prospettiva”), qui in variante con svastiche a giro doppio: Corcolle, loc. Fontana Amara, villa, tablino L (foto da Lugari 2012).

Illiri

La svastica era molto diffusa tra gli Illiri, a simboleggiare il Sole. Il culto del sole era il principale culto illirico; il Sole era rappresentato da una svastica in senso orario e rappresentava il movimento del Sole.(126)

Mosaico nell’antica città di Byllis in Illyria, odierna Albania, fondata nel IV secolo a.C.

Età del Ferro Germanica

Approfondimento (Link)

Fibula germanica del III secolo, con iscrizione runica e svastica, rinvenuta a Værløse, Selandia, Danimarca.

La forma della swastika (chiamata anche fylfot) appare su vari manufatti del periodo delle migrazioni germaniche e dell’età vichinga, come la fibula Værløse del III secolo dalla Zelanda, Danimarca, la punta di lancia gotica di Brest-Litovsk, oggi in Bielorussia, la “Pietra di Snoldelev” del IX secolo proveniente da Ramsø, Danimarca, e numerose brattee del periodo migratorio disegnate rivolte a sinistra o a destra.(103)

Svastiche del cosiddetto “Buddha” a decorazione di un secchio rinvenuto con la “nave di Oseberg”, a Tønsberg, Norvegia.

La nave sepolcrale pagana anglosassone a Sutton Hoo, in Inghilterra, conteneva numerosi oggetti recanti la svastica, ora ospitati nella collezione del Cambridge Museum of Archaeology and Anthropology.(104) La svastica è chiaramente contrassegnata su di un’elsa e cintura di spada trovata a Bifrons nel Kent, in una tomba del VI secolo circa.

Hilda Ellis Davidson ha teorizzato che il simbolo della svastica fosse associato a Thor, forse rappresentando il suo “Mjolnir” (simbolo del tuono), e forse collegato alla croce solare dell’età del bronzo.(104) Davidson cita “molti esempi” del simbolo della svastica dalle tombe anglosassoni del periodo pagano, con particolare risalto sulle urne cinerarie dei cimiteri dell’East Anglia.(104) Alcune delle svastiche sugli oggetti, in mostra al Cambridge Museum of Archaeology and Anthropology, sono raffigurate con tale cura e arte che, secondo Davidson, doveva possedere un significato speciale come simbolo funerario.(104) L’iscrizione runica sulla spada Sæbø dell’VIII secolo è stata portata come prova della svastica quale simbolo di Thor nel paganesimo norreno.

Urna cineraria anglosassone con svastiche, rinvenuta a North Elmham, Norfolk, Inghilterra, e datata tra il V e il VI secolo.

Celti

Elmo gallico con svastiche, datato al IV secolo a.C.

Il frontespizio in bronzo di uno scudo rituale pre-cristiano (350-50 a.C circa) trovato nel Tamigi vicino al ponte di Battersea (da qui “scudo di Battersea“) è sbalzato con 27 svastiche in bronzo e smalto rosso.(105) Una pietra Ogham trovata in Anglish, Contea di Kerry, Irlanda (CIIC 141) è stata modificata in una lapide paleocristiana ed è stata decorata con una croce pattée e due svastiche.(106) Il Libro di Kells (c. 800 d.C.) contiene ornamenti a forma di svastica. All’estremità settentrionale di Ilkley Moor, nel West Yorkshire, c’è un motivo a forma di svastica inciso in una pietra nota come la “Swastika Stone”.(107) Un certo numero di svastiche sono state trovate in rilievo in pezzi di metallo galiziano e scolpite in pietre, per lo più del periodo della cultura di Castro, sebbene ci siano anche esempi contemporanei (che imitano vecchi modelli per scopi decorativi).(108)(109)

Balto-Slavi

Antico simbolo le Mani di Dio o “Mani di Svarog” (in polacco: Ręce Swaroga)(110)

La svastica è un antico simbolo baltico della “croce del tuono” (pērkona krusts; anche “croce di fuoco”, ugunskrusts), utilizzato per decorare oggetti, negli abiti tradizionali e in scavi archeologici.(111)(112)

Secondo il pittore Stanisław Jakubowski, il “piccolo sole” (in polacco: słoneczko) è un antico simbolo pagano slavo del sole; sosteneva che fosse inciso su monumenti in legno costruiti vicino alle ultime sepolture degli slavi caduti, per rappresentare la vita eterna. Il simbolo è stato visto per la prima volta nella sua collezione di simboli e caratteristiche architettoniche dei primi slavi, che ha chiamato “Prasłowiańskie motywy architektoniczne” (in polacco: Motivi Architettonici dei Primi Slavi). Il suo lavoro fu pubblicato nel 1923.(113)

La cotta d’armi Boreyko con la svastica rossa era usata da diverse famiglie nobili nel Commonwealth polacco-lituano.(114)

Tra i russi, secondo Boris Kuftin, a differenza di altri popoli slavi, la svastica era spesso usata come elemento decorativo ed era la base dell’ornamento sui prodotti di tessitura tradizionali.(115)

Molti campioni sono descritti sull’esempio di un costume popolare femminile nelle pianure di Meshchera.(115)

Sami

Svastica ricamata su di un copricapo tradizionale sami.

Un oggetto molto simile ad un martello o a una doppia ascia è raffigurato tra i simboli magici sui tamburi dei Noaidi Sami, usati nelle loro cerimonie religiose prima dell’istituzione del cristianesimo. Il nome del dio del tuono Sami era Horagalles, che si pensa derivi da “Old Man Thor” (Þórr karl). A volte sui tamburi viene mostrata una figura maschile con un oggetto simile a un martello in entrambe le mani, e talvolta è più simile a una croce con le estremità storte, o una svastica.(104)

Caucaso

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTE Le swastika in Armenia sono state trovate su petroglifi dell’età del rame, precedenti all’età del bronzo. Durante l’età del bronzo erano raffigurate su calderoni, cinture, medaglioni e altri oggetti.(98) Tra i petroglifi più antichi c’è la settima lettera dell’alfabeto armeno: Է (“E” che significa “è” o “essere”) raffigurata come una mezza svastica.

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTE Le svastiche possono essere viste anche su chiese e fortezze alto-medievali, tra cui la torre principale della capitale storica dell’Armenia, Ani.(97) Lo stesso simbolo si ritrova sui tappeti armeni, sulle croci di pietra (khachkar) e nei manoscritti medievali, così come sui monumenti moderni, come simbolo di eternità.(99)

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTE Vecchi petroglifi di quattro raggi e altre svastiche sono stati registrati in Daghestan, in particolare, tra gli Avari.(100) Secondo Vakhushti di Kartli, lo stendardo tribale del Khanato degli Avari raffigurava un lupo con uno stendardo con una svastica a doppia spirale.(101)

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTE Petroglifi con svastiche erano raffigurati sull’architettura medievale della torre di Vainakh (vedi gli schizzi dello studioso Bruno Plaetschke degli anni ’20).(102) Similmente, una svastica rettangolare è stata scolpita sull’ingresso di una torre residenziale nell’insediamento Khimoy, in Cecenia.(102)

Europa Medievale e Moderna

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTESwastika sui pavimenti a mosaico dei resti di una sinagoga di epoca bizantina a En Gedi, Israele.

Diverse forme di svastiche sono state trovate su numerosi manufatti dell’età del ferro in Europa.(97)(127)(128)(129)(10)

Gioiello merovingio a forma di svastica, ritrovato a Maastricht, Paesi Bassi.

Nel cristianesimo, la svastica è utilizzata come versione uncinata della croce cristiana, simbolo della vittoria di Cristo sulla morte. Alcune chiese cristiane costruite in epoca romanica e gotica sono decorate con svastiche, riprendendo precedenti modelli romani. Le svastiche sono ben visibili in un mosaico nella chiesa di Santa Sofia a Kiev, in Ucraina, risalente al XII secolo.

Strumento liturgico cristiano ortodosso a forma di svastica, dall’Ucraina, preservato in un museo etnografico a Kolomna, Russia.

Appaiono anche come motivo ornamentale ripetuto su una tomba nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano.(130)

Svastica a mosaico in una chiesa bizantina negli scavi a Shavei Tzion (Israele).

