INTRODUZIONE ALLA LEGGE DELL’UNO

INTRODUZIONE ALLA LEGGE DELL’UNO

INTRODUZIONE ALLA LEGGE DELL’UNODon Elkins: Questo libro consiste nell’esatta trascrizione delle registrazioni su nastro di ventisei sessioni facenti parte di un esperimento che è stato ideato per comunicare con un’entità extraterrestre. Abbiamo dato inizio a questo esperimento nel 1962, affinando il processo lungo i successivi diciannove anni. Nel 1981 i risultati sperimentali dei nostri sforzi sono profondamente mutati in termini di qualità e di precisione.

Questo libro è semplicemente un resoconto dell’inizio di quest’ultima fase del nostro lavoro.

Sin dall’inizio del nostro lavoro sperimentale, e già prima che formassimo ufficialmente un gruppo di ricerca, eravamo estremamente confusi riguardo alla natura della nostra ricerca. Vorrei innanzitutto affermare che, personalmente, reputo che il mio sia un punto di vista puramente scientifico. Molti lettori di questo materiale hanno utilizzato come base per la sua valutazione un presupposto filosofico spaziante da un atteggiamento che definirei oggettivo-scientifico ad uno che definirei soggettivo-teologico. Il nostro gruppo di ricerca ha come unica intenzione quella di rendere disponibili dei dati sperimentali. Ciascun lettore arriverà senz’altro alle sue personali conclusioni per quanto attiene al significato di questo insieme di dati.

Negli ultimi anni si è molto discusso di fenomeni che sono apparentemente incompatibili con i metodi accettati della ricerca scientifica. Sono inclusi in questo elenco fenomeni come quello degli UFO, del piegamento dei metalli col pensiero, della chirurgia psichica e molti altri fenomeni apparentemente miracolosi.

Cercare di dimostrare o di confutare questi presunti fenomeni non è certamente il compito di un osservatore occasionale. Comunque, la maggior parte della pubblica opinione che è stata generata su questi argomenti sembra essere frutto di un’indagine veloce e superficiale. Dopo quasi trent’anni di ricerca e sperimentazione nell’area dei cosiddetti fenomeni paranormali, devo raccomandare un’estrema prudenza nel giungere a delle conclusioni. Quando c’è l’opportunità di guadagnare del denaro, di acquisire notorietà o di divertirsi mettendo in piedi una burla, di solito qualcuno lo fa. Di conseguenza, le aree del paranormale e dei fenomeni psichici sono quelle che vengono prese maggiormente di mira dagli imbroglioni, e il ricercatore scrupoloso è costretto ad avere a che fare con grandi quantità di dati “spazzatura” prima di riuscire a trovare una possibile gemma di verità nascosta. Questo vale soprattutto per la chirurgia psichica delle Filippine e, in generale, per la vasta area della comunicazione con gli spiriti.

Ritengo che il paradigma scientifico che viene attualmente accettato sia inadeguato. La mia opinione è che la nostra attuale filosofia naturale sia un caso molto particolare di un caso molto più generale che deve ancora essere svelato. La mia speranza è che la nostra ricerca vada nella direzione di tale scoperta. Dopo aver assimilato diversi milioni di parole di presunte comunicazioni extraterrestri, credo anche che questo libro ed i successivi volumi del Materiale di Ra contengano le informazioni più utili che io abbia mai scoperto. Come risultato di tutta questa ricerca sulle tematiche piuttosto confuse dell’ufologia e della parapsicologia ho anch’io, ovviamente, sviluppato la mia attuale opinione su come “stiano realmente” le cose. Questa opinione potrebbe cambiare in qualsiasi momento, ove dovessi venire a conoscenza di ulteriori informazioni.

Questo libro non vuole essere un trattato sulle mie opinioni e perciò non cercherò di difenderne la validità. Ciò che segue è la migliore ipotesi che posso formulare riguardo alla tematica di cui ci stiamo occupando. Solo il tempo potrà dire quanto tale ipotesi sia accurata.

Il nostro gruppo di ricerca utilizza quella che io preferisco chiamare “telepatia in trance sintonizzata”(Tuned trance telepathy nell’originale) per comunicare con una razza extraterrestre chiamata Ra. Fra di noi utilizziamo la lingua inglese perché Ra la conosce. A dire il vero, Ra la conosce meglio di quanto non la conosca io.

Ra è giunto sulla Terra circa 11.000 anni fa nelle vesti di una sorta di missionario extraterrestre che aveva l’obiettivo di aiutare gli abitanti della Terra nella loro evoluzione mentale. Avendo fallito in questo tentativo, Ra ha lasciato la superficie terrestre ma ha continuato a monitorare da vicino le attività di questo pianeta. È per questa ragione che Ra conosce molto bene la nostra storia, le nostre lingue, e così via.

Probabilmente l’aspetto più difficile da comprendere riguardo a Ra è la sua natura. Ra è un complesso di memoria sociale di sesta densità. La Terra è vicina alla conclusione del ciclo evolutivo di terza densità, e questo significa che Ra si trova tre cicli evolutivi più avanti rispetto a noi.

In altre parole, l’attuale stadio evolutivo di Ra è milioni di anni più avanzato rispetto a quello terrestre. Non deve dunque sorprendere il fatto che 11.000 anni fa Ra abbia avuto diverse difficoltà a comunicare con i terrestri. Lo stesso problema è ancora presente nella nostra attuale epoca “illuminata”.

Nel momento in cui sto scrivendo abbiamo completato più di 100 sessioni di comunicazioni sperimentali con Ra. Questo insieme di informazioni, pari a circa 300.000 parole, mi ha mostrato quello che potrebbe essere un paradigma scientifico più adeguato. Solo il tempo ed il futuro potranno eventualmente convalidare ed espandere tale paradigma.

L’ufologia è un argomento estremamente vasto. Fornire anche solo una quantità ragionevole di materiale introduttivo allungherebbe questa introduzione fino ad occupare un intero libro. Pertanto, il seguito di questa introduzione non cercherà di trattare ogni singolo aspetto di questo variegato e crescente ambito di studio, ma sarà invece un resoconto di alcune delle parti pertinenti della nostra ricerca, dal suo inizio fino al giorno d’oggi, al tempo del contatto con Ra. Ho chiesto alla mia collaboratrice di lunga data in questa ricerca, Carla L. Rueckert, di raccontare la nostra storia.

Carla L. Rueckert: Ho incontrato per la prima volta Don Elkins nel 1962. Lo ritenevo un personaggio affascinante, una insolita combinazione fra un professore di college e un ricercatore in campo psichico. Egli aveva già eseguito più di 200 ipnosi regressive, sondando anche i ricordi precedenti all’esperienza della nascita e indagando la possibilità che la reincarnazione non fosse solo una semplice possibilità, ma che potesse essere il modo in cui funzionano realmente le cose.

Nel 1962 mi sono unita ad un esperimento che Don aveva messo in piedi per iniziare a testare un’ipotesi che egli aveva sviluppato con l’aiuto di Harold Price, un ingegnere della Ford Motor Company. Price aveva messo Don in contatto con alcune informazioni che quest’ultimo aveva trovato molto interessanti. La loro fonte, secondo quanto riportato, era di natura extraterrestre. Il loro contenuto era in larga misura di natura metafisica e sembrava essere in linea con tutto quello che Don aveva appreso fino a quel momento. In tale materiale venivano fornite istruzioni per creare dei mezzi attraverso i quali generare dell’ulteriore materiale dalla stessa fonte, senza bisogno di un reale contatto fisico con gli extraterrestri.

L’ipotesi di Don era che questo fenomeno potesse essere riproducibile; pertanto, egli invitò una dozzina dei suoi studenti di ingegneria ad unirsi ad un esperimento che aveva come obiettivo quello di ottenere un qualche tipo di contatto telepatico con una fonte simile a quella del gruppo di Detroit. Io ero il tredicesimo membro, avendo iniziato ad interessarmi al progetto tramite un amico. In quel primo periodo di tentativi di contatto, in cui Don cercava con tutte le sue forze di mantenere la situazione sotto controllo, passarono diversi mesi con risultati che sembravano degni di nota ma allo stesso tempo enigmatici.

Quando ci mettevamo a “meditare”, seguendo le istruzioni, tutti i membri del gruppo tranne me iniziavano ad emettere degli strani rumori con la bocca. La maggiore difficoltà durante quei primi sei mesi, da parte mia, è stata quella di mantenere un’espressione seria e di non ridere, dal momento che le sessioni si trasformarono via via in una rumorosa sinfonia di suoni gutturali, biascichi e schiocchi con la lingua.

La natura dell’esperimento cambiò drasticamente quando il gruppo ricevette la visita di un contattista di Detroit. Il contattista si sedette con il gruppo e ricevette quasi immediatamente un contatto, apparentemente attraverso una trasmissione telepatica, che disse: “Perché non esprimete a voce i pensieri che si trovano nella vostra mente? Stiamo cercando di utilizzarvi come strumenti di comunicazione, ma siete tutti bloccati dalla paura di non dire le parole giuste”. Attraverso questo strumento, Walter Rogers, proveniente da Detroit, nel Michigan, il gruppo imparò ad astenersi dall’analisi, ad esprimere a voce i pensieri e ad analizzare le comunicazioni solo dopo che esse fossero terminate.

Dopo quella sera, nel giro di nemmeno un mese metà del gruppo aveva iniziato a produrre delle informazioni. Dopo un anno, tutti i membri del gruppo tranne me erano in grado di ricevere delle trasmissioni telepatiche. Il discorso procedeva inizialmente in modo lento e difficoltoso, perché ogni individuo desiderava la trasmissione precisa di ogni singola parola e, in molti casi, desiderava essere posto completamente sotto controllo per paura di commettere un errore di trasmissione. Ciononostante, si trattò di un periodo entusiasmante per il gruppo originale di studenti che avevano dato inizio a questo strano esperimento.

Nel gennaio del 1970 lasciai il mio lavoro di bibliotecaria presso una scuola privata qui a Louisville ed iniziai a lavorare per Don a tempo pieno. A quel tempo egli si era ormai convinto che il grande mistero dell’esistenza potesse essere indagato al meglio ricercando delle tecniche che permettessero di contattare delle intelligenze extraterrestri, ed era deciso ad intensificare i suoi sforzi in questo ambito.

In questo periodo Don lavorò su molti aspetti periferici della ricerca ufologica, cercando sempre di “mettere insieme i pezzi del puzzle”. Uno dei grandi pezzi del puzzle era la questione che riguardava il modo in cui gli UFO riuscissero a materializzarsi e a smaterializzarsi. Il fenomeno sembrava presupporre l’esistenza di una fisica che noi non avevamo ancora compreso, e l’esistenza di esseri che fossero in grado di utilizzare tale fisica. Don aveva già assistito a diverse sedute spiritiche prima che io mi unissi alla sua ricerca, e aveva sistematicamente spuntato ogni possibile nome dalla sua lista. Quella che stava cercando era la manifestazione di una materializzazione: non tanto una materializzazione che potesse costituire una prova per un’altra persona, ma una nella quale lui, lui stesso, potesse credere. La sua convinzione era che le materializzazioni che si manifestavano nelle sedute fossero della medesima natura o di una natura simile a quella delle materializzazioni degli UFO. Pertanto, secondo il suo ragionamento, assistere di persona al meccanismo di una materializzazione e smaterializzazione durante una seduta gli avrebbe permesso di formulare delle ipotesi più accurate sugli UFO.

Nel 1971, dopo aver svolto con Don diverse ricerche infruttuose sulle materializzazioni medianiche, siamo andati ad assistere ad una seduta tenuta dal Reverendo James Tingley di Toledo, un ministro della Chiesa Spiritualista.

Siamo andati ad assistere alle dimostrazioni del Reverendo Tingley quattro volte. Prima che avesse inizio la prima dimostrazione, Don aveva esaminato con noncuranza il modesto luogo di riunione del Reverendo Tingley, sia all’interno che all’esterno. Esso era costituito da blocchi di cemento, come un garage. Non c’erano congegni né all’interno né all’esterno dell’edificio. Io non sapevo che Don stesse facendo questo, mi ero semplicemente seduta ad attendere l’inizio della dimostrazione.

Quest’ultimo è un aspetto molto importante quando si parla di ricerche psichiche di qualsiasi genere. Don ha sempre detto che uno dei miei pregi come collaboratrice di ricerca è la mia grande ingenuità.

Praticamente chiunque può farmi uno scherzo, per via del fatto che io non colgo questo genere di cose al volo. Sono fatta in modo tale da prendere le cose per come mi si presentano e ad accettarle per quello che sono, analizzando solo successivamente quello che è avvenuto. Questa ingenuità è un fattore cruciale per ottenere dei buoni risultati nelle ricerche sul paranormale. Il desiderio di avere delle prove porta inevitabilmente ad ottenere dei risultati inconcludenti e degli esperimenti privi di valore. Una mente aperta, che è disposta ad essere ingenua, porta il suo possessore a raggiungere una forma di certezza soggettiva e personale che non equivale ad una prova, dal momento che non può essere riprodotta sistematicamente negli altri; tuttavia, questa forma di conoscenza soggettiva è una componente fondamentale dell’evoluzione spirituale di cui Ra parla in modo così coinvolgente in questo libro, e sulla quale conduciamo ricerche ormai da molti anni.

La seduta iniziava, come tutte le sedute alle quali ho partecipato, con la ripetizione del Padre Nostro e con canti come “Rock of Ages” e “I Walked in the Garden” (Si tratta di canti cristiani tradizionali del mondo anglosassone). In quella sala spoglia erano presenti circa ventisei persone, sedute su delle sedie diritte disposte lungo un circolo ovale. Il Reverendo Tingley si era appartato dietro ad un semplice sipario ed era anch’egli seduto su una sedia pieghevole. Fra tutto quello che avvenne nella prima seduta, l’aspetto forse più interessante fu la comparsa di un fantasma dalle apparenze piuttosto concrete che si fece conoscere come “Sorella”. Ella desiderava parlare con me e ringraziarmi per il fatto che stavo assistendo Don. Dal momento che non ho mai avuto una suora come amica intima, ero piuttosto perplessa. Fu solo diverso tempo dopo, quando Don ci stava riportando a casa in aereo, che egli mi rinfrescò la memoria e mi fece così ricordare che sua madre, che era morta prima che io la potessi conoscere, era nota fra i suoi famigliari come “Sorella”.

Sia in quella seduta che in quella successiva, ogni volta che io e Don venivamo chiamati potevamo vedere piuttosto chiaramente le forme degli spiriti materializzati, simili a dei fantasmi. Io, che ho dei problemi di vista al buio, riuscivo comunque a distinguere diverse caratteristiche, mentre Don era persino in grado di vedere le ciocche di capelli di ciascuna entità.

Durante la seconda seduta apparve improvvisamente un “Maestro” particolarmente ispirato e la stanza si fece molto fredda. Egli condivise con noi un messaggio edificante e poi disse che ci avrebbe toccati per farci comprendere che lui era reale. Lo fece, e lo fece con una forza sufficiente da farmi venire un livido sul braccio. Poi ci disse che sarebbe passato attraverso di noi, cosicché potessimo comprendere che egli non apparteneva a questa densità. Così fece, ed è sicuramente una curiosa sensazione quella che si prova nell’assistere ad una cosa simile. Alzando le braccia, egli benedisse tutti quelli che si trovavano nella stanza, poi passò nuovamente attraverso di noi, si condensò in una piccola pozza sul pavimento e se ne andò.

Nel 1974, Don decise che era giunto il momento che io divenissi una studentessa più seria nell’arte della canalizzazione. Sosteneva che i dodici anni nei quali ero stata seduta ad ascoltare messaggi ispirati erano sufficienti, e che era giunto il momento di prendermi qualche responsabilità in più per quei “sermoni cosmici”, come li ha chiamati Brad Steiger, che io apprezzavo così tanto. Iniziammo così una serie di incontri quotidiani studiati per lavorare intensamente sulla mia sintonizzazione mentale. Diverse persone che partecipavano alle nostre meditazioni serali della domenica vennero a conoscenza di questi incontri quotidiani ed iniziarono a partecipare anche ad essi. Così, nel giro di tre mesi, vennero generati all’incirca una dozzina di nuovi ricevitori telepatici.

Nel corso di queste meditazioni intensive abbiamo dato inizio alla nostra consolidata abitudine di tenere acceso il registratore ogni qualvolta iniziava una sessione. Utilizzando una parte del vasto materiale che il nostro gruppo aveva raccolto, avevo prodotto un manoscritto inedito, intitolato “Le Voci degli Dei”*, che offriva il punto di vista extraterrestre in maniera sistematica, nella maniera in cui era stato registrato durante i nostri incontri di gruppo.

