I GIOIELLI DELLA LOGGIA

I GIOIELLI DELLA LOGGIA

I gioielli sono importanti strumenti, pietre e attrezzatura che vengono utilizzati per comunicare lezioni di moralità.

I Gioielli Definiti

A prima vista potrebbe sembrare incongruo parlare di “gioielli della loggia”, perché nel suo uso più comune i “gioielli” sono oggetti di valore utilizzati per l’ornamento personale, soprattutto se realizzati in oro o argento e pietre preziose, che l’”Oxford English Dictionary” definisce come l’uso prevalente del termine sin dal 1590. Tuttavia l’Oxford Dictionary fornisce un’altra definizione per integrare l’uso prevalente, rilevando che dal 1672 un ornamento indossato come distintivo di un ordine, o come un segno di distinzione o onore, è stato anche questo definito un gioiello. In conclusione, l’Oxford Dictionary riporta che nell’Inglese Medio, parlato dal 1100 al 1500 circa, “gioiello” fu usato in senso figurato per descrivere una cosa o una persona preziosa come un “tesoro” o una “gemma”. Questo è il senso che si intende quando ci si riferisce ai “gioielli della loggia”. La derivazione della parola è interessante, perché ha origine dal latino “iocus” che significa un “giocattolo” o un “ninnolo”, poi passò attraverso il francese antico “juel” all’inglese medio “juel”, che è “jewel” nell’inglese moderno. Nelle logge speculative operanti sotto la maggior parte delle giurisdizioni vengono definiti tre gioielli mobili e tre immobili, sui quali i fratelli sono esortati a moralizzare. Quei sei gioielli sono la squadra, la livella, il plumb rule, il concio grezzo, il concio perfetto e la Tavola da Tracciamento.

Il reverendo dottor George Oliver (1782-1867) fu uno dei più eminenti scrittori sulla massoneria del XIX secolo. Nelle sue “Letture” intitolate “Signs and Symbols” pubblicate nel 1837, disse che questi importanti strumenti, pietre e attrezzature sono chiamati gioielli perché “hanno una tendenza morale che li rende gioielli di inestimabile valore“. È interessante notare che la squadra, la livella e il plumb rule sono chiamati gioielli “mobili” nelle logge inglesi e scozzesi, perché vengono trasferiti ogni anno al Maestro entrante ed ai suoi Sorveglianti, mentre nelle logge americane sono chiamati “immobili”, perché la squadra è assegnata all’est della loggia, la livella all’ovest e il plumb rule al sud. Nelle logge inglesi e scozzesi i conci e la tavola da tracciamento sono descritti come gioielli “inamovibili” che “sono a disposizione nella loggia affinché i fratelli possano moralizzarsi”. I due conci e la tavola da tracciamento sono probabilmente detti “inamovibili” perché durante il primo periodo speculativo tendevano a essere collocati in punti particolari della loggia. In particolare, la tavola da tracciamento era disegnata a mano sul pavimento prima dell’inizio di ogni riunione. Nelle logge americane però gli stessi gioielli sono detti mobili, perché si dice che possano essere collocati in qualsiasi posizione adatta nella loggia, che varia da loggia a loggia. Al contrario, molte se non la maggior parte delle logge irlandesi non dispongono di una Tavola da tracciamento.

I GIOIELLI DELLA LOGGIAConsiderata l’importanza allegorica assegnata ai gioielli della loggia, sorprende che gli autori dei primi rituali speculativi non indicassero quelle che ritenevano essere le posizioni più appropriate dove i gioielli inamovibili fossero collocati nella loggia. Né la Gran Loggia Unita d’Inghilterra ha mai emesso una deliberazione in materia. Di conseguenza, è difficile per un massone che indaga trovare risposte definitive relative alla collocazione della tavola da tracciamento e dei conci. In pratica possono essere visti in varie collocazioni, che spesso sono solo una questione di comodità, ma potrebbero essere tradizionali in relazione al particolare rituale che viene eseguito o all’usanza della singola loggia, del distretto o della giurisdizione. Sempre nelle sue letture il reverendo dottor George Oliver dice riguardo all’importanza ed al simbolismo dei gioielli inamovibili: “Ora richiamerò la vostra attenzione su una Tavola con alcune linee, angoli e perpendicolari disegnate sulla sua superficie. Questa è la Tavola da Tracciamento (Tracing Board); e sebbene possa apparire rozza e di scarsa utilità, è tuttavia un gioiello inamovibile e contiene una lezione di inestimabile valore. Questa tavola serve al Maestro per disegnare i suoi progetti, per la direzione dei suoi operai; ma il suo riferimento mistico è alla grande “carta” dei nostri privilegi religiosi… Hai ora davanti a te un blocco di marmo grezzo, grezzo come appena estratto dalla cava. Questo è un altro gioiello inamovibile, che rimanda alla mente infantile, rozza e incolta come questa pietra; e come il marmo può essere portato in una forma definita e utile solo mediante l’abilità e la giudiziosa gestione dell’esperto operaio, così la mente può essere addestrata alla pratica della virtù solo mediante una diligente e insidiosa istruzione… Queste riflessioni ci portano a contemplare questa pietra in un’altra e più perfetta forma. È passata sotto lo scalpello dell’esperto operaio ed ora assume la forma di un vero e proprio blocco, levigato a regola d’arte, che si può testare solo con la fine applicazione della squadra e del compasso. *È qui rappresentata la mente dell’uomo, dopo la sua precedente istruzione e progresso attraverso gli scenari a scacchiera del bene e del male di cui la vita abbonda”. *(Originale:”The mind of man, after its previous cultivation and progress through the chequered scenes of good and evil with which life abounds is here represented.)

