CODICE DI DRESDA

CODICE DI DRESDA

CODICE DI DRESDA 005 RIVELAZIONI ASTRONOMICHE DEI MAYA

Uno dei più antichi e importanti codici pervenutici dal tempo dei Maya è il Codice Dresda. Scampato al rogo cui fu protagonista l’omonima città, bombardata nel 1945, questo codice conservato per anni nella sua biblioteca, fu scritto nell’antica lingua Maya e contiene, nelle poche pagine conservate integre (una settantina), importanti annotazioni riguardanti i cicli di Venere e le eclissi di Sole e Luna.

La sua interpretazione è dovuto ,in primis, ad Ernst Wilhelm Forstermann, uno storico tedesco che nel 1880 ritrovò il codice nella biblioteca di Dresda e consultandolo comprese le potenzialità di quei disegni. Successivamente altri studiosi vi si dedicarono, tra cui archeologi ed epigrafisti, ma per interpretarne i meccanismi in maniera corretta occorse almeno un altro secolo. Sopratutto risulta molto difficile ancora oggi, la sua comparazione con le iscrizioni ed i disegni presenti sui monumenti della civiltà Maya. È interessante notare che, come accade spesso per volumi di tale portata, il codice di Dresda sopravvisse per un caso fortuito o forse per un improvviso barlume di coscienza.

LA STORIA

Diego Friar De La Landa, un monaco francescano inviato nello Yucatan nel 1549, parla del suo incarico di portare la fede cattolica tra le popolazioni maya che vivevano nella regione a seguito della conquista spagnola della penisola. Convertire gli indigeni al cattolicesimo non fu facile, cosa che richiese lo sterminio di buona parte della popolazione, oltre che alla sparizione di documenti e testimonianze che avrebbero assunto per noi un rilievo di enorme importanza nella comprensione di questo popolo e della sua capacità di predire eventi così lontani nel tempo. Del resto, proprio De La Landa racconta che molti libri furono volutamente distrutti nel corso dell’invasione spagnola perché ritenuti pieni di superstizioni.

CODICE DI DRESDA 005Lo stesso De La Landa nonostante volesse difendere i Maya dai soprusi dei Conquistadores, era spinto dalla sua fede integerrima a tacciare di diavoleria i loro scritti e fu solo per un barlume di coscienza che ne trascrisse alcune traduzioni. Così pensò di comporre di proprio pugno una sorta di relazione sulla scrittura, le conoscenze e le credenze del popolo Maya, per tentare di ricostruire quanto era andato perso. La stessa “Relacion de las Cosas de Yucatan” datata 1566, andò perduta al suo ritorno in Spagna insieme a diverse sue copie. Queste furono più volte ritrovate in frammenti e tradotte in un linguaggio che comprendeva le varie iterazioni subite dai vari copisti e che poco ci avrebbe raccontato di questo misterioso popolo.

IL CODICE DI DRESDA

CODICE DI DRESDA 005Il Codice Di Dresda è un manoscritto Maya di 74 pagine unite in modo tale da formare una striscia lunga quasi quattro metri, originariamente racchiusa in copertine di legno raffiguranti due giaguari. Il codice contiene scritture di tipo religioso ed astronomico, utili per il calcolo del calendario e della ritualità Maya. Si parla delle fasi di Venere, della previsione delle eclissi solari e lunari, di alcune divinità come Chaak, il dio della pioggia. Il Codice di Dresda sembra essere stato composto da almeno cinque scribi differenti (alcuni sostengono otto) e la sua datazione è incerta: c’è chi afferma sia stato scritto intorno al XIII° secolo, chi invece sostiene che la produzione di questo manoscritto risalga ad almeno 500 anni prima. Il manoscritto, oltre ad un insieme di rituali religiosi, mostra anche la straordinaria abilità di osservazione delle stelle dei Maya. La tavola delle eclissi, ad esempio, che va da pagina 51 a pagina 58 del Codice di Dresda, riporta principalmente due numeri, 177 e 148. Attraverso l’analisi del mese lunare (29,53 giorni), si è riusciti a risalire a cosa significassero questi due numeri ripetuti così spesso nella tabella delle eclissi :

177 = 6 mesi lunari (177,18 giorni)

148 = 5 mesi lunari (147,65 giorni).

