Il Phi Greco π

Il Phi Greco π

Il Phi Greco π yVorrei fare una premessa prima di analizzare un concetto così complesso come il Phi Greco, molto del materiale che trovate pubblicato su questo blog riguarda la conoscenza nascosta, o meglio celata, nei simboli, nelle forme, nei suoni e nei numeri, tale conoscenza è ambita dalle menti più sviluppate e desiderose di Sapere.

La via Atlantidea e specialmente quella tracciata dal maestro Thoth percorre la strada della Conoscenza come mezzo per arrivare alla realizzazione del Sè interiore e questo è stato anche il mio percorso attraverso molte reincarnazioni ma in questa vita ho realizzato che la Mente senza il Cuore non è nulla.

La via all’illuminazione risiede nella comprensione dell’Amore e nella sua applicazione e non necessariamente nell’accumulo di Conoscenza; nella materia tutto è transitorio e instabile, anche i grandi misteri e le leggi che tutto accordano e governano sono in realtà solo Qui ed Ora, in un altro tempo e in un altro spazio cesseranno di essere e lasceranno il posto ad altre. L’unica cosa che resta paradossalmente è l’Esperienza ed il modo in cui la si è ottenuta, noi siamo qui nella terza dimensione per acquisire la Volontà e la capacità di autoconservazione individuale e collettiva, raggiunto questo obbiettivo il successivo è la realizzazione dell’Amore incondizionato per il Tutto, per l’Unita.

DALL’ESPERIENZA PREMORTE DI GEORGE RITCHIE:

“Quando questa gente era sulla Terra si era evoluta al di là dei desideri egoistici?“Si erano evoluti, e la loro evoluzione è continuata”. La risposta brillava come la luce del sole in quell’atmosfera intenta e piena di interesse. Ma se l’evoluzione poteva continuare, allora questo non era tutto, allora… c’era qualcos’altro che perfino questi esseri sereni non possedevano. Ed improvvisamente mi domandai se non era la stessa cosa che mancava nei regni inferiori. Forse che anche queste creature che ricercavano la conoscenza senza egoismo non erano in grado di riuscire a vedere Gesù? O forse, non riuscivano a vederlo per quello che era? Tracce ed indizi della sua presenza certamente ne avevano: di sicuro quello che ricercavano con tanta dedizione era la verità. Ma forse la stessa sete di verità può distrarre dalla verità in sé, che stava proprio lì, in mezzo a loro, mentre essi la ricercavano nei libri e nelle pergamene…

…Ora questa fu una sorpresa, perché era questo il primo luogo nel quale gli abitanti potevano vedere sia Cristo che me. Ancor più sorprendente, essi emanavano una luce quasi così intensa come quella di Cristo. Mentre i due esseri si avvicinavano, potei anche sentire il loro amore fluire verso di noi: la gioia totale che dimostravano nel vedere Cristo era evidentissima. Guardando questi esseri e sentendo la gioia, la pace e la felicità che irradiavano mi indusse a credere che quello era il luogo definitivo, il più alto di tutti i regni. Gli esseri che vi dimoravano erano pieni di amore. Quello, ne sono tuttora convinto, era il paradiso.

Nonostante prima avessi considerato il regno della conoscenza come un luogo meraviglioso, dopo aver dato un’occhiata a questa nuova dimensione cominciai a comprendere per la prima volta nella mia vita ciò che Paolo aveva scritto nella prima lettera ai Corinzi: Se avessi il dono della profezia e potessi sviscerare tutti i misteri e tutta la conoscenza, e se avessi una fede tale da muovere le montagne, ma non avessi l’amore, non sarei nulla”. Non sto dicendo che le creature del regno della conoscenza non avessero l’amore: l’avevano, ma non al livello raggiunto dalle anime di questo nuovo regno…

Dopo questa premessa ecco la mia analisi della cifra del Phi greco e della sua relazione con Φ il rapporto Aureo.Il Phi Greco π dolmenLA SEZIONE AUREA

Sin dai tempi più antichi, dagli egiziani ai più moderni frattali, esiste una proporzione divina (o sezione aurea) che è stata presa in considerazione per ottenere una dimensione armonica delle cose. Dalla geometria all’architettura, dalla pittura alla musica, fino alla natura del creato possiamo osservare come tale rappresentazione corrisponda ad un rapporto che è stato definito pari a 1,618…(numero d’oro)

La piramide egizia di Cheope ha una base di 230 metri ed una altezza di 145: il rapporto base/altezza corrisponde a 1,58 molto vicino a 1,6.

Nei megaliti di Stonehenge, le superfici teoriche dei due cerchi di pietre azzurre e di Sarsen, stanno tra loro nel rapporto di 1,6.

Nelle arti del passato, in molte opere di Leonardo da Vinci, Piero della Francesca, Bernardino Luini, Sandro Botticelli, si ricorreva spesso alla sezione aurea (la divina proportione), considerata quasi la chiave mistica dell’armonia nelle arti e nelle scienze.

Un largo contributo alla conoscenza ed alla divulgazione di questo metodo di suddivisione armonica è stato dato dal matematico Luca Pacioli con la pubblicazione del libro De divina Proportione, testo illustrato con disegni di Leonardo Da Vinci.

Video Originale: Video – YouTube

Fu nell’Ottocento che alla “Divina proporzione” venne dato il nome di “Sezione aurea”.

Negli oggetti quotidiani, possiamo trovare alcuni esempi di sezione aurea: dalle schede telefoniche alle carte di credito e bancomat, dalle carte SIM dei cellulari alle musicassette: sono tutti rettangoli aurei con un rapporto tra base ed altezza pari a 1,618.

