LA VIA DELL’ ADEPTO

LA VIA DELL’ADEPTO

LA VIA DELL’ ADEPTOIn questo testo desidero chiarire un’ambiguità nei concetti espressi, che forse molti di voi avranno rilevato in maniera diversa a seconda della propria sensibilità, in quanto esposto fino ad ora in questo mio lavoro di divulgazione.

Cioè in molti testi propongo la collaborazione ed il lavoro di gruppo per raggiungere l’unificazione della coscienza planetaria, tramite il senso di fratellanza, di appartenenza all’unità, il riconoscere sé stessi in ogni altra entità ed insieme ad essa operare di concerto al fine superiore di riunificarsi nell’unità.

Mentre in altri testi si percepisce la proposta di un lavoro personale del sé nel sé che si svolge in solitario tramite la ricerca interiore, la disciplina della personalità, la meditazione e lo studio dei fenomeni di manifestazione del mondo esteriore al fine di trovare le corrispondenze di questi con gli stati interiori di evoluzione della coscienza.

La causa di questa apparente ambiguità è il percorso da parte mia della via dell’adepto mentre nel contempo cerco di svolgere un lavoro di proposta del sentiero del servizio agli altri nel perseguimento dell’unificazione planetaria che risulti nell’ascensione collettiva in dimensione superiore della coscienza.

Il lavoro di unificazione della coscienza nella coscienza planetaria è prerogativa della coscienza di quarta dimensione; alle entità di terza dimensione è richiesto di polarizzarsi nella coscienza al fine di raggiungere il limite minimo per la raccoglibilità in dimensione superiore, questo sia sul percorso del servizio agli altri che sul percorso del servizio al sé. L’adepto è uno che farà di più di questo, come ci spiega Ra: “l’adepto è uno che andrà oltre il raggio verde che segnala l’ingresso nella raccoglibilità. L’adepto non attingerà semplicemente all’energia intelligente come mezzo di preparazione per il raccolto, ma attingerà sia all’energia intelligente che all’infinito intelligente allo scopo di trasmutare la capacità di raccolta planetaria e la coscienza planetaria”.

Nella mia considerazione del percorso dell’adepto ciò che lo contraddistingue è il costante perfezionamento in qualsiasi attività egli compia sia nella coscienza che nella manifestazione. Il suo obbiettivo è quello di divenire un sole, la totale unificazione ed identificazione nell’unità e il dimorare costantemente in essa in qualsiasi circostanza.

È il trionfo dell’amore, della coscienza, della comprensione e dell’infinità dell’esistenza. Infinita coscienza, infinita manifestazione, omni-comprensione e amore infinito.

Sempre secondo la mia visione, l’adepto darà il meglio di sé in qualsiasi sua attività, ponderando i risultati ottenuti ma non facendosi influenzare da questi nella scelta dei modi di azione e degli obbiettivi, sorretto da una grande infinita pazienza nell’infinita serie di esperienze da affinare e perfezionare.

In questo percorso mi accompagna la consapevolezza che la perfezione è per sua stessa natura irraggiungibile e quindi l’adepto non giungerà mai veramente alla sua meta ma ciò gli permetterà di continuare a ricercare e in questo modo a creare, considerare quanto ha creato, prospettare qualcosa di più perfetto e perciò ricominciare in un processo infinito che dà senso e scopo all’esistenza nella e oltre la manifestazione.

Ho elencato alcune qualità che ritengo siano caratteristiche dell’adepto, sicuramente ve ne saranno di altre, ognuno le potrà considerare:

Liberarsi dal giogo delle emozioni e dei sentimenti, tutti, sia “positivi” che “negativi”, non da essi stessi ma dal loro dominio sulla propria vita e dal loro influsso sulla coscienza che si manifesta nell’azione.

Isolarsi.

Silenzio della voce come del pensiero.

Dominare i pensieri escludendoli a volontà creando il silenzio nella mente.

Liberarsi dai desideri materiali e dalle inclinazioni e preferenze.

Capacità di focalizzare l’attenzione e di qui il pensiero su di un determinato soggetto o obbiettivo al fine di agire su di esso.

Capacità di amare nel senso di riuscire a comprendere l’esistenza del Tutto in ogni cosa, manifesta e non.

Capacità di suscitare ed eccitare lo spirito santo attraendolo a sé anche al fine di realizzare quanto desiderato ma sopratutto al fine di:

Realizzare l’Unità del Sé con il Tutto divenendo Uno e divenendo Tutto con il Tutto, non più una sua parte ma esso stesso in totalità, senza alcuna limitazione.

L’adepto positivo riuscirà tramite la sua azione nella coscienza ad innalzare la vibrazione planetaria tramite la visualizzazione, la preghiera, l’azione manifesta ma sopratutto tramite la qualità del suo pensiero. Il traguardo di questo suo lavoro è il passaggio della coscienza collettiva in dimensione superiore. Il premio per l’adepto è un’indicibile e perenne gioia, pace, tranquillità, felicità che colmano il suo essere e si irradiano da esso.

