QUADRATI MAGICI E PIANETI

QUADRATI MAGICI E PIANETI

Considerazioni Generali

Si definisce Quadrato Magico uno schema numerico in forma di matrice quadrata di N×N caselle, in cui la somma dei numeri su ciascuna riga, ciascuna colonna e ciascuna delle due diagonali dà sempre lo stesso valore, detto costante o soluzione del quadrato. Le caselle della matrice vengono dette anche case. Il Quadrato è detto canonico o regolare se contiene nelle sue case tutti e soli i numeri da 1 a N²; in tal caso la costante è univoca ed è determinabile tramite la seguente formula matematica:

C=(N³+N)/2

Per esempio, nel caso dell’ordine 3, abbiamo:

C =(3³ + 3) /2 = (27 + 3) /2 = 30/2 = 15.

Il numero N di righe o colonne di un quadrato magico viene chiamato “Ordine del Quadrato Magico”, mentre la somma costante C di qualsiasi riga o colonna o diagonale, viene chiamata “Costante Magica”.

Dato l’ordine N di un quadrato magico, la costante magica C si può ricavare con la formula:

C = [N x (N² + 1)] /2

Per esempio, nel caso dell’ordine 3, abbiamo:

C = [3 x (3² + 1)] /2 = [3 x (9 + 1)] /2 = (3 x 10) /2 = 30/2 = 15.

Per i normali quadrati magici di ordine n = 3, 4, 5, 6, 7 e 8, le costanti magici sono, rispettivamente: C = 15, 34, 65, 111, 175, e 260.

Il quadrato magico 1×1, con una sola cella contenente il numero 1, è detto “banale”, perché tipicamente non viene preso in considerazione quando si discutono i quadrati magici; ma è effettivamente un quadrato magico per definizione, se consideriamo una singola cella come un quadrato di ordine uno.

I normali quadrati magici di tutte le dimensioni possono essere costruiti ad eccezione di 2×2 (cioè, dove l’ordine n= 2). Alcuni esempi:

Quadrati magici di ordine 1, 3, 4 e 5.

Alcune trasformazioni che preservano la proprietà magica:

– Ciascun quadrato magico rimane magico se ruotato di 90°, 180° o 270° gradi, oppure se viene riflesso rispetto all’asse orizzontale, verticale e a ciascuna delle sue diagonali.

– Un quadrato magico rimane magico quando i suoi numeri sono moltiplicati per qualsiasi numero fisso k e avrà come costante magica kC(n)

Nell’esempio seguente gli elementi del quadrato di sinistra (C(4)=34) sono stati raddoppiati nel quadrato di destra (C(4)=68):

– Se aggiungiamo o sottraiamo la stessa quantità q a ciascun numero di un quadrato magico, otteniamo di nuovo un quadrato magico. Un quadrato magico normale a cui abbiamo aggiunto o sottratto q ha costante magica C(n)+nq o C(n)-nq.

Nell’esempio seguente a ogni elemento del quadrato magico normale di sinistra è stato aggiunto q=3 e quindi la costante magica del quadrato di sinistra risulta C(4)=34+4×3=46

Un quadrato magico rimane magico quando i suoi numeri vengono aggiunti o sottratti da qualsiasi numero fisso. In particolare, se ogni elemento in un quadrato magico normale viene sottratto da n² + 1, otteniamo il complemento del quadrato originale. Nell’esempio seguente, gli elementi del quadrato 4×4 a sinistra (C(4)=34) vengono sottratti da 17 (4²+1) per ottenere il complemento del quadrato a destra (C(4)=34)

Altre trasformazioni a questo (Link)

Oltre ai quadrati semplicemente magici, ne esistono di altre categorie e varietà, ad esempio:

Quadrato semi-magico quando le sue righe e colonne si sommano per dare la costante magica.

Quadrato magico semplice quando le sue righe, colonne e due diagonali si sommano per dare una costante magica e non di più. Sono anche conosciuti come quadrati magici ordinari o quadrati magici normali.

Quadrati etero magici: quadrati che si comportano esattamente al contrario rispetto a quelli magici: la somma di righe, colonne e diagonali deve essere sempre diversa.

Quadrati antimagici: quadrati etero-magici con un importante vincolo in più: la somma costruita su righe, colonne e diagonali deve dare una sequenza di numeri consecutivi.

Inoltre, eliminando il vincolo che i numeri contenuti nel quadrato siano consecutivi e partano da 1, si possono avere ulteriori varianti sul tema:

Quadrati magici moltiplicativi: quadrati magici rispetto alla moltiplicazione anziché rispetto all’addizione.

Quadrati magici additivi-moltiplicativi: quadrati magici sia rispetto all’addizione che alla moltiplicazione.

Quadrati magici di numeri primi: quadrati composti esclusivamente da numeri primi.

Quadrato magico autocomplementare quando è un quadrato magico che, se completato (cioè ogni numero sottratto da n² + 1) darà una versione ruotata o riflessa del quadrato magico originale.

Quadrato magico associativo è un quadrato magico per il quale la somma di ogni coppia di numeri simmetricamente opposti al centro ha stesso valore. Per un quadrato n×n, riempito con i numeri da 1 a n², questa somma comune deve essere n² + 1. Questi quadrati sono anche chiamati quadrati regmatici o quadrati magici simmetrici. I quadrati magici associativi non esistono per i quadrati di ordine pari singolarmente. Tutti i quadrati magici associativi sono anche quadrati magici autocomplementari.

Quadrato ultra magico quando è sia quadrato magico associativo che pandiagonale. Il quadrato ultra magico esiste solo per ordini n ≥ 5.

Quadrato magico delimitato è un quadrato magico che rimane magico quando le righe e le colonne sul bordo esterno vengono rimosse. Sono anche chiamati quadrati magici con bordi concentrici se la rimozione di un bordo di un quadrato dà successivamente un altro quadrato magico con bordi più piccoli. Il quadrato magico delimitato non esiste per l’ordine 4.

Quadrato magico composito quando è un quadrato magico creato “moltiplicando” (in un certo senso) quadrati magici più piccoli, in modo tale che l’ordine del quadrato magico composto sia un multiplo dell’ordine dei quadrati più piccoli. Tali quadrati di solito possono essere suddivisi in sottoquadrati magici più piccoli non sovrapposti.

Quadrato magico intarsiato (Inlaid) quando è un quadrato magico all’interno del quale è incorporato un sottoquadrato magico, indipendentemente dalla tecnica di costruzione. I sotto-quadrati magici incorporati sono essi stessi indicati come intarsi (inlays).

Quadrato Magico Perfettissimo quando è un quadrato magico pandiagonale con due ulteriori proprietà (i) ogni sottoquadrato 2×2 viene aggiunto a 1/k della costante magica dove n = 4k e (ii) tutte le coppie di numeri interi distanti n/2 lungo qualsiasi diagonale (maggiore o spezzata) sono complementari (cioè si sommano a n² + 1). La prima proprietà è denominata compattezza, mentre la seconda proprietà è denominata completezza. I quadrati magici più perfetti esistono solo per i quadrati di ordine doppiamente pari. Anche tutti i quadrati pandiagonali di ordine 4 sono perfettissimi.

Quadrato multimagico o satanico, quei quadrati che mantengono le loro proprietà anche se i numeri che li compongono vengono elevati a potenza. Così, un quadrato magico è bimagico se è 2-multimagico, trimagico se è 3-multimagico e così via.

Quadrati magici pandigonali, detti anche panmagici o Nasik o Diabolici, cui la costante si ottiene anche sulle diagonali spezzate. Ad esempio, il Quadrato Magico di Dürer fornisce la costante anche con le quattro caselle d’angolo, con i quattro quadranti di 2×2 caselle, con il piccolo quadrato centrale ed anche su alcune delle diagonali spezzate.

Lungi dall’essere una pura curiosità matematica, il Quadrato Magico ha rappresentato sin dai tempi più antichi un carattere simbolico ed iniziatico, come è suggerito dall’aggettivo stesso che lo definisce, “magico”. I Quadrati erano noti già presso i Cinesi nei primi secoli dopo Cristo, insieme a tutta un’altra serie di figure “magiche”, come cerchi e cubi. Il più semplice quadrato magico, quello di ordine 3, era chiamato Lo-Shu ed era tenuto in gran venerazione.

Su questo Quadrato si basa il “KI delle 9 Stelle”, ossia la Numerologia Cinese, è anche alla base dell’antica astrologia del Feng Shui , della scuola di Xuan Kong Fei Xing, così come dell’I-Ching.

I quadrati magici erano noti anche in India e in Persia e giunsero in Europa relativamente tardi attraverso la mediazione araba; il grande matematico Thābit ibn Qurra, attivo a Baghdad, ne parlò all’inizio del IX secolo. Una lista di quadrati magici di ordine da 3 a 9 fu fornita intorno al 990 nelle “Rasa`il”, un repertorio di epistole di carattere enciclopedico e ispirazione neoplatonica compilato da un gruppo di eruditi arabi di Bassora noto con il nome di “Ikhwan al-safa” (“fratelli di purità”). Il luogo di trasmissione dal mondo arabo all’Europa sembra essere stato la Spagna, visto che il filosofo ed astrologo ebreo Abraham ben Meir ibn Ezra (ca. 1090-1167), che visse a Granada e tradusse molte opere dall’arabo in ebraico, ne parla nelle sue opere di numerologia. Egli viaggiò molto in Italia, e potrebbe essere stato uno dei primi pionieri dell’introduzione dei quadrati magici in Europa. Il primo riferimento ai quadrati magici nel mondo bizantino lo ha fornito il retore e grammatico Manuel Moschopoulos che compilò un trattatello su di essi intorno al 1315, ma pare che l’influenza nella sua epoca sia stata minima, poiché l’opera andò persa e fu ritrovata a Parigi e tradotta dal geometra francese Philippe de la Hire solo all’inizio del Settecento. L’opera di Moschopoulos è importante perché per la prima volta sono esposti alcuni metodi per la costruzione dei quadrati magici di ordine dispari e di ordine pari purché multiplo di 4. Alcuni cenni ai quadrati magici si trovano nel manoscritto numero 2433, in lingua greca, datato giugno-agosto 1339 e conservato alla Biblioteca Universitaria di Bologna, che contiene i quadrati di ordine 6 e di ordine 9 (quadrati del Sole e della Luna).

Quadrati magici del Sole e della Luna, nel manoscritto 2433 del giugno-agosto 1339

La vera riscoperta dei quadrati magici in Europa è avvenuta però nel Quattrocento, con la nascita in Italia del Neoplatonismo rinascimentale. La caduta dell’Impero d’Oriente nel 1452 portò all’arrivo delle opere di Platone e dei neoplatonici, nuovamente rivelate all’Occidente tramite i manoscritti greci portati da Bisanzio. Il neoplatonismo rinascimentale ebbe il suo centro a Firenze, di cui il suo più alto esponente fu Marsilio Ficino, e si trattò di un aggregato di dottrine platoniche, neoplatoniche e di altri occultismi filosofici arcaici, come il “Corpus Hermeticum” attribuito al mitico Ermete Trismegisto, o l’Astrologia.

A questo ermetismo si associò poco dopo, l’assimilazione della Kabbalah e delle tecniche numerologiche e combinatorie del misticismo ebraico, che vennero introdotte nella sintesi rinascimentale da Giovanni Pico della Mirandola, sinceramente convinto della possibile convivenza delle sue idee con il cristianesimo. La cacciata degli ebrei dalla Spagna nel 1492 diede poi nuovo vigore agli studi cabalistici in tutta Europa; nacque così la figura del mago rinascimentale, una figura d’elevata dignità, dotata di poteri d’intervento sul mondo mediante la conoscenza di saperi occulti derivanti dall’antico passato.

Le correnti numerologiche sfociarono in una rinascita degli studi matematici, persino in persone lontane da tentazioni occultistiche, come il molto concreto frate Luca Pacioli, che tuttavia chiamò “divina” la proporzione fra due lunghezze disuguali, delle quali la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la somma delle due. Non sorprende pertanto che egli si sia occupato di quadrati magici, nel suo manoscritto del “De viribus quantitatis”, redatto prima del 1510, nei problemi 90-96 ha scritto: “De li numeri in forma quadrata disposti secondo lastronomi figure deli pianeti cioe ch’per lato et diametri sempre fanno tanto, dove 3 a 9. si trovano quelli di ordine da 3 a 9.” Si deve notare come il Pacioli abbia associato i diversi quadrati magici ai sette pianeti astrologici allora conosciuti, secondo una tradizione già iniziata prima del loro arrivo in Europa. I quadrati magici di ordine 3 sino al 9, descritti come strumenti per attirare le influenze dei pianeti a scopi, appunto, di magia, si trovano in numerosi manoscritti a partire dal XV secolo. Tra i più noti, il “Liber de Angelis”, un testo di magia “angelica” che si trova contenuto in un manoscritto (Cambridge University Library, MS Dd.xi.45) eseguito attorno al 1440 e che riprende, con qualche variante, il testo di “De septem quadraturis planetarum seu quadrati magici”, un manuale di magia tramite le immagini planetarie, contenuto nel “Codex 793” della Biblioteca Jagellonica. I quadrati con ordini compresi tra 3 e 9 si supponevano essere le immagini proprie dei pianeti, nonché dei loro angeli tutelari, e in quanto tali dotati di particolari virtù magiche. Potevano dunque essere utilizzati per costruire talismani: ad esempio, le loro incisioni su placche d’oro o d’argento venivano impiegate come rimedi, dalla peste al mal d’amore. Un vero e proprio mago rinascimentale è stato invece il medico, algebrista, inventore e astrologo milanese Girolamo Cardano, a dimostrazione della grande influenza del pensiero magico sugli intellettuali del tempo.

Il movimento di pensiero maturato in Italia si diffuse oltre le Alpi, soprattutto tra coloro che avevano avuto modo di soggiornare nel nostro paese. Tra di essi vi fu l’avventuroso intellettuale e mago Cornelio Agrippa di Nettesheim (1486-1535). La sua opera più celebre, il “De Occulta Philosophia”, che circolò in manoscritto a partire dal 1510, è una vera e propria summa delle conoscenze indispensabili al mago rinascimentale, fortemente influenzata dal neoplatonismo, dall’Astrologia e dalla Kabbalah. L’opera fu scritta con la revisione del dotto abate Tritemio (Johann Heidenberg), poliglotta, esoterista e crittografo, del quale era stato allievo. Per Agrippa, la matematica è arte magica per eccellenza: “Così, quando un mago è versato nella filosofia naturale e nella matematica e conosce le scienze che ne derivano, l’aritmetica, la musica, la geometria, l’ottica, l’astronomia e quelle che si esercitano a mezzo di pesi, di misure, di proporzioni, di giunzioni, nonché la meccanica, che è la risultante di tutte queste discipline, può compiere cose meravigliose che stupiscono gli uomini più colti“.