Un soffitto dipinto nel 1910 nella chiesa di St Laurent a Grenoble ha molte svastiche. Oggi è visitabile perché la chiesa è diventata il museo archeologico della città. Un collegamento diretto proposto tra questo e un mosaico pavimentale con svastica nella Cattedrale di Nostra Signora di Amiens, che fu costruita al di sopra di un sito pagano ad Amiens, in Francia nel XIII secolo, è considerato improbabile. La stola indossata da un prete nel dipinto del 1445 dei “Sette Sacramenti” di Rogier van der Weyden presenta la forma della svastica semplicemente come un modo di rappresentare la croce.

Particolare dei “Sette Sacramenti” di Rogier van der Weyden.

Le svastiche compaiono anche nell’arte e nell’architettura durante l’era rinascimentale e barocca. L’affresco “La Scuola di Atene” mostra un ornamento fatto di svastiche, e il simbolo si trova anche sulla facciata di “Santa Maria della Salute”, chiesa cattolica romana e basilica minore situata a Punta della Dogana nel sestiere di Dorsoduro della città di Venezia.

Nella Prima Repubblica polacca il simbolo della svastica era popolare anche tra la nobiltà. Secondo le cronache, il principe dei Rus’ Oleg, che nel IX secolo attaccò Costantinopoli, inchiodò il suo scudo (sul quale era dipinta una grande svastica rossa) alle porte della città.(131) Diverse case nobiliari, ad esempio Boreyko, Borzym e Radziechowski della Rutenia avevano le svastiche come Cotta D’Armi. La famiglia raggiunse la sua grandezza nei secoli XIV e XV e il suo stemma è visibile in molti libri araldici prodotti in quel periodo.

Stemma con tre svastiche di Leonard Chamberlayne, del 1394.

La svastica era anche un simbolo araldico, ad esempio sullo stemma Boreyko, usato dai nobili in Polonia e Ucraina.

Stemma con svastica di Rudyard Kipling del 1911.

Nel diciannovesimo secolo la svastica era uno dei simboli dell’Impero russo e veniva usata sulle monete come sfondo dell’aquila russa.(132) (133)

Banconota russa da 250 rubli del 1917.

Mappa dei ritrovamenti nel mondo del simbolo in una pagina di un testo del 1896.

Africa

Le svastiche possono essere osservate in varie culture africane. In Etiopia la svastica è scolpita nella finestra della famosa “Biete Maryam” del XII secolo, una delle chiese rupestri di Lalibela.(3)

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTETraforo intagliato che forma una svastica sulla “Biete Maryam” in Etiopia.

In Ghana, la svastica è tra i simboli “adinkra” dei popoli Akan. Chiamate “nkontim”.

Nkontim adinkra simbolo del Ghana, che rappresenta lealtà e disponibilità a servire.

Le svastiche si potevano trovare sui pesi d’oro e sugli abiti Ashanti.(134)

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTEEstremo Oriente

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTECaratteri Wan accoppiati su di una “Veste del Drago ”, dinastia Qing.

La svastica come simbolo di buon auspicio in Cina è stata introdotta dall’India con il buddismo.(91) Nel 693, durante la dinastia Tang, fu dichiarata “la fonte di ogni buona fortuna” e fu chiamata wan da Wu Zetian diventando una parola cinese.(91) Il carattere cinese per wan (pinyin: wàn) è simile alla svastica nella forma e può essere visualizzato in due diverse varianti:《卐》e 《卍》. Poiché il carattere cinese wan (e/o ) è omonimo della parola cinese “diecimila” () e “infinito”, in quanto tale il carattere cinese è esso stesso un simbolo di immortalità(92) e di infinito.(93; pag.175)  Era anche una rappresentazione della longevità.(93; pag.175)

Carattere cinese “wan” integrato in una delle versioni stilistiche del carattere cinese “shou”.

Quando il sistema di scrittura cinese fu introdotto in Giappone nell’VIII secolo, la svastica fu adottata nella lingua e nella cultura giapponese. È comunemente indicato come manji (lett. “10.000 caratteri”).

Il mon (stemma di famiglia) del clan Hachisuka.

Fin dal Medioevo, è stato utilizzato come mon da varie famiglie giapponesi come il clan Tsugaru, il clan Hachisuka o circa 60 clan che appartengono al clan Tokugawa.(95)

Kabuto Maedate.

Sulle mappe giapponesi, una svastica (rivolta a sinistra e orizzontale) viene utilizzata per contrassegnare la posizione di un tempio buddista.

Croce cristiana nestoriana cinese (o mongola) della dinastia Yuan (1279–1368), equilatera con svastica centrale.

Tradizioni Amerindie

Il motivo della svastica si trova in alcune arti e iconografie tradizionali dei nativi americani. Storicamente, il segno è stato trovato negli scavi di siti dell’era Mississippiana nelle valli dei fiumi Ohio e Mississippi e su oggetti associati al Southeastern Ceremonial Complex (S.E.C.C.).

Svastica disegnata dall’Uccello del Tuono, Serpente Piumato o Uccello Serpente, ripetuto quattro volte intorno a una croce centrale, della cultura del Mississippi.

È anche ampiamente utilizzato da un certo numero di tribù del sud-ovest, in particolare i Navajo, i Papago, gli Apache, gli Hopi(89) e da nazioni delle pianure come i Dakota.

Capo Tommy Thompson di Celilo, Oregon. Una svastica campeggia sul tamburo in basso a sinistra.

Le più antiche attestazioni sarebbero quelle rinvenute tra le rovine della cultura degli Anasazi (VII–XIV secolo) negli odierni Stati Uniti sud-occidentali,(91)

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTEe tra le rovine della cultura di Hohokam (300–1500) in Arizona.(92)

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTE Tra le varie tribù, la svastica ha significati diversi. Come in tradizioni di altre zone del mondo, anche nelle tradizioni native americane la svastica simboleggia l’Orsa Maggiore che ruota intorno alla stella polare, ed è anche un simbolo di un mito sulle origini della civiltà: in molte di queste tradizioni, come quella hopi, tale mito narra che agli inizi della storia quattro capi o grandi antenati furono mandati nelle quattro direzioni per sperimentare da sé migliori forme di governo; i tracciati dei loro percorsi di andata e ritorno disegnarono una grande svastica, con i rebbi rivolti a destra () se rappresentante il moto di rotazione della Terra, e con i rebbi rivolti a sinistra () se rappresentante il moto di rotazione del Sole.(94) In alcune culture come quella dei Pima il simbolo rappresenta anche i quattro venti.(95) Per i Navajo è un simbolo del tronco rotante (tsin náálwołí), un’immagine sacra che rappresenta una leggenda, che viene usata nei rituali di guarigione.(173) Una sella delle Prime Nazioni dai colori vivaci con disegni di svastiche è in mostra al Royal Saskatchewan Museum in Canada.(174)

La Nazione Passamaquoddy, la cui patria nel Dawnland si estende attraverso il confine tra Canada e Stati Uniti tra il Maine e il New Brunswick, usava una svastica allungata sulle loro canoe da guerra nel periodo coloniale americano e in seguito.(175) Una scultura di una canoa con una svastica Passamaquody è stata trovata in una rovina nella Foresta delle Argonne in Francia, essendo stata scolpita lì da Moses Neptune, un soldato americano di retaggio Passamaquody, che fu uno degli ultimi soldati americani a morire in battaglia nella prima guerra mondiale.(176)

Capo William Neptune dei Passamaquoddy, adornato con svastiche (1920).

Il simbolo fu censurato da molte tribù nella propria tradizione religiosa durante la seconda guerra mondiale perché passibile di accostamento con la simbologia nazista.(90)

Squadra di pallacanestro della Chilocco Indian Agricultural School in Oklahoma, sulla cui divisa figurava la svastica (1909).

Il simbolo è stato ritrovato anche in America centrale e meridionale, su manufatti della cultura dell’area di Sican (VIII–XIV secolo) dell’odierno Perù, e dei Maya nell’odierno estremo sud del Messico.(49)

Vaso con svastica della cultura Moche-Sican.

Nel complesso di Puma Punku in Bolivia è presente questo esemplare di swastika.