ADEPTO SECONDO RA

Ra nella sua visione espressa nei “Ra Material” definisce l’adepto così:

L’ADEPTO

49.8 Interrogante: È meglio, o dovrei dire, produce risultati più utilizzabili in meditazione lasciare la mente, direi, il più vuota possibile; lasciarla scorrere, per così dire, o è meglio focalizzarsi in meditazione su qualche oggetto o qualche cosa per la concentrazione?

Ra: Io sono Ra. Questa sarà l’ultima domanda completa di questo tempo di lavoro.

Ciascuno dei due tipi di meditazione è utile per un motivo particolare. La meditazione passiva che comporta la liberazione della mente, lo svuotamento del guazzabuglio mentale che è caratteristica dell’attività del complesso mentale tra i vostri popoli, è efficace per coloro il cui scopo è raggiungere un silenzio interiore come base da cui ascoltare il Creatore. Questo è un utile e disponibile strumento ed è di gran lunga il tipo di meditazione più generalmente utile rispetto alla contemplazione o alla preghiera.

Il tipo di meditazione che può essere chiamato visualizzazione non ha come scopo quello che è contenuto nella meditazione vera e propria. La visualizzazione è lo strumento dell’adepto. Coloro che imparano a tenere a mente le immagini visive stanno sviluppando un potere di concentrazione interiore che può trascendere la noia e il disagio. Quando questa capacità si è cristallizzata in un adepto, l’adepto può allora fare polarizzazione nella coscienza in assenza di azione esterna, che può influenzare la coscienza planetaria. Questa è la ragione dell’esistenza del cosiddetto Mago Bianco. Solo coloro che desiderano perseguire l’innalzamento cosciente della vibrazione planetaria troveranno la visualizzazione come un tipo di meditazione particolarmente soddisfacente.

La contemplazione o considerazione in uno stato meditativo di un’immagine o di un testo ispiratore è anche estremamente utile tra i vostri popoli, e anche la facoltà della volontà chiamata preghiera è di natura potenzialmente utile. Che sia davvero un’attività utile dipende totalmente dalle intenzioni e dagli obiettivi di chi prega…

50.8 Interrogante: Grazie. In che modo la capacità di mantenere nella mente le immagini visive consente all’adepto di fare polarizzazione nella coscienza senza un’azione esterna?

Ra: Io sono Ra. Questa non è una domanda semplice, perché l’adepto è uno che andrà oltre il raggio verde che segnala l’ingresso nella raccoglibilità. L’adepto non attingerà semplicemente all’energia intelligente come mezzo di preparazione per il raccolto, ma attingerà sia all’energia intelligente che all’infinito intelligente allo scopo di trasmutare la capacità di raccolta planetaria e la coscienza planetaria.

I mezzi di questo lavoro si trovano all’interno. La chiave è in primo luogo, il silenzio e, in secondo luogo, l’unicità* del pensiero. Pertanto, una visualizzazione che può essere mantenuta fissa all’occhio interiore per molti dei vostri minuti, nel modo in cui misurate il tempo, segnalerà l’aumento dell’unicità* del pensiero da parte dell’adepto. Questa unicità di pensiero può quindi essere utilizzata dall’adepto positivo per lavorare in visualizzazioni rituali di gruppo per l’innalzamento dell’energia positiva, da adepti negativi per l’aumento del potere personale.*(singleness; singolarità; essere solo uno numericamente, in questo caso la capacità di mantenere il pensiero fisso unicamente su di una immagine visiva visualizzata)

50.9 Interrogante: Puoi dirmi come l’adepto, quindi, dopo essere stato in grado di trattenere l’immagine per diversi minuti, cosa fa poi per influenzare la coscienza planetaria o aumentare la polarità positiva? Ancora non lo capisco bene.

Ra: Io sono Ra. Quando l’adepto positivo tocca l’infinito intelligente dall’interno, questa è la più potente delle connessioni perché è la connessione di tutto* il microcosmo del complesso mente/corpo/spirito con il macrocosmo. Questa connessione abilita, diciamo, il vero colore del raggio verde nel tempo/spazio a manifestarsi nel vostro tempo/spazio. Nel raggio verde i pensieri sono esseri (entità). Nella vostra illusione questo non è normalmente così.

Gli adepti diventano quindi canali viventi per amore e luce e sono in grado di incanalare questa radiosità direttamente nella rete planetaria di nexi energetici. Il rituale terminerà sempre con il radicamento di questa energia nella lode e nel ringraziamento e il rilascio di questa energia nel tutto* planetario… *(whole; totale; totalità; intero; tutto)

50.12 Interrogante: Ognuno di noi sente, in meditazione, energia sulla testa in vari punti. Puoi dirmi cos’è questo, cosa significa e cosa significano i vari posti in cui lo sentiamo?