Tuttavia nel manoscritto del 1510 non compaiono i quadrati magici, che saranno inseriti solo più tardi, nel lungo periodo di revisione dell’opera che precedette l’edizione a stampa del 1533. Nel frattempo Agrippa aveva viaggiato molto, in Inghilterra, in Francia, nei Paesi Bassi e in Italia, dove studiò la tradizione ermetica e la Kabbalah con maestri che si consideravano eredi di Ficino e di Pico. È assai probabile che Agrippa e Pacioli si siano incontrati a Bologna nel 1507, durante il primo viaggio in Italia del tedesco. Non è escluso che da questi contatti possa aver maturato la scelta di inserire i quadrati magici nell’opera a stampa.

Cornelio Agrippa li descrisse in gran dettaglio nell’edizione del 1533 del libro II del suo “Filosofia Occulta”, dedicato alla magia celeste, definendoli “tavole sacre dei pianeti e dotate di grandi virtù, poiché rappresentano la ragione divina, o forma dei numeri celesti“. Secondo Cornelio Agrippa il quadrato magico di ordine 1 simboleggia l’unità e l’eternità, il quadrato magico di ordine 2 non esiste e pertanto indica l’imperfezione dei quattro Elementi, mentre i sette quadrati magici degli ordini da 3 a 9 rappresentano i sette pianeti allora conosciuti; la numerazione è stata assegnata rispettando l’ordine della sequenza planetaria nel sistema magico caldeo. Di ogni quadrato magico, Agrippa ha fornito la descrizione in chiave planetaria, secondo il seguente schema:

Quadrato Magico di Saturno: Ordine 3

Quadrato Magico di Giove: Ordine 4

Quadrato Magico di Marte: Ordine 5

Quadrato Magico del Sole: Ordine 6

Quadrato Magico di Venere: Ordine 7

Quadrato Magico di Mercurio: Ordine 8

Quadrato Magico della Luna: Ordine 9

Durante il Rinascimento fu forte il connubio con l’Arte e numerosi artisti inserirono nelle loro opere quadrati magici di ordine diverso; incisioni o rappresentazioni su tela a cui i quadrati davano un alone di simbolismo e misticismo, rendendo l’opera stessa un enigma da decifrare.

L’uso decorativo-simbolico dei Quadrati Magici lo ritroviamo negli affreschi di ville rinascimentali, in opere d’arte (come la celebre acquaforte “Melencolia I” di Albrecht Dürer) o in opere architettoniche.

QUADRATI MAGICI E PIANETII quadrati planetari si diffusero nell’Europa settentrionale alla fine del XV secolo. Ad esempio, il manoscritto di Cracovia del “Picatrix” mostra quadrati magici di ordine da 3 a 9. La stessa serie di quadrati del manoscritto di Cracovia appare in seguito negli scritti di Paracelso in “Archidoxa Magica” (1567), sebbene in forma molto confusa. Lo stesso insieme di quadrati fornito da Agrippa riappare nel 1539 in “Practica Arithmetice” di Girolamo Cardano, dove spiega la costruzione dei quadrati di ordine dispari usando il “metodo del diamante”, che fu poi riprodotto da Bachet. In Germania, trattati matematici sui quadrati magici furono scritti nel 1544 da Michael Stifel in “Arithmetica Integra”, che riscoprì i Quadrati Delimitati, e Adam Riese, che riscoprì il metodo di numerazione continua per costruire quadrati di ordine dispari pubblicato da Agrippa. Tuttavia, a causa degli sconvolgimenti religiosi di quel tempo, questi lavori restarono sconosciuti al resto d’Europa. La tradizione dei quadrati planetari fu continuata nel XVII secolo da Athanasius Kircher in “Oedipi Aegyptici” (1653). Il secolo dei Lumi relegò progressivamente i quadrati magici al ruolo di oggetti matematici, e infine di curiosità matematiche.

QUADRATI MAGICI NELL’OCCULTISMO

Quadrati magici di ordine da 3 a 9, assegnati ai sette pianeti e descritti come mezzi per attirare l’influenza dei pianeti e dei loro angeli (o demoni) durante le pratiche magiche, possono essere trovati in diversi manoscritti in tutta Europa a partire almeno dal 15° secolo. Tra i più noti, il “Liber de Angelis”, un manuale magico scritto intorno al 1440, è incluso nella Cambridge Univ. Lib. MS Dd.xi.45. Il testo del “Liber de Angelis” è molto vicino a quello del “De septem quadraturis planetarum seu quadrati magici“, altro manuale di magia dell’immagine planetaria contenuto nel “Codex 793” della Biblioteka Jagiellońska. Le operazioni magiche comportano l’incisione del quadrato appropriato su una lastra realizzata con il metallo assegnato al pianeta corrispondente, così come l’esecuzione di una varietà di rituali. Ad esempio, il quadrato 3×3, che appartiene a Saturno, deve essere inscritto su una lastra di piombo. In particolare, aiuterà le donne durante un parto difficile.

Intorno al 1510 Heinrich Cornelius Agrippa scrisse “De Occulta Philosophia“, attingendo alle opere ermetiche e magiche di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola. Nella sua edizione del 1533, espose le virtù magiche dei sette quadrati magici degli ordini da 3 a 9, ciascuno associato a uno dei pianeti astrologici, più o meno allo stesso modo dei testi più antichi. Questo libro è stato molto influente in tutta Europa fino alla controriforma, e i quadrati magici di Agrippa, a volte chiamati kamea, continuano ad essere usati all’interno della moderna magia cerimoniale più o meno allo stesso modo in cui egli li ha per primo prescritti.

L’uso più comune di questi kamea è quello di fornire uno schema su cui costruire i sigilli di spiriti, angeli o demoni; le lettere del nome dell’entità vengono convertite in numeri e le linee vengono tracciate attraverso lo schema che questi numeri successivi formano sul kamea.

La derivazione del sigillo di Hagiel, l’intelligenza planetaria di Venere, disegnata sul quadrato magico di Venere. Ogni lettera ebraica fornisce un valore numerico, fornendo i vertici del sigillo.

In un contesto magico, il termine quadrato magico viene applicato anche ad una varietà di quadrati di parole o quadrati di numeri che si trovano nei grimori magici, inclusi alcuni che non seguono alcun modello ovvio e persino quelli con un numero diverso di righe e colonne. Sono generalmente destinati all’uso come talismani. Ad esempio i seguenti quadrati sono: il quadrato del Sator, uno dei quadrati magici più famosi che si trovano in numerosi grimori tra cui la “Chiave di Salomone“; un quadrato “per vincere l’invidia”, dal “Libro del potere“; e due quadrati dal “Libro della sacra magia del mago Abramelin“, il primo per far apparire l’illusione di un superbo palazzo, e il secondo per essere indossato sulla testa di un bambino durante un’invocazione angelica:

QUADRATI MAGICI E PIANETI

QUADRATI MAGICI E PIANETIQUADRATO MAGICO DI SATURNO

Questa tavola Inciso su un disco di piombo con l’immagine di Saturno glorioso, facilita i parti, rende l’uomo sicuro e possente e fa ottenere dai principi quanto si chieda. Ma se è dedicata a Saturno infortuniato, è contraria agli edifici e ai campi, fa decadere dagli onori e dalle dignità, fomenta le liti e i disordini, fa disperdere le armate.” Heinrich Cornelius Agrippa, “De occulta filosofia” libro 2, capitolo XXII.

Il Quadrato Magico di Saturno è quadrato magico di ordine 3 con costante magica 15. Come talismano può essere inciso su una lamina di piombo oppure vergato con inchiostro di colore nero o grigio.

Interpretazione Cabalistica

Anche nelle pratiche cabalistiche degli Ebrei questo schema elementare era tenuto in grande considerazione. In particolare, è possibile sostituire alle cifre le corrispondenti lettere dell’alfabeto ebraico, ottenendo così un quadrato letterale con la stessa valenza simbolica. Leggendo le quattro lettere d’angolo (B-D-U-H) i cabalisti ottengono la parola “Beduh”; essi sostengono che questo termine era inciso sull’anello di Salomone e che ha un elevato potere di protezione e di scongiuro. Alcuni lo considerano uno dei nomi della divinità.

Il Lac-Thu o Lo-Shu

Con il nome di Lac-Thu o Lo-Shu era conosciuto sin dai tempi più antichi presso i Cinesi.

Una delle tante leggende che lo riguardano, narra che nel 2800 a.C. avvenne lo straripamento del fiume “Lo” che causò una grande alluvione. La popolazione cominciò ad offrire dei sacrifici al dio del fiume affinché la sua ira si placasse. Dopo ogni sacrificio dal fiume usciva una tartaruga che passava accanto ai sacrifici senza degnarli di uno sguardo, nonostante ciò la piena non si fermava. Fu un bambino ad accorgersi che la tartaruga aveva sul guscio inciso lo schema del Lo-Shu. Lo Shu aveva parlato ed il numero 15 era la chiave del messaggio. Il dio del fiume gli stava dicendo che il 15 doveva essere il numero di sacrifici animali necessario per placare la sua collera. Questo sembrava essere il “desiderio” del saggio fiume e loro avrebbero dovuto esaudirlo. Il nonno diede un bacio in fronte al ragazzo ed, insieme agli altri anziani, cominciò i preparativi per la cerimonia sacrificale. A quel punto il ragazzo scoppiò in lacrime. “State sbagliando tutto, non è questo quello che vuole Lo Shu”, gridò verso gli anziani. “Lo Shu non vuole i vostri sacrifici, i vostri animali legati e lasciati lì a morire; per questo si è adirato, non per altro. L’ho visto nei suoi occhi quando la sua zampa era rimasta intrappolata dagli arbusti. Lui, con le sue acque ci dà la vita, non vuole morti inutili e stupide. Ci sta dicendo che Lui è un fiume e come tale, vuole potersi “gonfiare e “ritirare” a suo piacimento, senza doversi preoccupare dei nostri raccolti. Ci sta dicendo di proteggerli i nostri raccolti e di non dare a lui la responsabilità delle distruzioni, ma alla nostra testardaggine ed ignoranza, al nostro poco rispetto del suo essere Fiume. Ci consiglia di ergere, a protezione delle coltivazioni, difese alte, nell’ordine di 15 unità. Questo è il suo messaggio“.

Alcuni anziani cominciarono ad inveire contro il ragazzo, allora il nonno cominciò ad agitare minacciosamente il suo vecchio bastone verso di loro e … “Guai a voi“, tuonò. “Lo Shu ha parlato e lo ha fatto al ragazzo, non a noi. A lui ha permesso di essere avvicinato, a lui ha dato il messaggio, a lui ha permesso di interpretarlo. Faremo quello che il figlio del fiume ci dice“.

L’argine fu eretto, di 15 unità, così come Lo Shu, la saggia tartaruga del fiume, aveva calcolato.

Il fiume continuò a “gonfiarsi”, ma gli straripamenti avvenivano solo dove l’argine non era stato eretto, dove non c’erano coltivazioni o abitazioni, dove la forza dello Lo shu poteva liberarsi e scaricarsi come la sua natura esigeva. Da allora il villaggio poté godere dei frutti delle coltivazioni e nessun animale venne più sacrificato. Cominciò una nuova epoca, ricca e felice. E il ragazzo? Il figlio del fiume fu celebrato come meritava e ovunque fu incisa la sua effige, quella scacchiera magica che aveva salvato gli abitanti del villaggio.

Secondo un’antica leggenda cinese, si dice che il primo quadrato magico sia stato trovato sul dorso di una tartaruga e questa storia è la prima documentazione scritta di un quadrato magico.

La tartaruga che emerse dal fiume aveva un insolito motivo 3 x 3 sul suo guscio che in seguito divenne la base del “Lo-Shu Square”, una griglia matematica in cui la somma dei numeri di ogni riga, colonna o diagonale è la stessa. Indipendentemente dalla direzione in cui si considerano i numeri, orizzontale, verticale o diagonale, la loro somma porta sempre a 15.
“Lo” è il nome del fiume e “Shu” significa libro, testo o pergamena, quindi il nome può essere tradotto come “Lo Scritto del fiume Lo”.

Il numero 15 è considerato un numero potente perché corrisponde al numero di giorni in ciascuno dei 24 cicli dell’anno solare cinese. In altre parole, è il numero di giorni nel ciclo della luna nuova fino alla luna piena.
Il “Lo (Luo) Shu Square”, a volte chiamato il Magic Square, è anche alla base dell’antica astrologia del Feng Shui , della scuola di Xuan Kong Fei Xing, così come dell’I-Ching.
Come si vede dall’immagine, nel “Lo Shu Square” il numero 5 è al centro, con numeri dispari e pari che si alternano alla sua periferia.

I quattro numeri pari – 2,4,6,8 – sono ai quattro angoli del quadrato, mentre i cinque dispari – 1,3,5,7,9 – formano una croce al centro, intorno al numero 5 (wu) che richiama i 5 elementi che, secondo la tradizione, compongono l’universo (acqua, metallo, legno, fuoco e terra).
I numeri dispari, simboli di luce, trasportano l’energia Yang, e i numeri pari, simboli di ombra, quella Yin, quindi nel “Lo Shu Square” i numeri Yin e Yang si alternano attorno al suo numero centrale 5.
I numeri nel “Lo Shu Square” sono un’espressione di energie specifiche e a loro vengono attribuite proprietà specifiche.
Ad esempio, il numero 9 (
jiu) suona come la parola eternità. Gli antichi cinesi consideravano il 9 l’ultimo numero degli uomini dal momento che i numeri dal 10 in poi appartenevano al cielo. Per questo il nove fu in età imperiale un numero ad uso esclusivo dell’imperatore: le stanze della città proibita (la residenza dell’Imperatore a Pechino) sono proprio 9.999, mentre il numero 1 (yi) rappresenta l’onore, la leadership e lo sviluppo permanente.
La numerologia cinese trova infatti le sue radici nella tradizione taoista ed è chiaramente spiegata nel Classico dei Mutamenti, I Ching o Yi Jing (
易經 Yìjīng), un antico testo di divinazione cinese e il più antico del classici cinesi, uno dei 5 classici confuciani su cui si basa la cultura tradizionale cinese.
Tradizione che considera appunto i numeri dispari simboli di luce e uomo (yang) e i numeri pari di ombra e femmina (yin).
La configurazione del “Lo Shu Square” era considerata comunque simbolo di armonia ed era un modello importante per il tempo e lo spazio e serviva da base per la pianificazione della città, la progettazione di tombe e di templi. Il quadrato magico è stato usato per designare gli spazi di importanza politica e religiosa.

QUADRATI MAGICI E PIANETIIl quadrato magico Lo Shu sul retro di una piccola tartaruga (al centro), circondata dai segni dello zodiaco cinese e dagli otto trigrammi, tutti portati da una grande tartaruga (che, presumibilmente, rappresenta il cavallo del Drago che in precedenza aveva rivelato i trigrammi di Fu Xi). Disegnato da un anonimo artista tibetano.