In natura il rapporto aureo è riscontrabile in molte dimensioni del corpo umano. Se moltiplichiamo per 1,618 la distanza che in una persona adulta e proporzionata, va dai piedi all’ombelico, otteniamo la sua statura. Così la distanza dal gomito alla mano (con le dita tese), moltiplicata per 1,618, dà la lunghezza totale del braccio.

La distanza che va dal ginocchio all’anca, moltiplicata per il numero d’oro, dà la lunghezza della gamba, dall’anca al malleolo. Anche nella mano i rapporti tra le falangi delle dita medio e anulare sono aurei, così il volto umano è tutto scomponibile in una griglia i cui rettangoli hanno i lati in rapporto aureo.

Il Phi Greco π foto aFamosa è la rappresentazione di Leonardo dell’uomo di Vitruvio in cui una persona è inscritta in un quadrato e in un cerchio. Nel quadrato, l’altezza dell’uomo (AB) è pari alla distanza (BC) tra le estremità delle mani con le braccia distese .La retta x-y passante per l’ombelico divide i lati AB e CD esattamente in rapporto aureo tra loro. Lo stesso ombelico è anche il centro del cerchio che inscrive la persona umana con le braccia e gambe aperte. La posizione corrispondente all’ombelico è infatti ritenuta il baricentro del corpo umano.

SEGMENTO AUREO

Il Phi Greco π foto a1Dato un segmento (AC), si ottiene una sezione aurea quando il tratto più corto (BC) sta al tratto più lungo (AB) come il tratto più lungo (AB) sta al segmento intero (AC).

In sintesi la proporzione è così espressa:

BC: AB=AB: AC

Per avere l’idea della proporzione se consideriamo la misura del segmento pari all’unità,

possiamo calcolare la misura dei due tratti AB e BC:

AB + BC= 1 e BC = AB*AB/AC

che corrisponde ad un rapporto uguale a: 0,618034/0,381966= 1,618034…

Per avere un assaggio delle incredibili proprietà di questo numero, davvero misteriosissimo, fate un piccolo esperimento con la vostra macchina calcolatrice tascabile: Digitate: 1,6180339887 (ci fermiamo qui per comodità), premete il tasto per elevare al quadrato (x2). Cosa vedete ? Ora digitate la stessa sequenza di cifre iniziale e premete il pulsante della divisione a metà (1/x). Davvero sbalorditivo no?

Il quadrato di 1,6180339887…. (e potete aggiungere quanti decimali volete, del numero aureo) è 2,6180339887…. … mentre il suo reciproco (1/x) è 0,6180339887 ….

Le cifre dopo la virgola, cioè, rimangono le stesse, nella stessa sequenza, e il numero aureo è l’unico numero – tra gli infiniti numeri – per il quale accade questa cosa

Il Phi Greco π foto a4 Il Phi Greco π foto a3 Il Phi Greco π foto a2Il poeta Novalis non a caso si esprimeva così: E’ visibile l’invisibile elevato a mistero.

In geometria il pentagono e il decagono sono i poligoni regolari che meglio esprimono la sezione aurea Φ , mentre la grande piramide di Cheope contiene sia Φ che Ö Φ come mostrano queste figure:

Il Phi Greco π foto a5Il Phi Greco π foto a6Il Phi Greco π foto a7 Nella figura qui sopra si può notare che il punto C divide il lato AB del triangolo secondo il rapporto aureo e che per costruire la spirale è stato necessario bisezionare il triangolo piccolo per ottenerne un altro più piccolo ancora e così via per più volte.

Esiste anche un particolare angolo detto “aureo” che si ottiene con la seguente formula: 360 – 360 / Φ = 137,5 077. In botanica viene detto “angolo di divergenza” perché rappresenta la crescita radiale dei semi di molti fiori. Questi semi sono così compatti, spazialmente, in virtù di questo angolo di divergenza. L’esempio più bello è il girasole nel quale la disposizione dei semi, forma spirali destrorse e sinistrorse. Il corpo umano, capolavoro del creato, non fa eccezione,ecco alcuni rapporti legati a Φ :

Il Phi Greco π foto a8Φ E I NUMERI DI FIBONACCI

Le nove cifre sono 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1. Con queste nove cifre e col segno 0… si può scrivere qualunque numero, come qui di seguito dimostrato.”

Leonardo Fibonacci (1170-1240)

RELAZIONE TRA LA SUCCESSIONE DI FIBONACCI E NUMERO Φ

Leonardo Fibonacci è stato un matematico pisano che ha scoperto la seguente sequenza:

1,1,2,3,5,8, 13, 21, 34, 55, 89, …

Che legame hanno tra loro? Ognuno è la somma dei due precedenti, 1+1=2, 1+2=3, 2+3=5, 3+5=8, ecc., ecc.

Dopo piccole variazioni il rapporto tra questi numeri diventa costante e sempre uguale a 0.618. In termini matematici, il limite di questo rapporto tende a 0.618

1:2 = 0.5

2:3 = 0.667

3:5 = 0.6

5:8 = 0.625

8:13 = 0.615

34:55 = 0.618

Reciprocamente procedendo lungo la successione di Fibonacci, il rapporto tra un termine e il suo precedente oscilla intorno al numero Φ:

Il Phi Greco π foto a9aAttraverso la serie di Fibonacci, si può facilmente costruire una figura a spirale, la spirale di Fibonacci o logaritmica.