Ra: Io sono Ra. Dimenticare la piramide ti sarà di aiuto nello studio di queste esperienze. Gli influssi di energia sono avvertiti dai centri energetici che necessitano e sono preparati per l’attivazione. Quindi coloro che sentono la stimolazione a livello del raggio viola stanno ottenendo proprio questo. Coloro che la sentono sulla fronte tra le sopracciglia stanno sperimentando il raggio indaco e così via. Coloro che sperimentano formicolio e immagini visive stanno avendo un blocco nel centro energetico che viene attivato e quindi il corpo elettrico diffonde questa energia e il suo effetto viene diffuso.

Coloro che non richiedono sinceramente questa energia possono ancora sentirla se le entità non sono ben addestrate nella difesa psichica. Coloro che non desiderano sperimentare queste sensazioni, attivazioni e cambiamenti anche a livello subconscio non sperimenteranno nulla a causa delle loro capacità di difesa e armatura contro il cambiamento.

50.13 Interrogante: In questo momento sto provando due sensazioni contemporaneamente. È normale averne due contemporaneamente?

Ra: Io sono Ra. Il più normale per l’adepto è quanto segue: la stimolazione indaco che attiva quel grande portale verso guarigione, lavoro magico, attenzione alla preghiera e radianza dell’essere; e la stimolazione del raggio viola che è l’offrire e il ricevere spirituale dal e al Creatore, da Creatore a Creatore.

Questa è una configurazione desiderabile…

73.20 Interrogatore: Mi sembra che la cosa di principale importanza per coloro che sono sul sentiero del servizio agli altri sia lo sviluppo di un atteggiamento che posso solo descrivere come vibrazione. Questo atteggiamento si svilupperebbe attraverso la meditazione, il rituale e un crescente apprezzamento per la creazione o il Creatore che si traduce in uno stato mentale che può essere espresso da me solo come un aumento della vibrazione o dell’Unità col Tutto. Potresti ampliare e correggere questa affermazione?

Ra: Sono Ra. Non correggeremo questa affermazione, ma la amplieremo suggerendo che a quelle qualità è possibile aggiungere il vivere giorno per giorno e momento per momento, poiché il vero adepto vive sempre di più così com’è…

In una sessione precedente hai affermato che il vero adepto vive sempre di più così com’è. Spiegherai e approfondirai questa affermazione?

Ra: Sono Ra. Ogni entità è il Creatore. L’entità, man mano che diventa sempre più consapevole del proprio Sè, giunge gradualmente al punto di svolta in cui decide di cercare o al servizio degli altri o al servizio del sé. Il ricercatore diventa l’adepto quando ha bilanciato con la minima adeguatezza i centri energetici rosso, arancione, giallo e blu con l’aggiunta del verde per il positivo, entrando così nel lavoro indaco.

L’adepto quindi inizia a fare meno del lavoro preliminare o esteriore, che ha a che fare con l’attività, e inizia ad effettuare il lavoro interiore che ha a che fare con l’essere (being). Man mano che l’adepto diventa un’entità sempre più coscientemente cristallizzata, gradualmente manifesta sempre di più di ciò che è sempre stato da prima del tempo; cioè l’Uno Creatore Infinito.

RAGGIO INDACO

51.10 Intervistatore: Immediatamente dopo la morte del corpo fisico, hai affermato che, credo di essere corretto nel dire, che il corpo primario attivato è l’indaco, e hai affermato che esso è il modellatore della forma*. Perché è così? Puoi rispondere a questo?

Ra: Io sono Ra. Questa sarà l’ultima domanda completa di questa sessione di lavoro.

Il corpo indaco può essere visto come un analogo per l’energia intelligente. È, nel microcosmo, il Logos. L’energia intelligente della Totalità del complesso mente/corpo/spirito trae la sua esistenza dall’infinito intelligente o Il Creatore. Questo Creatore deve essere inteso, sia nel macrocosmo che nel microcosmo, avere, come abbiamo detto, due nature: il non-potenziato Infinito che è Intelligente; questo è tutto ciò che esiste.

Il libero arbitrio ha potenziato il Creatore di tutti noi e noi stessi come Co-Creatori, con l’Infinito Intelligente che ha volontà. Questa volontà può essere attinta dal corpo indaco, o modellatore della forma*, e la sua saggezza utilizzata per scegliere l’appropriato locus e il tipo di esperienza che questo co-Creatore o sub-sub-Logos, che voi chiamate con tanta superficialità “una persona”, prenderà… *(form-maker: creatore\modellatore della forma)

Il raggio indaco, sebbene prezioso, è quel raggio su cui ha lavorato solo l’adepto, come lo chiamereste. È il portale verso l’infinito intelligente che porta l’energia intelligente attraverso (di esso). Questo è il centro energetico su cui si lavora in quegli insegnamenti considerati interiori, nascosti e occulti, poiché questo raggio è ciò che è infinito nelle sue possibilità. Come sapete, quelle che guariscono, insegnano e lavorano per il Creatore in qualsiasi maniera che possa essere vista sia come radiosa che come equilibrata, sono quelle attività che sono del raggio indaco.