LA SWASTICA

HA-DO e LAC-THU (Lo-Shu) questi due diagrammi contengono l’antica percezione dell’universo e riuniscono l’antica tradizione taoista del I-Ching con quella buddista nel Simbolo della Swastica.

Lac-Thu

La leggenda vuole che quando il re Dai Vu governava l’acqua, una grande tartaruga apparve sul fiume Lac (Lo). Sul dorso della tartaruga vi era un motivo che formava un’immagine, chiamato “Lac Thu”(Lo Shu). La figura si presenta così:

Da questo diagramma otteniamo una matrice 3×3 come segue:

La somma delle cifre su colonne verticali, orizzontali o diagonali dà sempre 15, la Costante Magica.

Ha-Do

Tradizionalmente, Fuxi è considerato l’ideatore dell’I-Ching, opera che è attribuita alla sua lettura della Mappa He (o Mappa del Fiume Giallo). Secondo questa tradizione, Fuxi fece rivelare la disposizione dei trigrammi dell’I Ching nei segni sul dorso di un mitico cavallo drago emerso dal fiume Luo. Questa disposizione precede la compilazione dell’I Ching durante la dinastia Zhou. Si dice che questa scoperta sia stata l’origine della calligrafia. Ecco il diagramma Ha-Do di Fu Xi:

Sia nell’Ha Do che nel Lac Thu, i numeri con punti bianchi (1,3,5,7,9) sono considerati positivi, i numeri con punti neri (2,4,6,8,10) sono considerati negativi.

Tai Chi

All’interno dell’Ha Do si nasconde il simbolo del Tai Chi nella sua forma più primitiva, ottenuta unendo i punti neri e i punti bianchi contenuti all’interno dell’Ha Do.

Questo tipo di forma del Tai Chi era usata dagli antichi, ad esempio il disegno registrato da Lai Tri Duc nel 1599:

Swastica

Nell’Ha Do (figura sotto) vediamo la possibilità di accoppiare le cifre secondo le loro caratteristiche energetiche Yin e Yang, la parte inferiore con la coppia di punti 1 e 6 (1-6), la parte superiore la coppia di punti 2 e 7 (2 -7), la parte sinistra la coppia di punti 3 e 8 (3-8), la parte destra la coppia di punti 4 e 9 (4-9).

Dall’immagine sopra del Lac Thu, prendendo 5 come centro e quindi collegando le coppie di numeri come indicate nell’Ha Do (1-6), (2-7), (3-8), (4-9) otterremo questo tracciato:

In cui è visibilmente riconoscibile il simbolo della Swastica.

Sostituendo nella figura sopra le cifre pari con il simbolo dell’I-Ching e le dispari con la Swastica otteniamo un diagramma che riunisce le due principali scuole del pensiero filosofico orientale.

Approfondimento: Swastika

Quadrati Magici non canonici

Come affermato in precedenza il quadrato è detto canonico o regolare se contiene nelle sue case tutti e soli i numeri da 1 a N² quindi possiamo definire più rigorosamente un Quadrato Magico come una matrice quadrata di numeri interi positivi da 1 a n² tale che la somma degli n numeri in ciascuna riga, colonna e diagonale principale sia sempre lo stesso numero, chiamato costante di magia. Escludendo rotazioni e riflessioni, del quadrato magico di ordine 3 [C(3)=15] è possibile una sola configurazione. Esistono comunque svariati quadrati che pur non rispettando queste condizioni forniscono una costante magica ma non possiamo definirli Canonici o Regolari. Un esempio è questo quadrato di ordine 3 con costante magica 9.

Ed anche questo quadrato magico formato solamente da numeri primi con una costante magica C=111.

QUADRATO MAGICO DI GIOVE

Inciso su una lamina d’argento con l’immagine di Giove possente e dominante da’ le ricchezze, il favore, l’amore, la pace e la Concordia, e assicura gli onori e le dignità. Inciso sul corallo, impedisce i malefici”. Heinrich Cornelius Agrippa, “De occulta filosofia” libro 2, capitolo XXII.

Il Quadrato Magico di Giove è un quadrato di ordine 4 con costante magica 34. Come talismano può essere inciso su Argento o Stagno oppure vergato con inchiostro di colore blu o porpora.

Questo quadrato fornisce la costante magica 34 oltre che con la somma delle colonne, delle righe e delle due diagonali anche con le quattro caselle d’angolo, con la somma delle cifre opposte sulla cornice esterna (9+5+12+8; 14+15+2+3), con i quattro sotto-quadranti di 2×2 caselle, con il quadrato centrale ed anche su due delle diagonali spezzate.

Diagonali Spezzate

Le diagonali spezzate corrono parallele alle diagonali principali o secondarie e vengono visualizzate ciclicamente. Quindi, se si esce dal quadrato da un’estremità, la diagonale continua sul lato opposto.

Quanto segue si applica alle diagonali spezzate che corrono verso l’alto:

10+16+7+1=34

3+9+14+8=34

6+4+11+13=34

e anche per le diagonali spezzate verso il basso:

8+2+9+15=34

13+7+4+10=34

12+14+5+3=34

Ci sono 48 quadrati magici pandiagonali di ordine 4 in totale.

Bernard Frénicle de Bessy (1605-1665), matematico francese amico di Cartesio e di Pierre de Fermat, nel 1663 calcolò il numero dei quadrati magici perfetti del quarto ordine: 880, con somma costante 34, su righe, colonne e diagonali.

Quadrato Magico di Albrecht Dürer

QUADRATI MAGICI E PIANETIQuesto sopra è il famoso quadrato magico 4×4 che Albrecht Dürer (1471 – 1528) immortalò nel 1514 nella sua incisione Melencolia I, si crede essere il primo visto nell’arte europea.

L’Acquaforte contiene, strani oggetti, simboli appartenenti al mondo dell’alchimia e della matematica. Una figura alata, assorta nei suoi pensieri, si trova circondata da oggetti propri del mondo alchemico, una bilancia, un cane scheletrico, attrezzi da falegname, una clessidra, un putto, una campana, un coltello, una scala a 7 pioli (7 sono le operazioni per giungere alla pietra filosofale), il famoso quadrato magico…. e dove un compasso (preso stranamente per una punta), il tetraedro troncato e la sfera rappresentano la base matematica dell’arte del costruire.

Questo quadrato magico è molto complesso e matematicamente interessante.

QUADRATI MAGICI E PIANETIIl Quadrato di Dürer ha le seguenti proprietà:

È un quadrato magico simmetrico.

Proprietà di simmetria normale dei quadrati magici 4 per 4:

La somma dei numeri nelle righe verticali o orizzontali è sempre 34.

La somma delle due diagonali centrali è 34 ciascuna.

La somma dei quattro campi d’angolo e dei quattro campi centrali è 34 ciascuno.

La somma dei quattro campi del bordo centrale opposti è 34 es: {5+9+8+12}; {3+2+15+14}.

Ulteriori proprietà di simmetria del quadrato di Dürer:

La somma delle due diagonali spezzate al centro è 34 ciascuna es: {3+5+12+14} {2+8+9+15}.

La somma degli elementi dei quattro quadranti è 34 ciascuno.

La somma dei quattro campi, ciascuno dei quali è sfalsato di 1 o 2 in senso orario dai quattro campi d’angolo, è 34 es:{8+14+9+3}; {12+15+5+2}.

La somma dei primi due numeri di una riga (es. la prima) e degli ultimi due della riga speculare (es. l’ultima) risulta 34. Ciò vale anche per le colonne es:{16+3+14+1}; {3+10+7+14}.

I numeri nelle due righe o colonne centrali in ordine a zigzag si sommano fino a 34. Lo stesso vale anche per le due righe o colonne esterne es:{3+11+6+14}; {9+10+7+8}; {16+8+9+1}.

La somma di ciascuna coppia di numeri simmetrica rispetto al punto centrale è 17 [se si prende un numero ai 4 angoli e lo si somma con il numero a lui opposto si ottiene 17, proprio come i numeri opposti ai lati e nel quadrante centrale (15+2, 14+3, 12+5, 9+8, 6+11, 10+7)]. Ciò corrisponde al terzo modello Dudeney.

QUADRATI MAGICI E PIANETIIl quadrato contiene inoltre due Easter eggs. Al centro dell’ultima riga le due cifre 15 e 14 formano l’anno 1514, anno in cui Dürer eseguì l’incisione. All’inizio dell’ultima riga c’è un 4, alla fine un 1. Identificando questi numeri con le corrispondenti lettere dell’alfabeto, si ottiene D e A, il monogramma dell’artista (Dürer Albrecht).

Quadrato Magico di Subirachs

Il Quadrato Magico di ordine 4 sulla facciata della Sagrada Familia, a Barcellona”

La facciata della Passione della Sagrada Família* a Barcellona, ideata da Antoni Gaudí (1852-1926) e progettata dallo scultore Josep Subirachs (1927–2014) presenta un quadrato 4×4 , lo si può ammirare a fianco della scultura che rappresenta il bacio di Giuda.

QUADRATI MAGICI E PIANETIIl Quadrato di Subirachis è un quadrato detto Banale in quanto include delle cifre ripetute, i numeri 14 e 10, infatti, compaiono duplicati, rispettivamente nella prima e nella terza riga del quadrato, 12 e 16 sono invece assenti. Questo fa si che la costante magica sia 33, cifra tradizionalmente associata all’età di Gesù Cristo al momento della sua morte.

L’intera cattedrale trabocca di simbolismi ed è stato perciò ipotizzato che nel quadrato della Sagrada Familia ci sia un ulteriore mistero nascosto. Sommando i numeri che si ripetono e guardando la loro corrispondenza nell’alfabeto romano, si ottengano le iniziali INRI, l’acronimo che significa Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum (Gesù di Nazareth, re degli ebrei), l’acronimo posto sulla croce di Gesù.
I numeri che compaiono due volte sono infatti 10 e 14 e la loro somma è 10+10+14+14 = 48.
Ma 48 è anche la somma delle lettere della parola INRI (nell’alfabeto latino).
INRI = 9+13+17+9 = 48.

Questa è solamente una teoria ma può essere giustificata dal fatto che esistono diversi esempi di quadrati magici 4×4 non banali che mostrano la costante magica desiderata di 33 e quindi la scelta della ripetizione dei numeri 14 e 10 potrebbe non essere stata casuale.

*(La Sagrada Família, nome completo in lingua catalana Temple Expiatori de la Sagrada Família (Tempio espiatorio della Sacra Famiglia) di Barcellona, Catalogna (Spagna) è il capolavoro di Antoni Gaudí, architetto catalano, definito l’architetto di Dio. Nel 1866 nacque l’Associació Espiritual de Devots de Sant Josep (Associazione spirituale dei devoti di San Giuseppe), con l’intento di promuovere la fabbricazione di un tempio dedicato alla Sacra Famiglia. Tramite le donazioni che riceveva, l’associazione comprò il terreno su cui ora sorge la chiesa nel 1881 e in seguito si apprestò alla costruzione. L’incarico fu affidato ad Antoni Gaudí nel 1884. Egli lavorò al progetto e seguì i lavori di costruzione per oltre 40 anni, dedicando completamente a questa impresa gli ultimi 15 della sua vita. Dal 1940 gli architetti Francesco Quintana, Puig Boada, e Lluis Gari hanno portato avanti i lavori. Le sculture di J. Busquets e del controverso ma possente Josep Subirachs decorano le fantastiche facciate).

QUADRATO MAGICO DI MARTE

Inciso su un disco di ferro o su una spada con l’immagine di Marte fortunato, rende l’uomo temibile in guerra, saggio nei giudizi, felice nel chiedere, terribile agli avversari, vincitore dei propri nemici e Inciso su una corniola, arresta le emorragie e le mestruazioni. Inciso su un disco di rame rosso, con l’immagine di Marte infortunato, è malefica agli edifici, fa decadere dagli onori e dalle dignità e perdere le ricchezze; causa le discordie, le liti, gli odi e le antipatie degli uomini e delle bestie; tiene lontane le api i colombi e i pesci; impedisce ai mulini di vorticare; rende disgraziate le cacce e le battaglie e sterili gli uomini”. Heinrich Cornelius Agrippa, “De occulta filosofia” libro 2, capitolo XXII.

Il Quadrato Magico di Marte è un quadrato magico di ordine 5 con costante magica 65. Come talismano può essere impresso su Ferro oppure vergato con inchiostro di colore Rosso o Grigio.

Tabula Martis” “De occulta filosofia“.

Solo grazie al computer nel 1973 si riuscì a determinare il numero dei quadrati magici di ordine 5, essi sono almeno 275.305.224 (limite inferiore calcolato da Richard Schroeppel).

QUADRATO DEL SATOR

Un particolare quadrato magico di 5×5 caselle molto famoso è il quadrato magico del Sator. Esso è conosciuto dall’antichità, i più antichi esemplari sono stati ritrovati in scavi archeologici risalenti ai primi tre secoli dopo Cristo. Successivamente appare in moltissime chiese, cattedrali e conventi ed anche in abitazioni private e luoghi pubblici. Il significato di questa enigmatica iscrizione ha affascinato molti ricercatori. Ho dedicato un’ampia dissertazione su questo argomento che è possibile esaminare a questo Link.

QUADRATO MAGICO DEL SOLE

Inciso su una placca d’oro con l’immagine del Sole trionfante, rende chi la porti seco glorioso, amabile, piacevole, suscettibile di ottenere quanto desideri, simile ai re e ai principi. Ma se l’immagine rappresenta un Sole infortunato, vale a rendere tiranni, superbi, ambiziosi, incontentabili e a procacciare una cattiva fine”. Heinrich Cornelius Agrippa, “De occulta filosofia” libro 2, capitolo XXII.

Il Quadrato Magico del Sole è un quadrato magico di ordine 6 con costante magica 111. Come talismano può essere inciso su Oro oppure vergato con inchiostro di colore Oro, Giallo o Arancione.

111 è un numero rettangolare 3×37=111, il prodotto del secondo e del dodicesimo numero primo. È il sesto numero ennagonale. È un numero palindromo. È la costante del più piccolo quadrato magico 3×3 formato da nove numeri incorruttibili che non si possono scomporre in fattori, il quadrato è composto di otto numeri primi, il nono numero è l’origine dei numeri primi, l’Uno.

Il Quadrato Magico 111 con solo Numeri Primi

Il numero 111 è la costante di un quadrato magico 6×6 noto come il quadrato del Sole, con i numeri interi da 1 a 36. I numeri che compongono il quadrato sono quelli dell’8° numero triangolare, in definitiva 8 ∆ (triangolare) nel 6 (quadrato) .

Il Quadrato Magico 111 del Sole con 36 Numeri

I numeri sono disposti in modo tale che la somma di ogni riga, colonna o diagonale sia sempre 111, quindi la somma di tutte le sei righe o tutte le sei colonne rimanda al numero 666. Il 111 è il simbolo della Triplice Divinità, la Triade. Il 111 è uno dei numeri più sacri dell’Antico Egitto, citato in ventitré papiri. È il valore della parola ebraica Aleph, che indica la prima lettera dell’alfabeto fenicio ed ebraico, composta di tre lettere e si scrive: Aleph “1”, Lamed “30”, Phe’ “80”, sommando, 1+30+80 = 111. Anche la prima lettera dell’alfabeto islamico Alif ha gli stessi valori numerici: A “1”, Lam”30”, Fa “80”, sommando 1+30+80=111.