Una forma di svastica è un simbolo nella cultura del popolo Guna di Guna Yala, Panama. Nella tradizione Guna simboleggia il polpo che ha creato il mondo, i suoi tentacoli puntati verso i quattro punti cardinali.(177)

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTENel febbraio 1925, i Guna si ribellarono vigorosamente contro la soppressione panamense della loro cultura e nel 1930 assunsero l’autonomia. La bandiera che hanno adottato in quel momento si basa sulla forma della svastica e rimane la bandiera ufficiale di Guna Yala. Nel corso degli anni sono state utilizzate numerose varianti della bandiera: in precedenza erano state utilizzate bande superiori e inferiori rosse anziché arancioni e nel 1942 è stato aggiunto un anello (che rappresenta il tradizionale anello al naso Guna) al centro della bandiera per distanziarsi dal simbolo del partito nazista.(178)

Tradizione Buddista

Nel buddhismo cinese il carattere o o anche (pronunciato in cinese wàn, in giapponese e coreano man) rende il termine sanscrito swastika (reso anche come 塞縛悉底迦 sāifúxīdǐjiā) con il significato di “miriade” o “infinito”, o “tutte le cose”, che si manifesta nella coscienza di un buddha (, fó); per tale ragione esso è spesso posto sulle statue rappresentanti un buddha sul petto all’altezza del cuore (xīn, che in cinese vuol dire al contempo anche “mente”).(56)

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTESvastica sul petto dell’Amitabha Buddha, accompagnato da Avalokitesvara Bodhisattva e Mahasthamaprapta Bodhisattva, in un tempio buddhista a Hangzhou, Cina.

Nel buddhismo Zen il carattere o rappresenta il 佛心印 (busshin-in) ovvero il “sigillo della mente-cuore del buddha” trasmesso da patriarca a patriarca nel lignaggio di questa scuola, e la “coscienza iniziatica dell’eterno ritorno”.(56) Nel buddismo, la svastica è considerata il simbolo delle orme di buon auspicio del Buddha.(1)(13) La sauwastika sinistrogira è spesso impressa sul petto, sui piedi o sui palmi delle immagini del Buddha.

È un simbolo aniconico per il Buddha in molte parti dell’Asia e omologa alla Ruota del Dharma.(6) La forma simboleggia l’eterno ciclo, un tema che si trova nella dottrina del samsara del buddismo.(6)

Svastiche sulla balaustra di un monastero buddhista in Bhutan.

Il simbolo della swastika è comune nelle tradizioni tantriche esoteriche del buddismo, insieme all’induismo, dove si trova con le teorie sui chakra e altri aiuti meditativi.(87)

Mentre nel buddhismo in generale è più usata la svastica con i rebbi rivolti a sinistra (),(46) nel buddhismo tibetano (in lingua tibetana la svastica è detta gyuṅ druṅ, reso anche yungdrung, letteralmente “eternità”), come nella tradizione indiana, è frequente l’uso della versione con i rebbi a destra (), mentre nella stessa regione del Tibet la svastica con gli uncini a sinistra è il segno qualificatore della religione tibetana pre-buddhista, il bön.(50)

Svastiche attornianti il vajra (“fulmine” o “diamante”), simbolo del potere spirituale nel buddhismo tibetano, arma del Dio sommo nell’induismo. Fotografia scattata in Tibet da Ernst Schäfer nel 1938.

Giainismo

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTE Nel Giainismo, è un simbolo del settimo tīrthaṅkara, Suparśvanātha.(1) Nella tradizione Śvētāmbara, è anche uno degli aṣṭamaṅgala o otto simboli di buon auspicio. Tutti i templi e i libri sacri Jain devono contenere la swastika e le cerimonie in genere iniziano e finiscono con la creazione di un segno con la svastica, il più delle volte con il riso, attorno all’altare. I giainisti usano il riso per creare una svastica davanti alle statue e poi ci mettono sopra un’offerta, di solito un frutto maturo o essiccato, un dolce (hindi: मिठाई miṭhāī), o una moneta o una banconota. I quattro bracci della svastica simboleggiano i quattro luoghi in cui un’anima può rinascere nel samsara, il ciclo di nascita e morte: Svarga “paradiso”, Naraka “inferno”, Manushya “umanità” o Tiryancha “come flora o fauna”; prima che l’anima ottenga “moksha” “la salvezza” come un “siddha“, avendo terminato il ciclo di nascita e morte e diventando onnisciente.(7)

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTEGrande svastica disegnata di fronte al tempio giainista sulle rive del Gange a Varanasi, India.

Swastica Ponte tra le Culture

Secondo un’antica leggenda cinese, si dice che il primo quadrato magico sia stato trovato sul dorso di una tartaruga e questa storia è la prima documentazione scritta di un quadrato magico.

La tartaruga che emerse dal fiume aveva un insolito motivo 3 x 3 sul suo guscio che in seguito divenne la base del “Lo-Shu Square”, una griglia matematica in cui la somma dei numeri di ogni riga, colonna o diagonale è la stessa. Indipendentemente dalla direzione in cui si considerano i numeri, orizzontale, verticale o diagonale, la loro somma porta sempre a 15.
“Lo” è il nome del fiume e “Shu” significa libro, testo o pergamena, quindi il nome può essere tradotto come “Lo Scritto del fiume Lo”.

Il numero 15 è considerato un numero potente perché corrisponde al numero di giorni in ciascuno dei 24 cicli dell’anno solare cinese. In altre parole, è il numero di giorni nel ciclo della luna nuova fino alla luna piena.
Il “Lo (Luo) Shu Square”, a volte chiamato il Magic Square, è anche alla base dell’antica astrologia del Feng Shui , della scuola di Xuan Kong Fei Xing, così come dell’I-Ching.
Come si vede dall’immagine, nel “Lo Shu Square” il numero 5 è al centro, con numeri dispari e pari che si alternano alla sua periferia.

I quattro numeri pari – 2,4,6,8 – sono ai quattro angoli del quadrato, mentre i cinque dispari – 1,3,5,7,9 – formano una croce al centro, intorno al numero 5 (wu) che richiama i 5 elementi che, secondo la tradizione, compongono l’universo (acqua, metallo, legno, fuoco e terra).
I numeri dispari, simboli di luce, trasportano l’energia Yang, e i numeri pari, simboli di ombra, quella Yin, quindi nel “Lo Shu Square” i numeri Yin e Yang si alternano attorno al suo numero centrale 5.
I numeri nel “Lo Shu Square” sono un’espressione di energie specifiche e a loro vengono attribuite proprietà specifiche.
Ad esempio, il numero 9 (
jiu) suona come la parola eternità. Gli antichi cinesi consideravano il 9 l’ultimo numero degli uomini dal momento che i numeri dal 10 in poi appartenevano al cielo. Per questo il nove fu in età imperiale un numero ad uso esclusivo dell’imperatore: le stanze della città proibita (la residenza dell’Imperatore a Pechino) sono proprio 9.999, mentre il numero 1 (yi) rappresenta l’onore, la leadership e lo sviluppo permanente.
La numerologia cinese trova infatti le sue radici nella tradizione taoista ed è chiaramente spiegata nel Classico dei Mutamenti,
I Ching o Yi Jing (
易經 Yìjīng), un antico testo di divinazione cinese e il più antico del classici cinesi, uno dei 5 classici confuciani su cui si basa la cultura tradizionale cinese.
Tradizione che considera appunto i numeri dispari simboli di luce e uomo (yang) e i numeri pari di ombra e femmina (yin).
La configurazione del “Lo Shu Square” era considerata comunque simbolo di armonia ed era un modello importante per il tempo e lo spazio e serviva da base per la pianificazione della città, la progettazione di tombe e di templi. Il quadrato magico è stato usato per designare gli spazi di importanza politica e religiosa.

QUADRATI MAGICI E PIANETIIl quadrato magico Lo Shu sul retro di una piccola tartaruga (al centro), circondata dai segni dello zodiaco cinese e dagli otto trigrammi, tutti portati da una grande tartaruga (che, presumibilmente, rappresenta il cavallo del Drago che in precedenza aveva rivelato i trigrammi di Fu Xi). (Da notare le swastike che ornano la cornice). Disegnato da un anonimo artista tibetano.

HA-DO e LAC-THU (Lo-Shu) questi due diagrammi contengono l’antica percezione dell’universo e riuniscono l’antica tradizione taoista del I-Ching con quella buddista nel simbolo della Swastica.

Lac-Thu

La leggenda vuole che quando il re Dai Vu governava l’acqua, una grande tartaruga apparve sul fiume Lac (Lo). Sul dorso della tartaruga vi era un motivo che formava un’immagine, chiamato “Lac Thu”(Lo Shu). La figura si presenta così:

Da questo diagramma otteniamo una matrice 3×3 come segue:

La somma delle cifre su colonne verticali, orizzontali o diagonali dà sempre 15, la Costante Magica.