*(Il titolo originale è Voices of the Gods. Dopo un lungo periodo nel quale questo manoscritto è caduto nel dimenticatoio, esso è stato recuperato, revisionato e infine pubblicato nel 2016 con il titolo Voices of the Confederation, ovvero Le Voci della Confederazione)

Quando, nel 1976, io e Don abbiamo iniziato a scrivere I Segreti degli UFO (“Secrets of the UFO” che abbiamo pubblicato in privato e che può essere ordinato per posta) tale manoscritto inedito ci è stato di grande aiuto.

In questo periodo c’è stata un’altra sincronicità. Io e Don, che nel 1970 siamo diventati ufficialmente soci sotto il nome di L/L Research, nel 1968 avevamo scritto un libro inedito intitolato “La Crocifissione di Esmeralda Sweetwater” (The Crucifixion of Esmerelda Sweetwater). Nel 1974, Andrija Puharic ha pubblicato un libro con l’editore Doubleday, intitolato “URI”. Il libro contiene la storia dell’indagine che il dottor Puharich ha compiuto su Uri Geller e della loro inattesa comunicazione con intelligenze extraterrestri. La modalità del contatto era piuttosto insolita, dal momento che all’inizio cominciavano a levitare alcuni oggetti come i posacenere, e questo serviva al dottor Puharich come segnale per caricare il suo registratore a nastro. I bottoni del registratore venivano poi premuti da una qualche forza invisibile e la macchina iniziava a registrare. Una volta riavvolto il nastro, era possibile ascoltare un messaggio proveniente da una fonte extraterrestre. Don era impressionato dal gran numero di correlazioni che erano presenti fra questi messaggi e la nostra ricerca.

Il libro è già affascinante di per sé, ma per noi era affascinante in modo particolare per via dell’incredibile numero di distinte e convincenti similitudini esistenti fra i personaggi della vita reale, presenti nel resoconto del lavoro del dottor Puharich con Uri, ed i personaggi apparentemente di fantasia presenti nel nostro libro. Siamo andati a New York per incontrare Andrija dopo averlo contattato telefonicamente, per condividere con lui la nostra estesa ricerca e per confrontare i risultati.

Una volta che il cordiale padrone di casa è uscito sulla sua veranda per accoglierci, io mi sono fermata, stupefatta, ad ammirare la casa. Persino la casa in cui viveva, nella campagna a nord di New York, era una copia esatta di quella che la sua controparte di fantasia possedeva nel nostro libro. La somiglianza era tale che non ho potuto fare a meno di chiedergli: “Andrija, cosa è successo alle tue peonie? Quando ho scritto a proposito della tua casa ho visualizzato il tuo vialetto circondato da cespugli di peonie”. Puharich rise: “Oh, le peonie. Le ho fatte tagliare tre anni fa”.

Nel 1976 abbiamo preso la decisione di provare ad addentrarci nell’intero spettro dei fenomeni paranormali che sono presenti nel cosiddetto fenomeno del contattismo UFO. Non si tratta di un fenomeno semplice. Al contrario, esso richiede una comprensione ed una conoscenza piuttosto estesa in diverse aree di ricerca. Poiché il Materiale di Ra è un diretto prodotto della nostra costante ricerca con “presunte” entità extraterrestri, mi sembra ora opportuno ripassare alcuni dei concetti che erano stati espressi in quel libro, affinché il lettore possa entrare nella “mentalità” più adatta per comprendere questo lavoro.

La prima cosa che si può dire sul fenomeno UFO è che esso è incredibilmente strano. Il ricercatore serio, man mano che legge sempre di più e che conduce sempre più ricerche sul campo, si trova ad essere sempre meno in grado di parlare del fenomeno UFO in un modo che sia semplice e sensato. Più della metà delle persone negli Stati Uniti hanno affermato, in sondaggi su scala nazionale, di credere che gli UFO siano reali, e diversi film e serie televisive riflettono il diffuso interesse sull’argomento. Ciononostante, sono pochi i ricercatori che avrebbero la pretesa di affermare di essere in grado di comprendere appieno il fenomeno. Il dottor J. Allen Hynek ha definito questa caratteristica della ricerca come il “fattore di elevata stranezza” e ha collegato l’entità di tale elevata stranezza con la probabile validità del fenomeno.

Alcune delle persone che avvistano gli UFO non sono in grado di rendere conto di un certo lasso di tempo successivo all’incontro. L’UFO viene avvistato ed il testimone continua poi la sua routine quotidiana. Ad un certo punto, egli nota di aver perduto il ricordo di una certa quantità di tempo che non è in grado di spiegarsi. Queste persone sviluppano molto spesso qualche tipo di irritazione oculare o una congiuntivite, e talvolta sviluppano dei problemi cutanei. In casi estremi, una persona che ha perduto il ricordo di una certa quantità di tempo e che ha visto un UFO sviluppa un vero e proprio cambiamento di personalità e trova necessario affidarsi all’assistenza di uno psicologo o di uno psichiatra per una consulenza. Il dottor R. Leo Sprinkle, professore di psicologia all’Università del Wyoming, ha condotto incontri annuali con persone che hanno sperimentato questo e altri tipi di “Incontri Ravvicinati”.

È nell’ambito di una terapia psichiatrica che è stato indagato uno dei casi più famosi di contatto UFO, quello di Betty e Barney Hill. I coniugi Hill avevano avvistato un UFO e avevano perso il ricordo di una certa quantità di tempo, ma erano riusciti a ridurre la portata di tali eventi nella loro mente in misura sufficiente da riuscire ad andare avanti tranquillamente con la loro vita quotidiana. Entrambi, tuttavia, iniziarono ad avere incubi e attacchi d’ansia che durarono diversi mesi.

Lo psichiatra al quale si erano rivolti per ricevere aiuto utilizzava spesso l’ipnosi regressiva nell’ambito del suo lavoro terapeutico. Egli lavorò con ognuno dei due separatamente e scoprì, con sua grande sorpresa, che quando veniva chiesto loro di ritornare alla fonte del loro disturbo, sia il signore che la signora Hill riferivano di essere stati presi a bordo di un UFO mentre percorrevano la strada in macchina, di essere stati esaminati dal punto di vista medico, e di essere poi ritornati nella loro auto.

Io e Don abbiamo indagato nel corso degli anni su diversi casi interessanti, ma forse la descrizione di uno di essi sarà sufficiente per mostrare alcune delle più incredibili stranezze che sono solitamente associate con quelli che il dottor Hynek chiama “Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo”. Nel Gennaio del 1977, circa diciotto ore dopo l’esperienza con gli UFO del nostro testimone, siamo stati chiamati da un nostro amico, l’ipnotista Lawrence Allison. Lawrence era stato contattato dalla madre di un testimone, che era molto preoccupata per il suo ragazzo. Così, abbiamo preso un appuntamento con il testimone, un diciannovenne diplomato che lavorava come camionista.

Egli aveva avvistato un veicolo lungo all’incirca 40 piedi e alto 10 piedi, che aveva il colore del sole al crepuscolo e che volava a bassissima quota, all’incirca dai 100 ai 150 piedi di altitudine. Il veicolo era così luminoso da irritargli gli occhi, eppure egli non riusciva a distogliere lo sguardo da esso. A quel punto egli ebbe molta paura e perse totalmente la sensazione di essere alla guida della sua auto. Quando si trovò direttamente al di sotto dell’UFO, questi accelerò all’improvviso e scomparve. Quando il ragazzo arrivò a casa, sua madre era preoccupata perché i suoi occhi erano completamente iniettati di sangue. Egli fu in grado di determinare con precisione il tempo di cui aveva perduto il ricordo, dato che era uscito di casa esattamente alla conclusione di un programma televisivo e che aveva fatto caso all’ora del suo ritorno. Aveva perduto il ricordo di 38 minuti della sua vita.

Il giovane desiderava provare l’ipnosi regressiva per “ritrovare” il suo tempo mancante. Noi accettammo; dopo un’induzione ipnotica particolarmente lunga, venne raggiunto il giusto stato di concentrazione e il testimone venne riportato al momento in cui si trovava direttamente al di sotto dell’UFO. Improvvisamente egli si trovò all’interno della navicella, in una stanza circolare che era alta almeno il doppio di quella che sembrava essere l’altezza dell’intera navicella vista dall’esterno. Egli vide tre oggetti, nessuno dei quali sembrava essere di origine umana.

Uno era nero, uno era rosso ed uno era bianco. Tutti e tre assomigliavano ad una specie di macchinario. Ogni entità sembrava possedere una personalità, anche se nessuna delle tre parlò al ragazzo, ed egli venne sottoposto ad una sorta di esame fisico. Dopo la conclusione dell’esame, i macchinari si unirono in uno solo e quindi scomparvero. La navicella sobbalzò e oscillò per un po’, e poi il testimone si trovò nuovamente nella sua macchina.

Se siete interessati a leggere l’intero resoconto di questo caso, esso è stato pubblicato sull’Apro Bulletin, su Flying Saucer Review, sull’International UFO Reporter e sul Mufon UFO News.

Uno degli aspetti più tipici degli incontri ravvicinati è il fatto che il testimone sembri comprendere quello che pensano e che provano gli alieni senza che avvenga alcuna conversazione. La comunicazione telepatica è stata a lungo al centro di diverse sperimentazioni e, sebbene esistano numerose ricerche interessanti, non c’è mai stato uno studio che abbia dimostrato in modo definitivo la possibilità di una buona comunicazione telepatica. Di conseguenza, il campo della ricerca sulla telepatia è ancora un’area decisamente di confine nell’ambito della ricerca psichica. Tuttavia, chiunque abbia mai percepito in anticipo che il telefono stava per squillare o che abbia mai saputo che cosa stava per dire qualcuno prima che questi parlasse, ha sperimentato almeno un piccolo esempio di telepatia. Don afferma che gli esperimenti telepatici fra lui ed Uri Geller sono stati un completo successo. Tuttavia, dal momento che essi non sono stati deliberatamente condotti sotto un rigoroso controllo scientifico, non possono essere inclusi in alcun resoconto ortodosso. È infatti nostra opinione che i controlli rigorosi abbiano un effetto di contenimento nei confronti dei risultati di qualsiasi esperimento di questo tipo.

Il gruppo L/L Research, che dal 1980 è una organizzazione sussidiaria della Rock Creek Research and Development Labs, tiene tutt’oggi degli incontri settimanali aperti a chiunque abbia letto i nostri libri. Abbiamo ancora la tendenza ad aggiungere il termine “presunte” prima di “comunicazioni telepatiche dagli extraterrestri” perché sappiamo molto bene che non vi è modo di dimostrare questo concetto basilare.

Comunque, il fenomeno di sicuro esiste: i milioni di parole presenti nei nostri fascicoli e altri milioni di parole presenti nei fascicoli di altri gruppi attestano l’esistenza di questa realtà.

Indipendentemente dalle più che occasionali delusioni che si incontrano sulla strada della ricerca sul paranormale, il serio ricercatore ufologico deve costantemente investigare anche i fenomeni correlati, come quello del piegamento dei metalli col pensiero. La fisica che viene presentata da Ra, che ha a che vedere con la vera natura della realtà, include la possibilità che l’azione a distanza sia una funzione della mente, e in particolare della volontà. Uri Geller è stato testato in diversi luoghi del mondo, compresi gli Stanford Research Laboratories, ed esiste un’impressionante lista di pubblicazioni sui risultati di quei test, in particolare The Geller Papers e, per quanto riguarda il fenomeno del piegamento dei metalli, The Iceland Papers.

Un esempio che dimostra lo stretto legame fra il fenomeno degli UFO e quello del piegamento dei metalli si è presentato a noi nel Giugno del 1977, dopo la pubblicazione del nostro libro “I Segreti degli UFO”.

Eravamo stati intervistati da una trasmissione locale e una donna di una cittadina vicina che aveva ascoltato il programma era molto interessata a tutto quello che avevamo da dire, dal momento che suo figlio, un normale ragazzo di quattordici anni, aveva sperimentato l’incontro con un UFO. Egli era stato svegliato da un fischio, si era avvicinato alla porta e aveva visto una luce così intensa da accecarlo temporaneamente. Nella stessa notte anche altre persone del luogo avevano avvistato delle luci nel cielo, come spesso capita in questi casi. La donna ci scrisse una lettera, e Don la chiamò immediatamente per chiederle il permesso di parlare con suo figlio. Dopo aver interrogato il ragazzo, Don, visibilmente soddisfatto, gli chiese di prendere un pezzo di argenteria e di ordinargli di piegarsi, senza toccarlo con forza o decisione. Il quattordicenne prese una forchetta, fece quello che Don gli aveva chiesto e la forchetta si piegò all’istante quasi in due.

Il ragazzo era rimasto così scosso che non rispose più nemmeno al telefono, e sua madre non fu in grado di convincerlo di quanto valesse la pena proseguire gli esperimenti. Ella ebbe abbastanza lungimiranza da rendersi conto che nella cittadina in cui viveva, qualsiasi tipo di notorietà che gli sarebbe derivata da una tematica come quella del piegamento dei metalli sarebbe andata a suo discapito, dato che la gente della sua cittadina avrebbe reagito in maniera piuttosto prevedibile.

In ogni caso, il nesso è piuttosto chiaro. John Taylor, professore di matematica al King’s College di Londra, ha scritto un libro, “Superminds”, nel quale mette a disposizione del mondo le sue meticolose sperimentazioni sul piegamento dei metalli col pensiero.

Taylor impiegò solo dei bambini, all’incirca una cinquantina, e per la maggior parte del suo esperimento utilizzò degli oggetti di metallo e di plastica rinchiusi in cilindri di vetro che venivano sigillati da un soffiatore di vetro, cosicché i bambini non potessero toccare gli oggetti senza rompere il vetro stesso.

Anche in circostanze così controllate i bambini erano comunque in grado di piegare e di spezzare innumerevoli oggetti. Leggendo il Materiale di Ra comincerete a capire perché sono soprattutto i bambini ad essere in grado di compiere tali azioni, e come questa loro abilità si colleghi a tutto il resto del messaggio UFO.

Dal momento che non sono una scienziata, ridarò adesso la parola a Don, la cui formazione è più adatta per questo argomento.

Don: Una domanda che è sempre presente quando si prendono in considerazione le dimostrazioni psichiche è: come fa un evento paranormale ad avvenire? La risposta potrebbe trovarsi nell’ambito della teoria dell’occulto, che include l’esistenza di diversi “piani”.

Dopo la morte, un individuo si trova in uno di questi livelli di esistenza di cui si parla nella filosofia dell’occulto. Il livello di esistenza dipende dalla natura spirituale o dallo sviluppo della persona al momento della sua morte. Il cliché che ammanta questa teoria è una versione ultraterrena del detto “gli uccelli simili volano insieme”*.

*”Birds of a feather flock toghether nell’originale. Si tratta di un tipico detto anglosassone che sottolinea come gli esseri che condividono le medesime caratteristiche tendano a fare gruppo con i propri simili. Un detto italiano abbastanza analogo è “chi si somiglia si piglia“.

Quando un fantasma si materializza nella nostra realtà per effettuare la sua visita terrena, esso proviene solitamente da uno di questi livelli. In generale, la teoria prevede che un pianeta sia una sorta di distilleria spirituale, dove avvengono le reincarnazioni nel mondo fisico fino a quando l’individuo non si sia evoluto abbastanza dal punto di vista spirituale da poter raggiungere i piani di esistenza superiori, e non ha pertanto più bisogno delle lezioni evolutive di questo pianeta.

La maggior parte di questa teoria è stata sviluppata attraverso contatti e comunicazioni con gli abitanti di queste realtà apparentemente separate.

Sono giunto a credere che questi livelli si compenetrino con il nostro spazio fisico e che coesistano reciprocamente, sebbene con scarsissima consapevolezza l’uno dell’altro. Una semplice analogia, alla quale ho già fatto riferimento in precedenza, è quella di considerare gli attori di due differenti spettacoli televisivi, che possono entrambi essere ricevuti sullo stesso apparecchio, ma dove ciascuno esclude la visione dell’altro. Questo sembra essere quello che sperimentiamo nella nostra vita quotidiana: un canale o densità di esistenza che è totalmente inconsapevole della miriade di entità che occupano altre frequenze del nostro spazio fisico. Il punto fondamentale in tutto questo è che la nostra realtà non è unica o singolare; essa è la nostra realtà, infatti, solo nel momento presente. Molti dei resoconti sugli UFO mostrano ampie prove che l’oggetto che viene avvistato abbia origine da una di queste realtà o densità ulteriori, così come avviene per i fantasmi materializzati. Vorrei sottolineare che questo non implica il fatto che essi non siano reali; piuttosto, questo disloca la realtà degli UFO rispetto alla nostra. Sto facendo un’affermazione equivalente a dire che il Canale 4 del televisore è uguale ma dislocato rispetto al Canale 3 dello stesso televisore.