Il Phi Greco π foto a10aIL NUMERO D’ORO Φ E IL PHI GRECO Π

Sappiamo che nell’Universo, in natura ed in qualsiasi specie ( minerale, vegetale, animale) la crescita non avviene per addizione aritmetica, di un pezzo aggiunto ad un altro, ma per uno sviluppo della forma di una sostanza secondo un rapporto costante,una proporzione ideale. Ogni fase di crescita è diversa della precedente, e condiziona la seguente, come una spira si sviluppa sull’altra. Anche se alla fine, l’apparenza esteriore può mostrare una sovrapposizione (per esempio i anelli del tronco dell’albero), il percorso fra il midollo e la corteccia ha seguito un processo di divenire, e legato a sua volta intimamente al numero d’oro Φ.

Nella valle dei re a Tebe in Egitto, si trova la tomba di Ramsete IX , nella quale appare nell’ingresso una curiosa figura dipinta:

Il Phi Greco π foto a11Vediamo una mummia reale che alza il braccio sopra la testa , di una lunghezza uguale al cubito ( = dal gomito alla mano). La figura stessa è disposta in obliquo come se fosse l’ipotenusa di un triangolo rettangolo, la cui base e lato è raffigurato da un serpente. Questo triangolo rappresenta senza contestazione il Triangolo sacro 3, 4, 5 e la lunghezza del cubito del braccio vale 1).

E si sa che l’altezza di un essere umano è divisa idealmente dall’ombelico in due parti che sono in relazione tra di loro come 1 e Φ, d’altronde 1 + Φ = Φ²,dunque l’altezza raggiunta da un uomo è Φ².

Il Phi Greco π foto a12La figura di Ramsete IX , che rappresenta il re come ipotenusa del triangolo sacro,dà il numero 5 (come diagonale): questa figura in realtà è il simbolo di una
FUNZIONE COSMICA che misura la crescita, cioè qui l’altezza del Re, che vale 5 + 1 cubito come unità ( 1 cubito è dunque un quinto)…Se riprendiamo il numero d’oro Φ,troviamo una chiave:

Ricordiamoci: 1,618 = Φ e Φ + 1= Φ².(= 2,618) dunque:

l’altezza del Re Φ².+ il suo quinto (2,618: 5 = 52,36= il cubito )= PI GRECO

2,618 + 2,618: 5 (0,5236)= 3,1416= Π PI GRECO

Per secoli si è scorrettamente attribuita la sua scoperta ad Archimede e proprio al suo famoso 22/7. L’Egitto ( e la Cina) lo conosceva già!

Qui ci è mostrato il senso occulto del valore PI, grazie al quale il numero diventa forma, e permette alla vita di crescere secondo un schema “divino”, una proporzione prestabilita, poiché tutto è divenuto per emanazione da un’unica origine, tutto è legato ad una medesima legge. Per gli amanti della matematica, ecco da meditare il parere di René Schwaller de Lubicz, Il grande egittologo, nonché matematico lui stesso: “ la funzione Φ è nella spinta del divenire all’origine, dunque il Numero d’oro ci offre anche, funzionalmente, l’unico valore reale del coefficiente ciclico, essendo lui stesso un numero ciclico, mentre il nostro calcolo razionale di Π , fondato sulla media dei poligoni inscritti e circoscritti , cerca di definire una curva attraverso. Si sa che ogni rettangolo è formato a sua volta da due triangoli, e se raddoppiamo il triangolo sacro , si ottiene un rettangolo la cui superficie sarà tre volte quattro, cioè dodici,ma il perimetro comporterà quattordici unità: per ottenerlo dovremo intercalare due unità a 3,4,5, allora 3+1+4+1+5 (= 14) …..ecco il Π PI GRECO, π è ovunque!

Senza di lui, niente geometria certamente, dunque niente architettura,’ingegneria civile o ingegneria industriale. Ma scaturisce anche nei posti più inattesi. Ad esempio, la funzione di Riemann che consegna alcuni segreti dei numeri primi contiene anche π.

In fisica, in elettrostatica, in elettrodinamica, π s’insinua in un buon numero di formule. Anche il piccolo mondo discreto degli atomi vive con π. “Pi„ è effettivamente uno dei pilastri della meccanica quantica. È presente nella costante della struttura fine (1/137) e nella costante di Planck.

Sulla figura egizia, la mummia del re, come Osiride, è all’interno della montagna,come una crisalide pronta a sbocciare. Davanti, sopra i cartigli col nome di Ramsete, lo scarabeo Kepri fa rotolare la sua palla solare con le zampe posteriori che sporgono al di fuori della montagna; questa scena è rara in Egitto e se ne trovano solo due altri esemplari su papiri ed il testo dice:

Osiris, quello che si sveglia in salute, quello che è alla testa dell’Occidente, grande Neter, che risiede nella Duat, questa terra sacra, è il tumulo di Kepri

(il tumulo di Kepri = il tumulo delle trasformazioni)

Questa scena chiude la serie di testi che spiegano cosa succede nella Duat, esposte sui corridoi precedenti dall’entrata; è un modello del modo d’espressione “metafisica”del pensiero egiziano. È la fine della genesi nella Duat ,il mondo delle trasformazioni, e per estensione della notte, della vita terrestre e della migrazione dell’anima fino al suo rinascimento. Dal ciclo della Duat emergerà il ciclo solare sensibile, visibile, che lo scarabeo spinge fuori della montagna. La mummia itifallica è la crisalide del mondo sensibile che nascerà e si esprimerà, essa ne contiene i principi e le leggi espresse.

