IL COMPORTAMENTO DEGLI ALTRI

IL COMPORTAMENTO DEGLI ALTRI

IL COMPORTAMENTO DEGLI ALTRIdi Omraam Mikhaël Aïvanhov

“Smettete di meravigliarvi e di lamentarvi del comportamento degli uomini. Una volta per tutte sappiate che sono capaci di fare di meglio e purtroppo anche di peggio, decidete quindi di non occuparvi più dei loro errori e dei loro difetti, poiché ciò mette in moto troppe reazioni negative dentro di voi. Esiste una corrispondenza tra ciò di cui vi occupate e lo stato nel quale vi sentite in seguito. Se siete a tal punto sensibili alle cattive azioni degli altri, vi sentirete invasi da sentimenti di ostilità, di collera, di indignazione, ecc. Tuttavia sappiate che non sono i vostri sentimenti che li potranno cambiare. In compenso tali sentimenti agiranno del tutto sfavorevolmente sulla vostra coscienza interiore e un giorno il vostro stesso viso rifletterà tutti quei sentimenti negativi che avete nutrito. Ebbene ciò non è intelligente. L’uomo intelligente non fa dipendere il suo stato interiore dal comportamento degli altri.”

Desiderate comprendere gli altri, aiutarli: questo non comporta necessariamente che voi sentiate e viviate esattamente ciò che essi vivono. È anzi preferibile non viverlo, perché si tratta di una forma di simpatia che vi mantiene il più delle volte nel piano astrale. Ciò che occorre, è cercare di elevarsi fino al piano mentale per riflettere e ragionare. Se siete abbastanza attenti, se sapete ascoltare e osservare le persone, partendo da alcuni elementi che avete scoperto, vi è possibile, esercitandovi, indovinare ciò che sono, ciò che sentono, ciò che pensano e ciò di cui hanno bisogno, senza che ne siate intaccati. Certi esseri hanno così una capacità di penetrazione psicologica che è una forma di chiaroveggenza. Il pericolo consiste nell’accontentarsi di sentire senza comprendere, senza avere una visione chiara, perché non solo si è vulnerabili, ma inoltre non si trovano le soluzioni che permettono di aiutare gli altri.

Lo spirito critico è sicuramente una qualità, ma sarebbe preferibile che certe persone imparassero a misurare l’estensione dei danni provocati dalla loro abitudine di porre sempre l’accento sul lato negativo di esseri e cose. Quante amicizie e relazioni si rompono a causa di questa tendenza! Sempre più, le persone si osservano tra loro unicamente per scoprire i difetti, vedono solo ciò che non va nel mondo, sottolineano e commentano soltanto fallimenti e catastrofi. Contrariamente a ciò che taluni credono, questo non è l’atteggiamento del saggio. Naturalmente, il saggio non è cieco, vede il male, non si lascia ingannare, ma considera che l’essenziale nella vita e negli esseri sia il bene. Sa quindi che il male esiste, ma non se ne occupa più di tanto. Fissa piuttosto la sua attenzione sul bene, e grazie a questo atteggiamento attira le forze del bene e le amplifica in se stesso, negli altri e nel mondo.

Attraverso i giornali, la radio, la televisione… quanti danni vengono prodotti nella vita sociale dalla deplorevole tendenza a trovare sempre qualcosa da criticare negli altri! Che piacere si può provare nel fissare la propria attenzione su ciò che è ridicolo, stupido o vizioso? Che interesse c’è a frugare nella vita intima delle persone per scoprire dettagli scabrosi e metterli poi sulla pubblica piazza? Il saggio cerca di avere un altro atteggiamento. Egli non è cieco, anzi è molto lucido: non si lascia ingannare, ma ritiene che l’essenziale negli esseri siano le loro qualità, le loro virtù. Quindi, è su tali qualità che fissa la propria attenzione, e facendolo, rafforza il bene negli altri e in se stesso.”

Gli esseri umani vi deluderanno, vi faranno soffrire, è inevitabile, ma voi lasciate scorrere la vostra sorgente, ossia non smettete mai di amare. Direte: «Ma ne abbiamo abbastanza di essere sempre malmenati, ingannati, lesi». È meglio essere malmenati, ingannati e lesi piuttosto che impedire alla propria sorgente interiore di scorrere. Potete sempre porre riparo alle perdite, alle delusioni, ma se la sorgente dell’amore non scorre più, siete perduti: interiormente, diventate una palude. Ovviamente, è preferibile sapere come orientare l’acqua di quella sorgente, come canalizzarla, affinché non vada a scorrere in un posto qualunque, in un giardino qualunque, per favorire la crescita di erbacce o di ortiche. Non bisogna lasciar inaridire la sorgente, ma non è proibito proteggerla, vegliare, affinché scorra per alimentare unicamente i figli di Dio. E gli altri? Cosa si deve fare con loro? Non è affar nostro. La vita se ne incaricherà.

Monarchia, repubblica, oligarchia, sinarchia, ecc… Nel corso della storia, gli esseri umani non hanno mai smesso di fare esperienze, più o meno riuscite, per tentare di trovare la forma migliore di governo. In realtà, non c’è alcuna soluzione ideale: qualunque sia la forma di governo, l’ordine, la pace e l’armonia non regneranno da nessuna parte finché gli esseri umani non avranno imparato a introdurre ordine, pace e armonia in se stessi. Per realizzare questo stato di cose ideale, bisogna anzitutto conoscere la struttura dell’essere umano. L’essere umano possiede un intelletto, un cuore e una volontà. Con l’intelletto pensa, con il cuore prova sentimenti e con la volontà agisce. Attraverso questi tre fattori egli si manifesta sulla Terra. Quando è riuscito a stabilire la saggezza nel suo intelletto, l’amore nel suo cuore e la forza nella sua volontà, realizza dentro di sé quell’unità che lo rende simile alla Trinità divina della luce, del calore e della vita. È così che regna sulla propria esistenza. A quel punto, poco importa la forma di governo. Per stabilire l’ordine, la pace e l’armonia nel mondo, occorre iniziare dal principio: il principio è l’essere umano stesso quando è divenuto il capo, il re del proprio regno.

Gli esseri umani aspirano all’unità, ma è evidente che non riescono a realizzarla. Perché? Perché non sanno che devono cercarla soltanto nello spirito, e da nessun’altra parte. Al di fuori dello spirito, si entra nella molteplicità. L’ostilità, la possessività e ogni tendenza a trovarsi diversi dagli altri, estranei a loro, derivano dal fatto che l’essere umano si è allontanato da quello stato di perfezione in cui tutti gli spiriti, identificati nello Spirito divino, sono uno. Nell’unità, non compare mai la minima manifestazione ostile. Certi esseri sono andati talmente lontano nell’esperienza dell’unità che si sentono vibrare all’unisono con tutte le creature: non vi è più separazione, tutte le anime e tutti gli spiriti vibrano all’unisono, e percepiscono ciò che accade agli altri come se accadesse a loro stessi. È proprio questo lo scopo della Scienza iniziatica: riportare gli esseri verso la coscienza dell’unità.

Tratto da Pensieri Quotidiani di Omraam Mikhaël Aïvanhov – Ed. Prosveta

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