Se vi venisse chiesto di costruire un modello in scala di un qualsiasi atomo, utilizzando come nucleo qualcosa che abbia la dimensione di un pisello, per contenere anche solo gli elettroni orbitanti più interni sarebbe necessario avere a disposizione un’area della dimensione di un stadio da football. Se il pisello venisse collocato al centro della linea delle 50 yard, una piccola palla di cotone posizionata nel sedile più lontano potrebbe rappresentare un elettrone dell’atomo. Nella materia fisica è presente ben poca reale materia. Quando osserviamo le stelle del cielo notturno, ci troviamo di fronte a qualcosa di molto simile a quello che vedremmo se ci si trovassimo a livello del nucleo di qualsiasi atomo di materia “solida” e guardassimo nella direzione dell’ambiente esterno. Per dimostrarvi l’esistenza di un elettrone, un fisico potrebbe probabilmente mostrarvi la traccia curva di uno di essi su una lastra fotografica. Quello che probabilmente non vi direbbe è che questa non è altro che una prova di seconda mano. L’elettrone vero e proprio non è mai stato osservato; si può registrare solo il suo effetto all’interno di un mezzo denso. È possibile, ovviamente, effettuare degli accurati calcoli matematici riguardo a quello che noi chiamiamo elettrone. Per fare un simile lavoro dobbiamo conoscere alcuni dati sulla forza del campo magnetico, sulla carica dell’elettrone e sulla sua velocità. Ma dal momento che un campo magnetico è determinato da cariche in movimento, che a loro volta sono fenomeni osservati empiricamente, scopriamo che l’intero camuffamento matematico non fa altro che oscurare il fatto che tutto ciò che realmente sappiamo è che le particelle cariche hanno degli effetti l’una sull’altra.

Non sappiamo ancora cosa siano le particelle cariche, o perché esse creino un effetto di azione a distanza.

Gli scienziati esperti sarebbero i primi a concordare sul fatto che non esiste una spiegazione scientifica assoluta di alcunché. Piuttosto, la scienza è un metodo o uno strumento predittivo, che mette in relazione fra di loro una o più osservazioni. In fisica, ciò viene solitamente compiuto attraverso il linguaggio matematico. Il nostro apprendimento scientifico è un apprendimento che avviene attraverso le osservazioni e l’analisi di tali osservazioni. Per quanto riguarda la possibilità di penetrare l’essenza fondamentale delle cose, noi in realtà non comprendiamo assolutamente nulla.

Un campo magnetico non è altro che un metodo matematico per esprimere il moto relativo fra campi elettrici. I campi elettrici sono complesse interpretazioni matematiche di un’osservazione completamente empirica espressa dalla Legge di Coulomb. In altre parole, la nostra selva di conoscenze e spiegazioni scientifiche è composta da alberi dei quali noi non comprendiamo nulla, ad eccezione del loro effetto e della loro esistenza.

Ad una persona che abbia scarsa dimestichezza con i lavori più specialistici della scienza moderna, potrebbe sembrare che l’uomo contemporaneo abbia completamente compreso il proprio ambiente e che lo tenga strettamente sotto controllo. Niente potrebbe essere più lontano dalla realtà. I grandi scienziati che fanno ricerche sugli argomenti di frontiera delle teorie più moderne discutono continuamente fra di loro. Non appena una teoria inizia a ricevere un’ampia accettazione quale valida rappresentazione delle leggi fisiche, qualcuno trova una discrepanza e la teoria dev’essere modificata o abbandonata completamente. Forse l’esempio più noto di questa realtà è la formula di Newton “F = MA”. Essa ha ottenuto lo status di legge fisica, prima che si venisse a scoprire che essa era in errore. Non che questa equazione non si sia dimostrata estremamente utile: l’abbiamo usata per progettare

qualsiasi cosa, dai missili lunari al tubo catodico del televisore; la sua accuratezza decade tuttavia quando la si applica agli acceleratori di particelle atomiche come il ciclotrone. Per fare delle previsioni accurate sulle traiettorie delle particelle è necessario applicare la correzione relativistica formulata da Einstein. È interessante notare come tale correzione si basi sul fatto che la velocità della luce è assolutamente indipendente dalla velocità della sua sorgente.

Se Newton avesse compreso ancora più a fondo le leggi del moto, avrebbe potuto effettuare lui stesso questa correzione relativistica e affermare che la correzione della velocità non avrebbe avuto alcuna conseguenza, dal momento che la velocità della luce è molto superiore rispetto a qualsiasi velocità raggiungibile dall’uomo. Questo era assolutamente vero all’epoca di Newton, ma non è decisamente vero al giorno d’oggi. Noi tendiamo ancora a pensare alla velocità della luce come ad una velocità fantastica ed irraggiungibile; tuttavia, con l’avvento dei voli spaziali, abbiamo raggiunto un nuovo ordine di grandezza nel campo della velocità. Dobbiamo cambiare il modo in cui pensiamo ai nostri normali concetti terrestri di velocità. Anziché concepire la velocità della luce in termini di miglia al secondo, si può pensare ad essa in termini di diametri terrestri al secondo. La velocità praticamente inimmaginabile di 186.000 miglia al secondo(Pari a circa 300.000 chilometri al secondo) si trasforma in una velocità assolutamente comprensibile di 23 diametri terrestri al secondo; oppure potremmo pensare alla velocità della luce in termini di diametro del nostro sistema solare e dire che la luce viaggia a circa 2 diametri al giorno.

L’affermazione di Einstein che tutto è relativo è così acuta da essere diventata un cliché nella nostra cultura. Continuiamo ora ad essere relativistici nel pensare alla grandezza dei fenomeni naturali, prendendo in considerazione la dimensione della nostra galassia. Se alzate lo sguardo al cielo in una notte limpida, quasi tutte le stelle visibili si trovano nella nostra galassia. Ognuna di quelle stelle è un sole come il nostro.

Calcolando la media del numero di soli presenti nella nostra galassia rispetto al numero di persone che vivono sul pianeta Terra, scopriremmo che esistono sessanta soli per ogni singola persona che vive oggi sulla Terra. La luce impiega oltre quattro anni dalla Terra per raggiungere anche solo la più vicina fra quelle stelle. Per raggiungere la stella più distante nella nostra galassia ci vorrebbero 100.000 anni luce.

Questi calcoli vengono fatti partendo dall’assunto che la luce sia caratterizzata da una velocità. Questo potrebbe anche essere un assunto errato prendendo in considerazione alcune nuove teorie, ma la sua velocità apparente è un utile strumento di misura, quindi continueremo ad usarlo in ogni caso.

Ci troviamo dunque in una creazione tanto vasta che andando ad una velocità di 23 diametri terrestri al secondo dovremmo viaggiare per 100.000 anni per riuscire ad attraversare il nostro cortile interno. È un cortile molto vasto, e sembrerebbe ampio anche al più ambizioso degli architetti celesti, ma in realtà questa intera galassia di oltre 200 miliardi di stelle non è che un granello di sabbia all’interno di un’enorme spiaggia. Esistono diverse migliaia di miliardi di galassie come la nostra, ciascuna con miliardi di stelle al suo interno, disperse in quello che sembra essere uno spazio infinito.

Quando si pensa alla sbalorditiva immensità della nostra creazione e all’infantile stato della nostra conoscenza di essa, si può iniziare a considerare la forte possibilità che il nostro attuale approccio scientifico nell’investigare tale immensità sia primitivo quanto una canoa di legno.

Il problema più sconcertante della scienza è sempre stato quello di riuscire a trovare una spiegazione soddisfacente per la cosiddetta azione a distanza. In altre parole, tutti sanno che se si lascia cadere un oggetto, questo oggetto cade, ma nessuno sa esattamente il perché. Molte persone sanno che le cariche elettriche si respingono o si attirano reciprocamente anche se si trovano separate nel vuoto ma, anche in questo caso, nessuno sa il perché. Sebbene tali fenomeni siano piuttosto diversi, le equazioni che descrivono la forza di interazione sono piuttosto simili:

Per la gravità:

F= G m1*m2/r2

Per l’interazione elettrostatica:

F= K q*q1/r2

La forza di attrazione generata fra il nostro pianeta ed il nostro sole viene descritta dall’equazione della gravitazione. La forza di attrazione presente fra gli elettroni orbitanti ed il nucleo dell’atomo viene descritta dall’equazione dell’interazione elettrostatica. Ora, ciascuna di queste equazioni è stata ottenuta sperimentalmente. Apparentemente esse non sono correlate in alcun modo, eppure entrambe descrivono una situazione nella quale la forza di attrazione decresce con il quadrato della distanza.

Una rappresentazione matematica dell’effetto di un’azione a distanza viene chiamata campo, come nei casi del campo gravitazionale o elettrico. La più grande speranza di Albert Einstein era quella di riuscire a scoprire una singola relazione che esprimesse l’effetto sia dei fenomeni elettrici che di quelli gravitazionali; di fatto, si tratta di una teoria che avrebbe unificato l’intera fisica, una teoria del campo unificato (Unified field theory nell’originale. Viene anche indicata come “Teoria del Tutto”).

Einstein era convinto che questa fosse una creazione di totale ordine e che tutti i fenomeni fisici fossero evoluti da un’unica sorgente.

Una simile teoria del campo unificato, che descrive la materia come un campo puro, è stata finalmente sviluppata. Sembrerebbe che l’intera situazione fosse analoga alla soluzione di un rompicapo cinese incredibilmente complesso. Se si riesce a scoprire qual è la giusta chiave in mezzo a moltissime altre chiavi sbagliate, il rompicapo si risolve facilmente. Dewey B. Larson ha trovato la soluzione a questo problema, ed il rompicapo non solo è stato risolto, ma ha svelato una teoria del campo unificato elegante, adeguata e ricca di risultati pratici; inoltre, come in un buon rompicapo cinese, la soluzione non era complessa, ma semplicemente inaspettata. Anziché postulare la presenza di cinque dimensioni, Larson ne ha postulate sei, e le ha appropriatamente definite come le tre dimensioni dello spazio e le tre dimensioni del tempo. Egli ha postulato l’esistenza di un tempo con coordinate tridimensionali analogo allo spazio tridimensionale che noi osserviamo.

Il risultato di tale approccio è che ora è possibile calcolare dal postulato basilare della teoria di Larson qualsiasi valore fisico nel nostro universo, dal livello sub-atomico a quello stellare. Questa tanto agognata teoria del campo unificato è differente, perché siamo abituati a pensare al tempo come ad una componente unidimensionale, come un flusso che si muove

in un’unica direzione. Eppure, una volta presa la giusta dimestichezza, le coordinate temporali sono un concetto più comodo con cui avere a che fare dal punto di vista matematico. Il professor Frank Meyer del Dipartimento di Fisica all’Università del Wisconsin distribuisce attualmente un bollettino trimestrale agli scienziati che sono interessati alla nuova teoria di Larson, che esplora le misteriose questioni della teoria fisica utilizzando questo approccio. Io stesso ero interessato a mettere alla prova la teoria di Larson e ho eseguito estesi calcoli utilizzando il suo postulato. Mi sono convinto che la sua sia effettivamente una valida teoria del campo unificato.

Avevo riflettuto su parecchie interessanti affermazioni che erano state comunicate attraverso persone contattate da presunte fonti UFO prima di scoprire il lavoro di Larson nei primi anni ’60. Nonostante le persone che avevano ricevuto queste comunicazioni non sapessero nulla dei problemi della fisica moderna, esse stavano ricevendo delle informazioni che sembravano essere piuttosto rilevanti per la fisica teorica: in primo luogo, esse suggerivano che il problema della nostra scienza risiedesse nel fatto che essa non riconosce abbastanza dimensioni. In secondo luogo, affermavano che la luce non si muove; la luce è. La teoria di Larson ipotizza sei dimensioni al posto delle comuni quattro, e dimostra che il campo puro, che Einstein credeva che rappresentasse la materia, viaggia verso l’esterno da tutti i punti nello spazio ad una velocità fissa, la velocità della luce. I fotoni vengono creati da un dislocamento vibratorio nello spazio-tempo, che è la struttura del campo. Inoltre, i contattisti dicevano che la coscienza crea la vibrazione, e che tale vibrazione è la luce. I dislocamenti vibratori dello spazio-tempo nella teoria di Larson sono la prima manifestazione fisica, che consiste nel fotone, ovverosia la luce.

Secondo i contattisti UFO, per entrare nei nostri cieli gli UFO abbassano le loro vibrazioni. L’intero universo fisico postulato da Larson dipende dalla frequenza della vibrazione e dalle rotazioni quantizzate del campo puro dello spazio-tempo.

I contattisti stavano indicavano che il tempo non è come noi lo concepiamo. Larson indica la stessa cosa. Si affermava che gli UFO si muovessero nel tempo nello stesso modo in cui noi ci muoviamo nello spazio. Ciò sarebbe assolutamente normale nella porzione del tempo-spazio dell’universo di Larson.

Un ultimo aspetto, forse il più importante, è che i contattisti stavano ricevendo il messaggio che la creazione è semplice, è un’unità. La teoria di Larson è un’affermazione matematica di tale unità.

Per maggiori informazioni sulla fisica Larsoniana, contattate l’International Society of Unified Science, un gruppo di scienziati e filosofi che stanno attualmente promuovendo la teoria di Larson. Il loro indirizzo è: International Society of Unified Science, Frank H. Meyer, President, 1103 15th Ave., S.E., Minneapolis, MN 55414.

Quello che i fisici non hanno mai considerato fino ad adesso degno di indagine, sta ora comparendo in misura sempre maggiore. L’azione a distanza, che è apparentemente la conseguenza di un qualche tipo di attività mentale, sembra essere ripetutamente un effetto osservabile.

Quando Uri Geller si esibisce in televisione, piegando il metallo ed aggiustando con la mente gli orologi, ci sono spesso diversi bambini che tentano di replicare i “trucchi” di Uri. Talvolta i bambini ci riescono. Il numero di bambini che sono in grado di determinare il piegamento e la rottura dei metalli e di altri materiali, semplicemente desiderando che essi si pieghino e si rompano, sta aumentando di giorno in giorno. Come detto in precedenza, John Taylor, professore di matematica al King’s College, nel suo eccellente libro, “Superminds”, parla dei numerosi test condotti in Inghilterra su un certo numero di questi bambini dotati. Se i bambini tipo-Geller continueranno ad aumentare nel loro numero e nella loro abilità, gli anni ’80 vedranno fantasie televisive come “My Favourite Martian”, “I Dream of Jeannie” e “Bewitched” diventare parte della realtà.

Con esperimenti controllati e ripetuti, come quelli condotti da Taylor e dallo Stanford Research Institute negli Stati Uniti, iniziamo ad avere a disposizione per il nostro studio dei dati molto consistenti. Ci stiamo mettendo gradualmente in una posizione dalla quale possiamo iniziare a creare una scienza della “magia”, perché quella che è stata definita magia nelle epoche passate viene ora eseguita con una frequenza sempre crescente, soprattutto dai bambini. Nel futuro prossimo tale “magia” potrebbe anche essere aggiunta all’elenco delle scienze che vengono studiate all’università. A dire il vero, le attuali discipline della chimica, della fisica e così via, sono ancora per noi fondamentalmente “magia”, dal momento che ci troviamo ancora nella posizione di non avere una spiegazione definitiva per i meccanismi di causa-effetto.

Carla: Uno dei concetti più importanti nel sistema di studio che emerge quando si da un’occhiata ai messaggi dei contattisti, che derivano da presunti contatti ufologici, è il concetto dell’immortalità della nostra coscienza individuale. Esiste una lunga tradizione mistica, che risale a molto prima dei tempi biblici, che ipotizza l’esistenza di un’anima immortale. San Paolo nelle sue Epistole operava una distinzione fra il corpo umano e il corpo spirituale. Molto prima dell’epoca di San Paolo, i sacerdoti egizi possedevano il concetto del ka e ipotizzavano che questo ka, o personalità spirituale, continuasse ad esistere dopo la morte e che esso fosse il vero depositario dell’essenza della coscienza della persona che aveva vissuto. Gli Egizi, ovviamente, svolgevano dei preparativi molto elaborati in vista della vita dopo la morte.

Se prendiamo la vita dopo la morte come una possibilità, possiamo anche prendere in considerazione la possibilità della vita prima della nascita.