61.13 Interrogante: OK, allora chiederò questo. Potresti dirci lo scopo dei lobi frontali del cervello e le condizioni necessarie per la loro attivazione?

Ra: Io sono Ra. I lobi frontali del cervello, diciamo, avranno molto più utilizzo nella quarta densità.

La condizione mentale/emotiva primaria di questa vasta area del cosiddetto cervello è la gioia o l’amore nel suo senso creativo. Quindi, le energie di cui abbiamo discusso in relazione alle piramidi – tutto della guarigione, l’apprendimento, la costruzione e l’energizzazione – sono da ricercarsi in quest’area. Questa è l’area utilizzata dall’adepto. Questa è l’area che, lavorando attraverso il tronco e la radice della mente, crea contatto con l’energia intelligente e attraverso questo portale, con l’infinito intelligente…

71.15 Interrogante: Potresti per favore commentare l’accuratezza di questa affermazione? Parlerò in generale del concetto di magia e per prima cosa lo definirò come la capacità di creare cambiamenti nella coscienza a volontà. È una definizione accettabile?

Ra: Io sono Ra. Questa definizione è accettabile in quanto pone sull’adepto il “fardello che dovrà portare”. Può essere meglio compresa facendo riferimento a una domanda precedente, nel vostro modo di misura, all’interno di questo lavoro che aveva a che fare con il sé non-manifestato.

Nella magia si sta lavorando con il proprio sé non-manifestato nel corpo, nella mente e nello spirito; la miscela dipende della natura del lavoro.

Questi lavori sono facilitati dal potenziamento dell’attivazione del centro energetico del raggio indaco. Il centro energetico del raggio indaco è alimentato, come tutti i centri energetici, dall’esperienza, ma molto più degli altri è alimentato da quelle che abbiamo chiamato le discipline della personalità.

71.16 Interrogante: Affermerò che l’obiettivo di un rituale magico bianco è di creare un cambiamento nella coscienza di un gruppo. È corretto?

Ra: Io sono Ra. Non necessariamente. È possibile che ciò che chiamate magia bianca venga eseguita per lo scopo di alterare solo il sé o il luogo di lavoro. Questo viene fatto nella consapevolezza che aiutare il sé nella polarizzazione verso l’amore e la luce significa aiutare la vibrazione planetaria.

71.17 Interrogante: Il cambiamento di coscienza dovrebbe risultare in una maggiore distorsione verso il servizio agli altri, verso l’unità con tutti e verso la conoscenza per servire. È corretto e ci sono altri risultati desiderati?

Ra: Io sono Ra. Queste sono frasi lodevoli. Il cuore della magia bianca è l’esperienza della gioia dell’unione con il Creatore. Questa gioia si irradierà necessariamente attraverso tutta l’esperienza di vita dell’adepto positivo. È per questo motivo che la magia sessuale non è limitata esclusivamente agli adepti orientati negativamente che si stanno polarizzando, ma quando usata più appropriatamente ha il suo posto nell’alta magia poiché, quando correttamente perseguita, riunisce corpo, mente e spirito con l’Uno Infinito Creatore.

Qualunque scopo che possiate prefigurare dovrebbe, suggeriamo, prendere in considerazione questa unione fondamentale con l’Uno Infinito Creatore, poiché questa unione risulterà necessariamente nel servizio agli altri…

…Il ricercatore cerca l’Uno. Quest’Uno va ricercato, come abbiamo detto, dal sé equilibrato e che accetta sé stesso, consapevole sia delle sue apparenti distorsioni che della sua totale perfezione. Stando in questa consapevolezza equilibrata, l’entità apre quindi il sé all’universo che essa è. L’energia luminosa di tutte le cose può quindi essere attratta da questa intensa ricerca, e ovunque la ricerca interiore incontra il prana cosmico attratto, la realizzazione dell’Uno avviene.

Lo scopo di purificare ogni centro energetico è permettere a quel luogo di incontro di verificarsi nella vibrazione del raggio indaco, prendendo così contatto con l’infinito intelligente e dissolvendo tutte le illusioni. Il servizio agli altri è automatico al rilascio di energia generato da questo stato di coscienza.

DISCIPLINE DELLA PERSONALITÀ

74.5 Interrogante: Ho una domanda a cui risponderò e ti lascerò correggere. Vedo che le discipline della personalità alimentano il centro di energia del raggio indaco e influenzano il potere del mago bianco sbloccando i centri di energia più bassi, consentendo a un libero flusso di luce spiraliforme ascendente di raggiungere il centro indaco. È corretto?

Ra: Sono Ra. No.

74.6 Interrogatore: Per favore, mi correggeresti?

Ra: Sono Ra. Il centro indaco è davvero molto importante per il lavoro dell’adepto. Tuttavia, per quanto cristallizzato, non può correggere in alcun modo gli squilibri o i blocchi in altri centri energetici. Devono essere “ripuliti” in ordine consecutivo dal rosso verso l’alto.