Precedenti Operativi

I gioielli nelle moderne logge della massoneria speculativa del Mestiere sono giunti fino a noi dagli usi e costumi dei massoni operativi dei tempi antichi. Nelle logge operative una pietra particolare era usata come emblema in ciascuno dei gradi del Lavoro. Al candidato veniva detto, in una fase appropriata della cerimonia, che egli rappresentava quella pietra lavorata dalla sua condizione grezza, come arrivata dalle cave, ad uno stato di perfezione adatto alla costruzione, come una “pietra viva” nel più glorioso di tutti i Templi, “quella casa non fatta da mano d’uomo, eterna nei cieli”. Ogni grado operativo successivo al primo aveva anche un gioiello rappresentativo, che era una rappresentazione in miniatura di uno degli strumenti di misura (gauges) utilizzati per testare la pietra che simboleggiava il Lavoro del grado. Nelle logge operative le cerimonie riflettevano le varie fasi della preparazione, del saggio e della posa delle pietre nel Tempio del re Salomone a Gerusalemme, rimarcando il loro scopo e la loro importanza nella struttura. Anche gli insegnamenti simbolici erano  basati sul lavoro svolto per preparare, testare e posizionare le pietre nella struttura.

I diversi tipi di pietre, gli strumenti di lavoro e di misura utilizzati nella loro preparazione, prova e posa erano quindi di particolare significato per il massone operativo. Durante il suo progresso attraverso i vari gradi, il candidato in una loggia di massoni operativi veniva messo alla prova sul lavoro che aveva preparato nel grado precedente, prima di essere istruito nel lavoro e nell’uso degli strumenti di misura nel grado successivo. Quando un Compagno d’Opera (Fellow of the Craft) aveva dimostrato la sua abilità nel produrre pietre squadrate perfette, gli veniva affidata una parola ed anche un segno che rappresentava la squadra, la livella e il plumb rule come prova delle sue capacità, ma non come gioielli del grado. I gradi operativi oltre quello di Compagno d’Opera implicavano abilità speciali, livelli crescenti di supervisione e responsabilità aggiuntive. I diversi aspetti rilevanti di questi doveri venivano utilizzati simbolicamente per illustrare principi morali, soprattutto quelli relativi alle corrette modalità di condotta da seguire nella vita pubblica e privata.

Un Compagno d’Opera nella Massoneria operativa era un maestro muratore riguardo alle sue abilità, ma il titolo di Maestro Massone era solitamente riservato al muratore che aveva la responsabilità complessiva di un lavoro. Il Maestro Massone era spesso il capo di una loggia che svolgeva lavori a giornata (work under day labour) in Inghilterra, o il proprietario di una loggia che svolgeva lavori sotto contratto in Scozia. Alcuni di questi aspetti operativi si riflettono nei gradi di altri rami della massoneria, per i quali l’appartenenza ad una loggia speculativa del mestiere è un prerequisito. Tuttavia, la relazione diretta tra lo scopo per cui viene utilizzata una particolare pietra ed il suo significato simbolico non ha più un ruolo significativo nel lavoro della massoneria speculativa del Mestiere. Né ciascuno dei gradi speculativi ha un gioiello come quello dell’equivalente grado operativo.

I gioielli dell’ufficio indossati dal Maestro e dai Sorveglianti nelle moderne logge della massoneria speculativa derivano dalle insegne dell’ufficio indossate dai loro omologhi nelle vecchie logge operative, tranne che le squadre sono diverse. Nelle logge operative l’insegna del maestro era una “gallows square” con lati di tre e quattro unità di lunghezza, mentre nelle logge speculative al giorno d’oggi il gioiello del maestro è una “try square” con lati di uguale lunghezza. Potrebbe sembrare un’anomalia che gli strumenti chiamati gioielli mobili nelle logge speculative, che sono la squadra, la livella e il “plumb rule”, siano gli attrezzi di lavoro di un Compagno d’Opera massone speculativo. Tuttavia, in questo contesto va ricordato che nelle logge operative un Compagno d’Opera era un artigiano pienamente qualificato ed un maestro del suo mestiere, a cui era richiesto di avere padronanza nell’uso di quegli attrezzi. È inoltre importante non trascurare il fatto che forse già dal 1745, ma certamente non più tardi del 1760, la Squadra fu inclusa come una delle “tre grandi luci” della massoneria, che deve essere sempre aperta sul piedistallo mentre la loggia è all’opera nella massoneria speculativa del Mestiere. In una loggia speculativa quelle tre grandi luci vengono poste all’attenzione del candidato immediatamente dopo che è stato vincolato come Apprendista Ammesso. Le altre due grandi luci sono il “Volume della Legge Sacra” ed un “Compasso”. Quando la loggia è al lavoro, il compasso con le aste distese viene posto sopra la squadra sul libro aperto. La squadra e il compasso così combinati sono senza dubbio uno degli emblemi meglio conosciuti della massoneria.

Nelle logge dei massoni operativi il concio grezzo (rough ashlar) caratterizzava un Apprendista e il concio perfetto (perfect ashlar) caratterizzava un Compagno d’Opera. Al suo ingresso, un candidato per l’ammissione al Mestiere veniva posto nell’angolo nord-est della loggia. Successivamente, anche gli apprendisti in cerca di avanzamento stavano nell’angolo nord-est, ma i Compagni d’Opera adeguatamente qualificati in cerca di promozione stavano nell’angolo sud-est. Questo è il motivo per cui gli Apprendisti e i Compagni nella Massoneria speculativa sono seduti rispettivamente negli angoli nord-est e sud-est della loggia. Questo è anche il motivo per cui i conci grezzo e perfetto sono spesso collocati negli angoli nord-est e sud-est delle logge speculative, sebbene a volte siano posizionati, rispettivamente, di fronte o adiacenti ai Guardiani Junior e Senior. In alcune costituzioni anche i gioielli dei diaconi derivano dalla pratica operativa, ad esempio la mazza del Primo Diacono (Senior Deacon) e la cazzuola del secondo Diacono (Junior Deacon) nelle logge scozzesi.

Primi Gioielli Speculativi

Uno dei primi riferimenti conosciuti ai gioielli di una loggia massonica si trova in documenti legati alla massoneria operativa in Scozia. Nell'”Edinburgh Register House MS” datato 1696, che fu approvato con il titolo “Some Questions Anent the Mason Word”, c’è un catechismo che stabilisce quindici domande che devono essere poste a un massone che afferma di possedere la “Parola”, così come le risposte che doveva fornire prima di poter essere riconosciuto come un massone. Alla domanda: “Ci sono gioielli nella tua loggia?” la risposta era: “Sì, tre, perpend esler, a square pavement and a broad ovall“. Ogni massone dovrebbe avere familiarità con lo “square pavement”, ma non tutti i massoni potrebbero conoscere gli altri due gioielli.