Ogni madre con più di un figlio sarà testimone del fatto indubitabile che ciascun bambino viene al mondo, o si incarna, già caratterizzato da una personalità che non può essere spiegata né dall’ambiente né dall’ereditarietà. Dopo aver preso in considerazione tutti i fattori di entrambe queste componenti, quella che rimane è una personalità unica con la quale sembra essere nato ogni singolo bambino. Ogni bambino presenta delle paure che non sono spiegabili in base alle paure dei genitori: un bambino, ad esempio, può essere spaventato da un temporale, mentre il resto della famiglia potrebbe essere perfettamente a proprio agio durante un simile temporale. Un altro bambino potrebbe essere straordinariamente dotato nel suonare uno strumento, mentre né i genitori né alcun parente di cui i genitori abbiano memoria ha mai posseduto un talento musicale.

Questo ci riporta a prendere seriamente in considerazione la reincarnazione. Secondo i presunti messaggi dei contatti UFO, la reincarnazione è uno dei concetti più importanti da comprendere, perché è attraverso di essa che l’universo funziona, allo scopo di permettere l’evoluzione dell’umanità. Tale evoluzione non è solo di natura fisica ma anche di natura metafisica, non riguarda solo il corpo ma anche lo spirito, e in questo sistema filosofico le incarnazioni vengono viste come opportunità che l’individuo utilizza per progredire lungo la sua evoluzione attraverso numerose e variegate esperienze.

Sebbene circa due terzi della popolazione mondiale abbracci o abbia famigliarità con un sistema religioso che comprende la reincarnazione, quelli di noi che appartengono alla cultura giudaico-cristiana non hanno altrettanta famigliarità con questo concetto. Ciononostante, le prime ricerche di Don sembravano indicare che la reincarnazione fosse una realtà probabile e che le incarnazioni contenessero situazioni, relazioni e lezioni che si comprendono molto più facilmente alla luce della conoscenza delle incarnazioni precedenti.

Un conciso esempio di tale relazione, che a qualcuno piace chiamare karma, è quello di un giovane ragazzo (che ha chiesto di rimanere anonimo) che in questa vita ha sperimentato delle allergie verso ogni tipo di pianta, così intense da non essere in grado di tagliare l’erba, di annusare i fiori o, durante la stagione della fioritura, di passare troppo tempo all’aperto. In una regressione ipnotica egli ha sperimentato in dettaglio una lunga vita in Inghilterra. Era stato un uomo solitario, la cui natura era quella di evitare contatti con qualsiasi essere umano. Egli aveva ereditato una proprietà molto estesa e aveva trascorso lì la sua vita. Il suo unico piacere era costituito dalla cura del suo enorme giardino. In esso i suoi giardinieri piantavano ogni tipo di fiori, frutti e verdure.

Dopo aver parlato di questa sua vita, e mentre il ragazzo si trovava ancora in trance, l’ipnotista Lawrence Allison chiese al ragazzo, come faceva spesso, di contattare quello che viene genericamente chiamato il Sé Superiore. Egli fece sì che il ragazzo chiedesse al proprio Sé Superiore se era stata appresa la lezione di mettere le persone al primo posto e le altre cose al secondo posto. Il Sé Superiore disse che effettivamente la lezione era stata appresa. L’ipnotista fece sì che il ragazzo chiedesse al Sé Superiore se quest’allergia potesse essere guarita, dal momento che la lezione era stata appresa e che l’allergia non era dunque più necessaria. Il Sé Superiore acconsentì. L’ipnotista condusse quindi con cautela il ragazzo fuori dallo stato di ipnosi e camminò verso il suo pianoforte, sul quale era posta una magnolia. Come succede spesso con i boccioli di magnolia, il loro polline era caduto sulla superficie lucida del pianoforte; così, l’ipnotista mise un po’ di quel polline sulla sua mano, lo portò al ragazzo e soffiò intenzionalmente il polline direttamente sul suo naso.

Come puoi farmi questo?” esclamò il ragazzo. “Sai bene quanto sono allergico!”. “Ah davvero?” chiese l’ipnotista. “Non ti sento starnutire”. Il ragazzo fu così guarito dalla sua allergia.

Quando cerchiamo di considerare la nostra relazione con l’universo, iniziamo a vedere che “Ci sono molte più cose in cielo e in terra di quante ne siano state sognate dalla maggior parte delle filosofie”. È un universo davvero gigantesco, e se noi abbiamo una vera relazione con esso, allora noi stessi dobbiamo essere qualcosa di più grande, o di diverso, rispetto a quello che sembra essere contenuto nelle nostre vite quotidiane. Nel Materiale di Ra sono presenti grandi quantità di informazioni che hanno a che vedere con la nostra vera relazione con l’universo, ma è bene comprendere che esiste già una lunga tradizione che parla del lavoro che è possibile effettuare su quella che forse potrebbe essere più semplicemente definita la personalità magica.

Magia, ovviamente, è un termine che viene usato in modo molto inappropriato e viene solitamente intesa come l’arte della prestidigitazione o dell’illusione. Quando osserviamo un mago, accettiamo il fatto che stiamo assistendo a delle illusioni eseguite con grande abilità.

Tuttavia, esiste un modo di guardare alla cosiddetta personalità magica che suggerisce l’esistenza di un filo conduttore che attraversa la nostra vita quotidiana al quale è possibile connettersi; attraverso tale filo conduttore, sarebbe possibile trasferirsi di tanto in tanto in uno schema di punti di riferimento nel quale la realtà è quella che si osserva dal punto di vista del corpo spirituale, ovvero quella personalità che esiste di incarnazione in incarnazione e persino “da prima che il mondo esistesse”.

Lavorare su questa personalità magica, interiorizzare le esperienze, accettare le responsabilità ed analizzare attentamente le nostre reazioni verso tutto ciò che ci accade, giungendo infine ad equilibrare le nostre reazioni, cosicché il nostro agire nell’ambiente venga generato all’interno del sé e non sia più un semplice complesso di reazioni agli stimoli esterni, fa sì che noi rafforziamo la cosiddetta personalità magica, fino ad essere in grado di ottenere qualche piccolo risultato in quella che è stata descritta come “l’arte di produrre a volontà cambiamenti di coscienza”. (The art of causing changes in consciousness at will nell’originale. Si tratta della definizione di magia fornita da Walter E. Butler. Si veda a tal proposito il suo libro The Magician: His Training and Work, Aquarian, 1963, pubblicato in Italia con il titolo Il Mago: Esercizi e Pratiche Magiche, Hermes Edizioni, 1992.)

Questa è la definizione classica di magia. Ogni volta che una persona affronta una situazione sfortunata e reagisce ad essa senza rispondere con la rabbia alla rabbia o con la tristezza alla tristezza, ma al contrario offrendo compassione e conforto laddove non ce ne si aspetterebbe alcuno, quel filo conduttore della forza interiore viene consolidato e ci si avvicina sempre di più ad una vita che sia strettamente connessa all’evoluzione organica dell’universo.

È proprio questa percezione della natura organica o totale dell’universo che fornisce allo studioso maggiori informazioni riguardo allo scopo per cui gli UFO sono fra noi. Essi sono stati qui, secondo diversi resoconti, per migliaia di anni; come minimo gli UFO sono stati menzionati, insieme a molti altri strani avvistamenti, negli annali di tutti i testi storici antichi, inclusa la Bibbia.

L’interesse moderno per gli UFO può essere probabilmente fatto risalire allo storico avvistamento di Kenneth Arnold sul Monte Rainer, nello stato di Washington. Un altro dei primi avvistamenti storici, anch’esso effettuato da un testimone estremamente affidabile, è per pura coincidenza connesso a Don Elkins e quindi ho scelto di descrivervi quest’ultimo, illustrandovi dunque il caso Mantell del 7 Gennaio 1948, anziché il caso di Kenneth Arnold del 24 Giugno 1947.

Thomas Mantell era stato addestrato come pilota ed aveva partecipato a missioni aeree in Africa, Europa e, soprattutto, nel D-Day. Nel 1947, egli non faceva più parte degli Air Corps e aveva avviato la Elkins-Mantell Flying School all’aeroporto di Bowman Field a Louisville, Kentucky. Nel 1947 Don Elkins era un giovane studente di questa stessa scuola.

Verso le due del pomeriggio del 7 Gennaio 1948, la Polizia di Stato del Kentucky chiamò Fort Knox e riportò alla Polizia Militare di aver avvistato un oggetto volante circolare che si muoveva piuttosto rapidamente nella loro area. Quelli della Polizia Militare chiamarono l’ufficiale in comando presso l’aeroporto Godman Field di Fort Knox e, con le debite procedure, il servizio di volo chiese all’aeroporto Wright Field in Ohio di vedere se c’era qualche velivolo sperimentale che potesse spiegare l’avvistamento. Il Wright Field disse non di avere alcun aereo in volo. Nel frattempo, la torre dell’aeroporto Godman Field di Fort Knox aveva già avvistato questo oggetto discoidale, sia a occhio nudo che sui radar, e aveva scritto un rapporto che venne rapidamente consegnato all’ufficiale in comando.

Mentre accadeva tutto ciò, quattro aerei F-15 si erano diretti da Marietta, in Georgia, vicino ad Atlanta, verso Louisville, nel Kentucky. Dato che essi erano già in volo, l’ufficiale in comando del Godman Field decise di contattare il capo-pilota e di chiedergli di studiare l’UFO. Il capo-pilota era il Capitano Thomas Mantell.

A Mantell venne dato un vettore radar dalla torre di Godman ed egli si diresse così verso l’UFO. A questo punto avvistò l’oggetto ed affermò che esso stava procedendo ad una velocità inferiore alla sua, e che gli si sarebbe pertanto avvicinato per dare un’occhiata. Poi Mantell informò la torre che l’oggetto si trovava in quel momento sopra di lui, che sembrava essere di natura metallica e che era di enormi dimensioni.

Nessuno degli F-51, incluso quello di Mantell, era equipaggiato con maschere di ossigeno. Gli altri piloti si fermarono a 15.000 piedi di altitudine. Mantell continuò a salire. Quella fu l’ultima trasmissione dal Capitano Mantell. Qualche minuto dopo arrivò una telefonata che informava che un aereo si era schiantato. Era quello del capitano Mantell. Il suo corpo giaceva vicino ai rottami.

Potrei spendere l’intera lunghezza di questo libro cercando di abbozzarvi un’introduzione alle migliaia e migliaia di avvistamenti come quelli del Capitano Mantell che includono prove irrefutabilmente sorprendenti ed enigmatiche che si riferiscono ad un fenomeno molto strano. Esistono diversi avvistamenti radar di UFO. Esiste un volume, pubblicato dal Center for UFO Studies a Evanston, nell’Illinois, che parla esclusivamente delle numerose tracce fisiche che gli UFO hanno lasciato dietro di sé, irradiando il suolo, provocando altre mutazioni nella composizione del suolo o lasciando delle impronte sul terreno. Un computer assemblato da questa stessa organizzazione per far girare un programma di informazioni sugli UFO contiene più di 80.000 resoconti; e ci sono degli aspetti che diventano sorprendentemente chiari con l’uso di “UFOCAT”, il computer. Per esempio, misurando la traccia di atterraggio in un avvistamento UFO, è ora possibile scoprire grazie al computer quale sarà la probabile descrizione dell’UFO stesso. Così, in un certo senso, il testimone deve semplicemente confermare quello che il computer sa già.

Comunque, questa è l’introduzione ad un libro che è composto da trascrizioni di messaggi di natura molto precisa, che hanno a che vedere con la metafisica, con la filosofia e con il piano per l’evoluzione sia fisica che spirituale dell’uomo sulla Terra. Di conseguenza, quello che intendo fare ora è condividere con voi un po’ del materiale di ricerca che il nostro gruppo ha raccolto nel corso degli anni. Dal momento che tutti questi esempi provengono dallo stesso gruppo noi non indichiamo mai chi possa essere il ricevitore, poiché riteniamo che siano le informazioni ad essere importanti, e non la persona che le trasmette.

Secondo un’entità chiamata Hatonn, che ha parlato con il nostro gruppo e con molti altri gruppi per diversi anni, lo scopo per il quale almeno una parte degli UFO che vengono avvistati nei nostri cieli in quest’epoca sono qui è molto simile all’intento che potremmo avere noi nel prestare soccorso ad un paese estremamente povero o colpito da un disastro. È il desiderio di prestare un servizio.

Abbiamo contattato le persone del pianeta Terra per molti, molti dei vostri anni. Abbiamo contattato ad intervalli di migliaia di anni coloro i quali hanno cercato il nostro aiuto. È tempo che molti abitanti di questo pianeta vengano contattati, perché ormai in molti hanno la comprensione ed il desiderio di ricercare qualcosa al di fuori dell’illusione fisica che ha per così tanti anni influenzato il pensiero degli abitanti di questo pianeta. Il processo che stiamo stimolando è un processo che si auto‐genera. Man mano che sempre più persone, fra quelle che desiderano il nostro contatto, lo ricevono e lo passano ad altre persone, quelli che ricevono tali informazioni saranno essi stessi in grado di sviluppare un modo di pensare ed una comprensione, diciamo così, sufficientemente in armonia con le nostre vibrazioni da poter ricevere il nostro contatto. Perché è così, amici miei, che funziona il contatto. È necessario, per prima cosa, affinché l’entità possa essere in grado di ricevere il nostro contatto, che essa raggiunga una certa vibrazione come conseguenza del proprio pensiero. Questo processo viene accelerato notevolmente prendendo parte a gruppi come questo. E infine, esso viene compiuto tramite la meditazione. In altre parole, le comunicazioni verbali fornite all’entità da canali come questo creano un sistema di pensiero ed un desiderio di consapevolezza spirituale che innalza la sua vibrazione.

Noi della Confederazione dei Pianeti al Servizio dell’Infinito Creatore siamo molto dispiaciuti di non poter camminare sul vostro suolo ed insegnare ai membri della vostra popolazione che desiderano il nostro servizio. Ma, amici miei, come abbiamo detto in precedenza, questo sarebbe un enorme disservizio verso coloro i quali non desiderano il nostro servizio in questo momento, e temiamo che avremmo ben poca efficacia nel portare la comprensione anche a coloro i quali la desiderano, poiché la comprensione, amici miei, proviene dall’interno. Noi possiamo solo guidare. Noi possiamo solo suggerire. Stiamo cercando di farlo in un modo tale che la ricerca dell’individuo venga stimolata a rivolgere il suo pensiero all’interno, all’interno di quella singola fonte d’amore e comprensione, il Creatore, che è parte di noi tutti, che è parte di tutto ciò che esiste, perché tutto ciò che esiste, amici miei, è il Creatore.

Siamo molto privilegiati per via del fatto che vi siete uniti a noi in questo grande servizio nell’attuale periodo della storia del vostro pianeta; perché si tratta in effetti di un’epoca importantissima, di un grande periodo di transizione, nel quale molti abitanti della Terra saranno elevati dal loro stato di confusione ad una semplice comprensione: quella dell’amore del loro Creatore“.

Hatonn parla del nostro desiderio di cercare qualcosa al di fuori dell’illusione fisica. Egli parla in modo così persuasivo di quello che i membri di quella che Ra chiama la Confederazione dei Pianeti al Servizio dell’Infinito Creatore indicano come “il pensiero originale”. Questo è un altro termine per la nostra parola “amore”, ma esso implica molto di più.

Esso implica un’unità così elevata da non farci vedere gli uni gli altri come semplici amici intimi, o fratelli e sorelle, ma, idealmente, come il Creatore; e quando vediamo noi stessi e gli altri come il Creatore, vediamo un unico essere. Questo concetto è la vera e propria base della telepatia. Qui Hatonn ci parla in termini generali di questo concetto del pensiero originale:

In questo momento mi trovo in un veicolo molto al di sopra del luogo dove siete voi. In questo momento sono in grado di rilevare i vostri pensieri. Questa, amici miei, potrebbe sembrare una violazione a qualcuno di voi, ma posso assicurarvi che non lo è. Le nostre capacità di conoscere i pensieri degli abitanti di questo pianeta Terra non sono assolutamente concepite per influenzare in alcun modo i loro pensieri o le loro azioni. Noi non consideriamo la conoscenza dei pensieri altrui come una violazione, perché noi concepiamo tali pensieri come nostri. Concepiamo questi pensieri come i pensieri del Creatore.

Amici miei, potrebbe sembrarvi che un pensiero che abbia una natura diversa dall’amore e dalla fratellanza possa essere un pensiero che non è generato dal nostro Creatore. Questo non è possibile, amici miei. Tutti i pensieri che vengono generati sono generati dal Creatore.