74.7 Interrogatore: Non sono sicuro di aver capito. La domanda è come le discipline della personalità alimentano il centro di energia del raggio indaco e influenzano il potere del mago bianco. Questa domanda ha senso?

Ra: Sono Ra. Sì.

74.8 Interrogatore: Risponderesti per favore?

Ra: Sono Ra. Saremo felici di rispondere a questa domanda. Abbiamo inteso la domanda precedente come di “altro importo”. Il raggio indaco è il raggio dell’adepto. Gran parte della risposta che cerchi è in questa frase. Esiste un’identificazione tra la cristallizzazione di quel centro di energia e il miglioramento del funzionamento della mente/corpo/spirito quando inizia a trascendere lo spazio/tempo bilanciato e a varcare i reami combinati di spazio/tempo e tempo/spazio.

74.9 Interrogatore: Fammi vedere se qui ho un’opinione sbagliata sull’effetto delle discipline della personalità. Stavo supponendo che una disciplina della personalità, diciamo, avere un atteggiamento equilibrato nei confronti di un’entità simile a noi avrebbe adeguatamente chiarito e bilanciato, in una certa misura, il centro di energia del raggio arancione. È corretto?

Ra: Sono Ra. Non possiamo dire che parli in modo errato ma semplicemente non in maniera completa. La personalità disciplinata, di fronte a un altro-sé, ha tutti i centri bilanciati in base all’equilibrio unico di esso. Pertanto, l’altro-sé guarda in uno specchio vedendo se stesso.

74.10 Interrogatore: Ora, le discipline della personalità le vedo come il lavoro principale di chiunque sia diventato coscientemente consapevole del processo di evoluzione. Sono corretto in questa affermazione?

Ra: Sono Ra. Abbastanza.

74.11 Interrogatore: Ora, quello che sto cercando di capire è come queste discipline influenzano i centri di energia e il potere, devo dire, del mago bianco. Potresti dirmi come funziona?

Ra: Sono Ra. Il cuore della disciplina della personalità (Link) è triplice. Uno, conosci te stesso. Due, accetta te stesso. Tre, diventa il Creatore.

Il terzo passo è quel passo che, una volta compiuto, rende uno dei più umili servitori di tutti, trasparente nella personalità e completamente in grado di conoscere e accettare gli altri-sé. In relazione al perseguimento del lavoro magico, la costante disciplina della personalità coinvolge l’adepto nel conoscere se stesso, nell’accettare se stesso e così aprire il percorso verso il grande portale indaco per il Creatore. Diventare il Creatore è diventare tutto ciò che c’è. Non c’è quindi personalità nel senso con cui l’adepto inizia il suo apprendimento/insegnamento. Man mano che la coscienza del raggio indaco diventa più cristallina, più lavoro può essere fatto; una maggiore quantità può esserne espressa dall’infinito intelligente...

IL LAVORO DELL’ADEPTO

Un esempio del lavoro dell’adepto con la luce tramite la coscienza e l’energia:

Le energie della vita stessa, essendo l’Uno Infinito Creatore, fluiscono dal polo sud del corpo visto nella sua forma magnetica. Quindi solo il Creatore può, attraverso i piedi, entrare nel guscio energetico del corpo per qualunque effetto. Gli effetti dell’adepto sono quelli provenienti dalla direzione superiore…”

73.5 Interrogante: Oggi farò senza dubbio molti errori nelle mie dichiarazioni perché quello che farò è di cercare di indovinare come questo funziona e permetterti di correggermi.

Nel considerare l’esercizio del pilastro mediano ho pensato che fosse sbagliato in quanto l’adepto vede o visualizza la luce che si muove verso il basso dal chakra della corona fino ai piedi. Ra ha affermato che il Creatore entra dai piedi e si muove verso l’alto, e che questa luce a spirale entra dai piedi e si muove verso l’alto. Mi sembra che un adepto che allerta la forza della luce, nel visualizzare l’uso di questa, la visualizzerebbe entrante nella direzione dei piedi ed energizzando per primo, il centro di energia rosso e muovendosi verso l’alto attraverso i centri di energia in quel modo. È corretto?

Ra: Sono Ra. No.

73.6 Interrogante: Potresti dirmi come sbaglio in questa affermazione?

Ra: Sono Ra. Sì.

73.7 Interrogatore: Ti prego di farlo!

Ra: Sono Ra. Ci sono due concetti con cui tu tratti. Il primo è il modo migliore per lo sviluppo della luce nel mente/corpo/spirito microcosmico. Si presume che un adepto avrà i suoi centri energetici funzionanti in modo regolare ed equilibrato, al suo massimo impegno prima di un lavoro magico. Tutti i lavori magici sono basati sull’evocazione e/o sull’invocazione.

La prima invocazione di qualsiasi lavoro magico è quella invocazione della personalità magica, per come ti è familiare questo termine. Nel lavoro di cui parli, la prima stazione è l’inizio dell’invocazione di questa personalità magica che viene invocata dall’azione di indossare qualcosa. Dato che non hai un articolo di abbigliamento o un talismano, il gesto che hai fatto è appropriato.