Poiché A è numericamente 1, il numero 111 è un’altra forma per indicare la divinità. Alef significa “insegnare”, infatti “Alefkha Chokmah” significa “T’insegnerò la sapienza” (Giacobbe 33,33). È la promessa fatta da Dio di insegnarci la sapienza superiore. Il nome Alef sottolinea l’importanza dello studio della verità esoterica che secondo il pensiero ebraico è il più nobile che l’essere umano possa compiere.

Il pitmene di 111 è 1+1+1=3, che rappresenta il Triangolo divino.

Fonte (Link)

Non è noto il numero preciso dei quadrati magici di ordine 6, anche se molti sono impegnati nella sua determinazione. Secondo alcune indagini, il loro numero è nell’ordine di (1,7745 ± 0.0016) × 10¹⁹. Resta comunque insoluto il problema più generale di trovare la regola che permetta di determinare il numero di quadrati magici di ordine n.

QUADRATO MAGICO DI VENERE

Quando Venere è in una posizione favorevole, scavata su un piatto d’argento, questa tavoletta porta armonia, risolve le controversie, procura l’amore delle donne perché il suo proprietario, favorisce il concepimento, allontana la sterilità, dà forza nelle opere d’amore, dissolve ogni magia, crea pace tra l’uomo e la donna, crea grande fertilità tra gli animali di ogni specie (…). È utile anche contro tutte le malattie malinconiche, ti rende felice e, se portato con te, ti fa viaggiare felice. Ma se è Inciso su rame con l’immagine di Venere infortunata, produce effetti affatto contrari”. Heinrich Cornelius Agrippa, “De occulta filosofia” libro 2, capitolo XXII.

Il Quadrato Magico di Venere è un quadrato magico di ordine 7 con costante magica 175. Come talismano può essere inciso su Argento oppure vergato con inchiostro di colore Verde o Rosa.

Nelle foto sopra si può vedere un talismano di Venere risalente al 16° secolo esposto nel Museo della Farmacia dell’Università di Basilea. Al tempo tali talismani erano venduti come rimedi e come protezioni da vari mali che potevano affliggere il malcapitato. Ai giorni nostri, dopo sei secoli, questo tipo di commercio è ancora fiorente.

Nelle foto sotto si può notare come il talismano contenga alcuni kamea provenienti dalle tavole di Agrippa.

(Cliccare sulle foto per ingrandirle)

QUADRATO MAGICO DI MERCURIO

Inciso su un disco di argento o di stagno o di rame giallo, o scritta su pergamena vergine, con l’immagine di Mercurio fortunato, rende chi la porta amabile e felice, gli fa ottenere quanto vuole, lo fa guadagnare, combatte la povertà, dà la memoria l’intelligenza e il dono della profezia, fa conoscere mercé i sogni, le cose nascoste. Con un Mercurio infortuniato produce invece effetti assolutamente opposti.” Heinrich Cornelius Agrippa, “De occulta filosofia” libro 2, capitolo XXII.

Il Quadrato Magico di Mercurio è un quadrato magico di ordine 8 con costante magica 260. Come talismano può essere inciso su Argento, Stagno o Leghe metalliche, oppure vergato con inchiostro di colore Giallo o Arancione.

Quadrato Magico di Benjamin Franklin

QUADRATI MAGICI E PIANETIBenjamin Franklin (1706–1790) è stato un genio poliedrico ed uno dei Padri fondatori degli Stati Uniti, dove svolse l’attività di scrittore, giornalista, autore, pubblicista, editore, tipografo, attivista, diplomatico, scienziato e politico. Franklin si divertiva con la matematica. Da giovane segretario della Pennsylvania si annoiava durante i dibattiti e spesso venne colto mentre costruiva quelli che chiamava i suoi quadrati magici. In una lettera pubblicata nel 1769, commentando un libro sui quadrati magici, scrisse: “Quando ero più giovane mi sono divertito ad inventare questo tipo di quadrati magici e, alla lunga, avevo acquisito una tale abilità, da poter riempire con una serie di numeri le celle di qualsiasi quadrato di grandezza ragionevole, con la stessa velocità con cui riuscivo a scriverli, non bastandomi questi, che mi parevano facili e banali, mi ero dato compiti più difficili ed ero riuscito a realizzare altri quadrati magici, con una varietà di proprietà che li rendevano molto più curiosi“.

Il quadrato di Franklin è un quadrato magico imperfetto di ordine 8 (8×8) con costante magica C(n) uguale a 260. E’ un quadrato imperfetto in quanto la somma delle due diagonali è 228 per la prima e 292 per la seconda, poiché Franklin ha sacrificato le diagonali intere in favore delle Diagonali Mezze, in pratica, la costante magica 260 è anche la somma dei numeri presi iniziando una diagonale, arrivando al centro e poi tornando indietro lungo l’altra diagonale.

Questo quadrato ha tali e tante proprietà che in molti, anche matematici famosi, hanno cercato di scoprirle tutte, soprattutto si sono sfidati nel cercare di capire se Franklin avesse adottato un algoritmo logico per la costruzione del suo quadrato. Un metodo, non semplicissimo.

Ecco alcuni esempi delle numerose proprietà di questo quadrato magico:

QUADRATO MAGICO DELLA LUNA

Inciso sull’argento con l’immagine della Luna fortunata, rende chi la porta grazioso, amabile, dolce, gaio, onorato e sventa ogni malizia e ogni cattiva volontà. Di più dà la sicurezza nei viaggi, accresce i beni di fortuna e la salute corporale e tiene lontani i nemici e tutto quanto può essere nocivo. Inciso invece sul piombo con l’immagine della Luna infortuniata e sotterrata in un luogo qualsiasi, rende disgraziati coloro che vi dimorano ed è infausta egualmente alle navi, alle sorgenti, ai fiumi e molini, nonché agli uomini contro cui sia preparata con i dovuti riti, che sono costretti ad allontanarsi dalla loro dimora e dalla loro patria, sotterrandola in qualche luogo della loro casa; ed impedisce i medici e gli oratori e intralcia nel loro ufficio tutti quelli contro cui sia stata fabbricata.” Heinrich Cornelius Agrippa, “De occulta filosofia” libro 2, capitolo XXII.

Il Quadrato Magico della Luna è un quadrato magico di ordine 9 con costante magica 369. Come talismano può essere inciso su Argento oppure vergato con inchiostro di colore Argento, Grigio, Bianco, Azzurro. Una particolarità in questo quadrato è la colonna centrale che accoglie tutte le cifre che terminano con 1, osservando bene vi è uno schema ripetuto, infatti tutte le altre colonne che seguono o precedono hanno una predominanza di numeri che terminano con la stessa cifra (es. nella colonna seguente tutti i numeri eccetto uno terminano con la cifra 2). Inoltre la diagonale maggiore di destra contiene tutte cifre consecutive da 37 a 45, oltre a questa molte diagonali e mezze diagonali mostrano sequenze consecutive (es. da 29 a 35 o da 21 a 25 o ancora da 47 a 53).

Il Quadrato Magico Di Villa Albani

Nella Villa Albani di Roma è presente un quadrato magico di ordine 9 inciso sul marmo, sopra il quale è posta la scritta “QVADRATUS MAXIMVS”. Sotto al quadrato è riportata una descrizione in latino, con il nome dell’autore e l’anno di composizione (1766).

La “costante magica”, cioè la somma dei numeri di tutte le righe, colonne e diagonali maggiori è 369.

QUADRATI MAGICI DI ORDINE SUPERIORE AL 9

Quadrato di Benjamin Franklin di ordine 16”

Esistono naturalmente una moltitudine di quadrati di ordine superiore al nono, tra i tanti ne cito due che ritengo significativi.

Quadrato Magico di Benjamin Franklin di Ordine 16

Franklin attorno ai quarant’anni inventò un quadrato magico. In una sola sera compose un incredibile quadrato 16×16 che, a suo dire, era “Il più magicamente magico di tutti i quadrati magici mai realizzati da un mago“. Si tratta di un quadrato magico imperfetto di ordine 16 con costante magica C(n) uguale a 2056. E’ un quadrato imperfetto in quanto la somma delle due diagonali è 1928 per la prima e 2184 per la seconda. Franklin ha sacrificato le diagonali intere in favore delle mezze diagonali.

Panquadrato di Adriano Graziotti

QUADRATI MAGICI E PIANETIIl più grande quadrato magico esistente è il “quadrato magico dei vampiri” o “Panquadrato” del pittore e scultore italiano Ugo Adriano Graziotti, entrato nel Guinness dei primati del 1989.

E’ un quadrato magico di ordine 64 che comprende tutti i numeri naturali da 1 a 4096, la cui costante magica è:

C(64) = ½ ∙ 64(64²+1) = 32 ∙ 4097=131.104 (numero interessante che richiama il Numero Cosmico 311.040.000.000.000)

Oltre a risultare dalla somma dei numeri delle righe, colonne e diagonali, la costante magica 131104, è data anche dalla somma dei numeri che compongono le raffigurazioni simmetricamente distribuite nel quadrato: 4 labirinti, 4 semi-diagonali, 4 greche, 4 vampiri e i 2 bracci della croce centrale. Si ottengono cosi 18 “sotto-quadrati” aventi la stessa costante del quadrato principale.

QUADRATI MAGICI E PIANETIIl numero 87, nell’ultima casella in basso a destra, è la criptica firma dell’artista: infatti le iniziali “H” e “G” di Hadrianus Graziotti corrispondono rispettivamente all’ottava e settima lettera dell’alfabeto. Il numero accanto, 2736, è l’anno di esecuzione del quadrato secondo il calendario dell’antica Roma: esso è dato dalla somma di 1983, anno di composizione del lavoro, e 753 a. C, anno della fondazione dell’Urbe.

Approfondimento: I quadrati magici e il panquadrato di Adriano Graziotti (Link)

FIGURE MAGICHE

Anche se non direttamente collegate al tema trattato è doveroso presentare brevemente le altre figure magiche che esistono al pari dei quadrati e sono: i Triangoli, le Stelle e gli Esagoni Magici. Quello degli Esagoni Magici è un argomento che ho già esaminato nel testo ”Esagono magico”, in questo PDF “Figure magiche” potete trovare un’interessante approfondimento sulle altre figure magiche.

Esiste inoltre la categoria dei Quadrati Magici Latini, essi sono la base da cui si è sviluppata la branca della matematica chiamata Combinatoria. Una breve introduzione all’argomento in questi due PDF (latini) (combinatoria).

PROPRIETÀ NUMEROLOGICA DEI QUADRATI MAGICI

Applicando la Riduzione dei Numeri secondo la Numerologia Classica Occidentale ai quadrati magici è possibile osservare una sorprendente proprietà, essi mantengono una costante magica su righe, colonne e diagonali anche dopo questo tipo di operazione numerica. Il risultato, specialmente nel caso del Quadrato della Luna, è illuminante e spiega il perché vengano definiti magici.

La Riduzione consiste nel ridurre qualsiasi numero sommando le cifre che lo compongono fino ad arrivare a un valore valore compreso tra 1 e 9, ad esempio:

Numero 43568=4+3+5+6+8=26=2+6=8

Numero 1954=1+9+5+4=19=1+9=10=1+0=1

Applicando ai quadrati tale operazione otteniamo:

Nel caso del quadrato magico di Saturno non c’è nulla da ridurre in quanto le cifre sono tutte comprese tra 1 e 9. La Costante magica è 15, così otteniamo una “Costante magica ridotta” 6.

QUADRATI MAGICI E PIANETINel caso del quadrato magico di Giove otteniamo una Costante magica ridotta 7 nel modo illustrato nella foto.

QUADRATI MAGICI E PIANETINel caso del quadrato magico di Marte la Costante magica ridotta è 2.

QUADRATI MAGICI E PIANETINel caso del quadrato magico del Sole la Costante magica ridotta è 3.

QUADRATI MAGICI E PIANETINel caso del quadrato magico di Venere la Costante magica ridotta è 4.

QUADRATI MAGICI E PIANETINel caso del quadrato magico di Mercurio la Costante magica ridotta è 8 (sulle diagonali si inizia già a cogliere uno schema di ripetizione che si paleserà nel quadrato successivo).

QUADRATI MAGICI E PIANETIIl quadrato magico della Luna ha una Costante magica ridotta 9. In questo caso osservando le diagonali, sia maggiori che minori, che mostrano sequenze consecutive in un senso e ripetizioni della stessa cifra nell’altro senso, chi conosce la “matematica del 3 del 6 e del 9” può comprendere la magicità celata in questa costruzione.

MISTERO DELLE LETTERE E DEI NUMERI ROVESCIATI

QUADRATI MAGICI E PIANETICome si può notare sopra in alcuni quadrati magici, specialmente se utilizzati in sigilli magici, il numero 5 viene rovesciato, a volte tutte le cifre in cui compare il 5 vengono anche rovesciate (es. 15,25,35,ecc). Forse il caso più noto di questa inversione è quello del quadrato magico del Dürer.

QUADRATI MAGICI E PIANETIOsservando però con attenzione l’incisione si può scorgere un 6 al disotto del 5 come se l’artista avesse voluto correggere un errore, la silhouette del cinque segue quindi la forma del 6 risultando così tracciato in una maniera tanto particolare da sembrare capovolto. Osservando con attenzione anche nei due quadrati all’inizio del paragrafo la grafia del carattere di stampa del cinque è talmente particolare da sembrare apparentemente rovesciata, ma potrebbe benissimo anche essere un normale cinque.

Inoltre nei quadrati di Agrippa non vi è traccia dell’inversione del cinque. Se fosse stato un particolare rilevante non l’avrebbe di certo omesso.

QUADRATI MAGICI E PIANETIÈ mia opinione che il “cinque rovesciato” sia una malintesa interpretazione di un particolare carattere di stampa che nel tempo si sia consolidata in una tradizione grafica “esoterica” presente tutt’oggi.

Inoltre in alcune versioni del Sator, specialmente presenti in chiese francesi di origine templare, abbiamo le lettere “S” e “N” scritte in modo speculare, cioè al contrario.

Sul significato di questi caratteri rovesciati sono state prodotte svariate teorie (Link), ma anche qui credo si tratti di malintese interpretazioni. In quanto nei quadrati più antichi, risalenti ai primi secoli dopo Cristo, ritrovati a Pompei, a Cirencester in Inghilterra e negli scavi di Dura-Europos in Siria non vi è traccia di questa inversione dei due caratteri. È una particolarità riscontrabile solo in chiese di probabile origine templare. Il simbolismo templare è carico di significati nascosti, quasi mai l’immagine raffigurata ha un significato esplicito se non ad un iniziato. Anche in questo caso è mia opinione che l’inversione sia un modo di avvertire il ricercatore di fare attenzione al simbolo rappresentato poiché vi è un significato occulto in esso contenuto che va oltre la consolidata interpretazione.