Tutte le cose che vengono generate sono generate dal Creatore. Egli è tutte le cose ed è in tutti i luoghi, e tutta la coscienza e tutto il pensiero che esiste è il pensiero del nostro Creatore. Tutte le sue infinite porzioni possiedono il libero arbitrio, e possono tutte quante creare in qualsiasi modo esse scelgano. Tutte le Sue parti comunicano con tutta la creazione, nel Suo significato intero ed infinito. Non stiamo cercando di cambiare il pensiero del nostro Creatore.

Stiamo solo cercando di portare le Sue idee ad alcune delle parti più isolate per la loro verifica e valutazione. Parti isolate, io dico, amici miei. E perché dovremmo considerare queste parti come isolate? Le consideriamo isolate perché dal nostro punto di vista esse hanno scelto di allontanarsi dal concetto che noi abbiamo scoperto permeare la gran parte delle porzioni della creazione con le quali abbiamo famigliarità. Noi riteniamo, amici miei, che nelle sue esperienze e nelle sue sperimentazioni l’uomo sul pianeta Terra sia rimasto isolato nel suo pensiero, avendolo separato da quello a cui siamo abituati nella vasta estensione della creazione della quale abbiamo esperienza.

Vi incoraggio, amici miei, a ricordare quello che vi abbiamo trasmesso.

La prossima volta che verrete, per così dire, spinti in un angolo dalle circostanze che prevalgono nell’illusione della vostra esistenza fisica, ricordate quello che avete imparato e non dimenticate quello per cui avete lavorato tanto duramente. Potrete scegliere in qualsiasi momento di modificare i vostri bisogni e i vostri desideri, rimuovendoli dall’illusione fisica e ponendoli in armonia col vostro risiedere nella creazione del Padre. Fintanto che i vostri obiettivi giaceranno all’interno di questa illusione fisica, sarà per voi necessario essere soggetti alle leggi che prevalgono all’interno di questa illusione. Se i vostri desideri riusciranno ad essere modificati dall’applicazione di quanto state imparando, e riuscirete ad innalzarli al livello della creazione dell’Uno Infinito, allora, amici miei, sarete molto più in grado di uscire dagli angoli in cui l’illusione sembra spingervi“.

Ad alcuni lettori questi concetti potrebbero sembrare un metodo poco pratico e certamente troppo idealistico per riferirsi a quella che molti hanno chiamato la nuova era o l’Era dell’Acquario. Sembra altamente improbabile che un intero pianeta possa essere messo così male dal punto di vista filosofico e che esseri presumibilmente più avanzati possano preoccuparsi abbastanza per noi da tentare di prestarci assistenza.

Comunque, se guardiamo al cuore del sistema della filosofia “cosmica”, possiamo trovare in essa diversi aspetti che sono chiari e semplici senza tuttavia risultare semplicistici, e diversi aspetti che riguardano l’etica senza per questo risultare dogmatici – in poche parole, vi troviamo dei concetti molto istruttivi. Qui Hatonn parla della natura della realtà, che sembra essere in larga misura sfuggita all’osservazione dell’uomo:

Amici miei, l’uomo sulla Terra è diventato molto miope nell’apprezzamento della creazione. Egli non comprende il vero significato della vita semplice e meravigliosa che lo circonda. Non apprezza la sua generazione e rigenerazione. Apprende che l’aria che respira compie un ciclo per essere rigenerata attraverso la vita delle piante, sostenendo sia lui che gli altri esseri viventi e creature. Eppure, per la stragrande maggioranza degli abitanti di questo pianeta, questo sembra essere un esercizio di tecnologia anziché di teologia. Non c’è consapevolezza del piano del Creatore per provvedere ai Suoi figli, per provvedere ad ogni loro desiderio e per fornire loro uno stato di perfezione. L’uomo sulla Terra ha perduto la consapevolezza che gli appartiene di diritto. E perché, amici miei, ha perduto tale consapevolezza? Egli l’ha perduta perché ha concentrato la sua attenzione sui suoi congegni e sulle sue invenzioni. È rimasto ipnotizzato dai suoi giocattoli e dalle sue idee. Nella sua mente egli non è che un bambino.

A tutto questo si può porre rimedio in maniera molto semplice, e l’uomo può tornare nuovamente ad apprezzare la realtà, anziché apprezzare l’illusione creata dalla sua mente. Tutto ciò che serve, amici miei, è che ciascuno si avvalga individualmente dell’apprezzamento della realtà attraverso il processo della meditazione, perché questo processo è in grado di acquietare la sua mente conscia attiva, che cerca continuamente di essere stimolata all’interno dell’illusione che è stata sviluppata nel corso di così tanti secoli sul pianeta Terra. Egli può, in questo modo, tornare ad apprezzare molto rapidamente la realtà presente nel funzionamento della vera creazione.

Questo, amici miei, è quello a cui l’uomo della Terra deve ritornare, se desidera conoscere la realtà: questo semplice pensiero di amore assoluto, un pensiero di totale unità con tutti i suoi fratelli indipendentemente da come essi si possano esprimere o da chi possano essere, perché è questo il pensiero originale del vostro Creatore“.

La creazione del Padre, come la chiama Hatonn, è quindi di natura molto semplice, una natura nella quale l’amore è l’essenza di tutte le cose e di tutte le loro funzioni. Eppure questa “vera” creazione non è evidentemente al primo posto nella maggior parte delle nostre menti, poiché viviamo in un ambiente quotidiano che la Confederazione ha definito molto spesso illusione.

Noi della Confederazione dei Pianeti al Servizio dell’Infinito Creatore siamo stati, per molti dei vostri anni, consapevoli di molti principi della realtà. Noi siamo consapevoli di questi principi perché li abbiamo applicati, proprio come potrebbe fare la popolazione del vostro pianeta. Con la meditazione è possibile ridurre completamente l’illusione che voi ora sperimentate, che crea la separazione – una illusoria separazione – a quello che essa realmente è, ovvero una totale illusione. Vi abbiamo parlato continuamente della meditazione.

Vi abbiamo parlato molte volte della realtà, dell’amore e della comprensione, eppure non sembrate essere ancora in grado di superare l’illusione. Il motivo per cui esiste l’illusione, amici miei, è stato generato sulla Terra dall’uomo. Essa è stata prodotta perché l’uomo l’ha desiderata.

Tale illusione è utile. Essa è molto utile per quelli che desiderano evolvere con un ritmo molto veloce, sperimentandola ed utilizzandola mentre si trovano al suo interno. Molti di noi, che stiamo attualmente orbitando attorno al vostro pianeta, desidererebbero avere l’opportunità che voi avete, l’opportunità di trovarsi nell’illusione e, attraverso la generazione della comprensione, utilizzare il potenziale dell’illusione. Questa è una via per progredire spiritualmente, e molti dei nostri fratelli hanno cercato di percorrerla.

Non potrò mai enfatizzare abbastanza la necessità di divenire capaci di comprendere la natura dei potenziali presenti nell’illusione, per poi reagire, attraverso l’autoanalisi e la meditazione, in modo tale da esprimere il pensiero che ci ha generati: il pensiero del nostro Creatore. Questo è stato portato a compimento dall’insegnante che voi conoscete come Gesù. Quest’uomo ha preso coscienza della sua posizione. Ha preso coscienza dell’illusione. Ha compreso la ragione per l’esistenza dei potenziali presenti all’interno dell’illusione, e ha fatto sì che la sua reazione a questi potenziali e a queste attività all’interno dell’illusione fosse una reazione che esprimesse il pensiero del Creatore, un pensiero di amore.

Tenete al primo posto nella vostra mente il fatto che l’illusione che voi sperimentate non è altro che un’illusione, e che essa vi circonda allo scopo di farvi apprendere. Essa può insegnarvi solo se voi diventate consapevoli dei suoi insegnamenti. Si dice che “Egli ha compiuto le Sue meraviglie secondo vie misteriose”. Questa via può sembrare misteriosa; tuttavia, essa è la via dell’evoluzione spirituale. Vi sono molte anime che sperimentano l’illusione nella quale vi trovate; tuttavia, sono poche quelle che utilizzano questa illusione allo scopo di evolvere. Esse non la stanno utilizzando se non ad un livello subliminale, perché nella loro ricerca non hanno preso coscienza della possibilità di farlo.

Una volta che un individuo è divenuto consapevole della possibilità di utilizzare l’illusione in cui si trova nel vostro mondo fisico per progredire nella sua crescita spirituale, è necessario che egli compia il passo successivo e utilizzi la sua conoscenza per esprimere l’amore e la comprensione del suo Creatore, indipendentemente dai potenziali che lo interessano“.

Come avrete ormai capito, la meditazione viene sempre suggerita come miglior mezzo per raggiungere la comprensione, per progredire spiritualmente, per capire la natura dell’illusione e lo scopo per il quale la state sperimentando. Ogni persona è coinvolta in un’illusione o in un gioco nel quale, se lo desideriamo, possiamo utilizzare la nostra coscienza nella meditazione in modo tale da generare una più rapida evoluzione personale. Ma come possiamo arrivare a far sì che questo processo, che spesso appare piuttosto difficile, venga compreso ed iniziato?

Il desiderio, amici miei, è la chiave per quello che ricevete. Se desiderate una cosa, la riceverete. Era questo il piano del Creatore, un piano nel quale tutte le Sue parti avrebbero ricevuto esattamente quello che desideravano. Amici miei, spesso nell’illusione della quale fate ora esperienza sembra che voi non otteniate quello che desiderate. In effetti, in molti casi sembra essere vero esattamente il contrario. Sembra un paradosso il fatto che si possa fare una simile affermazione e dire dunque che si manifestano i risultati apparenti di quello che si desidera, eppure noi affermiamo, senza eccezione alcuna, che l’uomo riceve esattamente quello che desidera.

Forse, amici miei, quello che voi non comprendete è il desiderio. Forse questa comprensione non si trova nella mente intellettuale. Forse sarà necessario spendere del tempo in meditazione per divenire consapevoli di quello che realmente desiderate. Perché, amici miei, voi e la creazione siete molto, molto più di quanto possiate ora apprezzare con le vostre capacità intellettuali all’interno della vostra attuale illusione”.

È molto difficile per gli abitanti di questo pianeta rinunciare alla propria illusione, rinunciare alla propria conoscenza preconcetta di ciò che credono essere la causa e l’effetto. Tuttavia, questa non è la realtà. Questa è illusione nata dall’illusione. È un semplice prodotto della complessità che l’uomo ha generato su questo pianeta. Unitevi a noi nello scindere il vostro pensiero da tali complessità e nel divenire consapevoli di ciò che ha creato voi, tutto quello che sperimentate e tutto quello che pensate. Divenite consapevoli del vostro Creatore. Divenite consapevoli del Suo desiderio, e quando conoscerete questo desiderio conoscerete il vostro, perché voi e il vostro Creatore siete Uno, e siete Uno con tutte le Sue parti e, pertanto, con tutti gli esseri viventi presenti in tutta la creazione. Quando conoscerete il Suo desiderio, lo percepirete. Non ci sarà più confusione. Non ci saranno più domande. Avrete trovato quello che cercavate. Avrete trovato l’Amore, perché è questo il desiderio del vostro Creatore: che tutte le Sue porzioni esprimano e sperimentino l’Amore che vi ha creati. Questo può essere trovato in modo semplice, nella meditazione.

Nessuna ricerca all’interno dei concetti intellettuali della vostra popolazione, nessuna attenta pianificazione o attenta interpretazione di scritti o di parole vi condurrà alla semplice verità“.

I messaggi della Confederazione si focalizzano in misura notevole sui concetti della ricerca e del desiderio, ritenendo che la volontà individuale sia di assoluta importanza nella ricerca evolutiva di ciascuna entità. Infatti, secondo quello che affermano, il libero arbitrio è posto a fondamento dell’universo. Ogni entità viene concepita non solo come parte di un’unità ma anche come parte assolutamente unica di tale unità.

Il libero arbitrio di ciascuno è assolutamente sovrano e la preoccupazione della Confederazione è sempre quella di evitare di violare il libero arbitrio di chiunque. Il loro metodo per contattare l’uomo sulla Terra prende forma a partire da una profonda preoccupazione per tale libero arbitrio:

Noi non vogliamo imporre la nostra comprensione della verità alla vostra popolazione, e faremmo esattamente questo nel caso in cui la contattassimo direttamente. Non potremmo evitarlo, dal momento che la nostra espressione della verità verrebbe accettata come valida da molti di voi. Noi non desideriamo essere considerati come i massimi rappresentanti della verità del Creatore. Noi desideriamo fornirla alla vostra gente in modo tale che essi possano accettarla o rifiutarla secondo la propria volontà. Questa, per come la comprendiamo noi, è una misura necessaria per l’evoluzione spirituale di tutta l’umanità: che ciascuno si trovi, ad un certo punto della sua evoluzione, nella posizione di accettare o di respingere ciò che è necessario per la sua evoluzione. In questo modo, e solo in questo modo, è possibile conoscere la verità, la verità del Creatore, quella singola verità che è la creazione, la verità dell’amore della creazione.

Essa dev’essere compresa dall’interno. Non può essere trasmessa dall’esterno. Stiamo cercando di stimolare quelli fra la vostra popolazione che verrebbero stimolati a ricercare questa verità che si trova in loro. La comprensione che abbiamo del principio del nostro Creatore ci richiede di dover rimanere celati, poiché non possiamo servire un individuo ed allo stesso tempo fare un disservizio al suo prossimo dimostrando nella sua mente che noi esistiamo, poiché in questo momento molte persone sul pianeta Terra non desiderano credere o avere alcuna prova della nostra esistenza. Per questa ragione troviamo necessario comunicare con quelli che cercano attraverso canali come questo. Troviamo necessario fornire, a quelli che cercano, quello che essi stanno cercando, in un modo tale da far sì che essi possano apprezzarne il valore per conto proprio e possano così accettare o rifiutare, in base alle loro condizioni, i pensieri che noi forniamo, e comprendere la realtà della creazione nella quale tutti noi esistiamo“.

Una volta che è stato sviluppato il desiderio di ricevere questo genere di messaggi, essi sono effettivamente disponibili, non solo attraverso il nostro gruppo ma anche tramite diversi altri gruppi di canalizzazione o di cosiddetti contattisti in tutto il mondo. Infatti, troverete ben poco di nuovo nel sistema della filosofia “cosmica”. Questi concetti sono basilari, semplici e profondi. La Confederazione ha un termine specifico per indicare uno dei grandi obiettivi di questo sistema di studio e di meditazione: la Comprensione.

Molte persone stanno attualmente cercando al di fuori della loro illusione. A quelli che sono in ricerca, noi offriamo la nostra comprensione. Non cerchiamo di affermare che possediamo la saggezza definitiva. Suggeriamo solamente che quello che abbiamo da offrire può avere un valore, dal momento che abbiamo scoperto, nella nostra esperienza – poiché abbiamo attraversato le stesse esperienze di quelli che vivono sulla Terra – che cercare di essere di servizio è una via estremamente benefica. Stiamo agendo attraverso strumenti come quelli che sono presenti qui stasera per fornire una comprensione a quelli che sono in ricerca. La nostra presenza ha lo scopo di stimolare tale ricerca. Attraverso questo processo, speriamo di contattare tutte quelle persone del vostro pianeta che desiderano il nostro contatto. Speriamo di essere in grado di contattare in un futuro prossimo molte più persone sul vostro pianeta, quelle persone che desiderano la comprensione. È difficile contattare tali abitanti del vostro pianeta a causa di questa, per così dire, mescolanza di diversi tipi di entità, ma varrebbe la pena fare un simile tentativo anche se fossimo in grado di contattarne uno solo.

Continueremo ad agire come stiamo facendo ora, parlando attraverso strumenti come questo, finché un sufficiente numero di abitanti del vostro pianeta sarà diventato consapevole della verità. Noi cerchiamo continuamente di trasmettere, attraverso diversi canali di comunicazione, il nostro semplice messaggio agli abitanti della Terra: il semplice messaggio che fornirà loro una comprensione elementare di tutto ciò che esiste, e che consiste dell’amore“.