Dunque è in se stesso che l’uomo deve ricercare gli elementi necessari alla sua scienza, sia la conoscenza del divenire che il mondo oggettivo che constata. L’uomo moderno pensa e può pensare soltanto come figlio ed erede del suo Cielo.

ERMETE DICE : “ L’opera è in Te”

La lezione dell’Egitto risuona in queste parole: “ L’Uomo misura il mondo”

Pitagora esporterà questa sapienza nel mondo greco, insegnando che la creazione è basata sui numeri, la tetrakis , per lasciarci in eredità questa chiave: “ Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo”, perché l’uomo è proporzionale alle misure del Cosmo, è dunque lui stesso una parte dell’ologramma che è il Cosmo.

NUMERO D’ORO + IL CUBITO REALE = Phi Greco π

Il Phi Greco π foto a13aOgnuno di noi è un esperimento della natura, suo scopo è l’Uomo” (Hermann Hesse)

Articolo basato sulle ricerche di René Schwaller de Lubicz ( Il Tempio dell’Uomo)

LA DIVINA MISURA

Nel 1792, in Francia, lo spirito illuminista che guidava la Rivoluzione francese convinse il governo rivoluzionario ad incaricare la comunità degli scienziati, attraverso l’Accademia delle Scienze, della definizione di un sistema di unità di misura universale, ricavato da parametri non soggetti all’arbitrio umano. Dopo ampie discussioni, per la lunghezza fu deciso che l’unità base, il metro, sarebbe stata pari alla decimilionesima parte dell’arco di meridiano compreso fra il Polo Nord e l’Equatore e passante per Parigi.

La Misura Base nell’antico Egitto era il Cubito Reale o Faraonico, non un numero intero secondo il nostro Sistema Internazionale di misura, ma in relazione geometrica esatta “ π/ 6 ” con il nostro metro. Non è possibile che coloro che hanno ideata quest’unità di misura non sapessero. Ed inoltre è ancora casuale che il vertice della Grande Piramide sia situato al 30° grado di latitudine?

Il Phi Greco π FIGURA 16. Nel mito cosmogonico, al Caos è sostituita la creazione ordinata, rappresentata dalla Collinetta Primordiale, la Piramide. Da questo luogo Râ si manifesta dopo aver messo la dea Maat là dove prima era il Caos. Il simbolo geometrico del nuovo ordine cosmico è un rettangolo, da cui sorge la testa della dea sormontata da una piuma di struzzo, simbolo di peso preciso sulla bilancia. Nella composizione del vocabolo egizio Maat appare il simbolo del cubito, o regolo, lo strumento usato sia per le misure lineari e sia per la lunghezza unitaria del flauto.

Si tracci un cerchio di diametro unitario cioè di 1 metro, di raggio OA uguale a 0,5 metri, dopo di che si tracci un arco di 60°, la corda AB definita dal lato di un esagono regolare inscritto nella circonferenza, rappresenta il valore esatto del cubito. Il cubito reale è a sua volta diviso in 7 palmi, a sua volta ognuno diviso in 4 pollici:

1 CUBITO = π / 6 m = 0,5236 m = 7 PALMI = 28 POLLICI= 100 n

1 PALMO = π / 42 m

1 POLLICE = π / 168 m

1/n = π / 600 m = 0,005236 m

Il Phi Greco π FIGURA 17. Questa figura è quella vista quando si sono definiti numericamente i Poteri Creatori cioè il π, la circonferenza la cui esistenza è in relazione con il Diametro, immagine del Primogenito, il Verbo di Dio. Il cubito è la sesta parte di questa circonferenza, che individua un perfetto triangolo Equilatero, simbolo dell’equilibrio e dell’armonia, prerogative di Maat.

Il cubito è dunque la sesta parte di una circonferenza di diametro un metro, parte che è divisa in Sette parti ottenendo così Sette palmi. Gli Egizi hanno per primi in occidente, almeno per quanto sappiamo realizzato un sistema di misura settenario, del tempo e dello spazio. Dividendo un palmo per Quattro, la Base di ogni Misura, si ottiene un pollice. Un cubito risulta uguale a 28 pollici, ventotto è un numero legato al ciclo lunare, la creazione nel ventre materno di un essere umano avviene in 10 mesi di 28 giorni, cioè in 280 giorni, il numero di cubiti dell’altezza della Grande Piramide.

I POTERI CREATORI

Il Pentateuco, i Cinque libri sacri, formati da 72 rotoli, sono tradizionalmente attribuiti alla sapienza mosaica. Mosè secondo quanto afferma S. Freud era un nobile egizio(72), e secondo Manetho il sacerdote egizio, Mosè era un sacerdote egiziano di nome Osarsiph(73) del tempio d’Eliopoli. I punti in comune fra gli Egizi e gli Ebrei sono molti di più di quelli che normalmente s’immagina, gli Egizi sono diventati odiati (74)per ragioni politiche, in quanto gli antenati degli Ebrei, gli Habiru delle cronache egizie, erano secondo le affermazioni dello storico Giuseppe Ebreo gli Hyksos, i nemici degli Egiziani.

La versione ebraica della creazione, quella della Genesi, afferma:

In Principio Dio creò il Cielo e la Terra (B’rashit bar Elohim) … le Tenebre ricoprivano l’Abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulle Acque.