Nel saggio “Propositi su Esoterismo e Simboli”, Schwaller de Lubicz scrive: “La crittografia e il rebus nella composizione di un testo sacro hanno lo scopo di risvegliare l’attenzione del lettore e di guidarlo verso il carattere esoterico. Bisogna essere preparati per coglierlo, vederlo o intenderlo. Questa preparazione non é un sapere, ma un potere e non può acquisirsi che grazie allo sforzo della persona stessa, con un combattimento contro i suoi ostacoli e una vittoria sulla sua natura animale umana”.

CONCLUSIONI

Se avete letto il testo delSATOR PROIETTORE DI FORMEvi è esposta la teoria di come il quadrato magico sia uno strumento per Creare la Forma in armonia con le Leggi del Logos. Di queste leggi, o modi, abbiamo uno “schema” o “modello” (blueprint) contenuto negli archetipi della mente archetipica; l’entità Ra dichiara:

13.13 Interrogante: La galassia nella quale ci troviamo è stata creata dall’intelligenza infinita o è stata creata da una porzione individualizzata dell’intelligenza infinita?

RA: Io sono Ra. La galassia e tutte le altre realtà materiali di cui siete consapevoli sono prodotti di porzioni individualizzate dell’infinito intelligente. Ogni volta che è iniziata una nuova esplorazione, essa ha trovato, a sua volta, la propria focalizzazione e diventa Co-Creatrice. Utilizzando l’infinito intelligente, ciascuna porzione ha creato un universo e così, permettendo ai ritmi della libera scelta di scorrere, giocando con l’infinito spettro di possibilità, ciascuna porzione individualizzata ha canalizzato l’amore/luce in quella che voi potreste chiamare Energia Intelligente, creando in tal modo le cosiddette leggi naturali di ogni specifico universo.

Ogni universo, a sua volta, si è individualizzato in una focalizzazione diventando, a sua volta, co-Creatore e, permettendo ulteriore diversità, ha così creato ulteriori energie intelligenti che regolarizzano o causano che leggi naturali appaiano nei modelli vibrazionali di ciò che voi chiamereste un sistema solare. Quindi, ogni sistema solare ha il proprio, diciamo, locale coordinato sistema di leggi naturali illusorie. È da comprendere che qualsiasi porzione, non importa quanto piccola, di qualsiasi densità o illusorio modello contiene, come in un’immagine olografica, l’Uno Creatore che è Infinito. Così tutto comincia e finisce nel mistero.

77.11 Interrogante: Grazie. Vorrei tornare al piano di questo Logos per la sua Creazione ed esaminare la base filosofica che è la fondazione per ciò che è stato creato in questa creazione locale e la filosofia del “piano per l’esperienza”. Presumo di avere ragione nell’affermare che la fondazione per questo, come abbiamo affermato molte volte in precedenza, è la prima distorsione. Dopo di che, qual era il piano in senso filosofico?
Ra: Io sono Ra. Non possiamo rispondere a causa di una parte necessaria della tua domanda che è stata omessa; cioè, parliamo di questo particolare Logos?
77.12 Interrogante: Questo è corretto. Sto chiedendo riguardo a questo particolare Logos, il nostro sole, nel creare l’esperienza del suo sistema planetario e di quei sub-Logoi di esso.
Ra: Io sono Ra. Questa domanda ha sostanza. Inizieremo con l’osservazione di una serie di complessi concettuali che conosci come i tarocchi.
La filosofia era quella di creare un fondamento, prima della mente, poi del corpo e poi del complesso spirituale. Quei complessi concettuali che chiamate tarocchi si trovano quindi in tre gruppi di sette: il ciclo mentale, da uno a sette; il ciclo del complesso fisico, da otto a quattordici; il ciclo del complesso spirituale, da quindici a ventuno. L’ultimo complesso concettuale può essere meglio definito: “La Scelta” (The Choice) .

Sulle fondamenta della trasformazione di ciascun complesso, con il libero arbitrio guidato dai concetti fondamentali offerti in questi cicli, il Logos ha offerto a questa densità l’architettura di base di una costruzione ed edificazione e sintesi di dati culminanti nella “Scelta”.

91.36 Intervistatore: Allora stai dicendo che, se ho ragione nel capire ciò che hai appena detto, che la mente cosciente può essere riempita con un numero quasi infinito di concetti ma c’è un set di concetti di base che sono ciò io definirei importante semplicemente perché sono le fondamenta per l’evoluzione della coscienza e, se accuratamente applicati, accelereranno l’evoluzione di coscienza, laddove la vasta schiera di concetti, idee, esperienze che incontriamo nelle nostre vite quotidiane può avere poca o nessuna incidenza sull’evoluzione della coscienza, se non in modo molto indiretto. In altre parole, quello che stiamo tentando di fare qui è trovare i grandi motivatori dell’evoluzione e utilizzarli per muoverci attraverso il nostro sentiero evolutivo. È corretto?

Ra: Io sono Ra. Non interamente. Gli archetipi non sono il fondamento per l’evoluzione spirituale, ma piuttosto sono lo strumento per comprendere in maniera non-distorta la natura di questa evoluzione.

91.37 Interrogante: Così per un individuo che desidera consapevolmente aumentare la propria evoluzione, una capacità di riconoscere e utilizzare gli archetipi sarebbe utile nel classificare quello che desiderava cercare e quello che ha trovato- e quello che quindi sarebbe ritenuto non altrettanto efficiente come strumento di ricerca. Sarebbe una buona dichiarazione?

Ra: Io sono Ra. Questa è un’affermazione abbastanza adeguata. Il termine “efficiente” potrebbe anche essere fruttuosamente sostituito dal termine “non-distorto”. La mente archetipica, quando penetrata lucidamente, è uno schema della “struttura edificata” di tutti i dispendi energetici e di tutte le ricerche, senza distorsioni. Questa, come risorsa all’interno della mente profonda, è di grande potenziale aiuto per l’adepto.

93.14 Interrogante: Allora l’adepto, nell’acquisire familiarità con l’archetipo del Logos in ogni circostanza, sarebbe poi capace di utilizzare nel modo più efficiente il piano per l’evoluzione del Logos. È corretto?

Ra: Io sono Ra. Nella mente archetipica si ha la risorsa non specificamente di un piano per l’evoluzione, ma piuttosto un modello (blueprint) o architettura della natura dell’evoluzione. Questa può sembrare una piccola distinzione, ma ha significanza nel percepire più chiaramente l’uso di questa risorsa della mente profonda”.

Nel testo “ALFABETI ARCHETIPI E FORMAZIONE DEL PENSIERO” viene illustrata la correlazione fra gli archetipi e il Linguaggio ebraico tramite il suo progenitore il Linguaggio Protosinaitico.

Vi è una forza insita nelle lettere che compongono gli alfabeti ebraico e sanscrito, Ra lo spiega chiaramente:

74.12 Interrogatore: Hai affermato che un lavoro di servizio agli altri ha il potenziale di allertare una grande massa di forza di luce. Potresti descrivere esattamente come funziona e quali sarebbero gli usi di questo?

Ra: Sono Ra. Ci sono complessi vibratori sonori che agiscono in modo molto simile alla composizione del telefono. Quando sono opportunamente fatti vibrare tramite l’accompagnamento della volontà e della concentrazione, è come se molti sui vostri piani metafisici o interiori ricevessero una chiamata telefonica. A questa chiamata rispondono con la loro attenzione al vostro lavoro.

74.13 Interrogatore: Ce ne sono molti di questi. Quelli più ovvi nella nostra società sono quelli usati nella chiesa piuttosto che quelli usati dall’adepto magico. Qual è la differenza nell’effetto di quelli usati, diciamo, nella chiesa, nelle nostre varie chiese e quegli incantesimi specificamente magici usati dall’adepto?

Ra: Sono Ra. Se tutti nelle vostre chiese fossero adepti consapevolmente pieni di volontà, di ricerca, di concentrazione, di conoscenza cosciente del chiamare, non ci sarebbe differenza. L’efficacia del chiamare è una funzione delle qualità magiche di coloro che chiamano; cioè il loro desiderio di cercare lo stato alterato di coscienza desiderato.

74.14 Interrogatore: Nella scelta di un rituale protettivo abbiamo finalmente concordato il Rituale di Messa al bando del Pentacolo Minore. Presumo che questi complessi di suoni vibratori siano del tipo di cui parli per allertare quelli sui piani interni. È corretto?

Ra: Sono Ra. Questo è corretto.

74.15 Interrogatore: Se avessimo costruito un nostro rituale con parole usate per la prima volta nella sequenza di protezione, quale sarebbe stato il valore relativo di questo rispetto al rituale che abbiamo scelto?

Ra: Sono Ra. Sarebbe minore. Nel costruire il rituale è bene studiare il corpo di lavori scritti che è disponibile poiché denominazioni di potere positivo o di servizio-agli-altri sono disponibili…

…74.17 Interrogatore: Presumo che la ragione per cui i rituali che sono stati usati in precedenza siano efficaci è che queste parole hanno costruito un’inclinazione (bias) nella coscienza di coloro che hanno lavorato in queste aree, in modo che coloro che sono della corrispondente distorsione della mente risponderanno all’impronta nella coscienza impressa da queste serie di parole. È corretto?

Ra: Sono Ra. Questo è, in larga misura, corretto. L’eccezione è la sonorità di alcune di ciò che voi chiamate Ebraico ed alcune di quelle che voi chiamate vocali sanscrite.

Questi complessi di vibrazione sonora hanno potere da prima del tempo e dello spazio e rappresentano configurazioni di luce che hanno costruito tutto ciò che esiste.

74.18 Interrogatore: Perché questi suoni hanno questa proprietà?

Ra: Sono Ra. La corrispondenza nel complesso vibratorio è matematica.

In questo momento abbiamo abbastanza energia trasferita per una domanda completa.

74.19 Interrogatore: In che modo gli utilizzatori di questi suoni, sanscrito ed ebraico, hanno determinato quali fossero questi suoni?

Ra: Sono Ra. Nel caso dell’ebraico quell’entità conosciuta come Yahweh aiutò questa conoscenza attraverso l’impressione sul materiale della codifica genetica che divenne il linguaggio, come voi lo chiamate.

Nel caso del sanscrito le vibrazioni sonore sono pure a causa dell’assenza di un antecedente, ciò che chiamate, alfabeto o denominazione di lettere. Così i complessi di vibrazione sonora sembravano “andare al loro posto” come provenissero dal Logos. Questo fu una situazione o processo più, diciamo, naturale o privo di aiuto.

75.26 Interrogatore: In una sessione precedente hai parlato del fatto che alcuni complessi di suoni vibratori ebraici e sanscriti sono potenti perché erano matematicamente correlati a ciò che fu la creazione. Potresti approfondire questa comprensione, per favore, su come sono collegati?

Ra: Sono Ra. Come abbiamo affermato in precedenza, il collegamento è matematico o quello del rapporto (ratio). Puoi considerarlo musicale. Ci sono quelli le cui attività del complesso della mente tenterebbero di risolvere questo rapporto matematico, ma nel presente la colorazione della vocale intonata fa parte della vibrazione che non può essere accuratamente misurata. Tuttavia, è equivalente ai tipi di rotazione delle vostre particelle di materiale primario.

75.27 Interrogatore: Se questi suoni vengono vibrati con precisione, allora quale effetto o uso avrebbero riguardo agli scopi dell’adepto?

Ra: Sono Ra. Puoi considerare il concetto di risonanza simpatica. “Quando alcuni suoni sono correttamente vibrati, la creazione canta”.

75.28 Interrogatore: Questi suoni, quindi, sarebbero di natura musicale in quanto vi sarebbe un arrangiamento musicale di molte vibrazioni sonore differenti, o questo si applicherebbe a una sola nota? O a quale si applicherebbe di più?

Ra: Sono Ra. Questa è una domanda a cui non è facile rispondere. In alcuni casi ha effetto solo la vocale intonata. In altri casi, in particolare le combinazioni sanscrite, la selezione di intervalli armonici è anche di natura risonante.

75.29 Interrogatore: Quindi l’adepto userebbe questa qualità risonante per diventare di più “Uno con la Creazione” e, quindi, conseguire il suo obiettivo in quel modo?

Ra: Sono Ra. Sarebbe forse più accurato affermare che in questa circostanza la Creazione diventa sempre più contenuta nel praticante. Il saldo della tua domanda è corretto”.

Il dottor Pisciuneri nel suo trattato su Pitagorismo e Sepher Yetzirah rafforza ulteriormente quanto affermato sopra:

Porfirio, parlando di Pitagora, dice che fu purificato e iniziato in Babilonia da Zar-adas, il capo del sacro collegio. Pitagora affermava che ciascuna lettera dell’alfabeto ha un suo grado di vibrazione, il quale produce un particolare suono che determina effetti su chi lo ascolta. Gli indù sostengono di aver ricevuto i caratteri sanscriti dai Deva (Dèi) e la scrittura fu chiamata Devanâgâri, la “lingua dei Deva”. Nello stesso modo la maggior parte delle nazioni antiche rivendicò un analogo privilegio per l’origine delle proprie lettere e della propria lingua. La Cabala denomina l’alfabeto ebraico “le lettere degli Angeli”, che furono comunicate ai Patriarchi, proprio come il Devanâgâri fu comunicato ai Rishi dai Deva. I Caldei trovarono le loro lettere tracciate nel cielo dalle “stelle e comete non ancora orbitanti”, afferma il Libro dei Numeri. La suddivisione nel Sepher Yetzirah delle lettere in tre classi di vocali, mute e sonore appare anche nei testi gnostici greci.

La Creazione, è pure, una sorta di spartito musicale per pronunciare i “suoni” (ossia le permutazioni dei suoni fondamentali) che Elohim ha usato per creare il suo mondo, così permettendo all’uomo che li ripeta correttamente di creare a sua volta altra vita. Il Sepher ci presenta una creazione armonica in cui Elohim crea usando le 22 lettere dalle cui diverse combinazioni ha origine il molteplice.

Lo Sepher Yetzirah afferma che nessun suono può essere prodotto senza la lingua, alla quale gli altri organi della parola semplicemente prestano assistenza. Quindi la formazione delle lettere è descritta come segue:

Con la punta della lingua e la gola

Tra le labbra e la punta della lingua

Al centro della lingua

Con la punta della lingua

Con la lingua, che viene appiattita e distesa, e con i denti.

Inoltre le lettere sono distinte dall’intensità del suono necessario a produrle, e di conseguenza sono divise tra:

Mute, non accompagnate da suono, come la Mem.

Sibilanti, come la Shin, che viene quindi chiamata “shin sibilante”.

Aspirate, come Aleph, che detiene una posizione tra mute e sibilanti, ed è designata come “Aleph ariosa, che mantiene equilibrio nel mezzo”.