Viene tuttavia ripetuto più volte che la comprensione, quella comprensione che ci mostra l’amore di un Infinito Creatore, viene raggiunta molto più facilmente attraverso il processo della meditazione, rispetto a qualsiasi altro metodo:

Ci sono delle informazioni che hanno una certa rilevanza e altre che non ne hanno. La saggezza è qualcosa che si acquisisce in solitudine, amici miei. Dovete accettare questa verità mentre acquisite l’onere della saggezza. Dovete stare attenti a quello che sapete, poiché quello che sapete nella creazione reale ha del potere, e tutto quel potere si indirizzerà verso quello che voi desiderate; ma abbiate fede, amici miei, in quello che sapete e in quello che state imparando. Nutrite la vostra fiducia e la vostra comprensione attraverso la meditazione. Più proseguirete in questo cammino, amici miei, più troverete significativa questa semplice affermazione: meditate. La meditazione inizia come un semplice processo e, a poco a poco, diventa il vostro modo di vivere. Fate caso a questo, man mano che progredite lungo il vostro percorso spirituale“.

Nei messaggi dei contattisti viene spesso suggerito che la condizione della mente del ricercatore ha l’opportunità di essere posta in modo continuativo in una configurazione molto più piacevole rispetto a quella della mente di uno che non è impegnato attivamente nel percorrere un cammino di auto-conoscenza e ricerca. Comunque, ci sono altri frutti lungo il cammino della ricerca e della meditazione che è possibile prevedere e che attirano l’attenzione di quelli che canalizzano questi messaggi.

Bisogna ricordare, amici miei, che il servizio agli altri è servizio al proprio sé. Notate che non stiamo affermando che il servizio è simile al servizio al proprio sé. Non c’è somiglianza fra gli altri e noi stessi. C’è identità. C’è completamento ed unità. Pertanto, quello che viene percepito come negativo verso la pecora di un gregge viene percepito verso se stessi e viene percepito verso il Creatore. Questo rientra nel servizio che voi tentate di offrire a voi stessi e al Creatore attraverso il servizio ad un altro, e crea una chiazza o una macchia rispetto al perfetto servizio che avreste potuto offrire. Bisogna ricordare che ogni persona è un’entità completamente libera, la cui indipendenza non deve in alcun modo essere minacciata, e la cui identità rimane tuttavia Una con voi stessi.

C’è solo una cosa di grande rilievo che dovete considerare in questo momento. Ovverosia, la vostra preparazione personale al servizio.

Dovete servire il vostro prossimo, ed è pertanto necessario che vi prepariate per questo servizio. Ovviamente questo, amici miei, è possibile farlo in meditazione. Non potremo mai enfatizzare abbastanza l’importanza della meditazione. Grazie a questa tecnica riceverete risposte a tutte le vostre domande. Ciò è difficile da comprendere, ma è vero. Ogni vostra domanda può essere ridotta ad un concetto molto semplice. Di questo potrete divenire consapevoli nella meditazione. Dopo che questo sarà stato fatto, sarete pronti a servire, così come altri hanno servito in passato e stanno prestando servizio ora sul vostro pianeta. Seguite il loro esempio; passate del tempo in meditazione. Divenite capaci di aiutare il vostro prossimo e di condurlo dall’oscurità della confusione che sta sperimentando alla luce che egli brama“.

Un servizio che le fonti della Confederazione apprezzano moltissimo è quello fornito dai canali vocali che vengono addestrati in gruppi come quello che abbiamo formato a Louisville a partire dal 1962. Essi non suggeriscono mai in alcun modo che il loro messaggio sia l’unico o che la “salvezza” possa essere ottenuta solamente ascoltando quel messaggio.

Tuttavia, essi sono consapevoli che molti ricercano quel messaggio attraverso fonti diverse dalla religione ortodossa e dalla filosofia classica.

Di conseguenza, essi sono qui per offrire il servizio di rendere disponibili delle informazioni e possono svolgere questo servizio solo attraverso dei canali vocali:

Su questo pianeta ci sono più persone in ricerca di quante ce ne siano state nel passato. Tuttavia, molti sono piuttosto confusi nei loro tentativi di cercare e in questo momento c’è bisogno di molti più canali come questo, che possano ricevere direttamente i pensieri che così tanti fra gli abitanti del vostro pianeta stanno cercando. In questo momento stiamo tentando di generare un maggior numero di buoni canali vocali, che possano ricevere abbastanza prontamente i nostri pensieri. Questo richiede una meditazione quotidiana. È tutto quello che viene richiesto: una meditazione quotidiana. Il presupposto, ovviamente, è che tale meditazione quotidiana venga effettuata con il desiderio verso il nostro contatto“.

Avendo partecipato a gruppi di meditazione per molti anni, posso suggerire di non tentare di contattare fonti della Confederazione durante meditazioni individuali. È meglio tentare di farlo solo nel contesto di un gruppo, preferibilmente un gruppo che contenga almeno un ricevitore esperto. E inoltre, sia che si mediti da soli che in gruppo, consiglio caldamente di utilizzare sempre alcuni metodi di “sintonizzazione”, in modo tale che la meditazione che seguirà sia del più alto livello spirituale possibile. Questa “sintonizzazione” può essere eseguita nel modo che il meditatore preferisce. Recitare il Padre Nostro, “l’Ohm” o altri canti o inni, leggere alcuni scritti ispirati, o visualizzare attentamente la “luce bianca” del Creatore, sono tutti ottimi metodi di “sintonizzazione”.

La reincarnazione è un concetto fondamentale nel messaggio della Confederazione. Uno dei frutti più preziosi del processo di ricerca e meditazione è la capacità, da parte del cercatore, di penetrare quello che Ra definisce il “processo dell’oblìo” che avviene al momento della nostra nascita in questa incarnazione, potendo così divenire consapevoli delle lezioni che dobbiamo imparare durante questa incarnazione. Queste lezioni sono sempre legate a come possiamo amare in modo migliore, in modo più completo e profondo, o con una maggiore gentilezza e comprensione. Tuttavia, ogni individuo ha le sue lezioni individuali da apprendere:

Nel momento in cui vi siete incarnati, amici miei, ciascuno di voi era consapevole che determinate lezioni, non apprese fino a quel momento, sarebbero dovute essere gli obiettivi da raggiungere in questa incarnazione. Se vi sembra che l’intera incarnazione all’interno di questa illusione sia consistita in una serie di difficoltà di un certo tipo in particolare, allora siete quasi certamente consapevoli in qualche modo di una delle vostre lezioni. Come potete vedere, tali lezioni non devono essere evitate. Devono essere apprese.

Inoltre, dobbiamo farvi notare che quando in una simile lezione è presente un conflitto, quello che vi separa dalla comprensione è molto spesso il vostro stesso pensiero. I vostri processi mentali consapevoli sono capaci di essere piuttosto autodistruttivi, nel senso che possono aiutarvi ad evitare la lezione che voi in realtà desiderate imparare.

Pertanto, vi suggeriamo questo: nel momento in cui doveste trovarvi in presenza di una lezione, se sarete in grado di raggiungere una sospensione temporanea dei processi analitici consapevoli, allora potrete ritornare al problema con una mente molto più chiara, pronti ad imparare quello che siete venuti ad apprendere in questa esperienza, piuttosto che limitarvi ad evitare quello che siete venuti ad apprendere.

Sappiamo bene quanto sia difficile raggiungere sempre lo stato meditativo, perché noi ci siamo trovati dove ora vi trovate voi, e siamo consapevoli di quel particolare tipo di illusione che voi chiamate fisica.

Vi esortiamo, dunque, a fare affidamento ad una meditazione regolare, per poi cercare di porvi sempre in un costante stato semi-meditativo. Con questo, noi intendiamo semplicemente il raggiungimento di un livello di attenzione nel quale i vostri impulsi distruttivi non siano liberi di intasare completamente la vostra mente e di impedirvi di imparare le lezioni che siete venuti ad apprendere“.

Alla base di tutte le lezioni che dobbiamo apprendere sull’amore c’è il concetto fondamentale che tutte le cose sono Uno:

Meditate sulla completa unità fra voi stessi e tutto ciò che vedete. Non fatelo una sola volta, e non fatelo semplicemente adesso, ma fatelo in ogni momento, specialmente nelle circostanze difficili. Perché tanto più voi amerete e vi sentirete uniti a quelle circostanze per voi difficili, tanto più quelle stesse circostanze verranno attenuate. Ciò non è dovuto a nessuna delle leggi presenti all’interno della vostra illusione fisica, ma è dovuto alla Legge dell’Amore, poiché quel corpo che è composto dallo spirito, che si compenetra col corpo fisico, è superiore al vostro corpo fisico, e quelle modifiche che effettuate nei confronti del vostro corpo spirituale attraverso l’amore si riflettono necessariamente nell’illusione fisica.

Tutto è Uno, amici miei. La mia voce è ora la voce di questo strumento; i miei pensieri sono i suoi pensieri. Per favore credete al fatto che la vibrazione che vi offriamo non è la vibrazione di una personalità, ma è una vibrazione del Creatore. Siamo anche noi dei canali. Non c’è che una voce. All’interno di questa vibrazione, siamo consapevoli in modo autocosciente che questa voce è la voce del Creatore. È semplicemente questione di innalzare quelle vibrazioni che non sono sufficientemente auto‐consapevoli del Creatore. Ogni cosa alla fine sarà in armonia in relazione alla vostra comprensione.

Anche se per quelli intorno a voi l’universo resterà un luogo disarmonico e difficile, se la vostra mente rimarrà incentrata sull’unità del Creatore, il vostro stesso universo diventerà armonioso, e questo non sarà opera vostra, ma sarà opera del semplice amore del Creatore“.

Abbiamo sentito da diverse fonti che ci troviamo nella parte finale di una particolare era evolutiva. Famosi scrittori appartenenti alla fede Cristiana hanno preso gli scritti del Libro dell’Apocalisse e li hanno analizzati in un modo tale da far loro indicare che i giorni dell’Apocalisse sono imminenti. Diversi scienziati hanno scritto libri che parlano della possibilità che insolite configurazioni planetarie come quella dell’Effetto Giove avverranno adesso o nell’anno 2000, accrescendo così la possibilità di sconvolgimenti della Terra. Altri scienziati hanno esaminato diverse prove che indicano che probabilmente vi sarà uno slittamento dei poli entro l’anno 2000. Profeti come Edgar Cayce hanno canalizzato informazioni riguardanti l’avvento di simili drastici sconvolgimenti e in aggiunta vi sono, ovviamente, le nostre numerose preoccupazioni che hanno strettamente a che vedere con la possibilità di una devastazione planetaria di origine umana. Anche noi, nei nostri incontri, abbiamo raccolto delle informazioni sull’argomento degli sconvolgimenti della Terra:

Ci sarà un periodo molto traumatico sul vostro pianeta all’interno della vostra illusione fisica. Le ragioni fisiche di questo fatto sono numerose.

I vostri scienziati spenderanno molto tempo, finché potranno, per cercare di catalogare e di descrivere ciascuna delle condizioni che produrranno dei disastri su questo piano fisico del vostro pianeta.

Quello di cui parlano i vostri scienziati è piuttosto reale, e sarà parte del programma che è stato previsto da tutti quei testi sacri che sono presenti sulla faccia della Terra.

Non è per noi né lecito né possibile dirvi con precisione quali eventi avverranno, o quando avverranno, a causa del fatto che la vibrazione nella mente e nel cuore degli abitanti del vostro pianeta sta determinando e determinerà gli esatti avvenimenti. Sul pianeta Terra è presente una grande quantità di karma che dev’essere regolato in corrispondenza del cambiamento del ciclo, e per questo motivo si manifesteranno tali eventi. Precisamente quando e come avverranno, non possiamo dirlo, né vorremmo farlo, amici miei. Poiché la pioggia, il vento, il fuoco, distruggeranno solo quelle cose che si trovano in quella che voi chiamate la terza densità di vibrazione. Voi potete dare importanza a queste cose perché non potete immaginare come sarà un’esistenza di quarta densità. Vi suggeriamo di non spendere il vostro tempo a preoccuparvi di come cercare di mantenere la vostra esistenza di terza densità dopo che sarà completato il cambio di vibrazione in quarta densità.

Se, nel vostro spirito, il giorno della promozione è arrivato, tutto ciò che è necessario al vostro emergere in quarta densità sarà fatto per voi. Verrà tutto compiuto da aiutanti che voi dovete essere consapevoli di avere.

È assai possibile che quelle cose che voi identificate con voi stessi nella terza densità subiranno dei danni. Se possiamo parlare francamente, osserverete la valle dell’ombra della morte. Queste precise parole, amici miei, vi sono state trasmesse in passato, eppure voi continuate ad aggrapparvi al corpo fisico e all’ambiente naturale circostante come se il vostro spirito fosse unito permanentemente ad essi.

Possiamo suggerirvi che non è possibile trovare il vostro spirito né nella vostra testa, né nelle vostre mani, né nel vostro petto, né nelle vostre gambe, né nei vostri piedi, che non è possibile trovare il vostro spirito da nessuna parte; non è possibile far nulla per rimuoverlo o per assisterlo. Il vostro spirito risiede all’interno di un involucro.

L’involucro può anche essere rimosso, ma questo non ha alcuna importanza. Lo spirito non perisce“.

Qual è il significato metafisico di questo trauma fisico del nostro pianeta a cui viene fatto cenno? La Confederazione indica che il pianeta stesso sta entrando all’interno di una nuova vibrazione, in una nuova porzione di spazio e tempo, che molti hanno chiamato la Nuova Era, ma nella quale non saremo in grado di entrare se non avremo davvero appreso le lezioni dell’amore che abbiamo avuto l’opportunità di apprendere o di non apprendere per diverse incarnazioni. Pertanto, la Confederazione afferma che è molto importante decidere se vogliamo intraprendere o meno il cammino positivo:

C’è una scelta che dovrete compiere a breve, e sarebbe preferibile che tutti gli abitanti di questo pianeta comprendessero tale scelta. Per molti abitanti di questo pianeta sarà difficile comprendere di che tipo di scelta si tratti, perché è una scelta che essi non hanno tenuto in considerazione. Essi sono stati troppo coinvolti nelle loro attività quotidiane, nella loro confusione e nei loro desideri di natura superficiale per potersi preoccupare di comprendere la scelta che dovranno compiere a breve. Che essi lo desiderino o meno, che essi lo comprendano o meno, indipendentemente da qualsiasi influenza, ogni singola persona che giace sul pianeta Terra compirà a breve una scelta. Non vi saranno vie di mezzo. Vi saranno quelli che sceglieranno di seguire il cammino dell’amore e della luce e quelli che sceglieranno diversamente.

Questa scelta non verrà effettuata affermando “io scelgo il cammino dell’amore e della luce”, o “io non lo scelgo”. La scelta a parole non avrà alcun significato. Tale scelta verrà misurata dalla dimostrazione individuale della scelta di ciascuno. Per noi della Confederazione dei Pianeti al Suo Servizio tale dimostrazione sarà molto facile da interpretare. Tale scelta viene misurata attraverso quella che noi definiamo la frequenza vibratoria dell’individuo. Affinché un individuo possa unirsi alle entità che compiono la scelta dell’amore e della comprensione, è necessario che la sua frequenza vibratoria si trovi al di sopra di un certo livello minimo. Sono in molti ora ad essere vicini a tale livello minimo, ma per via delle continue condizioni di pensiero erroneo che prevalgono sulla vostra superficie essi stanno fluttuando intorno a questo valore o addirittura in alcuni casi si stanno allontanando dal cammino dell’amore e della comprensione. Ci sono molte persone la cui frequenza vibratoria è in questo momento sufficientemente elevata da permettere loro di passare senza alcuna difficoltà nella densità di vibrazione che questo pianeta sperimenterà a breve“.

In un qualche tempo futuro, quindi, si verificherà quello che la Confederazione ha chiamato il raccolto. Tale concetto del Giorno del Giudizio è diverso da quello escatologico, in quanto l’entità che ci giudica non è un Dio separato da noi ma è invece il Dio dentro di noi.

Come conseguenza di questo raccolto, alcuni si dirigeranno verso una nuova era di amore e luce ed apprenderanno nuove lezioni in una densità meravigliosa e immensamente positiva, come la definisce la Confederazione. Altri dovranno ripetere questa particolare classe per re-imparare le lezioni dell’amore. Qui l’entità della Confederazione, Hatonn, ci parla ancora una volta del raccolto e dello scopo che la Confederazione persegue nel comunicare attraverso gruppi di contattisti:

Ci sarà un Raccolto, come voi lo potreste chiamare, un raccolto di anime che si verificherà a breve sul vostro pianeta. Stiamo cercando di ottenere da questo pianeta il raccolto più ampio possibile. Questa è la nostra missione, perché noi siamo i Mietitori.