Dio è la traduzione al singolare di un nome plurale, gli Elohim, i Poteri Creatori che vengono menzionati prima della Causa che li ha creati: lo Spirito di Dio, menzionato nel secondo versetto. I primi due versetti sono stati scambiati di posto dai successivi compilatori (75) del Libro Sacro. Lo Spirito di Dio che si muoveva sulla superficie delle acque del Caos è al Causa che muove la Materia dello Spazio, il Nous dei Greci. Secondo Origene, Clemente Alessandrino, Calcidio, Metodio e Maimonide, in base al Targum di Gerusalemme (76) la parola B’rashit significa Saggezza, Principio. Pertanto la traduzione diviene Il Principio (il Verbo), (per mezzo degli) Elohim fece il cielo e la terra.

In (Il) Principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio…tutto è stato fatto per mezzo di lui (77)

Questo è uno dei Misteri meglio custoditi sulla creazione del mondo. I Poteri Creatori, gli Elohim, gli Arcangeli, sono gli esecutori del volere divino. Elohim come Angeli creatori sono anche gli Alhim (78) il cui nome, formato da cinque lettere, cela il mistico π (31415 = 14 = 2×7), il rapporto fra Cerchio del creato e il Diametro, simbolo del Primogenito, del Principio.

Nella Cabala, il 10 è un moltiplicatore e i numeri possono essere ridotti da uno a nove e pertanto:

A=1

L=30=3

H=5

I=10=1

M=40=4

Leggendo in senso inverso a partire da L si ha:

3 + 1 + 4 + 1 + 5 = 14 = 2×7

Cerchio/Diametro = 3.1415/1 = Elohim/Primogenito

Il Phi Greco π FIGURA 15 ELOHIMI Poteri Creatori, la Forza Duale, sono rappresentati dal numero 2×7, e presiedono come Arcangeli i Sette Cieli superiori e le Sette Terre. Nel primo giorno della creazione essi separano la Luce dalle Tenebre della Materia, e fu Luce. Nel secondo giorno Dio separò le acque che sono sopra da quelle che sono sotto il firmamento. Il firmamento è l’Aria intesa come elemento di base: prima la Luce o l’Etere, poi l’Aria o vento Divino, poi l’universo materiale, le acque inferiori. Alla fine d’ogni creazione gli Elohim videro che quanto fatto era buono e ripetono per cinque volte la frase “ E Dio vide che era buono”, una per ogni giorno della creazione. Nel sesto giorno la frase (79) è ripetuta due volte e precisamente una settima volta dopo la creazione di Adamo.

Il Phi Greco π foto La Tradizione HimalayanaLa Grande Madre o lo Spazio Stellare, sta col 31415, la sintesi, la Legione dei Costruttori unificata nel Primogenito, nel Verbo, pronta a partorirli i valorosi figli del 432 o il Ciclo del tempo di 4.320.000 anni, il Maha Yuga. All’inizio di ciascun ciclo di manifestazione i 2×7 Costruttori o Dei, o Arcangeli, discendono per formare un nuovo ordine di cose. La Grande Piramide è dunque la rappresentazione di tale mistero.

Plutarco scrive: Osiride è il Nilo che si congiunge alla Terra simboleggiata da Iside, e Tifone è il mare in cui il Nilo si getta e si disperde(81). Il valore numerico della parola Neilos o Nilo è appunto 365, e lo scorrere del Nilo equivale allo scorrere del Tempo ciclico, Inoltre il numero 365 e uguale a 3 + 6 + 5 = 14 = 2×7 il numero che cela il π il numero dei due volte sette costruttori. Fu dunque con la generazione del Figlio della Luce(82) che iniziò il Tempo.

Dividendo il cerchio celeste di 360° per 5,cioè il numero dei figli generati dalla dea Nut, si ottengono 72 gradi, numero che coincide con quello dei congiurati che uccisero Osiride.

Moltiplicando il numero dei congiurati 72 o anni impiegati dal sole equinoziale per completare uno spostamento precessionale di un grado, per i gradi di ogni settore zodiacale si ottengono gli anni corrispondenti ad un segno zodiacale, o ad un’era di 72×30 = 2.160 anni,che diventano 4.320 anni per due costellazioni zodiacali.

72) Il nome di Mosè è l’equivalente di bambino, termine che designa gli Iniziati che rinascendo a nuova vita ridivengono bambini. Nei nomi dei Faraoni si riscontra Thut-Moses, Ra-Moses. Gli Ebrei trasformarono il nome Moses in Moshe.

73) Sacerdote del Dio Osiride?

74) Anche il Faraone costruttore della Grande Piramide era odiato dai propri sudditi.

75)Alle origini, l’Insegnamento veniva impartito solo oralmente, ad esempio da Mosè ai 70 Anziani, gli scritti non erano di dominio pubblico.

76) La maggior autorità ortodossa in campo ebraico.

77) Vangelo di Giovanni 1, 1-3.

78) In Oriente, nell’Himalaya, il nome dei Poteri Creatori è Ah-hi, gli Alhim degli Ebrei.

79) I versetti del primo capitolo sono il 4, 10, 12, 18, 21, 25, 27.

80) Le Stanze di Dzyan,

81) Plutarco, Iside e Osiride, 363, D, E.

82) Il primo giorno della nascita degli dei Plutarco riferisce di un voce misteriosa che diceva. “Ecco il Signore di tutte le cose che viene alla Luce”.

IL NUMERO Π DALL’IDEA ALLA FORMA

Quando re Zozer consulta il suo visir e architetto Imhotep per conoscere l’ubicazione delle sorgenti del Nilo, questi va a consultare alla Casa della Via i Libri Sacri. Il Saggio Khaefsnofru, grande sacerdote di Ptah, per la costruzione della piramide di Cheope, dopo aver consultato nella Casa della Vita il Libro della Fondazione dei Templi dichiara:

La piramide sarà costruita in maniera tale che, se un cerchio possiede una circonferenza uguale al perimetro di base della piramide, il raggio di questo cerchio costituirà la misura della sua altezza. Il monumento sarà posto sotto la protezione di Horus, signore di Khem.