Ha-Do

Tradizionalmente, Fuxi è considerato l’ideatore dell’I-Ching, opera che è attribuita alla sua lettura della Mappa He (o Mappa del Fiume Giallo). Secondo questa tradizione, Fuxi fece rivelare la disposizione dei trigrammi dell’I Ching nei segni sul dorso di un mitico cavallo drago emerso dal fiume Luo. Questa disposizione precede la compilazione dell’I Ching durante la dinastia Zhou. Si dice che questa scoperta sia stata l’origine della calligrafia. Ecco il diagramma Ha-Do di Fu Xi:

Sia nell’Ha Do che nel Lac Thu, i numeri con punti bianchi (1,3,5,7,9) sono considerati positivi, i numeri con punti neri (2,4,6,8,10) sono considerati negativi.

Tai Chi

All’interno dell’Ha Do si nasconde il simbolo del Tai Chi nella sua forma più primitiva, ottenuta unendo i punti neri e i punti bianchi contenuti all’interno dell’Ha Do.

Questo tipo di forma del Tai Chi era usata dagli antichi, ad esempio il disegno registrato da Lai Tri Duc nel 1599:

Swastica

Nell’Ha Do (figura sotto) vediamo la possibilità di accoppiare le cifre secondo le loro caratteristiche energetiche Yin e Yang, la parte inferiore con la coppia di punti 1 e 6 (1-6), la parte superiore la coppia di punti 2 e 7 (2-7), la parte sinistra la coppia di punti 3 e 8 (3-8), la parte destra la coppia di punti 4 e 9 (4-9).

Dall’immagine sopra del Lac Thu, prendendo 5 come centro e quindi collegando le coppie di numeri come indicate nell’Ha Do (1-6), (2-7), (3-8), (4-9) otterremo questo tracciato:

In cui è visibilmente riconoscibile il simbolo della Swastica.

Sostituendo nella figura sopra le cifre pari con il simbolo dell’I-Ching e le dispari con la Swastica otteniamo un diagramma che riunisce le due principali scuole del pensiero filosofico orientale.

Induismo

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTEGrande svastica disegnata sulle mura di un tempio di Ganesha a Jaipur, India.

La svastica è un importante simbolo induista.(8)(1) Il simbolo della svastica è comunemente utilizzato dinanzi agli ingressi o alle porte delle case o dei templi, per marcare la pagina iniziale dei rendiconti finanziari, in mandala costruiti per rituali quali i matrimoni o per accogliere un nascituro.(1)(87)

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTELa svastica ha una particolare associazione con il Diwali, essendo disegnata in “rangoli” (sabbia colorata) o formata con “lampade deepak” sul pavimento all’esterno dalle case indù, e su arazzi e altre decorazioni.(88)

Lampade a olio e candela con svastica per la festa di Divali.

Nelle diverse tradizioni all’interno dell’induismo si possono trovare sia la svastica in senso orario che antiorario, con significati diversi. L’icona in senso orario o “Della Mano Destra” è chiamata swastika, mentre l’icona in senso antiorario o “Della Mano Sinistra” è chiamata sauwastika o sauvastika.(1)

La svastica in senso orario è un simbolo solare (Surya), che suggerisce il moto del Sole in India (l’emisfero settentrionale), dove esso sembra arrivare da est, quindi ascendere al sud a mezzogiorno, uscendo poi a ovest.(1) La sauwastika in senso antiorario è meno usata; connota la notte, e nelle tradizioni tantriche è un’icona per la dea Kali, la forma terrificante di Devi Durga.(1) Il simbolo rappresenta anche Attività, Karma, Movimento, la Ruota e in alcuni contesti il Loto.(5)(6) Secondo Norman McClelland il suo simbolismo per il movimento e per il Sole potrebbe provenire da condivise radici culturali preistoriche.(89)

Svastica sul trono sacro di un tempio indù a Bali, Indonesia.

Secondo Guenon in ambito induista la swastica, in generale, simboleggia al contempo i quattro Veda e i corrispondenti quattro volti di Brahmā, il Dio supremo creatore. Come “Porta del Cielo”, la svastica rappresenta sia la “porta solare” che dà accesso al Brahma-loka (“Luogo di Brahma”), che è il supremo vertice extracosmico (polo nord eclittico), sia la “porta lunare” che dà accesso all’Indra-loka (“Luogo di Indra”) o Svarga, che è il vertice manifesto intracosmico (polo nord celeste).(12) Nel mondo sottostante il vertice celeste, il simbolo con i rebbi rivolti a destra () è associato con il Sole e con la ruota del mondo che gira intorno al centro immobile del polo nord, ed è quindi emblema di Vishnu-Krishna e del mondo manifesto (e diurno); invece, il simbolo con i rebbi rivolti a sinistra () è associato con i rituali tantrici della dea Kali, e con il mondo immanifesto (e notturno).(49) Le sette stelle del Grande Carro sono dette Saptarikhsha, che significa “Sette Orse”, “Sette Stelle” o “Sette Luci” (rikhsha deriva dalla medesima radice del celtico arth e del greco arktos), e sono identificate con i Saptarishi, i “Sette Sapienti” che ricevono e ritrasmettono la tradizione sapienziale dopo ogni ciclo cosmico.(66)

Tradizione Giapponese e Coreana

Svastica su un tempio in Corea.

Nella religione tradizionale giapponese (Shinto), il polo nord, il Grande Carro e le sue sette stelle, rappresentano il Dio supremo senza inizio né fine, Amenominakanushi (アメノミナカヌシ, “Sovrano dell’Augusto Centro dell’Universo”), che dal fulcro immobile dell’universo produce la dualità da cui si generano lo spirito e tutte le cose viventi, si dipanano e si intessono tutte le “linee” di realtà.(86) Similmente, nella religione tradizionale coreana (sindo o muismo) il Dio supremo è detto “Dio delle Sette Stelle” (무신도, Chilseonsin) e rappresentato spesso come serpente.(87) Il teologo giapponese Hirata Atsutane lo descrisse come segue nella sua cosmologia:(86)

«Tutte le cose nell’universo hanno un originale grande kami ancestrale. Il suo nome è Amenominakanushi-no-kami. Non ha inizio né fine. Dimora nell’alto dei cieli. Ha il potere di produrre tutte le cose nell’universo, ma non agisce ed è quiescente — risiede nel cosiddetto Altissimo Cielo precedente a ogni inizio —, ed è sovrano di tutta l’esistenza. Da lui procedono Takamimusubi-no-kami e Kamimusubi-no-kami. A loro sono devolute in porzione le qualità dell’Amenominakanushi-no-kami, ossia produrre tutti gli enti dell’universo, ed esercitare la sovranità su tutti gli enti dell’universo. Essi sono dotati della qualità immensurabilmente meravigliosa detta lo spirito della generazione (musubi). Essi sono i kami ancestrali supremi della natura dell’essere umano. Queste due divinità ancestrali forgiano poi il Cielo e la Terra, generando Izanagi-no-mikoto e Izanami-no-mikoto, facendo sì che questi stabiliscano la terraferma e diano origine all’uomo. Questi sono i nostri grandi progenitori divini. I grandi progenitori divini poi danno origine all’uomo, benedicendolo attraverso la produzione di tutte le cose che esistono, di tutta la moltitudine dei kami che generano tali cose, inclusi i kami del vento, del fuoco, del metallo, dell’acqua e del suolo; ad Amaterasu-omikami con la sua linea gentilizia (nigimitama) e al kami della rettificazione (Naobi-no-kami) è dato dominio sul Sole celeste, mentre Tsukuyomi-no-mikoto ha dominio sulla Luna

(Honkyô gaihen, Shinshû Hirata Atsutane zenshû, 7:6)

Svastiche al Tempio di Zenko a Nagano, Giappone.

Nel buddhismo esoterico giapponese, Amenominakanushi è identificato nel bodhisattva (“essere illuminato”) Myōken (妙見, in cinese pronunciato Miàojiàn; letteralmente “Meravigliosa Visione”), bodhisattva della stella polare e del Grande Carro, il cui culto è in ultima analisi di origine cinese e giunto in Giappone attraverso la Corea. Durante lo shinbutsu bunri, la de-sincretizzazione tra shinto e buddhismo parte del Rinnovamento Meiji, molti templi buddhisti dedicati a Myoken furono convertiti in santuari shinto dedicati al Dio supremo, Amenominakanushi.(88)

Myoken illustrato in un testo datato al 1309–1310.