La seconda stazione è l’evocazione della grande croce della vita. Questa è un’estensione della personalità magica per divenire il Creatore. Ancora una volta, tutte le invocazioni e le evocazioni vengono attratte attraverso il centro di energia viola (chakra della corona). Questo può poi proseguire verso qualsiasi centro energetico si desideri utilizzare.

73.8 Interrogatore: Dunque vuoi dirmi della differenza tra la luce a spirale che entra attraverso i piedi e la luce invocata attraverso il chakra della corona?

Ra: Sono Ra. L’azione della luce a spirale verso l’alto attratta dalla volontà di incontrare la luce interiore dell’Uno Infinito Creatore può essere paragonata al battito del cuore e al movimento dei muscoli che circondano i polmoni e a tutte le altre funzioni del sistema nervoso parasimpatico. L’invocazione dell’adepto può essere paragonata a quelle azioni nervose e muscolari sulle quali il complesso mente/corpo/spirito ha il controllo cosciente.

73.9 Interrogatore: In precedenza hai affermato – credo di aver ragione nel dire questo – che dove le due direzioni si incontrano hai una misura, diciamo, dello sviluppo di un particolare complesso mente/corpo/spirito. Ho ragione?

Ra: Sono Ra. Questo è corretto.

73.10 Interrogatore: Quindi invocando la luce in allerta, mi sembrerebbe che la visualizzazione dell’invocazione dipenda dall’uso della luce. L’uso potrebbe essere per la guarigione, potrebbe essere per la comunicazione o potrebbe essere per la consapevolezza generale, si potrebbe dire, della creazione e del Creatore. Per favore, parleresti di questo processo e della mia correttezza nel fare questo assunto?

Ra: Sono Ra. Offriremo alcuni pensieri sebbene sia dubbio che possiamo esaurire questo argomento. Ogni visualizzazione, indipendentemente dal tipo del lavoro, inizia con un lavoro all’interno del raggio indaco. Come forse saprai, il rituale che hai avviato sta lavorando completamente all’interno del raggio indaco. Questo va bene perché esso è il Portale (gateway). Da questo punto di partenza la luce può essere invocata per la comunicazione o per la guarigione.

Puoi notare che nel rituale che ti abbiamo offerto per iniziare correttamente i lavori con Ra, il primo punto focale è sul Creatore. Notiamo inoltre un punto che è al tempo stesso sottile e di un certo interesse. La luce spiraleggiante verso l’alto sviluppata nel suo tragitto dalla volontà, e che alla fine raggiunge un elevato punto (posizione: place) di accoppiamento con il fuoco interiore dell’Uno Creatore, è ancora solo una preparazione per il lavoro sulla mente/corpo/spirito che può essere fatto dall’adepto. Vi è una certa cristallizzazione dei centri energetici utilizzati durante ogni lavoro in modo che il mago divenga sempre di più ciò che cerca.

Ancora più importante, l’analogo mente/corpo/spirito di tempo/spazio, che viene evocato come personalità magica, ha la sua sola opportunità di guadagnare rapidamente dall’esperienza dell’azione catalitica disponibile per il mente/corpo/spirito spazio/tempo di terza densità. Quindi l’adepto sta aiutando molto il Creatore offrendo un grande catalizzatore ad una porzione maggiore della creazione che è identificata come Totalità mente/corpo/spirito di un’entità…

75.36 Interrogatore: In che modo l’uso del rituale magico di invocazione della personalità magica aiuta la totalità del complesso mente/corpo/spirito? Potresti ampliare la risposta che hai dato nell’ultima sessione in merito?

Ra: Sono Ra. Quando la personalità magica è correttamente ed efficacemente invocata, il Sé ha invocato il suo Sé Superiore. In questo modo un ponte tra spazio/tempo e tempo/spazio è creato e la personalità magica di sesta densità esperisce direttamente il catalizzatore di terza densità per la durata del lavoro. È molto importante rilasciare deliberatamente la personalità magica dopo il lavoro affinché il Sé Superiore riprenda la sua appropriata configurazione come analogo del mente/corpo/spirito di spazio/tempo.

75.37 Interrogante: Quindi stai dicendo che l’atto, il segnale o la chiave per invocare la personalità magica che è il mettersi qualcosa o (compiere) un gesto dovrebbe essere con la stessa attenzione – dovresti con la stessa attenzione togliere quel qualcosa o invertire il gesto alla fine dell’invocazione forse. È corretto?

Ra: Io sono Ra. Questo è corretto. Dovrebbe essere eseguito meticolosamente sia nella mente o anche nel gesto se questo è di significativo aiuto…

75.32 Interrogatore: I tre aspetti della personalità magica sono dichiarati: potere, amore e saggezza. È corretto e questi sono gli unici aspetti primari della personalità magica?