Il perché di questi numeri sarebbe motivato dalla probabilità rilevante che delle eclissi lunari o solari possano ripetersi rispettivamente dopo 177 o 148 giorni lunari dall’ultima eclissi. Non è detto che si verifichi un’eclissi, il calcolo per la previsione di tali eventi è significativamente più complesso, ma i Maya sono stati in grado di calcolare che in quegli specifici intervalli di tempo ci fosse la possibilità di un evento di questo genere.

Ma non ci sono solo calcoli sulla Luna nel Codice di Dresda. Tramite la semplice osservazione visiva dei movimenti del Sole, della Luna e di Venere riuscirono a stabilire che l’anno civile è lungo 365,242 giorni (il valore moderno è 365,242198) e che la lunghezza del mese lunare è di 29,5308 giorni (il valore moderno è 29,53059).

Dal Codice di Dresda infatti emerge anche la struttura del complesso calendario Maya. I Maya avevano due calendari principali:

Tzolkin, calendario rituale composto da 260 giorni divisi in 13 mesi di 20 giorni ciascuno. Ogni mese portava il nome di un dio ed i giorni erano numerati da 0 a 19.

Haab, calendario civile di 365 giorni divisi in 18 mesi che portavano il nome di eventi religiosi o agricoli, ognuno composto da 20 giorni numerati da 0 a 19. In aggiunta esisteva un “mese corto” di soli 5 giorni, chiamato Wayeb, considerato un periodo sfortunato durante il quale, secondo Diego di La Landa, i Maya non si lavavano, non si acconciavano i capelli e non lavoravano; Ogni persona nata in questi giorni avrebbe avuto cattiva sorte per il resto della sua vita.

Avere due calendari composti da 260 e 365 giorni significa che l’inizio di entrambi coincide ogni 18980 giorni, 52 anni civili (o 73 rituali); ed è fondamentalmente per questo motivo che il ciclo sacro Maya consisteva in un periodo di 52 anni. In realtà esisteva un altro metodo per calcolare il tempo, un altro calendario che partiva dal “Giorno della Creazione”. Secondo loro, la data della creazione era il 12 agosto del 3113 prima di cristo, giorno che dà inizio ad un conteggio (“Long Count”) basato su anni di 360 giorni, spesso utilizzato nei templi Maya per riportare la data di costruzione della struttura.

CODICE DI DRESDA 005La raffinatezza del Codice di Dresda lascia presumere che fosse di estrema importanza per la cultura e la religiosità Maya: i colori sono stati ottenuti da inchiostri vegetali, i disegni ed i glifi sono stati realizzati con pennelli estremamente sottili ed una cura incredibile nei dettagli. Si ritiene che il Codice di Dresda sia il libro più antico delle Americhe, ed uno dei soli quattro libri di geroglifici Maya sopravvissuti fino ad oggi, due di questi sono custoditi a Parigi ed a Madrid. La copia custodita attualmente a Dresda sarebbe una tra quelle portate in Europa da Hernan Cortes nel 1519. Sfortunatamente, come riporta Diego friar de la Landa, molti libri furono distrutti durante l’invasione spagnola: “trovammo un gran numero di libri… e dato che contenevano nient’altro che superstizioni e falsità del diavolo li bruciammo, fatto che presero molto gravemente e che provocò loro molto dolore”.

CODICE DI DRESDA 005Diego de la Landa in realtà era un uomo del tutto contraddittorio: da una parte cercava di aiutare i Maya e difenderli dai soprusi spagnoli; dall’altra invece, era spinto da una profonda religiosità che lo costrinse a distruggere i manoscritti, per quanto si rendesse conto della loro importanza per i Maya e per la comprensione di quel popolo.

La prima comparsa ufficiale del Codice di Dresda risalirebbe al 1739, quando venne acquistato dalla Sachsische Landesbibliothek di Dresda da un collezionista privato di Vienna.