Il Phi Greco π FIGURA 8o Circonferenza= 2π R = perimetro quadrato di base

o Diametro Cerchio = 2R = Circonferenza/π

o Semidiametro = Altezza della Piramide = R

L’architetto che progettò la Piramide volle concretare la quadratura del cerchio, il passaggio dall’Idea alla Forma.

I sacerdoti egizi insegnarono ad Erodoto, che il rapporto tra il lato di base e l’altezza è tale che il quadrato costruito sull’altezza verticale equivale esattamente alla superficie di ciascuna delle facce triangolari. Inoltre, il rapporto fra la superficie di base e quella laterale è uguale a quello fra la superficie laterale e quella totale.

Se si effettua la sezione verticale passante per il vertice, si ottiene un Triangolo isoscele con angolo di base 51°51’ che rapportato al Quadrato di base fornisce ancora la relazione:

Il Phi Greco π foto d1Come il rapporto Diametro Cerchio vale 1/π, così il rapporto Triangolo (simbolo della Divinità, il mondo delle idee, 3) su Quadrato (simbolo del mondo materiale, il mondo della forma, 4) vale ancora 1/π.

Il Phi Greco π FIGURA 9Lo stesso rapporto costruttivo viene riscontrato nell’America Centrale, in Messico,con la Piramide del Sole di Teotihuacán,con un’altezza dimezzata rispetto alla piramide egizia. Teotihuacán la Città degli Dei era nota perché coloro che ivi erano sepolti si trasformavano in dei.

Le piramidi divengono metafisicamente il luogo dove avveniva la trasformazione da uomini a dei, prerogativa questa di tutti i sistemi iniziatici e misterici del passato. Come a Giza anche a Teotihuacán erano state erette tre grandi piramidi. La Piramide di Quetzalcóatl, la Piramide del Sole e la Piramide della Luna. A Giza le cime della Grande Piramide e della Piramide di Chephren si trovano allo stesso livello, anche se la prima è più alta della seconda, analogamente a Teotihuacán le cime delle piramidi del Sole e della Luna sono allo stesso livello anche se la prima è più alta della seconda. La stessa coincidenza sia in America che in Egitto, si trova anche nell’allineamento delle tre piramidi, due edifici allineati, il terzo disposto di proposito da un lato.

Il Phi Greco π FIGURA 10L’OTTAEDRO E LA PIRAMIDE

…Pertanto, la fisica degli antichi ci insegna che questa forma rappresenta il substrato fondamentale per tutta la materia nella nostra “densità”.Questo è l’antico insegnamento dimenticato. È importante capire che questa è solamente una regola generale, dato che all’interno della nostra densità vediamo le prove di tutti i solidi Platonici, che rappresentano le diverse “sub-densità”. Abbiamo bisogno di tutti questi all’opera affinché si possa costruire materia fisica, ma quello più forte in terza densità è l’ottaedro.

Il Phi Greco π GEOMETRIA SACRA 5Guardando giusto alla metà superiore di un ottaedro, possiamo facilmente vedere che è identica alla forma della Grande Piramide Egizia. Avendo messo in campo tutto il modello fisico, questo semplice fatto illustra chiaramente che tutte le piramidi erano progettate per essere in grado di focalizzare questa energia geometrica dell’etere, proprio come farebbe un imbuto per dirigere un flusso d’acqua. Come vedremo più avanti in questo volume, i “campi torsionali” sulla Terra possono variare da luogo a luogo molto di più della normale “spinta” gravitazionale o del campo magnetico terrestre, e per usare un gergo dei Russi, ogni piramide agisce come un “generatore passivo di torsione”.

La materia stessa si comporta come un spugna immersa nell’acqua che vibra, con l’energia fluida che vi fluisce continuamente dentro e fuori con un moto pulsante. Quando si ammassa la materia insieme in una singola struttura, la forma di quella struttura determinerà come fluiranno le “correnti” eteriche attraverso di essa.

Ogni oggetto cilindrico o conico imbriglia e focalizza campi torsionali, come abbiamo documentato in modo esteso nel Volume III. Ci sono sempre campi torsionali che emergono dalla Terra in spirali, e la forma del cono può direzionare e focalizzare questi campi. Non dimentichiamo che questi campi sono composti di energia intelligente, così uno dei più importanti benefici nell’imbrigliare questi campi è che questi aumentano enormemente la nostra salute fisica così come la nostra coscienza spirituale in breve tempo, quindi gli antichi Egizi si riferivano alle piramidi come a “templi di iniziazione”.

E noi sappiamo che la parola greca “Piramide” nasce dall’unione di “Pyre” e “Amid”, che significa “Fuoco nel Mezzo”. Questo “fuoco nel mezzo” rappresenta i campi di energia che vengono imbrigliati dentro la Piramide, quindi il nome stesso cela parte del segreto.

Essenzialmente, con la scienza appropriata in gioco, comprendiamo che la grande Piramide di Giza, la piramide costruita con maggior precisione sulla Terra, è una macchina fantastica, modellata con una tecnologia che è molto più avanzata del nostro livello di comprensione scientifica attuale.

La ragione di questo è perché questa è una tecnologia di coscienza, che funziona in base ad un modello di fisica che noi stiamo riscoprendo solo ora sulla scena pubblica. E più esaminiamo la Piramide, più possiamo comprendere quanto accurata e vasta debba essere la conoscenza antica che v’è insita.