Ra: Sono Ra. I tre aspetti della personalità magica, potere, amore e saggezza, sono così dichiarati affinché venga prestata attenzione a ciascun aspetto nello sviluppo dello strumento di base dell’adepto; cioè, il suo Sé. Non è affatto una personalità di tre aspetti. È un Essere di Unità, di sesta densità ed equivalente a ciò che chiamate il vostro sé superiore e, allo stesso tempo, è una personalità enormemente ricca di varietà di esperienza e sottigliezza di emozione.

I tre aspetti sono forniti così che il neofita non abusi degli strumenti del suo mestiere, ma piuttosto si avvicini a quegli strumenti bilanciato nel centro dell’amore e della saggezza e così cerchi il potere al fine di servire…

89.19 Interrogatore: In tal caso, ti chiederò… hai affermato che Ra ha usato i tarocchi per sviluppare la personalità magica. Questo è stato fatto mediante il sistema di apprendimento per diventare, nella mente, l’essenza di ciascun archetipo e in questo modo sviluppare la personalità magica?

Ra: Io sono Ra. Questo non è corretto.

Il vestire i panni di sé all’interno dell’archetipo”* è una pratica avanzata dell’adepto che ha studiato a lungo tale sistema archetipico. I complessi concettuali che insieme sono intesi rappresentare l’architettura di una parte significativa e ricca della mente, sono intesi per essere studiati come complessi concettuali individuali; come Matrice, Potenziatore, ecc., nell’osservazione delle connessioni mente/corpo/spirito; e in coppie con dell’attenzione alla polarità del maschile e del femminile. Se questi sono studiati arriva il momento in cui le profonde trenodìe e i gioiosi motivetti della mente profonda possono essere “portati avanti” con successo per intensificare, articolare, e accrescere certi aspetti della personalità magica…

*(impersonare l’archetipo; The clothing one’s self within the archetype)

ADEPTO E GLI ARCHETIPI

80.20 Interrogante: Mi dispiace di questo. Puoi dirmi cosa il ventesimo archetipo rappresenta?

Ra: Io sono Ra. Quello che chiamate “Sarcofago” nel vostro sistema può essere considerato come il mondo materiale, se volete. Questo mondo materiale viene trasformato dallo spirito in quello che è infinito ed eterno. L’infinità dello spirito è una realizzazione ancora più grande dell’infinità della coscienza, poiché la coscienza che è stata disciplinata dalla volontà e dalla fede è quella coscienza che può contattare direttamente l’infinito intelligente. Ci sono molte cose che cadono nei molti, molti, passi* dell’adepthood. Noi, di Ra, percorriamo ancora questi passi* e lodiamo l’Uno Infinito Creatore ad ogni trasformazione. *(steps;passi,stadi,fasi,passaggi)

57.24 Interrogante: Dicendo che la Camera della Regina era il luogo iniziatico, potresti dirmi cosa intendi con questo?

Ra: Io sono Ra. Questa domanda è grande. Non possiamo descrivere l’iniziazione nel suo senso specifico a causa della nostra distorsione verso la convinzione/comprensione che il processo che abbiamo offerto tanti dei vostri anni fa non fosse equilibrato.

Tuttavia, sei consapevole del concetto di iniziazione e ti rendi conto che richiede il centraggio dell’essere sulla ricerca del Creatore. Abbiamo sperato di bilanciare questa comprensione enunciando la Legge dell’Uno, cioè che tutte le cose sono l’Uno Creatore. Pertanto, la ricerca del Creatore non si fa solamente nella meditazione e nel lavoro di un adepto, ma nel nesso esperienziale di ogni momento.

L’iniziazione della [la] Camera della Regina ha a che fare con l’abbandono di sé ad un tale desiderio di conoscere il Creatore in toto, in cui la purificata luce in afflusso viene attirata in maniera equilibrata attraverso tutti i centri energetici, incontrandosi nell’indaco e aprendo il portale all’infinito intelligente. Così l’entità sperimenta la vera vita o, come la chiama la tua gente, la resurrezione.

80.21 Interrogante: Allora immagino che il ventunesimo archetipo rappresenterebbe il contatto con l’infinito intelligente. È corretto?

Ra: Io sono Ra. Ciò è corretto, sebbene uno possa vedere il riflesso di questo contatto come, pure, il contatto con l’Energia Intelligente che è l’Universo o come l’avete chiamato, abbastanza provincialmente, “il Mondo”.

80.22 Interrogante: Allora per questo contatto anche con l’energia intelligente puoi farmi un esempio di cosa sarebbe per entrambi, per il contatto con l’infinito intelligente e con l’energia intelligente? Potresti farmi un esempio di quale tipo di esperienza risulterebbe, se possibile?

Ra: Io sono Ra. Questa sarà l’ultima domanda completa di questo lavoro. Abbiamo discusso le possibilità di contatto con l’energia intelligente, poiché questa energia è l’energia del Logos, e quindi è l’energia che guarisce, costruisce, rimuove, distrugge e trasforma tutti gli altri-sé, così come il sé.