Il “perpend esler o ashlar” è un’importante pietra utilizzata nella costruzione di muri in muratura, ma non è la “perfect ashlar stone” che deve essere prodotta da un Compagno d’Opera come pezzo di prova, nelle logge operative. Tuttavia i primi massoni speculativi la chiamarono “perfect ashlar”, forse confondendo “perpend” con “perfect”. Nelle logge speculative il “perpend ashlar” fu successivamente sostituito con la pietra cubica finemente levigata utilizzata nelle logge moderne. Lo “square pavement”, a cui è legata una grande quantità di simbolismo, non è più chiamato “gioiello” ed è solitamente incluso nell’arredamento della loggia. Il “broad ovall” è uno della moltitudine di nomi con cui sembra fosse conosciuto il “Broached Thurnel“, di cui parleremo più avanti. Il “perpend ashlar” è comunemente chiamato “Testata” e di solito è lungo tre unità e ha una sezione trasversale quadrata di un’unità di lato. Passa attraverso il muro dalla faccia interna a quella esterna, legando insieme le parti del muro per una maggiore resistenza.

Le facce terminali di un perpend ashlar sono levigate per conformarsi alle finiture superficiali delle facce esposte dei muri, ma tutte le altre facce sono scalpellate o rugose per fornire un buon legame con i corsi di pietra attraverso i quali passa. La “running stone” utilizzata nella costruzione dei muri è simile al perpend ashlar, ma è scalpellata per la coesione su tutte le facce tranne quelle che devono essere esposte, che sono levigate di conseguenza.

Al termine del suo addestramento nel laboratorio dello scalpellino (stone yard) e prima che potesse essere liberato dal suo vincolo, un “Indentured Apprentice” nella massoneria operativa doveva produrre un pezzo di prova soddisfacente sotto forma di un concio grezzo (rough dressed ashlar), solitamente lungo tre unità e a sezione quadrata di un’unità di lato, adatto alla finitura come perpend ashlar o come running stone. Prima che un Apprendista sotto contratto (Indentured Apprentice) potesse essere promosso a Compagno d’Opera (Fellow of the Craft), gli veniva richiesto di preparare un perfect ashlar come pezzo di prova, simile nella forma ad un “rough dressed ashlar”, ma completamente lavorato e adeguatamente levigato su tutte le facce. Nella massoneria operativa in Scozia, quando un Apprendista sotto contratto aveva completato in modo soddisfacente il suo periodo di apprendistato ed era stato liberato dal suo vincolo, il suo nome veniva iscritto nei libri contabili e poteva farsi carico di una piccola squadra di “Indentured Apprentices”, da ciò fu derivato il titolo di “Entered Apprentice” nella massoneria speculativa. Nelle logge operative un Compagno d’Opera con sufficiente esperienza nella preparazione di pietre bugnate finite (finished ashlar stones), che aveva dimostrato la sua capacità di comandare una piccola squadra di muratori, poteva quindi diventare un “Fitter and Marker”. Sarebbe stato impegnato nel controllo e nella marcatura delle pietre nel laboratorio dello scalpellino, pronte per la posa nel cantiere. Ancora in seguito, un “Fitter and Marker” che aveva dimostrato sufficiente abilità nel gestire le pietre nel laboratorio dello scalpellino poteva diventare un “Setter Erector”, che sarebbe stato impegnato nell’assemblaggio delle pietre nella struttura. I massoni con comprovata abilità in queste classi di lavoro potevano avanzare progressivamente fino a diventare caposquadra, intendenti e sovrintendenti.

Successivi Gioielli Speculativi

Agli inizi del 1700, quando un apprendista veniva provato sui catechismi in una loggia speculativa del Mestiere gli veniva chiesto: “Che cosa sono i gioielli inamovibili?” al che la risposta era: “La trasel board, il rough ashlar e il broached thurnel”. La parola “trasel”, a volte corrotta in “tarsel”, deriva dal francese antico attraverso il francese medio “trestel”, che significava una “barra” o “fascia” sostenuta da gambe, da cui deriva l’inglese “trestel”. La “trasel board” era la tavola a cavalletto su cui venivano disegnati gli schizzi o sopra la quale venivano poste le planimetrie. Il “trasel” non deve essere confuso con l'”indented tassel”, che negli antichi catechismi viene spesso chiamato “indented tarsel”, in cui “tarsel” arriva all’inglese medio dal francese antico “tassel”. Tra le altre cose, “tarsel” o “tassel” indica un pezzo di tessuto ornamentale, che nell’inglese moderno è “tassel”, la nappa o ciuffo ornamentale di fili solitamente posto all’estremità di una corda. È interessante notare che un “torsel”, che è una piastra che sostiene l’estremità di una trave in un muro di mattoni, è anche chiamato “tassel”, ma deriva dal francese “tasseau” che significa “staffa”. Sebbene la maggior parte degli aspetti pratici di questi gioielli siano stati omessi dalle spiegazioni speculative, gli aspetti filosofici delle istruzioni che venivano fornite in epoca operativa sono stati incorporati e ampliati.

È generalmente accettato che il concio grezzo (rough ashlar) si riferisca a una pietra grezzamente squadrata portata dalle cave, che nei tempi antichi veniva solitamente tagliata da un ottavo a un sedicesimo di pollice più grande della misura finita richiesta. Tuttavia il significato del broached thurnel nel catechismo è incerto. Sembra molto probabile che derivi dagli usi e costumi dei massoni operativi in Scozia. In Scozia, “broach” significava “sbozzare”, “scanalare” o “scarificare” e un “broaching thurmal”, “broaching thurmer” o “broaching turner” era lo scalpello utilizzato dai muratori operativi per eseguire i lavori di scalpellatura. Una forma comune di broaching thurmal è uno stretto scalpello seghettato simile per molti aspetti allo “scutch chisel”, che è un attrezzo da taglio e levigatura utilizzato da un muratore.