Per essere i più efficienti possibile, stiamo cercando di creare per prima cosa una condizione di ricerca fra gli abitanti di questo pianeta che desiderano cercare. Si tratta delle entità che si trovano vicine al livello accettabile di vibrazione. Quelle che si trovano al di sopra di tale livello non sono ovviamente di altrettanto interesse per noi, dal momento che esse hanno già, così potreste dire, ottenuto la promozione. Quelle che si trovano molto al di sotto di tale livello, sfortunatamente, non possono essere aiutate da noi in questo momento. Attualmente stiamo cercando di aumentare di una percentuale relativamente modesta il numero di coloro i quali saranno raccolti nel cammino dell’amore e della comprensione.

Anche solo una piccola percentuale delle entità che vivono sul vostro pianeta formano un grande numero, e la nostra missione è quella di agire attraverso gruppi come questo per disseminare delle informazioni in un modo tale che esse possano essere accettate o rifiutate, come può avvenire in una condizione nella quale non siano presenti quelle che la gente del vostro pianeta chiama prove.

Noi non offriamo loro delle prove concrete, come vengono chiamate.

Noi offriamo loro la Verità. Questo è un compito importante nella nostra missione – offrire la Verità senza prove. In questo modo, la motivazione proverrà dall’interno dell’individuo, in ogni singolo caso.

Così, il livello vibratorio individuale verrà incrementato. L’offerta di prove o la trasmissione di questa Verità all’individuo che venisse effettuata in un modo tale da costringerlo ad accettarla non avrebbe alcun effetto concreto sul suo livello vibratorio.

Questo dunque, amici miei, è il mistero che riguarda il modo in cui ci avviciniamo alla vostra gente“.

Un altro concetto che è emerso dalle numerose comunicazioni provenienti da presunte entità UFO è quello degli “Erranti”. Si tratta di solito di persone orientate verso il servizio e che, com’è prevedibile, hanno spesso una grande difficoltà ad adattarsi alle vibrazioni planetarie della Terra. Essi sono spesso caratterizzati dalla sensazione di non essere adeguati o di non appartenere a questa realtà; allo stesso tempo, queste persone possiedono molto spesso diversi talenti nell’arte, nell’insegnamento o nella semplice condivisione di una vibrazione felice e gioiosa, che certamente non indicano la normale attitudine alla semplice insoddisfazione.

Questo concetto è particolarmente interessante per molti dei lettori che saranno attirati dal Materiale di Ra perché, secondo questo stesso materiale, buona parte di esso verrà facilmente riconosciuto come materiale utile proprio dagli Erranti. Non sono pochi gli Erranti presenti oggi sulla Terra; Ra suggerisce una cifra di circa sessantacinque milioni.

Essi hanno lasciato altre densità caratterizzate da ambienti armoniosi per assumersi un incarico molto difficile e pericoloso, perché nel caso in cui un Errante, nel corso della sua vita sul pianeta Terra, non riuscisse almeno ad iniziare la penetrazione del processo dell’oblìo, che avviene nel momento della sua nascita in questa densità, e a ricordare l’amore e la luce che la persona era destinata a condividere, esso potrebbe rimanere con molta probabilità intrappolato nell’illusione della terza densità, accumulando quello che può essere genericamente definito karma, ritardando così il suo ritorno al pianeta d’origine, fino a quando tutto quello che è stato sbilanciato in terza densità durante la sua vita non sarà stato riequilibrato.

Quando io e Don Elkins abbiamo scritto “I Segreti degli UFO” nel 1976, abbiamo dedicato un intero capitolo all’argomento degli Erranti e abbiamo utilizzato del materiale che era stato raccolto nelle regressioni ipnotiche di tre donne che in questa vita sono amiche fra loro e che, quando venivano riportate separatamente indietro nel tempo, fornivano storie indipendenti e fra loro combacianti riguardo alle loro vite su un altro pianeta.

Dopo che il libro è andato in stampa, abbiamo avuto l’opportunità di lavorare con un uomo che queste donne avevano indicato come parte di quell’esperienza su un altro pianeta. Quest’uomo, che allora era uno studente che stava studiando per ottenere una laurea in ingegneria chimica, non era a conoscenza di alcun dettaglio riguardo alla nostra ricerca, tranne il fatto che effettuavamo delle ipnosi. Il 10 Maggio 1975 Don, insieme a Lawrence Allison, un esperto ipnotista con il quale avevamo lavorato spesso quando lui viveva a Louisville, si sedette con il nostro quarto volontario ed iniziò ad esplorare per la quarta volta quell’altro mondo. Le informazioni che vennero ricavate furono davvero molto interessanti, dal momento che tutte e tre le precedenti regressioni erano state splendide e poetiche, ma poco specifiche. Il nostro quarto soggetto aveva una formazione molto diversa ed era in grado di vedere le cose in un modo molto più accurato ed esplicito. Questa quarta regressione si adattava perfettamente alla storia raccontata dai primi tre soggetti.

Una delle prime cose che Don e Larry gli chiesero (le domande passavano da un argomento all’altro) riguardava l’abbigliamento.

D: Come sei vestito?

R: In bianco.

D: In bianco come?

R: Con larghi abiti bianchi.

D: Ok. Che cos’hai ora sopra la vita? Sopra i pantaloni?

R: Beh, è qualcosa di simile ad una tunica; non proprio una tunica, ma un largo abito con una fascia che fa da cintura.

D: E per quanto riguarda le spalle?

R: Beh, ha le maniche corte. Fa caldo.

Questa specie di tunica fa pensare ad un ordine monastico o religioso, e quindi le domande vennero poste con lo scopo di cercare di scoprire qualche connessione con le religioni ortodosse di questo pianeta. Non venne trovata alcuna connessione, quindi gli intervistatori passarono a chiedere il nome di quest’altro mondo, dal momento che l’ambiente circostante non era quello della Terra. Il giovane, solitamente incisivo nelle sue risposte, sembrava tuttavia ignorare totalmente il concetto di nome.

D: Il nome del tuo pianeta?

R: È solo un… noi viviamo lì, e… non vedo nessuna montagna, ma vedo… il nome?

R: Ho un bambino.

D: Un solo bambino?

R: Si. Un ragazzino.

D: Qual è il suo nome?

R: I nomi non hanno alcun significato per me. È come… tu sai quando desideri qualcuno, e loro sanno quando tu li desideri, una cosa simile.

Voglio dire, i nomi non hanno alcun significato per me.

Non solo il loro pianeta non sembrava avere un nome, ma l’espressione stessa del linguaggio sembrava prevedere un processo molto diverso, un processo che noi probabilmente chiameremmo telepatia.

D: Va bene, se qualcuno ti deve chiamare, come ti chiama?

R: Non ho mai sentito nessuno parlare. Non so se sia necessario parlare.

R: Sembra essere una vita molto semplice. Ma c’è ovviamente, beh, c’era della luce sui miei libri, quindi ovviamente ci sono dei macchinari, o forse anche molto di più di questo. Io non, io… non mi ricordo di persone che parlassero fra di loro, comunque. Voglio dire, sembrano farlo, sai, tutti conoscono ogni domanda… si sa che cosa sta accadendo, ma non lo si vede realmente. C’era il canto; esisteva il canto, ma non c’erano delle persone che conversavano realmente fra di loro. È come se lo si sapesse già, suppongo.

R: Me ne stavo seduto su una pietra o una panca e loro stavano seduti, e io sto spiegando loro qualcosa, ma non mi vedo parlare realmente con loro.

Il soggetto, col suo occhio da ingegnere, era in grado di descrivere l’architettura del posto in un modo che le donne non erano state in grado di fare. Tutti e quattro concordavano che il centro e il fine della comunità fosse una struttura che potrebbe essere opportunamente chiamata tempio.

R: … penso sia una pietra… di calcare suppongo, ma è più bianca, suppongo. È di questo che è fatto.

D: Ed il perimetro?

R: Beh, dai supporti ai lati partono degli archi che arrivano fino al soffitto, ma… non è una comune cupola, è… beh, non ho mai visto quel tipo di cupola prima d’ora.

D: Prova a fare una stima. Quanto è larga quella cupola?

R: Accipicchia. Sembra che il lato maggiore sia lungo 200 piedi, e forse anche di più, forse 250. E, oh, forse è larga 150 piedi. È una sala enorme, molto…

D: Va bene. Dimmi, come viene illuminata?

R: Solo, (ride in modo un po’ incredulo) … in realtà, c’è solo un bagliore proveniente dal soffitto. Voglio dire, sapete, come il, beh, c’è una specie di area di luce, e poi ce n’è una più oscura, come se fosse stata dipinta, ma la pittura è luce. È come se fosse, beh, semplicemente non ha bisogno di alcuna luce. La sala è luminosa.

Forse proviene dalle finestre, ma… non sembra esserci alcuna ombra nella sala.

D: Vuoi dire che che l’aria nella sala sembra risplendere?

R: Beh, sì, come se fosse luminosa. Non vedo alcuna ombra, come se fosse presente una sorgente luminosa.

D: Bene. Ora voglio che ascolti quello che c’è dentro a quella grande sala.

Che tipo di suoni senti?

R: Nulla in quella sala, ma da qualche parte stanno cantando.

D: Un canto molto lieve, distante?

R: Sì.

D: Bene. È, beh, una sorta di…

R: È più simile ad una sorta di coro, è come un piccolo coro.

Quella musica, riportata da tutti e quattro i soggetti, è diversa da qualsiasi musica che noi possiamo mai aver sentito. Due dei soggetti hanno in realtà visto la musica brillare nell’aria, e nessuno era in grado di descriverla in modo accurato.

R: Io proprio… io non riesco… a trovare le parole. È come, sai, una sorta di lode, una sorta di, sapete, qualcosa di simile a quello che potreste sentire in un coro.

D: Una lode a chi?

R: Beh, uhm…

D: A Dio?

R: Sono sicuro che si tratti di lui, sapete, è… è una specie di evento gioioso, quando la gente si riunisce e canta…

Il soggetto raccontava di essere cresciuto studiando su grandi libri.

R: Mi vedo chino su un… su un libro mentre sto semplicemente leggendo.

D: Storia?

R: Beh, non lo so.

D: Lavoro pratico? Scienze? Cosa studi? L’arte? Le arti?

R: Sono solo dei grandi libri, dei grossi libri.

D: Bene. Avete dei corsi che si svolgono in classi o…

R: Beh, al mattino c’è un’insegnante, e nel pomeriggio o a tarda sera, studio.

D: C’è un esame?

R: Nessun esame. Si vuole semplicemente imparare; si vuole imparare.

È come se non si potesse imparare mai abbastanza.

Chi erano queste persone? Rappresentavano un’intera popolazione planetaria o erano solo una parte di tale popolazione? E se ne erano una parte, come venivano scelti per compire quest’opera? Dopo aver visto questo materiale, io e Don abbiamo creato un termine con cui chiamare questo particolare gruppo di persone: il “clan”. Ecco una delle domande su questo argomento.

D: Nessuno possiede una casa individuale?

R: Ebbene, no; questo grande luogo è la loro casa. Questa è, questa è casa.

R: Bene, questa è una delle sue funzioni. È come una scuola, o un luogo di apprendimento per insegnare a quelli che desiderano imparare approfonditamente, e per quelli che vengono quando possono.

R: Ma non ci sono delle persone che comandano, in nessun modo. È come, sai, non sembra… che le persone siano obbligate a venire qui.

Non c’è un sistema di caste o qualcosa di simile.

La meditazione giocava un ruolo molto importante nella vita degli abitanti di quest’altro mondo, o almeno di quelle di questo clan. C’erano meditazioni solitarie e c’erano meditazioni di gruppo quotidiane con l’intero clan.

R: Bene, vediamo. Non mi vedo là, in diversi stati di coscienza. Ci sono momenti di preghiera, al mattino e alla sera. Si svolgono nella propria stanza, e poi ce ne sono altri prima dei pasti, prima del pasto del mattino, e poi, no, beh, uno breve prima del pasto serale, ma quando… è come se… quando veniva portato il cibo, ma poi dopo c’è una… in una stanza, una specie di funzione privata, tranne il fatto che non si è – si è come in meditazione. E ci sono momenti in cui tutto il gruppo si riunisce al di fuori dei pasti, come… come se l’intero luogo fosse un’unica famiglia, suppongo. Perché, come ho detto, non ci si sente uniti necessariamente ad un’unica persona. Ci si sente uniti a tutti. È come se fossero tutti quanti parte della tua famiglia.

Un’altra funzione del clan era quella di aprire di tanto in tanto il loro grande tempio a tutti gli abitanti del pianeta che desideravano venire per ottenere un’ispirazione spirituale. Gli intervistatori, nel cercare di capire come facessero queste grandi folle a giungere al tempio e a riempirlo, si imbatterono nella descrizione di quello che sembrava essere un grande eliporto. Successivamente abbiamo scoperto che il veicolo non era un elicottero. Comunque, è questo il termine che l’intervistatore ha usato in questa occasione.

D: Ok. Ora, le persone che partono dall’eliporto – non hai idea di dove vadano?

R: Quando dico che queste navi arrivano, non è come un’orda di persone che entrano ed escono di corsa o roba simile, è solo… è, oh, come dovrei… sai, atterra lì, e le porte si aprono, e la gente esce, e la gente entra. Sai, gli viene permesso di scendere a terra. In altre parole, questo posto è anche il loro. Ma loro vengono come una sorta di visitatori.

D: Quanto a lungo restano lì?

R: Un giorno.

La descrizione dell’eliporto:

R: C’è un luogo, un luogo piatto, un luogo piatto, come… davanti è di pietra, ma… non vedo strade che vi giungano per… lui… vedo… oh, come una specie di… come, oh beh, come la grande piazzola di un elicottero, per esempio, ma…

Gli intervistatori dovettero scoprire che cosa atterrava su quella grande area di pietra e quindi venne chiesto al soggetto di descrivere il tipo di mezzo di trasporto che la utilizzava.

D: Molto bene. Vorrei che descrivessi quella navicella, e che cosa la fa muovere.

R: Io non… uhm… è… bene, è come… è probabilmente una navicella spaziale. Ma non la vedo arrivare dallo spazio. È come se ad un tratto fosse quasi arrivata, non la vedo sfrecciare via o giungere dall’orizzonte o qualcosa di simile.

D: Descrivi solamente com’è fatta.

R: Sì, bene, è una, è più lunga che larga, e non è molto profonda in rapporto alle sue dimensioni di lunghezza e larghezza. È una – non è come se, non ruota quando scende giù, perché è come una specie di, è rettangolare o… è come se semplicemente apparisse e si posasse, sai; voglio dire, non la vedo apparire inizialmente più piccola per poi diventare più grande.

È interessante notare la chiara descrizione della materializzazione e smaterializzazione che è implicita nella risposta del soggetto a questa domanda.

E fu così che il giovane crebbe in età e saggezza e raccontò una storia legata all’insegnamento; i suoi capelli divennero via via piuttosto grigi ed egli iniziò ad impartire i suoi insegnamenti ad un minor numero di studenti di livello più avanzato, finché non si dovette preparare al termine della sua incarnazione. Gli intervistatori fecero allora rivivere al soggetto l’esperienza della morte in quella precedente incarnazione e lo fecero poi andare avanti nel tempo fino all’esperienza che stava vivendo in quel momento, facendolo fermare a livello del periodo fra le incarnazioni, per domandare lo scopo che questo particolare Errante era venuto a compiere sulla Terra. La risposta che egli diede era stimolante ma fin troppo concisa. Molti di noi cercano di prestare aiuto al nostro pianeta in un modo o nell’altro, ma la domanda è sempre: come possiamo farlo?

D: Perché sei sulla Terra? Qual è lo scopo di questa vita? Cosa intendi fare qui? Che compito ti è stato assegnato qui?

R: A quanto sembra, sono qui per aiutare.

D: Aiutare in che modo? Qualcosa in particolare?

R: Qualcosa…

D: Hai già aiutato in questo ambito? O il problema per cui sei venuto ad aiutare deve ancora arrivare?

R: Non si è ancora verificato.

D: Che cosa prevedi?

R: Solo… solo dei grandi bisogni.

D: Che cosa dovrebbe accadere da richiedere così tanto aiuto da parte tua, per quello che ne sai? (pausa) Crescita spirituale? Sviluppo spirituale? Bisogni fisici?

R: Bene, non… il… percepisco alcune persone che si sono smarrite, sai?

D: Tu puoi aiutarli? È questa la tua missione?

R: Sento che questo è quello che devo fare. Questo… aiutare quelle persone.

D: Bene. Quali persone?

R: Quelle che si sono smarrite.

D: Si tratta di un gruppo in particolare?

R: No.

D: In generale.

R: Semplicemente le persone.

Il lavoro che svolgevo all’inizio del 1976 sarebbe stato l’ultimo per me.