È molto probabile che il contatto con l’infinito intelligente produca un’indicibile gioia nell’entità che sperimenta tale contatto…

“L’adepto ha già lavorato molto, non solo nei centri di energia rosso, arancione, giallo e verde, ma già nell’apertura del blu e dell’indaco. Fino a questo punto gli archetipi funzionano come il grande basamento o plinto di una struttura costruita o di una statua, mantenendo il complesso della mente attivo (viable), a livello e utilizzabile come una risorsa ogni qualvolta esso può essere evocato. C’è un punto in cui l’adepto riprende il suo lavoro. Questo è il punto in cui una chiara e consapevole considerazione della mente archetipica è utile”….

Una parte del lavoro dell’adepto utilizza lo strumento degli archetipi vi rimando ai Ra Material (Link) per uno studio approfondito di questi.

Lavoro Nel Sogno

Quando un (complesso) mente/corpo/spirito sceglie consapevolmente il percorso dell’adepto e, con ogni centro energetico equilibrato al minimo grado, inizia ad aprire il centro energetico del raggio indaco, il cosiddetto sognare diventa lo strumento più efficiente per la polarizzazione, poiché, se è noto all’adepto che il lavoro può essere fatto nella coscienza mentre la cosiddetta mente cosciente riposa, questo adepto può invocare coloro che lo guidano, quelle presenze che lo circondano e, soprattutto, la personalità magica che è il sé superiore nello spazio/tempo analogo, quando si sposta nella modalità dormiente della coscienza. Con queste affermazioni vogliamo porre alla vostra attenzione che, l’attività del sogno raggiunge quel potenziale di apprendimento/insegnamento che è molto utile per aumentare le distorsioni dell’adepto verso la sua polarità prescelta…

ADEPTO VISTO DAGLI ALTRI SÉ

Purtroppo il percorso dell’adepto richiede al fine di massimizzare la concentrazione e di minimizzare le distrazioni, un isolamento dal mondo esteriore delle percezioni, così da potersi concentrare al massimo sul lavoro interiore. Questo isolamento riguarda anche gli altri sé, perfino chi ci è più caro come amici e parenti. Questi, in molti casi, non riescono a comprendere le ragioni di tale atteggiamento e lo valutano negativamente. Ra nota questo e dichiara:

Va anche notato che un adepto è colui che si è liberato sempre di più dai vincoli dei pensieri, delle opinioni e dei legami degli altri-sé. Sia che venga fatto per il servizio agli altri o per il servizio al sé, è una parte necessaria del risveglio dell’adepto. Questa libertà è vista da coloro che non sono liberi come ciò che chiamereste malvagio o nero. La magia è riconosciuta; la sua natura spesso non lo è.

80.11 Intervistatore: Potrei dire, quindi, che implicita nel processo di diventare adepti è la possibile polarizzazione parziale verso il servizio al sé perché semplicemente l’adepto diviene dissociato da molti della sua specie o suoi simili nella densità particolare in cui risiede?

Ra: Io sono Ra. È probabile che ciò accada. L’apparente avvenimento è la dissociazione, sia che la verità sia servizio al sé e quindi vera dissociazione dagli altri-sé;

o servizio agli altri e quindi vera associazione con il cuore di tutti gli altri-sé e dissociazione solo dai gusci illusori che impediscono all’adepto di percepire correttamente il sé e l’altro-sé come Uno.

80.12 Interrogante: Allora dici che questo effetto di dissociazione sull’adepto del servizio agli altri è un ostacolo o un processo che rallenta il raggiungimento dell’obiettivo a cui aspira? È corretto?

Ra: Io sono Ra. Questo non è corretto. Questa dissociazione dal miasma dell’illusione e dal travisamento di ogni singola distorsione è una parte assolutamente necessaria del percorso di un adepto. Può essere visto da altri come una disgrazia…

Conclusione

Ringrazio il maestro Ra per le sue parole di infinita saggezza e concludo con un’esortazione del maestro Thot a tutti coloro che ricercano l’Unità nella Luce:

“Cerca, oh uomo, d’imparare il percorso che conduce attraverso gli spazi che si sono formati avanti nel tempo.

Non dimenticare, oh uomo, in tutta la tua ricerca, che la Luce è la meta che devi perseguire. Cerca sempre la Luce sul tuo cammino e sempre per te la meta esisterà.

Non lasciare mai che il tuo cuore si rivolga all’Oscurità. Lascia che la tua Anima sia Luce, un Sole sul cammino. Sappi che nella luminosità eterna devi sempre trovare la tua Anima nascosta nella Luce, mai incatenata dalla schiavitù dell’Oscurità, splendente sempre come un Sole della Luce.

Sì, sappi che anche se nascosta nell’Oscurità, la tua Anima, una scintilla della vera fiamma, esiste. Sii Uno con la più grande delle Luci. Trova alla Sorgente il compimento della tua meta”.

LA VIA DELL’ ADEPTO

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