Il nome deriva probabilmente da “escousser”, parola del Francese Antico che significa “staccare via”. È evidente che i tre gioielli inamovibili menzionati negli antichi catechismi dell’apprendista, logicamente simboleggiavano tre aspetti della sua occupazione. Il primo aspetto comprendeva le istruzioni ricevute per il lavoro che doveva svolgere, che erano rappresentate dalla trasel board. Il secondo aspetto riguardava gli attrezzi che avrebbe utilizzato per eseguire il lavoro, rappresentati dal broached thurnel. Il terzo aspetto era il suo prodotto finito, rappresentato dal rough ashlar. Un’altra possibile derivazione di “thurnel” è una variazione del francese “tournelle”, che significa torretta, in riferimento alla forma dello scalpello, “tournelle” in varie forme è stata una parola comunemente usata in Inghilterra dal 1400 circa fino almeno al 1750.

È stata proposta anche un’altra derivazione di “thurnel” che sembra essere molto appropriata, perché era una parola di uso generale in Inghilterra dall’inizio del 1400 fino almeno alla fine del 1700. Quella parola era il tedesco “thurm”, che significa “torre”. Inoltre, poiché il francese “tournelle” e il tedesco “thurm” hanno quasi certamente un’ascendenza comune, derivando dal Francese Antico e dal Francese Medievale “tur” che significa “torre”, sembra probabile che lo scozzese “thurmal” o “thurmer” si sia evoluto dalla stessa fonte. In ogni caso, il bordo tagliente di una forma di scalpello generalmente utilizzato come broaching thurmal è in qualche modo simile nell’aspetto a una piccola torretta merlata se vista dall’alto. Le primissime tracing boards francesi e alcune tracing boards inglesi contemporanee raffiguravano una pietra cubica sormontata da una piramide, non dissimile dalle tozze chiese di pietra con tozze guglie viste spesso in Europa. Anche questa era chiamata broached thurnel nelle prime logge speculative inglesi ed è ancora raffigurata sulle tracing boards francesi, sebbene sia da molto tempo scomparsa dalle tracing boards inglesi. I massoni francesi hanno sempre chiamato questa pietra “la pierre cubique a pointe”, che letteralmente significa “pietra squadrata a punta”. L’originale rituale francese, ancora in uso, spiega che si tratta di un modello di guglia o torretta, i cui vari contorni forniscono un mezzo per insegnare all’apprendista come sviluppare le forme del quadrato, del triangolo, del cubo e della piramide. Qualunque possa essere stata la derivazione e il simbolismo inteso del broached thurnel nelle prime logge speculative inglesi e del broaching thurmal nelle antiche logge scozzesi, era scomparso dall’uso nel 1720.

Poiché il rough ashlar era sempre stato una caratteristica delle logge dei massoni operativi, il suo utilizzo nelle logge dei massoni speculativi seguì come conseguenza naturale. Tuttavia, la sequenza di eventi che portò alla sostituzione del “perpend ashlar” con il “cubical perfect ashlar” come gioiello nelle moderne logge speculative fu di natura progressiva, variando da luogo a luogo e persino da loggia a loggia, senza chiari confini tra un’usanza ed un’altra. I documenti disponibili sono scarsi, mentre quelli disponibili raramente registrano le date in cui una consuetudine è decaduta o ne è stata introdotta un’altra. Né è emersa alcuna ragione chiara per spiegare perché il perpend ashlar sia stato sostituito dal concio cubico perfetto (cubical perfect ashlar). Tutto quello che si può dire con certezza è che il concio cubico perfetto sembra essere stato di uso generale nelle logge speculative inglesi intorno al 1800. Poiché il perpend ashlar è un emblema di perfezione e forza, congiunte ai legami di amore fraterno, esso è un simbolo più espressivo del concio cubico perfetto. Forniva pertanto un’illustrazione più completa del miglioramento che a un apprendista è richiesto di fare dal suo stato grezzo e rozzo, se vuole raggiungere quello stato di disciplina ed educazione che è essenziale per il suo avanzamento e che è il segno distintivo dell’artigiano esperto. Poiché il legame degli uomini in una forte amicizia è uno degli obiettivi importanti della massoneria speculativa del Mestiere, l’omissione del perpend ashlar dai gioielli delle logge speculative moderne sembra strana e il risultato è una significativa perdita di simbolismo. Tenendo conto del periodo approssimativo in cui il perpend ashlar scomparve come simbolo, sembra probabile che sia stata una delle conseguenze dei disaccordi tra gli Antichi e i Moderni prima della formazione della Gran Loggia Unita d’Inghilterra.

Tracing Boards Speculative

Le tavole da tracciamento (Tracing boards) erano un pezzo importante dell’attrezzatura in tutte le logge operative. L’inventario dei magazzini registrato nei “Fabric Rolls” della “York Minster” nel 1399 include “ij tracying bordes”. Nelle logge dei massoni operativi la collocazione delle tavole da tracciamento era del tutto una questione di convenienza per adattarsi al lavoro, ma almeno una sarebbe stata tenuta nell’ufficio del Sovrintendente ai Lavori nel laboratorio dello scalpellino ed un’altra nel cantiere. Durante la costruzione di grandi edifici, come le cattedrali, di solito c’erano uffici di progettazione oltre agli uffici di cantiere. L’insegnamento pratico impartito in concomitanza con il lavoro cerimoniale di una loggia operativa, che abitualmente iniziava a mezzogiorno del sesto giorno della settimana, veniva svolto con l’ausilio di un progetto (plan) abbozzato sul pavimento o di un disegno steso su una trestle board. I progetti abbozzati e la trestle board venivano solitamente posti al centro della “lodge room”, in modo che coloro che ricevevano l’istruzione potessero riunirsi attorno ad essi.