È un fatto stabilito da molto tempo che se si prende la differenza tra le misure della base e dell’altezza della Piramide, si esprime il rapporto pi (π) di 3,14159. Questo significa che si può disegnare un cerchio da un angolo, fino al vertice e giù fino all’angolo opposto.E che quel cerchio toccherà perfettamente tutti e tre i punti. Poi, tutto quello che dobbiamo fare è pensare in tre dimensioni, e scopriremo velocemente che la Piramide è inscritta perfettamente in una semisfera.

Il Phi Greco π GEOMETRIA SACRA 6Così, in modo molto diretto, la struttura della piramide forma “risonanza” con l’etere, causando la formazione di una sfera di energia invisibile, proprio come questa, intorno ad essa. Ricordate che la struttura di energia geometrica più forte della nostra dimensione, se potessimo vederla, apparirebbe esattamente come questa.

Così, la Piramide non era solamente un oggetto geometrico, era letteralmente costruita come una gigantesca, solidificata “unità di coscienza”. Ad un certo punto, potremmo pensare ad essa come ad una gigantesca statua in onore della densità di energia in cui noi ora abitiamo; ma è anche una macchina molto potente. Ci è anche stato detto da Ra che essa era molto più efficiente quando è stata costruita rispetto ad adesso, per via del mutamento di posizione della Terra e del deterioramento delle sue facciate di pietra.

Molti piramidologi hanno evidenziato il fatto che l’esterno della Grande Piramide esprime, in molti diversi rilevamenti, l’esatta lunghezza di un anno terrestre, 365,2422. Dato che gli studiosi comprendono che la Piramide si inscrive perfettamente in una semisfera, molti ne hanno concluso che la Piramide sia progettata per rappresentare la Terra. Ma questo non spiegherebbe perché i costruttori della piramide non abbiano semplicemente eretto un globo, specialmente con l’apparente tecnologia che avevano a loro disposizione per posizionare precisamente tali immense pietre. È solo ora che possiamo capire perché per questo scopo sia stata scelta la forma ottaedrica.

Sebbene oggi non possiamo vedere la Piramide come un cristallo, è un fatto riconosciuto nei circoli egittologici che quando la Piramide fu inizialmente costruita, all’esterno fosse interamente ricoperta da un involucro di pietre. Queste erano composte di calcare bianco di Tura che era tirato precisamente a lucido come uno specchio per una luminosa brillantezza (Lemesurier, 1977). Era così brillante alla luce del giorno da essere accecante, quindi gli Egizi la chiamavano “Ta Khut”, o “La Luce”. Sarebbe stato molto facile concludere che non fosse stata costruita da esseri umani primitivi se vista nella sua forma originale…

LA TETRADE CELA LA SCALA PLANETARIA

Secondo i calcoli di Livio Catullo Stecchini, professore americano di Storia della Scienza ed esperto di misure antiche, l’Egitto aveva una conoscenza astronomica e matematica fuori del comune. A proposito delle dimensioni della Grande Piramide in relazione al pianeta Terra afferma:

L’idea di fondo della Grande Piramide era che doveva essere una rappresentazione dell’emisfero settentrionale della terra, una semisfera proiettata su superfici piatte come si fa in cartografia…

La Grande Piramide era una proiezione su quattro superfici triangolari. L’apice rappresentava il polo e il perimetro, l’equatore. Questo è il motivo perciò il perimetro è in rapporto di 2π rispetto all’altezza. La Grande Piramide rappresenta l’emisfero settentrionale in una scala 1:43.200.

Non può ancora essere una coincidenza se in una scala 1:43.200 la Grande Piramide serve da modello, da proiezione cartografica dell’emisfero settentrionale o boreale della terra.

Il perimetro della Grande Piramide è pari a 1:43.200 della circonferenza equatoriale terrestre e altrettanto si dica dell’altezza della costruzione che risulta 1:43.200 del raggio polare della terra.

Il Phi Greco π FIGURA 13Nulla è casuale in questo monumento, perché il numero 432 e tutti i suoi multipli sono i numeri della Fenice, il Bennu, la chiave dei cicli di creazione e di distruzione del nostro sistema solare secondo l’astronomia arcaica.

La piramide di Cheope è situata proprio nel punto dove si incrociano il 30°meridiano ed il 30°parallelo, così che essa potrebbe essere definita come “il centro del mondo”. Dividendo la massa terrestre in parti uguali, il parallelo est-ovest e il meridiano nord-sud, si incrociano esattamente in un punto, sulla Grande Piramide.

È una coincidenza il fatto che la Grande Piramide di Giza si trovi nel centro di gravità dei continenti? Questo particolare unito al fatto dell’esatto orientamento secondo gli assi Nord-Sud, ha fatto pensare a Livio Catullo Stecchini che tale costruzione sia una sorta di strumento topografico, come ad una bussola accuratamente orientata che avrebbe potuto essere usata come un punto di riferimento geodetico per la costruzione di strutture nel mondo antico.

Inoltre, l’altezza originale della Grande Piramide è un miliardesimo della distanza media della Terra dal Sole. Si può a questo punto tranquillamente affermare che le piramidi egizie, caldee, maya, la stessa Arca dell’Alleanza erano documenti metrici fatti per conservare oltre ad ogni catastrofe i rapporti fondamentali fra l’uomo e il divino.