CODICE DI DRESDA 005Durante il bombardamento di Dresda nella seconda guerra mondiale, il manoscritto fu danneggiato dall’acqua utilizzata per estinguere gli incendi nella libreria. Fortunatamente alcuni danni sono stati riparati ed ora il codice di Dresda è disponibile anche on-line da diversi siti, uno di questi è : FAMSI – Foundation for the Advancement of Mesoamerican Studies, Inc.

CODICE DI DRESDA 005CODICE DI DRESDA 005Il codice completo (foto da scaricare ed ingrandire)

LO TZOLKIN

CODICE DI DRESDA 005IL TEMPO È ARTE

Lo Tzolkin, o Sincronario Galattico, è uno strumento che ci permette di sincronizzare il nostro campo energetico individuale con quello della Galassia attraverso le informazioni di luce che respiriamo nell’etere.

Il Tempo Non È Denaro, Il Tempo È Arte

Il nostro calendario influenza tutto ciò che facciamo. È lo strumento che coordina tutte le attività nella nostra società. Se contiene il seppur minimo errore, la somma del totale di esseri umani che ripetono quell’errore lo amplificherà. Il calendario influenza anche la nostra mente e la nostra capacità di pensare. Se pensiamo al nostro cervello come all’hardware e ai nostri pensieri come al software, il calendario corrisponde al sistema operativo. Tutto gli altri programmi ne sono influenzati.

È stato scritto moltissimo sul popolo Maya e i loro calendari. Ne usavano fino a 17 per calcolare e sincronizzarsi con il fluire naturale della natura Galattica, di cui la Terra fa parte. Lo Tzolkin “è il” calendario mistico, spirituale, da cui prendevano i nomi per i loro figli e da cui comprendevano lo scopo/intento che stavano portando alla Terra. Attraverso l’uso del Sincronario, con dei semplici calcoli si comprende il proprio Kin (giorno di nascita) e di conseguenza il proprio Tono Galattico (Intento/Settimana) e Glifo-Segno Solare (Scopo/Mese).

Il sapere Galattico dovrebbe essere alla portata di tutti, ma il calendario Gregoriano (Papa Gregorio XIII, 1502-1585) ha fatto in modo di confondere le persone, sin dalla sua adozione, pilotando l’attenzione delle persone sulla perdita, stabilendo date che “mutano spostandosi da sole”… (il compleanno è sempre un giorno dopo nell’anno prossimo). Per i Maya questo non avveniva.

Ogni anno è lo stesso garantendo il non perdersi più nei conteggi. La Luce scorre sempre nelle nostre coscienze, basta dargli la nostra attenzione. La frequenza 12:60 significa per i Maya tempo artificiale – tempo=soldi. Mentre vivendo nella frequenza 13:20 il tempo=arte, le persone sono guidate dal loro cuore, dalla natura, dall’arte, dai sogni e dalla sincronicità. La coltivazione spirituale è lo scopo primario e nella frequenza 13:20 la norma è la sincronicità, tutto è sempre in perfetto ordine, tutto è sempre puntuale, tutto è sempre una novità – ogni giorno è un dispiegamento cosmico.

LO TZOLKIN: IL SINCRONARIO GALATTICO DEI MAYA

Cos’è un Sincronario Galattico? È uno strumento che ci permette di sincronizzare il nostro campo energetico individuale con quello della Galassia attraverso le informazioni di luce che respiriamo nell’etere.

Ci è permesso conoscere il contenuto di queste informazioni grazie al lavoro di José Arguelles, che le ha rese fruibili per noi oggi. Il Calendario che abbiamo a disposizione ci arriva da lui e dai suoi studi dell’archeologia maya e alle sue canalizzazioni dell’energia galattica.

Come sappiamo, la Terra è immersa all’interno di un Sistema nutrito da una Stella, Sol, la quale è in contatto con il Grande Sole Centrale della nostra Galassia. Quest’ultimo possiede una sua Intelligenza intrinseca, che unisce e guida tutte le altre intelligenze planetarie sparse nel suo raggio di espansione.