Nelle logge operative la tavola da tracciamento era utilizzata per dare istruzioni pratiche ai candidati nello sviluppo delle forme richieste delle pietre, nonché per preparare i modelli necessari per tracciare le pietre appropriate per il lavoro del grado. Serviva anche per illustrare la disposizione dell’opera e per mostrare come dovevano essere assemblate le pietre nella struttura. Nelle prime logge speculative era consuetudine disegnare un “plan” sul pavimento della stanza della loggia utilizzando gesso, carbone e qualsiasi altro mezzo adatto, proprio come si sarebbe fatto in una loggia operativa. Come gli “schizzi” dei massoni operativi, venivano collocati in qualsiasi luogo conveniente dove i membri potessero riunirsi. Questa pratica continuò fino a quando le immagini dipinte o stampate dei “floor drawings” o delle “floorcloths” divennero disponibili per la prima volta intorno al 1744 in Francia e intorno al 1760 in Inghilterra. La collocazione delle moderne tavole di tracciamento all’estremità occidentale dello “squared pavement”, o in qualsiasi altra posizione che offra una visione chiara, è accettabile e conforme alla pratica antica.

Il più antico set conosciuto di tavole da tracciamento speculative in Gran Bretagna appartiene alla Loggia “Faithful”, che fu fondata a Norwich nel 1753 e ora si riunisce ad Harleston nel Norfolk. Queste tavole da tracciamento sono datate 1800 e raffigurano la forma moderna del rough ashlar e del perfect ashlar che appaiono sulla tavola da tracciamento del Primo Grado. Gli “ashlars” moderni sono raffigurati anche su una serie di tavole da tracciamento dipinte da William Dight nel 1808 per la “Lodge of Unanimity and Sincerity”, che si riunisce a Taunton. Anche una serie di tavole da tracciamento dipinte per la “Chichester Lodge” nel 1811 da Josiah Bowring, un ritrattista di Londra, raffigura gli “ashlars” moderni. Queste tavole sembrano essere i prototipi del famoso set di tavole che John Harris dipinse nel 1821, da cui sono derivate la maggior parte delle tavole da tracciamento moderne. Il rough ashlar raffigurato sulle tavole da tracciamento è solitamente posto ai piedi della colonna corinzia che rappresenta il “Junior Warden”, che tradizionalmente è responsabile degli apprendisti al lavoro. Per ragioni simili il perfect ashlar è solitamente posto ai piedi della colonna dorica che rappresenta il “Senior Warden”, che tradizionalmente è responsabile degli artigiani al lavoro.

Durante l’evoluzione della moderna massoneria speculativa sembra esserci stata una tendenza a riorganizzare il simbolismo e i relativi rituali della massoneria operativa, in quello che potrebbe essere meglio descritto come un’ordinatezza e una regolarità percepita. Questo potrebbe essere stato l’obiettivo di fondo nella sostituzione del “perpend ashlar” con il “cubic perfect ashlar”, che forse fu influenzato da un’opera intitolata “The First and Chief Groundes of Archytecture”, che fu pubblicata da Ihon Shute, “Paynter e Archytecte” nel 1563 e ristampata nel 1912. I primi massoni speculativi includevano molti studiosi eruditi che scrissero i nostri rituali nel miglior inglese letterario del loro tempo. Tra loro, senza dubbio, ci sarebbero stati alcuni che avevano familiarità con l’opera di Ihon Shute, in cui ci offre l’ingiunzione che “Ye shall make a four square stone like unto a dye”. Poi fornisce una descrizione dell’origine e della diffusione degli ordini architettonici, che è stata ripetuta quasi parola per parola in alcune delle antiche letture massoniche, molte delle quali sono state incorporate con pochissimi cambiamenti nei nostri rituali moderni.

Capitolo XXII del libro “The Square And Compasses” Autore WM Don Falconer PM, PDGDC.

IL LEWIS

Il Lewis è un dispositivo che consente a un massone operativo di sollevare grandi pietre all’altezza richiesta e posizionarle con sicurezza e precisione.

Connessioni Speculative

Il Lewis è un dispositivo utilizzato da muratori in pietra e costruttori (stonemasons and erectors) per molti secoli. Fornisce un ancoraggio in una pietra, che consente di attaccare un dispositivo di sollevamento per facilitare il sollevamento e l’abbassamento di pietre che sono troppo pesanti o troppo scomode per essere messe a mano in posizione, durante il trasporto e l’erezione. La prima volta che un massone speculativo viene a conoscenza del Lewis è di solito come “entered apprentice”, durante la lettura sulla Tracing Board, quando gli viene detto che il Lewis denota forza e indica il figlio di un massone. L’uso della parola nella massoneria speculativa del Mestiere sembra essere il risultato dell’antica amicizia tra Francia e Scozia, che divenne nota come l'”Auld Alliance”.

I semi dell’amicizia tra Francia e Scozia furono gettati in Scozia durante il regno di David I (1124-1153), che era più “normannizzato” dei suoi predecessori. Dopo aver sottomesso gli uomini ribelli di Moray nel 1134, David I suddivise le loro terre tra i suoi sostenitori normanni di lingua francese. L’amicizia tra Francia e Scozia si consolidò durante il regno di Guglielmo I, re di Scozia (1165-1214), detto “Il Leone”, che aveva delle difficoltà con Enrico II d’Inghilterra e cercò l’aiuto di Luigi VII di Francia nel 1166. Tuttavia l’alleanza non fu formalizzata fino al periodo della lotta per l’indipendenza della Scozia dall’Inghilterra, quando fu istituito un consiglio congiunto e fu firmato un trattato tra Francia e Scozia nell’ottobre 1295, durante il regno di John Balliol (1292-1296).