Oltre queste tre lettere, che sono chiamate “madri”, si fa una distinzione tra sette lettere “doppie”, che hanno due suoni diversi secondo l’inflessione, e dodici lettere “semplici”, i rimanenti caratteri dell’alfabeto che rappresentano solo un suono ciascuno”.

Esistono svariati modi di approcciarsi allo studio della mente archetipica mediante gli archetipi. Tra i tanti su questo pianeta sono stati codificati tre sistemi di studio degli archetipi, che sono: L’Astrologia dei Caldei, i Tarocchi degli Egizi e lo studio dell’Albero della Vita della TRADIZIONE CABALISTICA Ebraica. Ra:

76.8 Interrogante: Gli insegnamenti di Ra si stavano concentrando sugli archetipi di questo Logos e sui metodi per conseguire un approccio molto prossimo alla configurazione archetipica? È corretto?

Ra: Io sono Ra. Questo è corretto senza essere vero. Noi di Ra siamo umili messaggeri della Legge dell’Uno. Cerchiamo di insegnare/imparare questa singola legge. Durante lo spazio/tempo dell’insegnamento/apprendimento egiziano abbiamo lavorato per portare il complesso della mente, il complesso del corpo e il complesso dello spirito in uno stato iniziatico in cui l’entità poteva contattare l’energia intelligente e così diventare insegnante/allievo egli stesso, cosicché la guarigione e i frutti dello studio potevano essere offerti a tutti. Lo studio delle radici della mente è una parte della vivificazione del complesso della mente e, come abbiamo notato, lo studio approfondito della parte delle radici della mente chiamata archetipica è una parte interessante e necessaria del processo nel suo insieme.

76.9 Interrogante: C’è, secondo l’opinione di Ra, qualche valore attuale per il riutilizzo dei tarocchi come aiuto nel processo evolutivo?

Ra: Io sono Ra. Ripeteremo le informazioni. È opportuno studiare in profondità una forma di costituita e organizzata distorsione della mente archetipica per arrivare alla posizione di poter divenire e sperimentare archetipi a volontà. Avete tre scelte di base. Potete scegliere l’astrologia, i dodici segni, come chiamate queste parti della rete energetica del vostro pianeta, e quelli che sono stati chiamati i dieci pianeti. Potete scegliere il tarocco con i suoi ventidue cosiddetti Arcani Maggiori. Potete scegliere lo studio del cosiddetto Albero della Vita con i suoi dieci Sephiroth e le ventidue relazioni tra le stazioni.

È bene indagare su ciascuna disciplina, non come un dilettante, ma come uno “che cerchi la pietra di paragone”, uno che “desidera sentire l’attrazione del magnete”. Uno di questi studi sarà più attraente per il cercatore. Lasciate quindi che il cercatore indaghi sulla mente archetipica usando, essenzialmente, una di queste tre discipline. Dopo un periodo di studio, la disciplina padroneggiata a sufficienza, il ricercatore può quindi completare il passaggio più importante: cioè il superamento di quanto scritto al fine di esprimere in una maniera unica la sua comprensione, se si può ancora perdonare il termine, della mente archetipica”.

QUADRATI MAGICI E PIANETIOsserviamo l’entità così com’è in relazione alla mente archetipica. Puoi considerare le possibilità di utilizzare le corrispondenze tra il mente/corpo/spirito nel microcosmo e il mente/corpo/spirito archetipico che si avvicina strettamente al Creatore. Ad esempio, nel vostro rituale eseguito per purificare questo luogo usate il termine “Ve Geburah”. È un’ipotesi corretta che questa sia una porzione o un aspetto dell’Uno Infinito Creatore. Tuttavia, ci sono varie corrispondenze con la mente archetipica che possono essere sempre più raffinate dall’adepto. “Ve Geburah” è la corrispondenza di Michele, di Marte, del positivo, della mascolinità. “Ve Gedulah” ha corrispondenze a Giove, alla femminilità, al negativo, a quella parte dell’Albero della Vita interessata ad Auriel.

Potremmo andare avanti con sempre più perfezionamenti di queste due voci nella mente archetipica. Potremmo discutere di corrispondenze cromatiche, relazioni con altri archetipi e così via. Questo è il lavoro dell’adepto, non dell’insegnante/allievo. Possiamo solo suggerire che esistono sistemi di studio che possono indirizzarsi agli aspetti della mente archetipica ed è bene sceglierne uno e studiare attentamente. È anche meglio se l’adepto va oltre ciò che è stato scritto e fa tali corrispondenze così che l’archetipo può essere invocato a volontà”.

Durante la cosiddetta Cattività babilonese vi fu una commistione fra la tradizione esoterica degli ebrei e la scienza iniziatica dei Magi di Babilonia con la loro numerologia ed astrologia. Da questa commistione di conoscenze esoteriche nacque la Kabbalah.

Il Sepher Yetzirah (Jetzirah) o Libro della Formazione, è un trattato Cabalistico molto antico, anche se la critica lo attribuisce al VI secolo, fu scritto a babilonia dal Rabbi Akiba, che fu il maestro e istruttore di Simeon Ben Iochai, detto il principe dei cabalisti e autore del Zohar. Franck afferma che lo Jetzirah fu scritto un secolo a.C. (“Die Kabbala”, 65).

Le opere misteriche cabaliste come il Siphrah Dzeniutha, il Sepher Yetzirah, lo Zohar di Simeon Ben Iochai si rifanno tutti a una tradizione o insegnamento primordiale. Gli Ebrei dopo la prima distruzione del Tempio furono portati a Babilonia tra i Caldei. A Babilonia il dotto scriba Esdra riscrisse il Pentateuco. Tutto ciò che gli Ebrei sapevano lo avevano ricevuto da popoli più vecchi di loro. “Essendo l’alfabeto ebraico andato perduto all’epoca della cattività di Babilonia, quando Esdra volle ricostituire il testo della Torah, si servì di una scrittura caldaica, o più esattamente assira, che è la scrittura ebraica detta quadrata, ancora oggi impiegata. Il nuovo alfabeto ebbe 22 lettere come l’antico, ma le corrispondenze furono modificate e divennero quelle che si ritrovano nel Sepher Yetzirah” (R. Guenon, “l’Archeometra”).

I magi caldei erano stati i loro maestri della dottrina segreta, e durante la cattività di Babilonia ne impararono gli insegnamenti metafisici e pratici. I Caldei erano i sapienti, i maghi di Babilonia, astrologhi e indovini. Il famoso Hillel, il precursore di Gesù nella filosofia e nell’etica, era un caldeo. Franck, nella sua “Kabbala”, fa notare la stretta somiglianza della “dottrina segreta” che si trova nell’Avesta e la metafisica religiosa dei Caldei.

Al Libro dei Numeri Caldeo si sono ispirati sia lo Sepher Yetzirah di Akiba, sia lo Zohar di Simeon Ben-Jochai.

Lo Zohar, è l’estratto delle più antiche dottrine orientali, trasmesse per la prima volta a voce, poi trascritte nei trattati indipendenti durante la prigionia a Babilonia e infine raccolte dal rabbino Simeon Ben Iochai, verso l’inizio del Era cristiana prima della seconda distruzione del tempio”.

Allo stesso modo la scienza iniziatica dei caldei influenzò anche i tarocchi della tradizione egizia; Ra:

76.6 Interrogante: Siamo spiacenti, abbiamo avuto un ritardo così lungo tra l’ultima sessione e questa. Non potevamo farne a meno credo. Potresti dirmi l’origine dei tarocchi?

Ra: Io sono Ra. L’origine di questo sistema di studio e divinazione è duplice: in primo luogo, c’è quell’influenza che, proveniente in modo distorto da coloro che erano sacerdoti che cercavano di insegnare la Legge dell’Uno in Egitto, diede Forma alla comprensione, se perdonate il termine improprio, di ciò che avevano ricevuto. Queste Forme furono poi trasformate in una parte regolare dell’apprendimento/insegnamento di un iniziato. La seconda influenza è quella di quelle entità delle terre che chiamate Ur, Caldea e Mesopotamia che, dall’antichità, avevano ricevuto, diciamo così, i dati per quello che chiamavano “avere a che fare con gli astri (heavens)”. Così troviamo che due metodi di divinazione vengono fusi in uno con risultati non uniformi; la, come la chiamate voi, Astrologia e la Forma vengono combinate insieme per suggerire quelle che potreste chiamare le “corrispondenze (correspondences)” che sono tipiche delle distorsioni che potreste intendere come tentativi di visualizzare gli archetipi.

76.7 Interrogante: Allora ho ragione nel ritenere che i sacerdoti in Egitto, nel tentativo di convertire la conoscenza che avevano ricevuto inizialmente da Ra in una simbologia comprensibile, abbiano costruito e avviato il concetto dei tarocchi? È corretto?

Ra: Io sono Ra. Questo è corretto con l’aggiunta dell’influenza sumera.

93.16 Interrogante: Ci sono altri usi del tutto di valore di queste immagini o carte dei tarocchi oltre a quello che ho appena dichiarato?

Ra: Io sono Ra. Allo studente, le immagini dei tarocchi offrono una risorsa per imparare/insegnare i processi di evoluzione. Per qualsiasi altra entità queste immagini sono figure e niente di più.

93.17 Intervistatore: Stavo specificamente pensando al fatto che Ra, in una seduta precedente, ha parlato dei tarocchi come un sistema di divinazione. Potresti dirmi cosa intendevi con questo?

Ra: Io sono Ra. Grazie all’influenza dei Caldei, il sistema di immagini archetipiche fu incorporato dai sacerdoti di quel periodo in un sistema di studio, apprendimento e divinazione astrologicamente basato. Questo non era un proposito per il quale Ra sviluppò i tarocchi.

…88.21Interrogante: Quando Ra ha cercato di insegnare agli egiziani il concetto del tarocco, fu utilizzato lo stesso processo, o uno diverso?

Ra: Io sono Ra. Lo stesso processo fu utilizzato. Tuttavia, coloro che erano insegnanti/studenti dopo di noi disegnarono da prima queste immagini al meglio delle loro capacità all’interno del luogo dell’iniziazione e successivamente iniziarono l’uso di quelle che chiamate “carte” recanti rappresentazioni di queste visualizzazioni.

88.22 Interrogante: Gli Arcani di Corte e gli Arcani Minori erano una parte degli insegnamenti di Ra o erano qualcosa che è venuto dopo?

Ra: Io sono Ra. Quelle carte di cui parli erano il prodotto dell’influenza di quelli di Caldea e Sumer.

88.23 Interrogante: Precedentemente (nella sessione 76) hai menzionato che i tarocchi erano un metodo di divinazione. Lo spiegheresti?

Ra: Io sono Ra. Dobbiamo prima separare i tarocchi come metodo di divinazione da questi Arcani Maggiori come rappresentativi dei ventidue archetipi della mente archetipica.

Il valore di ciò che chiamate astrologia è significativo se utilizzato da quelle entità iniziate che comprendono, se vorrete perdonare il termine improprio, le considerazioni a volte intricate della Legge della Confusione. Quando qualsiasi influenza planetaria entra nella rete energetica della vostra sfera, quelli sulla sfera sono mossi tanto quanto la luna che si sposta intorno alla vostra sfera, muove le acque sopra le vostre profondità. La vostra propria natura è acqua in quanto voi, come complessi mente/corpo/spirito, siete facilmente impressionati e mossi (moved). In effetti, questa è la fibra e la natura stessa del vostro viaggio e della vostra veglia in questa densità: non solo per essere mossi, ma per istruire voi stessi sul modo preferito del vostro movimento nella mente, nel corpo e nello spirito.

Pertanto, quando ogni entità entra nella rete energetica planetaria, ogni entità sperimenta due principali influssi planetari, quello del concepimento, che ha a che fare con la manifestazione fisica del raggio giallo dell’incarnazione, e quella del momento che chiamate nascita quando il respiro è attirato per la prima volta nel complesso del corpo chimico del raggio giallo. Così coloro che conoscono le stelle e le loro configurazioni ed influenze sono in grado di “vedere una mappa abbastanza dettagliata del paese attraverso il quale un’entità ha viaggiato, sta viaggiando, o ci si può aspettare che viaggi”, sia sul livello fisico, il livello mentale o il livello spirituale. Siffatta entità avrà sviluppato le abilità dell’iniziato che sono normalmente conosciute tra i vostri popoli come psichiche o paranormali.

Quando gli archetipi vengono mescolati nel mix di carte orientate astrologicamente che formano i cosiddetti Arcani di Corte e Arcani Minori, questi archetipi vengono magnetizzati dalle impressioni psichiche di chi lavora con le carte, e in questa maniera diventano strumenti di un collegamento tra il praticante di determinazioni e divinazioni astrologiche e colui che richiede informazioni. Spesso tali rappresentazioni archetipiche appariranno in modo tale da avere risultati apparentemente interessanti, eloquenti nella disposizione all’interrogatore. In sé e di per sé stessi, gli Arcani Maggiori non hanno un posto legittimo nella divinazione, ma, piuttosto, sono strumenti per l’ulteriore conoscenza del sé da parte del sé allo scopo di entrare in un più profondamente, acutamente realizzato presente momento”.

Il risultato di questa fusione di conoscenze arcane fu la Kabbalah, un potente strumento di creazione che opera per mezzo delle parole ebraiche associate ai numeri.

La Creazione, è pure, una sorta di spartito musicale per pronunciare i “suoni” (ossia le permutazioni dei suoni fondamentali) che Elohim ha usato per creare il suo mondo, così permettendo all’uomo che li ripeta correttamente di creare a sua volta altra vita. Il Sepher ci presenta una creazione armonica in cui Elohim crea usando le 22 lettere dalle cui diverse combinazioni ha origine il molteplice.

Il Sepher Yetzirah ci presenta una creazione armonica in cui Elohim crea usando le 22 lettere dalle cui diverse combinazioni ha origine il molteplice. L’opera è visualizzata in 22 canali che collegano le 10 Sephiroth tra di loro nell’Albero Sephirotico della Cabala. Il Vendidad, il sacro libro dell’Avesta, scritto da Zarathustra, ha 22 capitoli.

Le 22 lettere ebraiche come descritte nello sepher yetzirah”

Nel trattato Sanhedrin del Talmud il libro è citato con il nome “Hilchoth Yetzirah” ossia: “norme relative alla creazione” e viene presentato come un’opera di magia. Il Rabbino Joshua Ben-Chananea, che morì verso il 72 d. C., dichiarava apertamente che aveva compiuto dei “miracoli” per mezzo del Sepher Jetzirah. Franck, citando il Talmud babilonese, nomina altri due taumaturghi, i Rabbi Chanina e Oshoi.

Il “Libro della Formazione” è la più occulta di tutte le opere Cabalistiche, tratta dell’evoluzione dell’Universo secondo un sistema di corrispondenze e di numeri. Nel Sepher Yetzirah, tutto il processo dell’evoluzione è dato in numeri.