Tradizione Egizia

Svastica su un tessuto dall’Egitto, datato tra il IV e il V secolo.

Nella religione egizia antica Horus (il “Falco”) era simbolo del centro polare celeste, e nelle rappresentazioni quadriformi i suoi quattro figli erano disposti ai suoi lati nelle quattro direzioni,(42) oltre ad essere specificamente associati a quattro delle sette stelle del Grande Carro;(43) nel tardo Egitto romano tale simbolismo, come altri affini, fu assimilato nella formulazione del cristianesimo: Horus fu identificato con Cristo e i suoi quattro figli con i Quattro Evangelisti.(42)

Tradizione Cristiana

Nel cristianesimo antico la svastica simboleggia la croce del Cristo al centro del Cielo, il polo nord, Trono di Dio, contornato dai Quattro Arcangeli Maggiori (Michele, Gabriele, Raffaele, Uriele) corrispondenti ai Quattro Evangelisti (Marco, Matteo, Luca, Giovanni), a loro volta parte dei Sette Arcangeli, i sette spiriti o occhi di Dio, rappresentati dalle sette stelle della costellazione del Grande Carro.(58) Tale simbolismo, già presente nelle visioni di Ezechiele e poi ripreso nell’Apocalisse di Giovanni(42) fu rappresentato dalla svastica nel cristianesimo fino alla fine del Medioevo.(48) La svastica era inoltre un motivo frequente nelle iscrizioni e nell’arte funeraria cristiana tra il II e il IV secolo.(50)

«Ed egli teneva nella sua mano destra sette stelle (le sette stelle del Carro dell’Orsa(59)… e il suo volto era come il Sole quando splende nella sua forza. / E dalla bocca gli usciva una spada affilata sui due tagli per colpire con essa le nazioni. / Questo è il senso recondito delle sette stelle che hai visto nella mia destra e dei sette candelabri d’oro, eccolo: le sette stelle sono gli angeli delle sette Chiese e le sette lampade sono le sette Chiese. / Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni; sette lampade accese ardevano davanti al trono, simbolo dei sette spiriti di Dio. / Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato. Egli aveva sette corna e sette occhi, simbolo dei sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra. / Poi vidi nel cielo un altro segno grande e meraviglioso: sette angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché con essi si deve compiere l’ira di Dio.» (Apocalisse di Giovanni I:16; XIX:15; I:20; IV:5; V:6; XV:1)

Volto di Cristo al centro della svastica polare in un rosone della chiesa di Santa Maria a Bloxham, Inghilterra. I bracci della svastica contengono i simboli dei Quattro Evangelisti e dei Quattro Arcangeli Maggiori, delle direzioni e degli elementi: bue (Luca-Raffaele), leone (Marco-Michele), uomo (Matteo-Gabriele), aquila (Giovanni-Uriele). Al centro, al Cristo, è invece associato il serpente, simbolo della vita che può prendere ognuna delle direzioni.(57)

SIMBOLISMO POLARE

Secondo René Guénon, la svastica rappresenta il polo nord celeste, e il movimento rotatorio attorno a un centro o asse immutabile (Axis Mundi),(16) e solo in secondo luogo rappresenta il Sole come funzione riflessa del polo nord celeste. In quanto tale è simbolo della vita, del ruolo vivificante del principio supremo dell’universo, il Dio assoluto, in relazione all’ordine cosmico. Rappresenta l’attività (il Logos ellenico, l’Om indù, il Taiyi cinese, “Grande Uno”) del principio dell’universo nella formazione del mondo.(56) Secondo Guénon, la svastica nel suo valore polare ha lo stesso significato del simbolo yin e yang della tradizione cinese, e di altri simboli tradizionali del funzionamento dell’universo, comprese le lettere Γ (gamma) e G, che simboleggiano il Grande Architetto dell’Universo del pensiero massonico.(57)

Secondo l’archeologo russo Gennady Zdanovich, che ha studiato alcuni dei più antichi esempi del simbolo nella cultura di Sintashta, la svastica simboleggia l’universo, rappresentando le costellazioni rotanti del polo nord celeste centrato in α Ursae Minoris, in particolare il Piccolo e il Grande Carro, o Orsa Minore e Orsa Maggiore.(59) Allo stesso modo, secondo René Guénon la svastica viene disegnata visualizzando il Grande Carro/Orsa Maggiore nelle quattro fasi di rivoluzione attorno alla stella polare.(60)

La svastica disegnata dalle sette stelle delle costellazioni del Piccolo e Grande Carro, a loro volta parte dell’Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore, con centro in α Ursae Minoris, la stella polare.

Secondo lo studioso Reza Assasi, la svastica rappresenta invece il polo nord dell’eclittica settentrionale centrato vicino a ζ Draconis, considerando la costellazione del Draco come uno dei due raggi del simbolo, e al contempo rappresenta anche il polo nord celeste; è il supremo Zurvan (il “Tempo”), che genera Ahura Mazdā (“Signore della Sapienza”) e Angra Mainyu (“Spirito della Distruzione”), e Mitra a mediare tra i due, nell’antica teologia iraniana dello zoroastrismozurvanismo.(20) Tale simbolismo è attestato successivamente, nel mitraismo romano, come il carro di Mitra trainato da quattro cavalli, che corrispondono ad altrettante configurazioni stellari su ognuno dei quattro rebbi della svastica polare; il cosmo era visualizzato come roteante attorno a un centro fisso, in senso orario, trainato da quattro cavalli, e Mitra fu identificato con Gesù Cristo con il passaggio all’era dei Pesci, secondo la rotazione dello zodiaco attorno allo Zurvan, e con la formulazione del cristianesimo romano a caratterizzare tale nuova era.(21)

È in ciò equivalente al simbolo polare del Taijitu (太极图, “simbolo del Polo Supremo”), ossia la rappresentazione del concetto di yin e yang nella tradizione taoista, che origina come rappresentazione delle stesse costellazioni (il Drago e le due Orse o Carri).

Tradizione Cinese

Specchio in bronzo con svastica datato 1020, dinastia Liao.

Nella religione tradizionale cinese (che include anche taoismo e confucianesimo), la svastica (//, wàn) rappresenta la totalità degli esseri emanata e regolata dal Taiyi (太一, “Grande Uno”), anche detto Shangdi (上帝, “Dio Supremo”) o semplicemente Di (“Dio”), o Tian (, “Cielo”), il supremo Dio del polo nord della volta celeste, nelle quattro direzioni o punti cardinali più il centro (wu fang 五方, “cinque forme” o “cinque fasi”), cui sono associate le “cinque forze” celesti (wu xing 五行: terra, aria, legno, fuoco e metallo). Essa rappresenta l'”Invariabile Mezzo” da cui si dispiega l'”Attività del Cielo”.

La svastica è anche detta Tianmen (天門, “Porta del Cielo”) o Tianshu (天樞, “Perno del Cielo”), ed è l'”orologio celeste” che regola tutte le cose. Simbolo equivalente nel taoismo è il Taijitu (太极图, “simbolo del Grande Polo”), costituito da yin e yang, rappresentante lo sdoppiamento del principio supremo in una dualità (Cielo-Terra, Luce-Ombra) la cui tensione complementare genera l’energia vitale. Il Taijitu è disegnato dalla costellazione del Dragone (Tianlong 天龙, “Drago del Cielo”) che “striscia” tra l’Orsa Minore e l’Orsa Maggiore (o Piccolo e Grande Carro), costituendo la linea sinuosa tra lo yin e lo yang (le due Orse, o Carri); il Dragone rappresenta anche, nella più ampia tradizione cinese, la “lancia” del Dio supremo.