Una delle prime iniziative che risultarono da questa amicizia fu il coinvolgimento dei “Massoni Itineranti di Francia” nella progettazione e costruzione dell’Abbazia di Kilwinning, fondata intorno al 1150. I massoni operativi francesi introdussero il dispositivo in Scozia come il “leveor”. I massoni operativi scozzesi iniziarono presto a chiamare il dispositivo “lewis”, che a prima vista sembra essere un adattamento della parola francese. Tuttavia l’intima associazione tra i massoni operativi e il clero in quei tempi non deve essere trascurata. Il clero parlava di norma in latino, che almeno i Maestri Massoni dovevano capire e parlare, per cui è più probabile che la parola “lewis” fosse un adattamento della parola latina “leuis” che significa “to le itate”. Quale che fosse la derivazione, non passò molto tempo prima che “lewis” venisse utilizzato in Scozia per designare il figlio di un massone nonché il dispositivo a cui originariamente si riferiva. È importante notare che “Lewis” non era conosciuto in Inghilterra finché non fu introdotto dal reverendo dottor James Anderson D.D. (1684-1739), un massone scozzese, quando preparò la seconda edizione del “Libro delle Costituzioni” per l’originaria “Gran Loggia d’Inghilterra” nel 1738, in cui si riferiva al figlio maggiore di un massone come a un “Lewis”.

Le Costituzioni e le Leggi della “Gran Loggia degli Antichi Liberi e Accettati Massoni di Scozia” permettono ai figli dei Maestri Massoni sotto la Gran Loggia di chiedere l’ammissione quando hanno raggiunto l’età di diciotto anni invece dei ventuno anni altrimenti richiesti, cosa che ora è consentita anche sotto la “Gran Loggia Unita del Nuovo Galles del Sud”. Le Costituzioni della “Gran Loggia Unita d’Inghilterra” non prevedono alcuna disposizione simile, sebbene esista una consuetudine, distinta da una regola, secondo cui il figlio maggiore di un massone può essere iniziato prima di qualsiasi altro candidato preso in considerazione allo stesso tempo, ma non in precedenza di un qualsiasi candidato che sia già stato accettato all’ammissione.

Il termine Lewis non è utilizzato negli Stati Uniti d’America, tranne che sotto la “Gran Loggia di Pennsylvania”, dove compare nelle Costituzioni redatte nel 1727, solo dieci anni dopo la costituzione della prima “Gran Loggia” a Londra e 110 anni prima della formazione della “Gran Loggia Unita d’Inghilterra”. Nessun diritto di ammissione anticipata è riconosciuto negli Stati Uniti d’America, sebbene alcune logge tengano cerimonie per accogliere i nuovi discendenti dei membri e alcune stabiliscano dotazioni a nome della prole, che vengono loro trasferite dopo la loro iniziazione.

L’Origine del Nome

Molto è stato scritto sull’origine del nome, ma in gran parte è frutto di fantasia, come l’ipotesi che sia apparso in conseguenza del suo utilizzo da parte di un architetto al servizio di Luigi XIV di Francia (1638-1715). In realtà il dispositivo e il suo nome erano di uso comune in Francia fin dall’antichità, ma ciò fu una diretta conseguenza dell’occupazione romana e delle similarità del linguaggio. La probabile derivazione della parola è già stata menzionata in relazione all’uso del dispositivo in Scozia durante gli anni ’50 del XII secolo, ma alcuni ulteriori commenti sono rilevanti. La parola latina “leuis”, che significa “far levitare”, ha dato origine alla parola in latino medio “levis” che significa “leggero”. Entrambe queste parole riflettono adeguatamente lo scopo del “Lewis”, che è quello di rendere facile il sollevamento di una pietra, o in vernacolare “per alleggerire il carico”(to lighten the load). Il latino antico “leuare”, il latino medio “levare”, il francese antico “leveor”, l’inglese medio “levour” e l’inglese moderno “lever” sono tutti discendenti del latino “leuis” e hanno lo stesso significato. Inoltre, “euis” verrebbe compitato come “lewis” in inglese moderno.

È interessante notare che dal 1676 il “Compagnonage”, la confraternita di muratori che comprendeva i “Compagnons du Tour” o “Massoni Itineranti di Francia”, aveva cambiato il nome che davano all’ancoraggio di sollevamento in “louve” che significa “lupa”, che è il femminile di “loup” che significa “lupo”. Si dice che sia un’allusione alla morsa delle mascelle della lupa quando è infuriata. Da quella data in poi il “Compagnonage” si riferirà anche al figlio di un massone come a un “louveteau” cioè un “cucciolo di lupo” e alla figlia di un massone come a una “louveine”. Queste espressioni sembrano aver avuto origine da un gioco di parole, molto probabilmente avendo in mente il requisito nell’antico Egitto per il candidato ai Misteri di Iside di indossare la maschera di un lupo, in ossequio al dio dalla testa di lupo “Upuaut”, che significa “colui che apre la via”, che è un simbolismo più che appropriato per un candidato alla massoneria. Il dio Upuaut non deve essere confuso con un altro dio egiziano dall’aspetto simile, il dio dalla testa di sciacallo “Anubi” che significa “il Signore della terra”.

Il Dispositivo di Sollevamento

Nella sua forma usuale il lewis comprende due cunei di ferro o acciaio separati da una piastra distanziatrice di ferro o acciaio che, una volta assemblati insieme, formano un tenone a coda di rondine che era inserito in una mortasa a coda di rondine intagliata in una pietra per riceverlo. La sezione trasversale della piastra distanziatrice è solitamente tre volte più larga di quanto è spessa e la sua lunghezza è solitamente circa quattro volte la sua larghezza. Ciascun cuneo ha la stessa lunghezza e larghezza della piastra distanziatrice, ma il suo spessore varia. Circa un quarto della lunghezza di ciascun cuneo all’estremità superiore ha la stessa sezione trasversale della piastra distanziatrice, ma i tre quarti inferiori della lunghezza sono rastremati solo sulla faccia che sarà la sua faccia esterna quando i cunei verranno disposti schiena contro schiena con la piastra distanziatrice fra di loro. La rastremazione è tale che l’estremità inferiore di ciascun cuneo è spessa una volta e mezza la sua estremità superiore.

Nelle estremità superiori dei due cunei e della piastra distanziatrice sono previsti dei fori corrispondenti, in modo che attraverso di essi possa essere inserito un grillo quando il dispositivo di sollevamento è stato assemblato nella mortasa a coda di rondine intagliata in una pietra per riceverlo. Il bullone del grillo mantiene i tre pezzi nelle loro corrette posizioni quando l’attrezzatura di sollevamento è attaccata.