“(1-1) Trentadue sentieri meravigliosi di Saggezza tracciò, Yah Yhwh Dio di Israele, Elohim vivente re dell’universo El Shaddai, misericordioso e clemente, supremo ed eccelso che risiede in Alto e il cui Nome è Santo. Stabilì il suo universo con tre Sepharim (libri): Sephor (il numero), Sippur (la parola) e Sapher (lo scritto)“.

Nel Sepher Jetzirah, il processo della creazione è dato in numeri, lasciando intendere che la Saggezza di Dio è contenuta nei numeri, in perfetto accordo col pensiero pitagorico.

(1-2) Dieci Sephiroth b’limah (belì = senza, mah = cosa) e ventidue lettere di fondamento: tre madri, sette doppie e dodici semplici“.

Il Libro narra come la Divinità ha formato (creato) l’Universo per mezzo di Numeri “per trentadue sentieri di saggezza segreta”. È narrata la creazione dell’universo dai Dieci Numeri Primordiali denominati Sephiroth procede l’Universo, seguiti dalle Ventidue lettere dell’alfabeto ebraico 10+22=32. Le indicano i numeri metafisici o le enumerazioni che abbracciano gli aspetti di Dio, che in se sono infiniti e perciò è impossibile enumerare.

L’intera creazione e l’intero linguaggio scaturiscono da un’unica combinazione di lettere. Le lettere ebraiche sono 22, ognuna delle quali ha un valore numerico preciso, dal 1 al 10, dal 10 al 100, e dal 100 al 400.

231 PORTE DELLA CONOSCENZA

“(2-4) Ventidue lettere fondamentali: Le fissò in una ruota come se fossero delle mura, munite di RLA (R r = 200, L l = 30, A a = 1, totale 231) porte. La ruota ritorna avanti e indietro. Un segno spiega questo: non c’è nulla di più elevato nel bene di ONEG=delizia e niente più basso nel male di NEGA=piaga“.

Il Sepher ci presenta una creazione armonica in cui Elohim crea usando le 22 lettere dalle cui diverse combinazioni ha origine il molteplice. Nella combinazione delle lettere sono contenute le radici e gli opposti di tutte le cose, ad esempio le parole piacere e piaga (oneg e nega) le due parole sono scritte con le stesse lettere Ayn u, Nun n, Ghimel g :

Oneg ‫‫ג‬ ‫ב‬ ‫ע‬ Nega ‫ע‬ ‫ג‬ ‫ב‬

Le due parole hanno le stesse consonanti in ebraico ma possiedono una diversa combinazione degli elementi di cui sono composte.

“(2-5) Come egli le permutò, le pesò e le combinò? Aleph con tutte e tutte con Aleph. Beth con tutte e tutte con Beth. Si rinnovano in un ciclo ed esistono in 231 porte. Tutto ciò che è formato e tutto ciò che è detto emana dal Nome Unico“.

La parola Galgal nel Talmud designa la ruota dello zodiaco. Le 22 lettere dell’alfabeto ebraico in connessione con Galgal, lo zodiaco, formano le 231 Porte della conoscenza, cioè le combinazioni delle consonanti a gruppi di due.

Perché 231 porte? Basta sommare la prima lettera con la seconda, la prima con la terza e così via, ottenendo così ventuno tipi. Combinando Aleph (vale a dire, la prima lettera) con tutte le lettere, e tutte le lettere con Beth (la seconda lettera), e così via (Cap. II, 4). Per chiarire come si ottengono questi diversi tipi si conta la prima lettera con la seconda, la prima lettera con la terza e così via con tutto il resto dell’alfabeto, otteniamo 21 tipi o combinazioni. Combinando la seconda lettera con la terza, la quarta, ecc., otteniamo 20 tipi; la combinazione della terza lettera con la quarta, ecc., produce 19 tipi; Infine la ventunesima combinazione con l’ultima lettera restituisce 1 tipo. Lo schema è il seguente:

21+20+19+18+17+16+15+14+13+12+11+10+9+8+7+6+5+4+3+2+1 = 231.

Pitagoricamente 231 è il ventunesimo “21” numero triangolare! Pertanto, un secondo modo per combinare delle 231 lettere si può fare disponendole su 21 righe in modo triangolare. Le Porte si ricavano anche applicando una formula basata sul principio seguente: dato un certo numero di punti (n) in una circonferenza, il numero delle linee “L” che si ricavano connettendo tra loro tutti i punti è L = n (n-1) / 2.

Applicando tale formula alle 22 lettere si ha: L = 22×21/2 = 231. Questo numero deriva dalla moltiplicazione delle 22 parti del corpo umano per le prime 11 lettere dell’alfabeto ebraico, lettere queste che hanno un potere creativo, mentre le combinazioni che fanno intervenire le 11 ultime lettere esplicano un potere distruttivo.

GOLEM

La conoscenza delle 231 Porte pare che servisse alla costruzione di un Golem, perché ciò avvenisse, erano necessarie 97.240 pronunce di lettere associate alle cinque vocali primarie e alle quattro lettere del Tetragramma. L’operatore utilizza per la sua opera dunque 231 combinazioni di lettere.

Nel XII secolo in ambiente askenazita viene ripreso il tema della creazione di un uomo artificiale ed è nell’opera di Rabbi Abraham ibn Ezra (1080-1164) e di Rabbi Juda ha Hassid e soprattutto del suo allievo Rabbi Eleazar di Worms (1165-1230) che viene descritto il procedimento creativo: “Che prenda della terra vergine in un luogo montagnoso che nessuno abbia mai lavorato. Che impasti la polvere con acqua viva e che faccia un corpo. Che cominci a combinare le lettere delle 231 porte membro dopo membro e che faccia corrispondere ogni membro con la lettera adeguata menzionata nel Sepher Yetzirah” (Commentario al Sepher Yetzirah).

Secondo altri, il Golem dei cabalisti, tuttavia, non è creazione reale, bensì visione estatica provocata dalla sapiente permutazione delle 22 lettere dell’alfabeto ebraico. Probabilmente è entrambi, ogni forma è duale, luce e ombra, spirito e materia”.

Fonti ed Approfondimenti:

Ventidue il Numero della Formazione .pdf

Pitagorismo_e_Sepher_Yetzirah.pdf

Da questa distorsione di un metodo di studio degli archetipi si è evoluta un’ulteriore distorsione che è ciò che conosciamo come la magia meta-matematica dei quadrati alfabeto numerici ebraici quali mezzi per evocare entità angeliche/demoniache e per materializzare o meglio dare forma a ciò che è desiderato. Anche questo metodo non è altro che un mezzo per comunicare con la mente archetipica che è una parte della mente profonda. Ra:

La mente archetipica può essere definita come quella mente che è peculiare del Logos di questa sfera planetaria. Quindi, diversamente dalla grande mente cosmica omni-comprensiva, contiene il materiale che il Logos ha gradito di offrire come raffinamenti al grande essere cosmico. La mente archetipica, quindi, è quella che contiene tutte le sfaccettature che possono influenzare la mente o l’esperienza.

Il Mago è stato menzionato come un archetipo significativo. Tuttavia, non è stato riconosciuto che questa porzione della mente archetipica non rappresenta una porzione del subconscio profondo, ma la mente cosciente e soprattutto la volontà. L’archetipo chiamato da alcuni l’Alta Sacerdotessa, quindi, è la corrispondente facoltà intuitiva o subconscia.

…90.27 Interrogante: Allora è la mente archetipica e gli archetipi il meccanismo maggiore formante i modi e la vera essenza dell’esperienza che attualmente sperimentiamo qui?

Ra: Io sono Ra. Queste risorse sono una parte di ciò a cui ti riferisci.

90.28 Interrogante: Quello che sto in realtà chiedendo è di quale parte percentuale, approssimativamente, sono responsabili?

Ra: Io sono Ra. Ti chiediamo ancora una volta di considerare che la mente archetipica è una parte della mente profonda. Ci sono diverse parti in questa mente. La mente può servire come una risorsa. Chiamare la mente archetipica il fondamento dello sperimentare è semplificare oltremodo le attività del complesso mente/corpo/spirito. Rispondere alla tua domanda considerando percentuali è, quindi, abbastanza fuorviante in qualunque forma di risposta diretta, tanto che vorremmo chiedere che tu ri-domandi.

…77.11 Interrogante: Grazie. Vorrei tornare al piano di questo Logos per la sua Creazione ed esaminare la base filosofica che è la fondazione per ciò che è stato creato in questa creazione locale e la filosofia del “piano per l’esperienza”. Presumo di avere ragione nell’affermare che la fondazione per questo, come abbiamo affermato molte volte in precedenza, è la prima distorsione. Dopo di che, qual era il piano in senso filosofico?
Ra: Io sono Ra. Non possiamo rispondere a causa di una parte necessaria della tua domanda che è stata omessa; cioè, parliamo di questo particolare Logos?
77.12 Interrogante: Questo è corretto. Sto chiedendo riguardo a questo particolare Logos, il nostro sole, nel creare l’esperienza del suo sistema planetario e di quei sub-Logoi di esso.
Ra: Io sono Ra. Questa domanda ha sostanza. Inizieremo con l’osservazione di una serie di complessi concettuali che conosci come i tarocchi.
La filosofia era quella di creare un fondamento, prima della mente, poi del corpo e poi del complesso spirituale. Quei complessi concettuali che chiamate tarocchi si trovano quindi in tre gruppi di sette: il ciclo mentale, da uno a sette; il ciclo del complesso fisico, da otto a quattordici; il ciclo del complesso spirituale, da quindici a ventuno. L’ultimo complesso concettuale può essere meglio definito: “La Scelta” (The Choice) .

Sulle fondamenta della trasformazione di ciascun complesso, con il libero arbitrio guidato dai concetti fondamentali offerti in questi cicli, il Logos ha offerto a questa densità l’architettura di base di una costruzione ed edificazione e sintesi di dati culminanti nella “Scelta”.

77.13 Interrogante: Quindi, per condensare la tua affermazione, vedo che significa che ci sono sette “fondamenti” filosofici di base per l’esperienza mentale, sette per quella corporea, sette per quella spirituale, e che questi producono la polarizzazione che sperimentiamo a volte durante il ciclo di terza densità. Questo può essere stato affermato molto poveramente da parte mia. Sono vicino alla correttezza?

Ra: Io sono Ra. Sei corretto in quanto percepisci il contenuto della nostra dichiarazione precedente con accuratezza. Non sei corretto in quanto non hai menzionato, diciamo, la posizione (location) di tutti questi complessi di concetti; cioè, esistono nelle Radici della Mente ed è da questa risorsa che la loro influenza guida e i leitmotiv possono essere rintracciati. Si può inoltre notare che ogni “fondamento” non è di per sé singolo ma è un complesso di concetti. Inoltre, ci sono relazioni tra mente, corpo e spirito della stessa posizione nell’ottava, ad esempio: uno, otto, quindici, e relazioni all’interno di ciascuna ottava che sono utili nel perseguimento della “Scelta” da parte del complesso mente/corpo/spirito. Il Logos sotto cui queste “fondamenta” poggiano è quello del libero arbitrio. Quindi si può vedere che le “fondamenta” hanno sfaccettature e relazioni uniche per ciascun complesso mente/corpo/spirito. Solo ventidue, “La Scelta”, è relativamente fisso e singolo”.

Nella scienza occulta cabalistica per utilizzare i quadrati magici bisognava trasporre le parole ebraiche ai numeri e tracciare graficamente sulla griglia i sigilli corrispondenti alla combinazione di parole voluta. Ogni quadrato corrispondente ai pianeti era correlato ad un’archetipo (sette archetipi, sette pianeti, sette colori, sette dimensioni, sette note musicali, una creazione settenaria) ed attivava un particolare tipo di energia archetipica. Ra:

78.30 Interrogante: I sette archetipi per la mente sono una funzione delle, o sono correlati alle, sette densità che devono essere sperimentate nell’ottava?

Ra: Io sono Ra. La relazione è tangenziale in quanto non si può vedere alcuna congruenza. Tuttavia, il progresso attraverso gli archetipi ha alcune delle caratteristiche del progresso attraverso le densità. Queste relazioni possono essere viste senza essere, diciamo, “incollate l’una sull’altra”.

78.31 Interrogatore: E i sette centri energetici corporei? Sono in qualche modo correlati agli archetipi?

Ra: Io sono Ra. Lo stesso si può dire di questi. È informativo vedere le relazioni ma soffocante insistere sui limiti della congruenza. Ricorda in ogni momento, se vuoi usare questo termine, che gli archetipi sono una parte delle risorse del complesso della mente.

78.32 Interrogante: Allora c’è qualche relazione tra gli archetipi e i pianeti del nostro sistema solare?

Ra: Io sono Ra. Questa non è una domanda semplice. Propriamente, gli archetipi hanno qualche relazione con i pianeti. Tuttavia, questa relazione non è una cosa che può essere espressa nel vostro linguaggio. Questo tuttavia non ha impedito a coloro tra la vostra gente che sono diventati adepti, di tentare di dare un nome e di descrivere queste relazioni. Per comprendere, se possiamo usare questo termine improprio, più puramente gli archetipi è bene vedere i concetti che compongono ogni archetipo e riservare lo studio dei pianeti e altre corrispondenze per la riflessione.

78.33 Intervistatore: Mi sembrava proprio che, poiché i pianeti erano un prodotto del Logos e poiché la mente archetipica era la fondamenta dell’esperienza, che pianeti di questo Logos sarebbero stati in qualche modo correlati. Seguiremo sicuramente il tuo suggerimento.

Ho cercato di ottenere “un punto d’appoggio in una porta di ingresso non distorta”, si potrebbe dire, nella mente archetipica. Mi sembra che tutto ciò che ho letto che ha a che fare con gli archetipi sia, in un modo o nell’altro, distorto da chi ha scritto e dal fatto che il nostro linguaggio non è realmente capace di una descrizione.

Hai parlato del Mago come di un archetipo di base e che questo sembra essere stato portato (carried through) dall’ottava precedente. Sarebbe quindi questo, se esiste un ordine, il primo concetto archetipico di questo Logos?

Ra: Io sono Ra. Vorremmo innanzitutto rispondere al tuo smarrimento riguardo ai vari scritti sulla mente archetipica. Puoi ben considerare la differenza molto istruttiva tra una cosa in sé e le sue relazioni o funzioni. C’è molto studio dell’archetipo che è in realtà lo studio di funzioni, relazioni e corrispondenze. Lo studio dei pianeti, ad esempio, è un esempio di archetipo visto come funzione. Tuttavia, gli archetipi sono, in primo luogo e più profondamente, “cose in sé stesse” e la ponderazione su di essi e sulle relazioni più pure tra loro dovrebbero essere il fondamento più utile per lo studio della mente archetipica.

Affrontiamo ora la tua domanda sull’archetipo che è la Matrice della Mente. Per quanto riguarda il suo nome, l’appellativo di Mago è comprensibile se si considera che la coscienza è il grande fondamento, mistero e rivelazione che rende possibile questa particolare densità. L’entità autocosciente è piena della magia di ciò che verrà. Può essere considerato il primo, poiché la mente è il primo dei complessi che deve essere sviluppato dallo studente di evoluzione spirituale”.