Nei testi della tradizione cinese si legge:

«Il Grande Carro è il veicolo della Divinità. Ruota attorno al centro, visitando e regolando ognuna delle quattro regioni. Divide lo yin dallo yang, stabilisce le quattro stagioni, equalizza le cinque fasi elementali, distribuisce le congiunture stagionali e le misure angolari, e determina le varie periodicità: tutto ciò è legato al Grande Carro

(Sima Qian, “Trattato degli Ufficiali Celesti”)

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTE«Quando la stanga del Grande Carro punta a est all’alba, è primavera in tutto il mondo. Quando la stanga del Carro punta a sud, è estate in tutto il mondo. Quando la stanga del Carro punta a ovest, è autunno in tutto il mondo. Quando la stanga del Carro punta a nord, è inverno in tutto il mondo. Come l’asta del Carro rotea in alto, così le cose si dispongono in basso

(Heguanzi, 5:21/1-4)

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTERappresentazione approssimativa del Tiānmén 天門 (“Porta del Cielo”) o Tiānshū 天樞 (“Perno del Cielo”) come polo celeste nord precessionale, con α Ursae Minoris (Polaris) come stella polare, con le costellazioni del Carro rotanti nelle quattro fasi di volta. Tiān, generalmente tradotto come “cielo” nella teologia cinese, si riferisce al polo nord celeste (北極 Běijí), il perno e la volta del cielo con le sue costellazioni rotanti. Il perno celeste può essere rappresentato da wàn (“miriadi di cose”).

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTEIl polo nord dell’eclittica (Běijí 北极, rappresentato da un punto rosso che non corrisponde ad alcun corpo astrale poiché il polo nord dell’eclittica è privo di stelle, 無極 Wújí, “senza polo”) attorto dal Draco (Tiānlóng 天龙), che striscia tra L’Orsa Minore (Piccolo Carro) e l’Orsa Maggiore (Grande Carro), che rappresentano rispettivamente lo yin e lo yang, la morte e la vita. Come simbolo del potere primordiale “proteiforme” che contiene yin e yang come uno, il drago è la linea curva tra yin e yang nel “Diagramma del Polo Supremo” (太极图 Tàijítú, di 太极 Tàijí ) → Taijitu.

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTEChe siano centrate nel mutevole polo nord celeste precessionale o nel fisso polo nord dell’eclittica, le costellazioni rotanti disegnano il simbolo wàn attorno al centro.

L’interpretazione del collegamento tra la swastika e gli asterismi del Grande e Piccolo Carro in relazione al polo nord celeste può mancare di fondamento in quanto a causa della precessione degli equinozi la posizione della Stella polare quale indicatore del polo nord celeste si sposta con il passare del tempo. Thuban è stata la stella di riferimento del polo nord dal 3942 a.C., prendendo il posto di θ Bootis, fino al 1793 a.C. quando venne soppiantata da κ Draconis. Il momento in cui è stata più vicina al polo nord è stato nel 2787 a. C., quando si è trovata a soli 2 gradi e mezzo dal polo. Nonostante la vicinanza al polo è stata usata come punto di riferimento fino circa al 1900 a.C. quando la più brillante Kochab (β Umi) entrò nella zona del polo nord, seguita da Polaris nel 450 a.C.

Il seguente testo che affronta l’argomento dal punto di vista dell’astronomia vedica, propone un’interessante interpretazione che risolve il paradosso spiegando al contempo la presenza dei quatto punti all’interno dei rebbi della swastika indù.

SWASTIKA SVASTICA SAUWASTIKA SIMBOLO DI ARMONIA CELESTEIL GRANDE CARRO NELL’ANTICA ASTRONOMIA INDIANA

Di Christopher Philip John

Sinossi

Il Grande Carro (Saptarishi Mandala) è stato strettamente legato alla cultura indiana per millenni. Questo articolo tenta di mostrare come è stato visto dagli indiani, che lo tengono in profonda venerazione. Questo sarebbe in termini di racconti astronomici, un calendario e persino ciò che alla fine si è evoluto nel simbolo della Svastika.

Parole chiave: Grande Carro, mandala Saptarishi, Svastika

Introduzione

Il Grande Carro (Big Dipper) è un asterismo composto da sette principali stelle – Dubhe (α Uma), Merak (β Uma), Phecda (γ Uma), Megrez (δ Uma), Alioth (ε Uma), Mizar (ζ Uma) e Alkaid (η Umma). Il Grande Carro (Big Dipper) si trova all’interno e fa parte di una più grande costellazione detta dell’Orsa Maggiore (Ursa Major) o Grande Orso (Great Bear) (1).

Il Grande Carro è stato usato come indicatore di altre stelle e in particolare della Stella Polare. È stato usato come una bussola celeste per la navigazione, per determinare le stagioni, e anche come calendario. Inutile dire che Il Grande Carro ha svolto un ruolo fondamentale nel plasmare diverse culture attraverso diversi confini geografici, nel corso di molti millenni. È oggetto di Tradizione Stellare.

Il Grande Carro – Da Riksha A Rishis

Il Rigveda è la più antica scrittura conosciuta nel vasto corpus di antichi testi indù. I linguisti lo datano dal 1500 a.C. al 1000 a.C., sebbene i molteplici riferimenti al Fiume Sarasvati all’interno del Rigveda suffragati da ricerche scientifiche sulla desertificazione globale ha avvicinato la sua datazione probabile al 2000 a.C. o anche più antica (2).

C’è un riferimento alla costellazione dell’Orsa Maggiore (Grande Orsa o Riksha in sanscrito) secondo il seguente inno nel Rigveda tradotto da Jamison e Brereton (3): “Yonder Bears [=stelle dell’Orsa Maggiore], poste in alto, sono visibili di notte; sono andate altrove di giorno. I comandamenti di Varuna non possono essere ingannati: la luna va di notte, guardandosi attorno attentamente”. (Rigveda I.24.10 Agni, Savitar e Varuna)

Per quanto non esplicitamente dichiarato, resta altresì inteso che le stelle del Grande Carro (Big Dipper) sono anche citate nell’inno sopra, dato che sono parte dell’Orsa Maggiore (Ursa Major). Da una prospettiva astronomica, il Grande Carro ruota in senso antiorario attorno alla Stella Polare, insieme al Piccolo Carro (Orsa Minore), che è anche chiamato il Piccolo Orso (Little Bear) .

I famosi Saptarishis (Sette Saggi) non sono esplicitamente indicati come un gruppo nel Rigveda. Detto questo, la maggioranza di quelli chiamati Saptarishis nelle successive scritture indù appaiono come singoli saggi (rishi) in tutto il Rigveda.

Il primo riferimento esplicito alle Sette Stelle del Grande Carro come i Sette Saggi (Saptarishi) si trova nel Jaiminiya Brahmana (4). Successivamente sono attestati nella Brihadaranyaka Upanisad (5) di cui il primo (esemplare) esistente risale al 700 a.C. circa, con ulteriori aggiunte al testo nei secoli successivi. Alcuni testi indù successivi forniscono anche l’elenco dei Saptarishi (6), sebbene ci sia qualche incoerenza riguardo alle identità dei Saptarishi nei vari testi, come mostrato nella Tabella 1 di seguito.

Incoerenza delle identità dei Saptarishis (Sette Saggi) in differenti testi antichi

Il grande astrologo Varahamihira (c.505 d.C.–c.587 d.C.), fornì un’altra serie di Saptarishi nella sua opera magna, la “Brihat Samhita”. Una differenza fondamentale con i testi precedenti è che ha fornito le relative posizioni dei Saptarishi sullo sfondo dell’Orsa Maggiore. Iyer (7) ha tradotto il passaggio rilevante dal “Brihat Samhita” come segue: “I Rishi impiegano un periodo di 100 anni per superare ciascuno dei 27 asterismi. Sorgono nel nord-est e sono accompagnati dalla casta Arundhati, la consorte di Vasishtha. La maggior parte orientale del gruppo è Bhagavan Marichi; accanto a lui c’è Vasishtha; il prossimo è Angirasa e i prossimi due sono Atri e Pulastya. I prossimi in ordine sono Rishis Pulaha e Kratu. La casta Arundhati assiste da vicino suo marito, il saggio Vasishtha”. Questa descrizione ha permesso agli studiosi di determinare quale dei Saptarishi si riferisce a quale stella dell’Orsa Maggiore (8), come mostrato nella Tabella 2 di seguito.