I GIOIELLI DELLA LOGGIANei tempi antichi l’attrezzatura di sollevamento sarebbe stata sostenuta da un treppiede o da un “Guyed Gin Pole“, ma al giorno d’oggi per il sollevamento verrebbe generalmente utilizzata una gru mobile. Quando due cunei e una piastra distanziatrice di queste proporzioni sono stati assemblati in questo modo, la sezione trasversale del dispositivo all’estremità superiore della sezione rastremata è un rettangolo con lati di quattro unità e tre unità, mentre la sezione trasversale all’estremità inferiore è un quadrato con lati di quattro unità, formando così un tenone a coda di rondine.

È ovvio che, se un foro rastremato di queste dimensioni viene intagliato in una pietra per formare una mortasa a coda di rondine, i due cunei possono essere inseriti nel foro quando vengono posizionati schiena contro schiena. Se i cunei vengono allontanati dopo essere stati inseriti nella mortasa, è possibile inserire la piastra distanziatrice tra di essi. È ammessa un’adeguata tolleranza di lavorazione nelle dimensioni della sezione trasversale della mortasa, affinché i componenti del dispositivo possano essere facilmente inseriti. La mortasa è anche leggermente più profonda della lunghezza rastremata dei cunei che formano il tenone, in modo che dopo aver sollevato la pietra il dispositivo possa essere premuto nella mortasa per liberare il pezzo distanziatore, che può quindi essere rimosso per consentire ai cunei di essere rimossi. Quando la mortasa viene tagliata in una pietra, inizia in superficie come un rettangolo di quattro unità per tre unità in sezione trasversale e continua con queste dimensioni fino alla profondità richiesta della mortasa. I lati del foro che sono larghi quattro unità vengono quindi progressivamente sottosquadrati, in modo che nella sua massima profondità la mortasa sia un quadrato con lati di quattro unità.

Sebbene il dispositivo sia semplice da usare, la posizione della mortasa per riceverlo è della massima importanza. È preferibile utilizzare un unico punto di sollevamento quando ciò è praticabile, poiché questo permette una semplice disposizione dell’attrezzatura di sollevamento che consentirà alla pietra di essere ruotata e fatta oscillare nella posizione desiderata con la minima difficoltà. Per ottenere ciò, la mortasa dovrebbe essere tagliata direttamente sopra il baricentro della pietra. Se la pietra ha pianta quadrata o oblunga, la posizione della mortasa è facile da determinare, poiché si trova all’intersezione delle diagonali. Se la pietra è una pietra angolare con forma a T, può comunque essere sollevata da un singolo punto se non è troppo pesante, ma è necessaria una maggiore abilità per determinare il punto.

Quando è necessario sollevare una pietra come una pietra angolare a forma di L, la massima cura deve essere prestata e devono essere utilizzati almeno due punti di sollevamento, posti ad esempio nei punti medi dei due lati. Lo scalpellino deve esercitare una notevole abilità nel determinare le dimensioni effettive del dispositivo e la direzione in cui la mortasa deve essere allargata verso il basso. Se il dispositivo è troppo piccolo, sarà sfilato durante il sollevamento della pietra. Se la mortasa viene espansa nella direzione sbagliata, la pietra potrebbe spaccarsi durante il sollevamento. Se la pietra è troppo morbida o è malamente laminata potrebbe non essere possibile utilizzare un lewis. È necessaria grande abilità e attenzione anche quando si determina il numero e la posizione dei punti di sollevamento, soprattutto per pietre dalla forma irregolare e per pietre molto grandi.

La Storia del Lewis

Il Lewis era ampiamente utilizzato dai romani molto prima dell’era cristiana, il che è stato confermato da estensive indagini archeologiche. Non è noto se il lewis fosse utilizzato dai costruttori che precedettero i romani, ma vista la straordinaria abilità costruttiva mostrata dagli antichi egizi e dai fenici in particolare, probabilmente i romani acquisirono l’arte da loro. Poiché le precedenti indagini archeologiche tendevano a concentrarsi sul recupero di manufatti, le prove di ciò avrebbero potuto facilmente essere trascurate. Alcuni interessanti esempi conosciuti dell’uso del lewis da parte dei romani includono la costruzione del Colosseo a Roma, completato nell’80 a.C.; la costruzione dell’anfiteatro di Pompei, iniziata nel 70 a.C.; e la costruzione del tempio di Baalbek dal 60 d.C. circa fino al 250 d.C. circa. Baalbek è di particolare interesse, perché le dimensioni e il peso di molte delle pietre più grandi del Tempio di Giove, il primo dei templi romani che fu costruito qui, richiedevano l’uso di molteplici ancoraggi per consentirne il sollevamento e il collocamento in posizione. Diversi esempi di pietre che hanno ancoraggi multipli possono essere facilmente trovati tra le rovine di Baalbek.

I romani introdussero i Lewis in Gran Bretagna per la costruzione del Vallo di Adriano intorno al 200, quando fu eretto per prevenire le incursioni dalla Scozia in Inghilterra. Un osservatore attento può ancora trovare mortase in molte delle pietre più massicce tra le rovine del Vallo di Adriano. Successivamente, quando Oswey era re del Northumberland, i Sassoni usarono il Lewis quando costruirono l’abbazia di Whitby, fondata da St Hilda nel 657 per ospitare i monaci e le monache. L’Abbazia di Whitby è stata per diversi secoli la principale sede del sapere nel nord dell’Inghilterra. Da allora in poi il dispositivo fu ampiamente utilizzato in Inghilterra, sebbene non fosse conosciuto come Lewis finché il nome non fu introdotto dalla Scozia dal dottor James Anderson.