Sol capta le pulsazioni del Grande Sole Centrale e le distribuisce ai vari corpi celesti che compongono il Sistema, trasportando così al suo interno la matrice di energia che sta nel cuore della Galassia. Ricevere e comprendere questa matrice di luce risveglia il Seme Stellare che riposa dentro di noi e aiuta la nostra coscienza a diventare luminosa e ad accorgersi che siamo veramente fatti della stessa materia di cui sono fatte le stelle.

I Maya hanno codificato le informazioni che raccontano come risvegliare la matrice di luce e le hanno scolpite sulle loro piramidi. José Arguelles alla fine degli anni 80 del secolo scorso ha iniziato a studiarle, rimodellandole in linguaggio galattico e diffondendo la conoscenza del Sincronario Tzolkin, uno strumento di attivazione del ricordo delle nostre origini. Ogni 260 giorni comincia un nuovo ciclo galattico, all’interno delle 13 lune di 28 giorni. Questo ciclo galattico è suddiviso in 20 spazi temporali di 13 giorni, che è il tempo terrestre necessario affinché una serie di pulsazioni venga in contatto con il mentale collettivo per informarlo di un nuovo obiettivo che si può raggiungere aprendosi ad una data conoscenza. Questa conoscenza è l’oracolo galattico. Si tratta di conoscere la qualità del tempo, che si trasforma così in Tempo = Arte, anziché essere Tempo = Denaro, trasformando la nostra essenza da razionale e meccanica in sensibile e fluida. (Stefania Marinelli)

CODICE DI DRESDA 005La Scoperta dei Talenti ci permette di conoscere i Linguaggi della nostra Anima che vivono dentro il nostro Corpo, Tempio Sacro, utile per manifestare il nostro Destino. Connetterci alle Frequenze del Sincronario Maya chiamato anche Sacro Tzolkin, ci permette così di iniziare a vedere gli aspetti della nostra Vita in modo più approfondito per poi applicarli ai nostri Propositi:

nella nostra Essenza, sensibilizzando l’ascolto di ciò che ci accade

nell’orientare le nostre Azioni

nel farci nutrire e sostenere dalle nostre Risorse

nell’usare il nostro Potenziale Nascosto

e nell’integrare l’Equilibrio attraverso il nostro Scopo Nobile di Vita nella Sfida Dharmica. Il Sincronario Maya ci permette di accedere a Porte che ormai sono aperte soltanto a chi è pronto.

«Ognuno ha il suo Compito su questa Terra e non possiamo più negarlo. Quando usiamo il nostro Talento, il Tempo si ferma… non sentiamo stanchezza e la nostra Anima gode e si espande!» (Ombretta Pardini)

LA MATRICE DELLO TZOLKIN

CODICE DI DRESDA 005La Matrice che vedi qui è una rappresentazione grafica dello Tzolkin, il sincronario sacro Maya. Lo Tzolkin è composto da 260 caselle numerate formatesi dall’incrocio di 13 colonne con 20 righe, infatti 13×20 dà come risultato 260. La lettura inizia in alto a sx con il numero 1 e prosegue verso il basso con l’ultima casella con il numero 20. Poi si riparte dall’alto nella colonna successiva e di 20 in 20 arriviamo all’ultimo numero dell’ultima colonna a dx, il 260. All’interno di queste caselle, oltre alla numerazione, c’è un simbolo che raffigura il Tono energetico. Alla sx della tabella sono rappresentati i 20 archetipi Maya, i Glifi. Se scorri sulla tabella con il dito da dx verso sx partendo dal Glifo noterai che le 13 caselle adiacenti contengono tutti i simboli dei tredici Toni della creazione. Ogni Glifo si combina così con tutti i tredici Toni; l’unione tra il Glifo e il Tono energetico prende il nome di Kin e forma le 260 combinazioni che sono alla base della matrice dello Tzolkin.

Continua a Leggere: LO TZOLKIN – Tzolkin Ahau (LINK)

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