Tabella 2: Corrispondenza dei Saptarishi (Sette Saggi) con le moderne stelle

Racconti del Grande Carro

Un racconto duraturo nel Mahabharata (9) coinvolge i Sette Saggi (Saptarishis) e le loro sei mogli, chiamate collettivamente le “Krittika”. Erano tutti felicemente sposati e vivevano nel cielo del nord insieme. Agni, il dio del fuoco, emerse dalle braci di una sacra cerimonia del fuoco chiamata yajna, che fu eseguita dai Sette Saggi. Agni fu subito colpito dalla vista delle sei sorelle Krttika. Agni vagò nella foresta di Chitraratha, tentando di ignorare la sua brama per le sorelle Krittika. Fu in questa foresta che Agni incontrò Svaha. Agni all’inizio ignorò Svaha. Tuttavia, Svaha si trasmutò in sei delle sette sorelle Krttika al fine di conquistare l’amore di Agni. Svaha non fu in grado di trasmutarsi nella settima sorella, perché la settima, Arundhati, era così devota a suo marito, il Saggio Vasishta, che era impossibile copiarla. Agni ha avuto un figlio con Svaha, che pensava fosse una delle sorelle Krittika. Anche se le effettive sei sorelle Krittika erano innocenti di questa relazione con Agni, tutte e sei le sorelle Krittika furono successivamente abbandonate dai Saptarishi ad eccezione di Arundhati. L’identità astronomica di queste stelle è la seguente.

Le Sorelle Crittika

Il Krittika è l’ammasso stellare delle Pleiadi (Messier 45) che risiede all’interno della costellazione del Toro. Assomiglia a un minuscolo Mestolo (tiny Dipper). Il Krittika è anche una dimora lunare (Nakshatra). Una prima traccia di questo racconto del Mahabaratha può essere trovata nel Rigveda che si riferisce alle sorelle Kriitika non come sei, ma come sette madri (Saptamatrikas). Questo può essere visto nella traduzione del Rigveda di Jamison e Brereton (10):

Le sette sorelle, come madri, (vanno) al neonato di degna nascita,

che è attento all’ispirazione poetica.

il celeste Gandharva delle acque, il cui sguardo è sugli uomini – Soma, per la regolazione di tutta la creazione” (Rigveda IX.86.36 Soma Pavamana).

Ecco lo stesso verso tradotto da Ralph T. Griffith (11):

Le Sette Sorelle, le Madri, stanno attorno al Bimbo, il nobile Neonato, abile nel canto sacro, Gandharva delle inondazioni, divino, contemplando gli uomini, Soma, affinché possa regnare come Re di tutto il mondo” (Rigveda (09-086] Inno LXXXVI. Soma Pavamana).

Le Krittika (Pleiadi) sono l’equivalente delle Sette Sorelle nella mitologia greca. Sono le stelle Asterope, Merope, Electra, Maia, Taygeta, Celeno e Alcyone. Atlas è il loro padre, mentre Pleione è la loro madre. Come accennato, il Rigveda si riferisce a Krittika come alle Sette Sorelle. Tuttavia, il Mahabharata si riferisce a loro come sei sorelle Krittika. L’apparente discrepanza ha a che fare con la vista e le condizioni visive. Va anche notato che alcune stelle non sono luminose come altre. Questo è indicato come magnitudine visiva stellare, o semplicemente magnitudine stellare.

Le stelle delle Pleiadi e le loro associate magnitudini visive stellari.

La figura sopra mostra la magnitudine stellare delle stelle delle Pleiadi. Più basso è il numero, più brillante è la stella. Al contrario, più alto è il numero, meno visibile è la stella. Asterope (Tau 21) ha una magnitudine stellare di 5,80. È la stella più fioca delle Pleiadi, che può essere o può non essere visibile ad occhio nudo, a seconda delle condizioni di osservazione. Questo potrebbe spiegare perché il Mahabharata menzioni solo Sei sorelle invece di Sette sorelle.

Svaha

Alcune fonti affermano che Svaha sia la stella Zeta Tauri. Tuttavia, queste fonti non sono autorevoli, Inoltre, Zeta Tauri non fa parte del sistema delle Pleiadi. È opinione degli autori che Svaha sia più probabilmente la stella Pleione, che si trova nelle Pleiadi. La relativa vicinanza potrebbe spiegare come Svaha possa camuffarsi per essere le sesta Kritiika.

Arundhati e Vasistha

Arundhati è menzionata nel Mahabharata come la settima sorella. Detto questo, Arundhati non fa parte delle Pleiadi, e quindi non può essere una vera sorella Krittika. Arundhati è in realtà la stella Alcor (80 Ursae Majoris), che si trova nella costellazione dell’Orsa Maggiore. Alcor (80 Uma) ha come compagna la stella Mizar (ζ Uma), La coppia sono stelle binarie. Queste stelle orbitano l’una intorno all’altra come tali. È per questo motivo che Arundhati (Alcor) e Vasistha (Mizar) sono visti come una coppia ideale, e quindi hanno un posto di rilievo nei matrimoni indù. I sacerdoti indù indicano questa stella alle coppie appena sposate per l’ispirazione come tale.

Il Calendario Saptarishi

È opinione degli autori che il racconto del Mahabharata menzionato in precedenza, dei Saptarishi che lasciano le loro sei mogli Krittika possa essere collegato a un calendario molto antico, chiamato calendario Saptarishi (Saptarsi). In questo caso, i puntatori (Pointer) dal Grande Carro potrebbero puntare lontano dal nakshatra di Kritikka.

Indrasena (8) sottolinea che il calendario Saptarishi è citato in testi come il “Brihat Samhita” (XIII, 3-4), il “Vishnu Purana” (IV, 24.105-1062), il “Matsya Purana” (273, 42-44), il “Vayu Purana” (99,421-423) e il “Bhagavad Purana” (XII, 2.27-32). Indrasena menziona anche che Varahamihira fa riferimento ad una precedente opera di Garga su questo calendario. Infine, Indrasena cita il seguente passaggio dal “Vishnu Purana”:

Prendi quelle stelle dei Saptarishi (sette saggi) che si vedono per prime dopo l’ascesa. Si dice che il nakshatra, che si vede al centro ad uguale distanza di notte, sia la residenza dei Saptarishi per 100 anni di vita di uomo. Oh grande bramino, esse erano in Magha (Regulus, Leone) al tempo di Parikshit” (Vishnu Purana IV.105-106).

Il passaggio di cui sopra significa effettivamente che i puntatori del Grande Carro (Saptarishi Mandala) rimangono in ogni nakshatra per 100 anni, creando così un ciclo di 2.700 anni.

Gli astronomi moderni, utilizzando moderne simulazioni al computer, sono del parere che l’affermazione che i puntatori Saptarishi siano in ogni nakshatra per 100 anni sia errata. Sule Al (12), ha notato che i diversi nakshatra hanno dimensioni astronomicamente diverse, con Pushya (γ, δ e θ Cancri) che è uno dei più piccoli. Hanno inoltre notato che i Saptarishi attraversavano Pushya (γ, δ e θ Cancri) solo una volta in circa 100 anni. Ciò sarebbe avvenuto tra il 2200 a.C. e il 2100 a.C. al tempo della civiltà della valle dell’Indo. Lo spostamento “di una volta nella vita” dei Saptarishi è stato senza dubbio notato dagli antichi osservatori. Le generazioni successive lo hanno interpretato male, facendone una generalizzazione. In seguito, l’evoluzione di questa osservazione in un calendario che è in uso fino ad oggi in Kashmir e Nepal.

La Svastika

Nella sezione precedente, è stato discusso che gli astronomi hanno osservato che il calendario Saptarishi si è verificato al tempo della civiltà della valle dell’Indo tra il 2200 a.C. e il 2100 a.C. Tuttavia, ci sono prove che il Grande Carro sia stata osservato molto prima, sotto forma di un simbolo svastika (swastika) trovato su sigilli a Mehrgarh nell’attuale Baluchistan, in Pakistan. Mehrgarh è un sito archeologico neolitico che risale al 7000 a.C., fino al 2500 a.C./2000 a.C. circa. Fu assorbito nella successiva e molto più vasta civiltà della valle dell’Indo.

Le origini delle svastika sono astronomiche. Si verifica quando il Grande Carro orbita attorno alla stella polare in senso antiorario. Il Grande Carro a volte appare capovolto o addirittura di lato, a seconda del periodo dell’anno. La rotazione del Grande Carro (13) alla fine forma la figura distintiva della svastika.

Il Grande Carro si muove attorno alla stella polare fornendo la forma della svastika

La stella polare varia a causa della precessione degli equinozi. L’attuale stella polare è Polaris (α Ursae Minoris). Tuttavia, Sivertsen afferma che la stella polare era Thuban (α Draconis) dal 3300 a.C al 2300 a.C (14). Le svastiche originali a Mehrgarh e nella civiltà della valle dell’Indo non presentavano quattro punti. Ciò è apparso dopo. È opinione dell’autore che i quattro punti rappresentino il Piccolo Carro (Orsa Minore) mentre si muove in tandem con il Grande Carro (Orsa Maggiore) attorno alla stella polare, come illustrato dall’autore nella figura seguente.