Simbolismo

Sebbene il Lewis sia un dispositivo straordinariamente semplice, è richiesta una notevole quantità di competenza e precisione durante la fabbricazione dei suoi componenti e durante il posizionamento e il taglio della mortasa nella pietra. Scegliere la dimensione sbagliata del dispositivo; scegliere la posizione sbagliata per il foro; orientare in modo errato il sottosquadro del foro; o non far corrispondere accuratamente le dimensioni della mortasa e delle sue superfici del sottosquadro con il tenone assemblato, come minimo danneggerebbe la pietra, ma potrebbe spaccarla o lasciarla cadere. A patto che tutto sia fatto correttamente, la pietra può essere sollevata con facilità, ruotata secondo necessità e posizionata con precisione e senza danni. Così il Lewis comprende simbolicamente gli insegnamenti di tutti gli attrezzi di lavoro di un apprendista massone, ricordandoci che la conoscenza, fondata sull’accuratezza, aiutata dal lavoro e sostenuta dalla perseveranza, alla fine supererà tutte le difficoltà, solleverà dall’ignoranza della disperazione e promuoverà la felicità nei percorsi della scienza. Inoltre il Lewis è un simbolo di forza molto appropriato.

È chiaro dalla derivazione del nome che “Lewis”, quando usato con riferimento al figlio di un massone, ebbe origine dai “Massoni Itineranti di Francia”, molti dei quali furono impegnati a costruire l’Abbazia di Kilwinning in Scozia durante gli anni ’50 del XII secolo. Questo utilizzo dell’espressione fu trasmesso dalla massoneria operativa in Scozia alla massoneria speculativa del Mestiere in Inghilterra durante il XVII o XVIII secolo. Il Lewis è menzionato nei catechismi dei massoni speculativi in Inghilterra a partire dal XVIII secolo, quando era detto che denotasse Forza ed era raffigurato in una loggia massonica come un “cramp” di metallo connesso ad incastro in una pietra.

I catechismi definiscono il dovere di un Lewis come:

Portare il pesante fardello dei suoi anziani genitori, in modo da rendere la fine dei loro giorni felice e confortevole.”

I catechismi definiscono anche il suo privilegio nel fare questo come:

Essere fatto massone prima di ogni altra persona, per quanto avente dignità per nascita, grado o ricchezza, a meno che per compiacenza non rinunci a questo privilegio.”

Da questi antichi catechismi derivano i riferimenti nei moderni rituali. Nelle moderne logge speculative, oltre ad essere raffigurato sulla tracing board, un lewis viene spesso mostrato inserito in un perfect ashlar sospeso ad un treppiede. Il perfect ashlar viene solitamente sollevato dalla sua base quando la loggia è aperta e rimesso sulla sua base quando la loggia è chiusa, a significare rispettivamente che la loggia ha iniziato il lavoro o che ha cessato il lavoro e sta andando al rinfresco.

Un Anacronismo

Nelle logge operative scozzesi dei tempi antichi, se un apprendista che prestava servizio di apprendistato non riusciva a completare la sua formazione pratica e non riusciva a superare le prove, allora non poteva essere registrato nei libri come Apprendista Iscritto. Di conseguenza era liberato dal suo vincolo contrattuale e da allora in poi era descritto nell’antica lingua scozzese come un “lowsance”, che a volte veniva scritto erroneamente come “lousance”. La parola scozzese significava “libertà dalla servitù”, cioè “liberty” (libertà), che fu derivata dal verbo “lowse”, che ha una pronuncia a metà tra le parole “loose” e “louse” in Inglese. “Lowse” significa “perdere”, “disgiogare” o “riscattare”.

Nell’uso comune era consuetudine usare il verbo “lowse” al posto del più lungo sostantivo “lowsance”. Un lowsance non era precluso da tutti i lavori in pietra ma, come il “cowan” o “dry-stone diker” in Scozia, non gli era permesso di essere impegnato in compiti che richiedessero abilità speciali, né gli era permesso di partecipare a qualsiasi lavoro cerimoniale limitato a coloro che avevano la “Parola di Massone”. Un curioso errore di trascrizione che pretende di descrivere un Lewis appare nell'”Harris MS n.1″ che risale alla seconda metà del diciassettesimo secolo in cui la ripetizione delle “charges” a un libero muratore dice:

Non creerai alcuno stampo, squadra o regolo per nessuno che sia un Lewis; un Lewis è qualcuno che ha servito un apprendistato presso un massone ma non è stato poi ammesso, secondo questo modo e consuetudine di creare massoni.”

Chiaramente il “Lewis” riportato in questo manoscritto si intendeva essere letto come “Lowse”, ma era stato confuso dal relatore che probabilmente non era a conoscenza del fatto che in Scozia il verbo “lowse” era comunemente usato al posto del sostantivo “lowsance”.

Un Lewis Anglosassone

Sebbene “Lewis” non fu usato in Inghilterra in un contesto massonico fino al 1738, la parola si è evoluta nella lingua anglosassone con un utilizzo molto simile, molti secoli prima. La Gran Bretagna è rinomata per i suoi interessanti toponimi, le cui origini ed evoluzione illustrano la derivazione, la diversità e la ricchezza della lingua inglese. Sono stati scritti innumerevoli articoli sull’argomento, inclusa una vasta serie chiamata “Notes and Queries” che include un articolo su Lewisham, un sobborgo di Londra a sud del Tamigi. Il nome significa letteralmente la “casa di Lewis”, che deriva dall’antico inglese “ham” che significa “casa”, da cui deriva anche “hamlet”. È registrato nella “Charter of Ethelbert” datata 862, che Lewisham era allora conosciuto come “Liofshema mearc” che significa il “luogo di Liofshema”, che deriva dall’Inglese Antico “mearc” che significa un confine o un limite. Questo Ethelbert non era il re del Kent del sesto secolo che divenne il primo sovrano cristiano dell’Inghilterra anglosassone, ma il figlio del re Ethelwulf che divenne re Ethelbert I d’Inghilterra quando suo padre morì nell’858. Poiché “Liof” o “leof” significa “caro” e “sunu, suma o shema” significa “figlio”, il nome “Liofshema” significa letteralmente “caro figlio”. Nel XVII secolo il luogo era chiamato “Lews’am”, da cui il nome attuale si è evoluto attraverso cambiamenti di etimologia. Così “Lewis” si è evoluto attraverso l’inglese antico significando “caro figlio”, allo stesso tempo arrivava dal latino e dal francese e denotava il “figlio di un massone”.

Capitolo XXIV del libro “The Square And Compasses” Autore WM Don Falconer PM, PDGDC.

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