La conoscenza dei quadrati magici era protetta da una segretezza ottenuta mediante una sorta di “crittografia a doppia cifratura”. Infatti era impossibile padroneggiare questo metodo di approccio agli archetipi senza essere stati iniziati ed istruiti da un istruttore competente. Chi a quei tempi poteva conoscere la matematica, l’alfabeto ebraico e la Kabbalah? Solamente pochi eruditi che si tramandavano la conoscenza da maestro a discepolo, cabalisticamente appunto; Ra:

88.20 Interrogante: Bene, come ha fatto l’insegnante a trasmettere le informazioni allo studente riguardo alla visualizzazione?

Ra: Io sono Ra. Il processo era cabalistico; cioè, della tradizione orale di bocca a orecchio”.

L’ingiunzione di segretezza era tanto rigorosa presso i cabalisti quanto presso gli iniziati di Adyta e gli Yogi indù. Si confronti quanto affermato dalle due scuole.

Tieni chiusa la bocca perché tu non abbia a parlare di questo (il mistero), e il tuo cuore perché non abbia a pensare ad alta voce; e se il tuo cuore ti è sfuggito, riportalo al suo posto perché questo è il nostro patto”.

Questo è un segreto che reca morte; chiudi la bocca per non rivelarlo al volgo; comprimi il cervello perché qualche cosa non ne sfugga e cada fuori” (Agrouchada-Parikshai).

Inoltre bisogna sapere a quale quadrato magico riferirsi per ricavare i sigilli. Per l’ordine 3 c’è un solo quadrato possibile ma grazie a rotazioni e riflessioni le possibilità sono comunque molte pur mantenendo le proprietà magiche del quadrato. Per l’ordine 4 ci sono 880 configurazioni possibili oltre alle rotazioni, riflessioni e traslazioni di ogni colonna.

Ci si può rendere conto che queste figure meta-matematiche aprono un’infinità di possibilità per il ricercatore e questo è in accordo con la Legge del Libero Arbitrio. Ra:

29.1 Interrogante: Il nostro sole (questo sistema planetario) per come lo conosciamo, è un sub-Logos o la manifestazione fisica di un sub-Logos?

Ra: Io sono Ra. Questo è corretto.

29.2 Interrogante: Quindi presumo che questo sub-Logos abbia creato questo sistema planetario in tutte le sue densità. È corretto?

Ra: Io sono Ra. Questo è incorretto. Il sub-Logos della vostra entità solare ha differenziato alcune componenti esperienziali all’interno dei modelli di energia intelligente messi in moto dal Logos che ha creato le condizioni di base e le velocità vibratorie coerenti in tutta la vostra, ciò che hai chiamato, galassia maggiore…

28.20 Intervistatore: Presumo che il processo di creazione, quindi, dopo la creazione originale della galassia maggiore, sia continuato dall’ulteriore individualizzazione della coscienza del Logos in modo che ci siano molte, molte porzioni di coscienza individualizzata che creano quindi ulteriori elementi, si potrebbe dire, per sperimentare in tutta la galassia. È corretto?

Ra: Io sono Ra. Questo è corretto, perché all’interno delle, diciamo, linee guida o modi del Logos, il sub-Logos può trovare vari mezzi di differenziazione delle esperienze senza rimuovere o aggiungere a questi modi”.

È inoltre ovvio anche se non sempre chiaro a chi utilizza questi strumenti che è l’uso che si fa di essi che ne determina la polarità. Se utilizzati per servire gli altri produrranno polarizzazione positiva, se utilizzati per il potere per se stessi forniranno polarizzazione negativa. Ra:

44.14 Interrogatore: Stavo guardando il diagramma dell’avanzamento delle pratiche magiche a partire da Malkuth e finendo a Kether. Mi chiedevo se questi corrispondessero ai colori o alle densità, con Malkuth come uno, Yesod come due, Hod e Netzach come tre, Tiphareth quattro e così via. È corretto?

Ra: Sono Ra. Questo è di base errato, anche se sei sulla buona strada, pensandolo. Ognuna di queste stazioni ha un complesso numero e sfumatura di centri energetici, nonché una parte in vari equilibri; l’equilibrio inferiore, medio, alto e totale. Pertanto ci sono complessi colori o raggi e complesse cariche, se vuoi, in ogni stazione.

44.15 Interrogatore: Bene, il percorso di sinistra di questo (diagramma) rappresenta di più il percorso del servizio-al-sé e il percorso di destra il servizio-agli-altri?

Ra: Sono Ra. Questa sarà l’ultima domanda completa di questo lavoro.

Questo non è corretto Queste stazioni sono relazioni. Ogni percorso ha queste relazioni offerte. L’intento del praticante nel lavorare con questi potenti concetti determina la polarità del lavoro. Gli strumenti sono gli strumenti.

44.16 Interrogatore: Come domanda finale che farò, è possibile, quindi, per l’ipsissimus avere una polarità positiva o negativa, o non deve essere di nessuna delle due?

Ra: Sono Ra. Risponderemo al significato di questo termine in un senso specifico. L’ipsissimus è colui che ha padroneggiato l’Albero della Vita e ha usato questa maestria per la polarizzazione negativa”.

Vorrei concludere questa esposizione con una serie di considerazioni. In primo luogo posso confermare per esperienza diretta che esiste una magia dei numeri che è l’eredità di altre civilizzazioni antecedenti a questa. Devo far notare che comunque i numeri sono una scienza di separazione, in quanto quando enumero qualcosa lo sto separando dall’Unità che è l’unica cosa che veramente esiste. Quando affermo che in una stanza ci sono 15 persone ecco che non ragiono più in termini di Unità di tutto ciò che esiste ma in termini di molteplicità e quindi di separazione. Devo inoltre precisare che i numeri sono un tentativo di rapportarsi alle leggi del Logos, non uno strumento di creazione. Il Logos creante non utilizza i numeri, egli utilizza la forza dell’Infinito Intelligente focalizzato in Energia Intelligente. È questa umanità che per cercare di concettualizzare le leggi che regolano la creazione ha determinato concetti numerici quali il rapporto 1.618 con i suoi multipli e sottomultipli, il Phi Greco, le radici quadrate, la serie di Fibonacci, la costante di Mandelbrot, gli angoli sacri, i numeri della precessione degli equinozi e quant’altro.

Tuttavia lo studio dei numeri e della numerologia può essere utile per vivificare il complesso mentale ed indirizzare il ricercatore ad andare oltre la realtà immanente comprendendo che esiste una dimensione trascendente che è oltre l’illusione della realtà, spingendolo ad esplorarla. Questo ha anche il positivo effetto di distogliere il ricercatore dal flusso mainstream di notizie negative quali guerre, pandemie, catastrofi naturali, ecc. che pur essendo innegabilmente presenti riempiono la mente di paura che è la più paralizzante delle emozioni. Se si riesce a comprendere che il caos esteriore è il frutto dei conflitti interiori alla mente collettiva planetaria si può entrare in un modo di pensiero positivo che alla paura, alla confusione, al pessimismo ed al vittimismo sostituisce la tranquillità, l’ordine, la gioia, l’ottimismo. “Cambia te stesso e il tuo mondo esteriore cambierà con te”.

Allo stesso modo lo studio degli archetipi è una parte della formazione dell’adepto che può sviluppare il complesso mentale. “Lo studio delle radici della mente è una parte della vivificazione del complesso della mente e, come abbiamo notato, lo studio approfondito della parte delle radici della mente chiamata archetipica è una parte interessante e necessaria del processo nel suo insieme”. Ma con gli archetipi si sta lavorando ancora all’interno del complesso, cioè all’interno della molteplicità e della separazione. Essi non sono uno strumento per la comprensione dell’Unita, non è loro proprietà. Ra:

La mente archetipica è una parte grande e fondamentale del complesso della mente, uno dei suoi elementi più basilari e una delle più ricche fonti di informazione per il cercatore dell’Uno Infinito Creatore. Tentare di condensare gli archetipi significa fare un tentativo errato. Ogni archetipo è un significativo “ding an sich“, o cosa in sé, con il proprio complesso di concetti. Sebbene sia informativo esaminare le relazioni di un archetipo ad un altro, si può dire che questa linea di indagine è secondaria rispetto alla scoperta della più pura “Gestalt ” o visione (d’insieme) o melodia che ogni archetipo significa sia per la mente intellettuale che per quella intuitiva.

I Significatori dei complessi Mente, Corpo e Spirito sono un complesso in sé e di per sé stessi, e gli archetipi di Catalizzatore, Esperienza, Trasformazione e Grande Via sono visti più fruttuosamente come complessi indipendenti che hanno le proprie melodie con cui possono informare la mente della sua natura.

Ti chiediamo di considerare che la mente archetipica informa quei pensieri che possono avere rilevanza per la mente, il corpo o lo spirito. Gli archetipi non hanno un diretto collegamento con il corpo o lo spirito. Tutto deve essere portato su attraverso i livelli superiori della mente subconscia alla mente cosciente e da lì possono fuggire dove gli è stato offerto di andare. Quando usati in modo controllato sono molto utili. Piuttosto che continuare oltre i confini della tua dichiarazione precedente, apprezzeremmo l’opportunità per la tua re-interrogazione in questo momento in modo da poterti rispondere in modo più preciso.

90.27 Interrogante: Allora è la mente archetipica e gli archetipi il meccanismo maggiore formante i modi e la vera essenza dell’esperienza che attualmente sperimentiamo qui?

Ra: Io sono Ra. Queste risorse sono una parte di ciò a cui ti riferisci.

90.28 Interrogante: Quello che sto in realtà chiedendo è di quale parte percentuale, approssimativamente, sono responsabili?

Ra: Io sono Ra. Ti chiediamo ancora una volta di considerare che la mente archetipica è una parte della mente profonda. Ci sono diverse parti in questa mente. La mente può servire come una risorsa. Chiamare la mente archetipica il fondamento dello sperimentare è semplificare oltremodo le attività del complesso mente/corpo/spirito. Rispondere alla tua domanda considerando percentuali è, quindi, abbastanza fuorviante in qualunque forma di risposta diretta, tanto che vorremmo chiedere che tu ri-domandi.

90.29 Interrogante: Va bene. Non credo fosse una buona domanda.

Ora, quando Ra inizialmente fece progetti per aiutare gli egiziani nella loro evoluzione, qual era il maggiore, o il concetto primario, e anche il secondario e terziario, se puoi nominarmeli, che Ra desiderava impartire agli egiziani? In altre parole, quale era il progetto di formazione o il programma di Ra per rendere gli egiziani consapevoli di ciò che era necessario per la loro evoluzione?

Ra: Io sono Ra. Siamo venuti ai vostri popoli per enunciare la Legge dell’Uno. Abbiamo voluto far comprendere a coloro che desideravano sapere dell’unità che nell’unità tutti i paradossi sono risolti; tutto ciò che è rotto è sanato; tutto ciò che è dimenticato viene portato alla luce. Non avevamo alcun piano di insegnamento, come tu lo hai chiamato, in quanto la nostra intenzione quando camminavamo tra i vostri popoli era manifestare ciò che era richiesto da quegli allievi/insegnanti a cui eravamo giunti.

Siamo coscienti che questa particolare linea di interrogazione; che è, la natura e architettura della mente archetipica, ha condotto l’interrogante a tentare, a suo parere senza successo, di determinare la relativa importanza di questi concetti. Non possiamo apprendere/insegnare per nessuno, né coglieremmo questa opportunità dall’interrogante. Tuttavia, commenteremo.

L’adepto ha già lavorato molto, non solo nei centri di energia rosso, arancione, giallo e verde, ma già nell’apertura del blu e dell’indaco. Fino a questo punto gli archetipi funzionano come il grande basamento o plinto di una struttura costruita o di una statua, che mantiene il complesso della mente attivo (viable), a livello e utilizzabile come una risorsa ogni qualvolta esso può essere evocato. C’è un punto in cui l’adepto riprende il suo lavoro. Questo è il punto in cui una chiara e consapevole considerazione della mente archetipica è utile.

97.9 Interrogante: Forse non ho formulato questo nella maniera in cui intendevo farlo, ovvero: abbiamo già determinato gli oggetti che dovrebbero essere rimossi dalle prime quattro carte. La domanda era: mi è sfuggito qualcosa che dovrebbe essere rimosso, che non era nelle intenzioni originali di Ra, nelle ultime sessioni di determinazione di cosa dovrebbe essere rimosso?

Ra: Io sono Ra. Ripeteremo la nostra opinione che ci sono diversi concetti che, in ogni immagine, sono basati astrologicamente. Tuttavia, questi concetti non sono privi di merito all’interno del concetto complesso previsto da Ra, data la percezione da parte dello studente di questi concetti in una maniera appropriata.

Non desideriamo formare ciò che può essere considerato da qualsiasi complesso mente/corpo/spirito una completa e infallibile serie di immagini. C’è una sostanziale precisazione da fare al riguardo. Con l’aiuto dell’interrogante, abbiamo indagato sui concetti complessi della grande architettura della mente archetipica. Per cogliere più chiaramente la natura, il processo e lo scopo degli archetipi, Ra ha fornito una serie di concetti complessi. In nessun modo dovremmo, come umili messaggeri dell’Uno Infinito Creatore, desiderare di portare innanzi alla considerazione di qualsiasi complesso mente/corpo/spirito che cerca la sua evoluzione, la sfumatura più pallida dell’idea che queste immagini siano nient’altro che una risorsa per lavorare nell’area dello sviluppo della fede e della volontà.

Per mettere ciò in prospettiva, dobbiamo guardare allo sbalorditivo mistero dell’Uno Infinito Creatore. La mente archetipica non risolve alcun paradosso né porta tutto nell’unità. Questa non è proprietà di alcuna risorsa che sia di terza densità. Pertanto, possiamo chiedere allo studente di alzare lo sguardo dal lavoro interiore e contemplare la gloria, la potenza, la maestà, il mistero e la pace dell’Unità (unificazione oneness). Nessuna considerazione di uccelli o animali, tenebre o luce, forma o ombra trattenga chiunque cerca dalla considerazione centrale dell’Unità.

Non siamo messaggeri del complesso. Portiamo il messaggio di Unità. Solo in questa prospettiva possiamo affermare il valore per il cercatore dell’adepthood (adeptato) del comprendere, articolare e utilizzare questa risorsa della mente profonda esemplificata dai concetti complessi degli archetipi”.

FONTI:

www.angolohermes.com (Link)

sogninegliocchi.forumfree.it (Link)

www.scienze-astratte.it (Link)

annalisasanti.blogspot.com (Link)

Blog-TUTTOMATEMATICA (Link)

Swastica (Link)

Wiki (Link)

Wikipedia (Link)

Wikipedia eng (Link)

esoterismografico.blogspot.com (Link)

Ra Material (Link)

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