PHI GRECO NELLA STORIA UFFICIALE

Il simbolo π per la costante di Archimede è stato introdotto nel 1706 dal matematico inglese William Jones quando pubblicò A New Introduction to Mathematics, benché lo stesso simbolo fosse stato utilizzato in precedenza per indicare la circonferenza del cerchio. La notazione diventò di uso comune dopo che la utilizzò Eulero. In entrambi i casi π è la prima lettera di περίμετρος (perimetros), che significa «misura attorno» in greco. Inoltre il simbolo π venne usato all’inizio dallo stesso William Jones che, nel 1706 lo usò in onore di Pitagora (l’iniziale di Pitagora nell’alfabeto greco è appunto Π, ma trattandosi di un numero si preferisce usare la minuscola). Tuttavia, ancora nel 1739 lo svizzero Eulero usava il simbolo p.

Leonhard Euler, noto in Italia come Eulero (Basilea, 15 aprile 1707 – San Pietroburgo, 18 settembre 1783), è stato un matematico e fisico svizzero. È considerato il più importante matematico dell’Illuminismo. È noto per essere tra i più prolifici di tutti i tempi ed ha fornito contributi storicamente cruciali in svariate aree: analisi infinitesimale, funzioni speciali, meccanica razionale, meccanica celeste, teoria dei numeri, teoria dei grafi. Sembra che Pierre Simon Laplace abbia affermato “Leggete Eulero; egli è il maestro di tutti noi”.

Complessivamente esistono 886 pubblicazioni di Eulero. Buona parte della simbologia matematica tuttora in uso venne introdotta da Eulero, per esempio i per i numeri immaginari, Σ come simbolo per la sommatoria, f(x) per indicare una funzione. Diffuse l’uso della lettera π per indicare pi greco.

NELL’ANTICHITÀ

XX secolo a.C.: i Babilonesi usavano 25/8 per π (=3,125)

XX secolo a.C.: gli Egizi (Papiro di Rhind) usano π = (16/9)2 = 3,1605

XII secolo a.C.: i Cinesi usano 3 per π

550 a.C.: Nell’Antico Testamento si dice (non esplicitamente) che il π è uguale a 3

434 a.C.: Anassagora tenta la quadratura del cerchio con riga e compasso

430 a.C.: Antifonte il sofista e Brisone di Eraclea esprimono il principio di esaustione

335 a.C.: Dinostrato usa la quadratrice per quadrare il cerchio

III secolo a.C.: Archimede, utilizzando l’esaustione e il metodo di compressione, calcola su poligoni di 96 lati che 223/71 < π < 22/7[4], e trova inoltre l’approssimazione π = 211875/67441 = 3,14163…

I secolo a.C.: Vitruvio usa 25/8 [5]

II secolo d.C.: Tolomeo usa π = 377/120 = 3,14166…

III secolo d.C.: Chang Hong usa π = √10, Wang Fau usa π = 142/45 e Liu Hui usa π = 157/50

Il 14 marzo si celebra il “giorno di pi greco”, in quanto nella sua scrittura anglosassone (3/14) esso ricorda l’approssimazione più comune di π.[25] Pi greco si celebra anche il 22 luglio, in quanto nella sua scrittura numerica (22/7) esso ricorda la frazione che meglio approssima il valore di π.

Il giorno dedicato al pi greco è il 14 marzo: la scelta è ispirata dalla grafia anglosassone del numero, 3.14, grafia che indica l’approssimazione ai centesimi di pi greco. Inoltre alcuni celebrano la ricorrenza dalle ore 15, in modo di adeguarsi all’approssimazione 3.1415.La prima celebrazione del “Pi Day” si tenne nel 1988 all’Exploratorium di San Francisco, per iniziativa del fisico americano Larry Shaw, in seguito insignito del titolo di “Principe del pi greco”. Il calendario della prima manifestazione prevedeva un corteo circolare attorno ad uno degli edifici del museo e la vendita di torte alla frutta, decorate con le cifre decimali del pi greco. In questi giorni nei dipartimenti di matematica in varie istituzioni nel mondo si coglie l’occasione per organizzare delle feste.

LE PRIME 999 CIFRE DI PI GRECO.

Meno di un granello di sabbia nell’Universo”.

3.141592653589793238462643383279502884197169399375

10582097494459230781640628620899862803482534211706

79821480865132823066470938446095505822317253594081

28481117450284102701938521105559644622948954930381

96442881097566593344612847564823378678316527120190

91456485669234603486104543266482133936072602491412

73724587006606315588174881520920962829254091715364

36789259036001133053054882046652138414695194151160

94330572703657595919530921861173819326117931051185

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78185778053217122680661300192787661119590921642019…

Il Phi Greco π foto thotRingrazio il Maestro Thoth per l’ispirazione all’origine di questa mia ricerca e gli chiedo di perdonarmi il troppo tempo impiegato a concluderla.

Ringrazio anche gli estensori dei testi da cui questa ricerca è tratta.

Fonti:

http://digilander.libero.it/giannicrovatto/g-sez-au.htm

http://digilander.libero.it/giannicrovatto/g-spir.htm

http://www.essereilcambiamento.it/geometria-sacra/spirale-fibonacci-

numero-aureo

link: croponline

link: Occhio al numero…Φ

Link:  la masseria del santo graal

Link:  simbolo  per la costante di Archimede è stato introdotto …

Pdf istituto Cintamani: EGITTO_MISTERICO

3 thoughts on “Il Phi Greco π

  1. se hai tempo guarda su you tube”Mauro Biglino, La Bibbia non parla di Dio” Torino 9 luglio 2015…e poi dimmi che ne pensi…ciaoo

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