La Svastika indù mostra Il Grande Carro, il Piccolo Carro e la Stella Polare

Il termine “svastika” potrebbe avere la sua origine nel termine “Svasti”. Nella loro traduzione del Rigveda Jamison e Brereton (15) affermano che «La parola distintiva di questo inno è Svastí “Benessere (well-being)”»:

Perché è solo il Benessere che è il meglio sul cammino innanzi – che, (già)

ricco di eredità, si avvia verso qualcosa di prezioso.

Fa che ci custodisca in casa e in terra straniera; con gli dei

come suoi mandriani gli permettono di essere di facile accesso” (Rigveda X.63.16).

Griffith (16) traducendo lo stesso verso rigvedico è più esplicito nell’evidenziare la parola “Svasti”:

La più nobile Svasti con abbondanti ricchezze, che arriva a ciò che è buono per la via lontana, – Possa lei a casa e lontano, preservarci e dimorare con noi sotto la protezione degli Dei” (Rig Veda 10.63.16).

Oggi, come sempre, la svastika è un simbolo di grande rispetto e buon auspicio per Indù, Giainisti e Buddisti. Il simbolo della svastika può essere visto non solo nei templi, ma anche nelle case, conferendo la sua benedizione a tutti.

Riferimenti

1.Dinwiddie R., Hughes D.W., Jones G., Ridpath I., Stott C., Sparrow G., The Stars: The definitive visual guide to the cosmos, DK Penguin Random House, 2016, 110

2. Bisht R.S, Prabhakar V.N. Evolution of Early Human Settlements in the Sarasvati River Basin: Archaeological Evidences and Site Distribution Analysis. Research Gate. 2020, 10. Available from: https://www.researchgate.net/publication/348836370_Evolution_of_Early_Human_Settlements_in_the_Sarasvati_River_Basin_Archaeological_Evidence_and_Site_Distribution_Analysis/link/6012a021299bf1b33e2df167/download [Accessed: 29th September, 2021].

3. Jamison S.W., Brereton J.P, The Rigveda: The Earliest Religious Poetry of India, I.24.10 Agni, Savitar, and Varuna, Oxford University Press., 2014

4. Bodewitz, H.W. Jaiminiya Brahmana 2.218–221. Available from: https://archive.org/details/jaiminiyabrahmana [Accessed: 29th September, 2021].

5. Madhavananda, S., The Brihadaranyaka Upanisad 2.2.4 1950. Available from: https://www.wisdomlib.org/hinduism/book/the-brihadaranyaka-upanishad/d/doc117947.html [Accessed: 29th September, 2021].

6. Names of Saptarishis in major Hindu texts. Available from: https://en.wikipedia.org/wiki/Saptarishi#Names_of_Saptarishis_in_major_Hindu_texts [Accessed: 29th September, 2021].

7. Iyer C.N., Brihat Samhita of Varahamihira, Harvard College Library Dexter Fund, Chapter XIII 4-6, 1884

8. Indrasena B.S.H, The Saptarishis Calendar: ‘The Indian Tropical Zodiac’!. Research Gate. 2015, . Available from: https://www.researchgate.net/publication/303898487_The_Saptarishis_Calendar_’The_Indian_Tropical_Zodiac‘ [Accessed: 29th September, 2021].

9. Debroy, B., The Great Mahabharata. Section 37 Markandeya-Samasya Parva 512(215). Penguin; Twenty-first Edition. 2015.

10. Jamison S.W., Brereton J.P, The Rigveda: The Earliest Religious Poetry of India, IX.86.36 Soma Pavamana, Oxford University Press., 2014

11. Griffith, R.T.H., The Rig Veda Book 9 Hymn LXXXVI.36 Soma Pavamana.1896. Available from: https://www.sacred-texts.com/hin/rigveda/rv09086.htm [Accessed: 29th September, 2021].

12. Sule A., Vahia M., Joglekar H., Bhujle S., Saptarshi’s visit to different Nakshatras: Subtle effect of Earth‟s precession. Research Gate. 2007. Available from: https://www.researchgate.net/publication/265775726_Saptarsi’s_visit_to_different_Naksatras_subtle_effect_of_Earth’s_precession [Accessed: 29th September, 2021].

13. The Big Dipper. Astronomy Trek 2021. Available from: https://www.astronomytrek.com/wp-content/uploads/2017/05/Big-Dipper.jpg [Accessed: 29th September, 2021].

14. Sivertsen H., Redman S. Measurements of the Gods: A Legacy from a lost civilisation. Completely Novel Ltd. 2009, 472

15. Jamison S.W., Brereton J.P, The Rigveda: The Earliest Religious Poetry of India, X.63 (889) All Gods, Oxford University Press., 2014

16. Griffith, R.T.H., The Rig Veda Book 10 Hymn LXIII. 16.Viśvedevas 1896. Available from: https://www.sacred-texts.com/hin/rigveda/rv10063.htm [Accessed: 29th September, 2021].

Fonte: (Link)

FONTI

Wikipedia (Link)

Wiki (Link)

Commento

Aggiungo quanto segue come un commento in quanto si tratta di mie deduzioni basate su di un momento di ispirazione. Nel testo di Wikipedia (Link) è presente questo paragrafo: «Il cristianesimo formulato nella tarda antichità romana ereditò gran parte della sua scrittura sacra dall’ebraismo, nella cui tradizione mistico-profetica, a sua volta derivante dalle religioni mesopotamico-egizie, è centrale la visione del polo nord, il Trono di Dio (Merkavah, il “Carro”) e i suoi sette Palazzi/Stanze (Heikhalot),(60) con Quattro Arcangeli che lo reggono, parte dei Sette Arcangeli che ne rappresentano la settuplice manifestazione.(18) I Quattro Arcangeli si riflettono anche nei Quattro Grandi Profeti (Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele),(61) e nei quattro grandi raggruppamenti direzionali delle Dodici Tribù di Israele (Giuda a est, Ruben a sud, Efrem a ovest, Dan a nord), più i Leviti, la casta sacerdotale, posti al centro.(62) Tale simbolismo è reso nell’esoterismo ebraico anche da quattro lettere jodh (lettera associata al principio e all’unità) poste ad angolo retto le une rispetto alle altre, simbolismo poi ripreso dalla massoneria che ha sostituito la jodh ebraica con la Γ (gamma) greca oppure con la I o la G; nella massoneria la svastica rappresenta la stella polare quale “sede effettiva del Sole centrale nascosto dell’Universo, Iah“, il Grande Architetto dell’Universo.(18) »

Come ho già illustrato in questi due testi (Link) (Link) la tradizione religiosa ebraica fu influenzata dalla tradizione esoterica dei magi caldei durante il periodo della “Cattività Babilonese”. I caldei agli albori della loro civiltà avevano ricevuto informazioni riguardanti l’astronomia che incorporarono nella loro peculiare tradizione esoterica religiosa. È mia opinione che grazie a queste informazioni riuscirono a determinare la posizione del polo nord celeste e per associazione logica lo designarono come dimora della divinità superiore “Il Creatore dell’Universo” (per definizione Dio risiede “nell’alto dei cieli”). In questo locus fisico indirizzavano le loro preghiere e le loro richieste, così per la “Legge della Chiamata” uno dei Logos che risiede in quella porzione di spazio-tempo, o meglio “che ha la sua manifestazione in tale locus”, iniziò a trasmettere loro le informazioni richieste. Probabilmente è così che fu identificato con il Creatore supremo. L’ebraismo ereditò tali credenze trasmettendole successivamente al cristianesimo e alla massoneria. In un senso basilare tale Logos è il creatore in quanto il Creatore è tutto ciò che esiste e quindi tutti i logos sono il creatore. Identificarne uno come supremo o superiore agli altri è incorretto in quanto pur essendo la creazione prodotta per via gerarchica, ogni Logos è un aspetto dell’Uno Infinito Creatore. Se si vuole proprio identificare il creatore supremo bisogna considerare il suo aspetto trascendente, la Grande Unità che è precedente alla coscienza ed all’ideazione della manifestazione.

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