Sin da quando avevo tredici anni, quando i miei reni collassarono, avevo sviluppato una condizione chiamata artrite reumatoide giovanile, che presentava parecchie complicazioni, fra cui il LES, noto comunemente come lupus. Nel 1956 non esistevano le tecniche avanzate che sono ora disponibili per chi soffre di insufficienza renale. L’essere sopravvissuta venne infatti considerato un miracolo, ma avevo comunque perduto circa la metà di ciascun rene.

Considero una fortuna il fatto di aver potuto condurre per così tanto tempo una vita produttiva e attiva dal punto di vista fisico, nonostante circostanze tanto avverse. Anche ora, con l’aiuto dell’esercizio, della dieta, degli amici e della fede, mi sento estremamente benedetta. Le mie attività sono però limitate.

La ricerca che io e Don avevamo condotto fino a quel momento ci aveva fatto imbattere in un tipo di guarigione molto insolito, e in parte fu la mia disabilità a far sì che ci dedicassimo così appassionatamente allo studio di quel tipo di guarigione. La chirurgia psichica ha solo una relazione tangenziale con la chirurgia ortodossa e nessuna relazione con la medicina ortodossa. È impossibile da dimostrare, il che vale per tutti gli ambiti della “guarigione per fede”, e l’atteggiamento standard e naturale nei confronti di tale argomento, non solo da parte degli scienziati ma anche da parte di qualsiasi persona che non abbia mai compiuto una ricerca in quest’ambito, è un automatico “lasciar perdere” e un totale scetticismo.

C’è da aspettarselo. Se non fosse per i numerosi anni di ricerca, forse questa sarebbe anche la nostra reazione. Comunque, come molte persone che indagano sulla chirurgia psichica, sapevamo di non aver niente da perdere nell’indagare su questa possibilità. Nessuno è mai deceduto in una chirurgia psichica, perché in realtà al corpo fisico del paziente non accade nulla. Si tratta davvero di una forma di guarigione psichica. Di conseguenza, abbiamo trascorso del tempo sia nelle Filippine che in Messico prendendo parte ad una disamina delle possibilità della chirurgia psichica.

Questo è un esempio di quello che un chirurgo psichico genera, a livello di ciò che è possibile vedere: ci troviamo in una camera da letto filippina; il paziente è svestito, indossando solo quegli indumenti necessari per il pudore personale, e giace sul letto, che in alcuni casi può essere coperto con una semplice tenda da doccia, che di solito viene presa in prestito dal bagno del motel. Il guaritore – un uomo religioso e che ha spesso trascorso dieci o dodici anni della sua vita a pregare per diventare un guaritore che “vaga solitario per la natura selvaggia” delle montagne vulcaniche dell’isola di Luzon – entra nella stanza. Non porta con sé niente, tranne al massimo una Bibbia. Spesso il guaritore è accompagnato da un assistente che fa da interprete e da assistente chirurgo, per usare un termine famigliare alla nostra cultura; per usare un termine ancora più accurato, si tratta dell’uomo che è addetto alla pulizia.

Il guaritore normalmente conosce poco l’Inglese. Lui o lei inizia muovendo le mani sopra il corpo, coi palmi rivolti verso il basso. Ci è stato detto che questo è un metodo per esaminare il corpo proprio come farebbe una macchina a raggi X. Viene poi scelto il punto per la “chirurgia” e la mano sinistra, se il guaritore è destrorso, viene premuta fermamente sulla pelle. La pelle sembra aprirsi ed è possibile vedere l’interno del corpo. Questa manifestazione è molto realistica, e chiunque abbia osservato un genuino chirurgo psichico all’opera e non abbia studiato attentamente il fenomeno giurerà che il corpo sia stato aperto a mani nude. La mano destra penetra poi in questo punto aperto ed effettua delle manipolazioni all’interno del corpo.

Nel caso più interessante al quale ho preso parte, venne detto al guaritore che io avevo l’artrite. Egli esaminò il mio corpo con l’aiuto del suo assistente, poi aprì la cavità addominale e con un’azione dal suono molto fluido tirò gentilmente, ma fermamente, quelle che non sembravano essere le mie articolazioni, bensì i miei organi. Non era spiacevole ma per me, che ero il paziente, si trattava di qualcosa di enigmatico, perché l’artrite non si trovava a livello dei miei organi. Egli successivamente rimosse quelli che sembravano essere tre componenti filiformi piuttosto piccole di materiale insanguinato, al centro dei quali era presente un piccolo pezzo di materiale duro. Una volta fatto questo, tolse la sua mano sinistra. “L’incisione” scomparve senza lasciare cicatrici o tracce di alcun tipo. I due uomini, in questo caso, asciugarono quella che era diventata una quantità abbastanza consistente di sangue, si lavarono le mani, poi presero dell’olio minerale e lo spalmarono sulla pelle dell’addome, massaggiandolo in silenzio.

Quando chiesi che cosa avesse fatto il guaritore quando aveva operato nell’area addominale, l’interprete riportò la mia domanda, e mi rispose che l’esame iniziale aveva reso il guaritore consapevole della presenza di tre cisti nella mia ovaia destra, e dello spostamento o abbassamento di entrambe le ovaie avvenuto durante i miei numerosi anni di vita attiva.

La spinta era stata impartita per riposizionare le ovaie, cosicché non provassi più disagi durante il periodo mestruale. La rimozione delle cisti aveva avuto lo stesso scopo.

Sebbene il mio ginecologo mi avesse diagnosticato queste tre piccole cisti quando ero molto giovane, io non ne avevo mai parlato a Don Elkins e, a dire il vero, a nessun altro, dal momento che non si tratta di un tipo di conversazione particolarmente affascinante. Solo un’altra persona sapeva di queste tre cisti, mia madre, ma si trovava a 12.000 miglia di distanza. Una volta tornata negli Stati Uniti mi sono fatta esaminare dal ginecologo, che mi confermò che le tre cisti non erano più rilevabili alla palpazione. Esse non si sono più ripresentate, ed il mio livello di benessere durante il ciclo mestruale è notevolmente aumentato.

Il massaggio con l’olio minerale è una forma non appariscente e molto semplificata di guarigione magnetica, nella quale vengono offerte delle preghiere e viene visualizzata una luce protettiva intorno all’area affetta, in modo tale che la guarigione possa essere aiutata.

È convinzione mia e di Don che l’apertura del corpo per rimuoverne delle parti, la successiva chiusura del corpo e la manifestazione del sangue e di tutti gli altri materiali non siano altro che materializzazioni dello stesso tipo della materializzazione dei fantasmi e della materializzazione degli UFO. Pertanto, non abbiamo mai cercato di preservare dei campioni provenienti da questa chirurgia psichica. Siamo consapevoli del fatto che questo non soddisfa i rigori del metodo scientifico ora vigente, ma è nostra convinzione che non scopriremmo assolutamente nulla osservando i risultati delle analisi di tali manifestazioni.

Si potrebbe pensare che una persona, a prescindere da quanto desiderosa di guarire essa sia, potrebbe essere nervosa e apprensiva, dal momento che l’apertura stessa del corpo, sia essa fisica o psichica, sembra essere molto traumatica. Una volta che le mani del guaritore sono su di sé, avviene un netto cambiamento di attitudine emozionale e mentale all’interno di ogni singolo individuo con cui ho parlato che abbia sperimentato questo fenomeno. I chirurghi psichici la chiamano la presenza dello Spirito Santo. La si deve considerare come parte integrante del fenomeno.

Alla fine del 1977 e all’inizio del 1978 abbiamo accompagnato il dottor Andrija Puharich e i suoi collaboratori di ricerca a Città del Messico per indagare su un chirurgo psichico messicano, una donna di settantotto anni chiamata Pachita, che aveva esercitato per moltissimi anni. Il dono le era arrivato sul campo di battaglia con l’esercito di Pancho Villa, e, come avveniva nelle Filippine, aveva più pazienti nativi che americani.

L’unica differenza nella sua tecnica era la cultura dalla quale proveniva.

Nelle Filippine la guarigione psichica derivava dal credo in un Cristianesimo estremamente letterale, così come era stato trasmesso per trecento anni dai missionari spagnoli. Il Cristianesimo era il centro della vita di quasi tutti i contadini filippini. Una grande percentuale di loro andava a messa ogni giorno, e, dato che io e Don ci trovavamo lì durante la settimana di Pasqua del 1975, abbiamo potuto osservare con i nostri occhi il tipo di Cristianesimo spietatamente letterale che vi veniva praticato. Il Venerdì Santo, ad esempio, ci fu una grande processione Cattolica dove la croce sfilava per le strade di Manila. Quello che era diverso in tale processione era che alla croce era stato inchiodato un essere umano. Molti avevano fatto a gara per trovarsi al suo posto. Quando venne chiesto un commento all’uomo che l’aveva ottenuto, egli rispose semplicemente che era entusiasta e che sperava di essere scelto anche per l’anno successivo.

In Messico, laddove il Cristianesimo è presente, e spesso lo è, esso è sovrapposto ad un credo indiano estremamente fervido, rigido e minaccioso. Qualcosa che porta alla memoria i massacri degli innocenti sui ripidi gradini delle piramidi messicane nel popolo Maya.

Di conseguenza, Pachita utilizzava un coltello molto smussato, con una lama lunga 5 pollici. Ella lo faceva circolare di mano in mano fra l’intero gruppo di ricerca, guardandoci per osservare le nostre reazioni, soprattutto le mie, dato che io ero la cavia. Poiché nelle sue “operazioni” io ero sdraiata a pancia in giù, non posso fornire una testimonianza diretta di cosa sia avvenuto, ma Don afferma che il coltello sembrò scomparire nella mia schiena per una profondità di 4 pollici e che venne poi mosso rapidamente, facendogli attraversare la spina dorsale. Ciò venne ripetuto per diverse volte. Pachita stava lavorando, così diceva, sui miei reni. Anche in questo caso non facemmo alcun tentativo di conservare le “prove”, dato che sapevamo che non ci sarebbero servite a nulla. Molti hanno cercato di fare delle ricerche sulla chirurgia psichica analizzando i suoi risultati, ma hanno ottenuto esiti nulli o invalidi, concludendo che la chirurgia psichica fosse solo un imbroglio.

Nel libro “Arigo”, di John Fuller, viene esaminata approfonditamente la chirurgia psichica, nonché il lavoro del dottor Puharich con il guaritore sudamericano che portava quel soprannome; per le persone che sono interessate a questo insolito argomento, quel libro è una buona lettura introduttiva. Non sono mai riuscita a far sì che un medico ortodosso potesse verificare i possibili risultati di questa esperienza messicana.

Questo è dovuto al fatto che le procedure utilizzate per esaminare i reni possono provocare una nuova insufficienza renale nel caso in cui i reni stessi siano già piuttosto danneggiati, e non ci si può aspettare che un medico ortodosso si assuma un simile rischio. Lo stesso dottor Puharich non voleva che mi sottoponessi a tale procedura.

Nonostante tutte le frustrazioni che questa ricerca comporta, indagare l’area più non convenzionale dei fenomeni psichici è estremamente interessante, istruttivo e gratificante per il ricercatore paziente e il cui approccio all’argomento sia semplicemente quello di raccogliere dei dati anziché tentare di dimostrare delle ipotesi passo dopo passo riguardo a ciò che sta studiando. Nel Materiale di Ra si parla delle manifestazioni di questo tipo di materializzazione, e le informazioni presenti sono piuttosto interessanti.

Una volta tornata negli Stati Uniti, sebbene non fossi più in grado di lavorare alla macchina da scrivere, ero comunque in grado di partecipare alle meditazioni settimanali, che nel frattempo proseguivano, e di accettare degli studenti di livello avanzato per lavorare individualmente.

Nel 1978, James Allen McCarty sentì parlare del nostro gruppo, dapprima attraverso alcune persone che avevano meditato nei nostri incontri della domenica sera e che avevano poi fondato un “centro di luce” nonché riserva naturale nella Marion County, nel Kentucky.

Successivamente, Jim ascoltò un programma radio di due ore nel quale io e Don eravamo intervenuti, che era andato in onda a Lexington, sempre nel Kentucky. Egli si presentò, insieme a diverse persone provenienti dal gruppo di meditazione di Marion County, per partecipare alle nostre meditazioni. Dopo un paio di meditazioni il gruppo nel suo insieme smise di venire, mentre Jim continuò ad affrontare quasi ogni settimana quel viaggio di 140 miglia, a partire dalla primavera del 1980. Jim aveva cercato per molti anni un modo per aiutare l’umanità. Nato nel 1947, e provvisto di lauree in economia e in scienze della formazione, egli aveva studiato, in aggiunta, dei metodi alternativi per insegnare l’espansione della coscienza. Una parte di questo tempo lo impiegò per lavorare con i bambini dei quartieri poveri, ma ad un certo punto iniziò a provare il forte desiderio di farsi un’idea più chiara su che cosa egli stesse realmente cercando.

Nel 1972, Jim si iscrisse ad un corso di studio sull’espansione della coscienza chiamato “autocontrollo cerebrale” tenuto da un anziano e burbero montanaro che viveva in una capanna di tronchi a 10.000 piedi di altezza nelle Montagne Rocciose del Colorado. Durante tale corso egli venne per la prima volta a conoscenza della possibilità di comunicare con civiltà avanzate dello spazio esterno, e questo non attraverso mezzi artificiali come le radio, i telegrafi o congegni elettronici, ma attraverso l’utilizzo dei lobi frontali del cervello umano.

Dal momento che questa fondamentale esperienza era avvenuta in mezzo alla natura selvaggia, alle rocce, ai pini e ai ginepri, egli decise di cercare un appezzamento di terra altrettanto remoto sul quale avrebbe potuto successivamente offrire ad altri queste esperienze di autocontrollo cerebrale. Su un terreno di 132 acri nel Kentucky centrale, dove un torrente faceva da strada di accesso, egli fondò i “Rock Creek Research and Development Laboratories” ed iniziò a lavorare sull’argomento che gli stava più a cuore: l’evoluzione della specie umana. Jim tenne diversi seminari sull’argomento, ma non riscontrò molto interesse in quella zona, e ritornò pertanto ad una vita rurale e solitaria per i successivi sei anni e mezzo, coltivando il proprio cibo, meditando e studiando. Egli era sempre curioso di sapere come sarebbe stato avere una buona comunicazione a doppio senso con degli esseri intelligenti avanzati, e apprezzò dunque moltissimo le meditazioni che seguiva con il gruppo di Louisville; in precedenza, tuttavia, si era anche interessato al lavoro che stava svolgendo un gruppo nell’Oregon. Nell’autunno del 1980, egli viaggiò dal Kentucky all’Oregon per lavorare con questo gruppo, il quale sembrava canalizzare la stessa fonte che Edgar Cayce aveva canalizzato in trance profonda. Tuttavia, le conoscenze che Jim aveva acquisito negli incontri della domenica sera e negli studi avanzati compiuti con me avevano dato una risposta alla sua ricerca interiore. Così, dopo soli due mesi in Oregon egli decise, a quanto pare in modo autonomo, di dover tornare a Louisville per lavorare con me e Don.

Il 23 Dicembre 1980 arrivò a Louisville, dopo aver viaggiato per 5.000 miglia dalle foreste del Kentucky centrale all’Oregon e poi indietro per tornare di nuovo a Louisville.

Io e Don eravamo infinitamente grati per l’aiuto di McCarty. Le sue qualità erano straordinarie. Egli possedeva una comprensione del materiale metafisico che risaliva al periodo del college, e aveva letto moltissimo anche negli anni successivi. Egli iniziò quindi a svolgere questo lavoro essendo già piuttosto ferrato nelle nostre aree di studio, e fu pertanto in grado di occuparsi della parte materiale della ricerca, occupandosi dei fascicoli, scrivendo appunti, trascrivendo i nastri registrati e occupandosi del lavoro di corrispondenza che si era tristemente interrotto a partire dall’inizio della mia disabilità. Jim, che è scrupoloso in ogni cosa, vendette il suo terreno; la L/L Research si fuse con i “Rock Creek Research and Development Laboratories”, mantenendo il vecchio nome della nostra società per il ramo editoriale, comprammo una nuova macchina da scrivere – le dita di Jim, rafforzate da sei anni e mezzo di coltivazione della terra, non erano adatte alla mia vecchia macchina da scrivere elettrica – e ci preparammo a fare… che cosa? Non lo sapevamo.

Discutemmo sulla possibilità di scrivere un nuovo libro, aggiornando quello che avevamo imparato ne I Segreti degli UFO, ed eravamo perciò pronti a riempire una gran quantità di carta. Jim aveva iniziato a fare ricerche d’archivio nei nostri grandi fascicoli. Tre settimane dopo il suo arrivo, ebbe inizio il contatto con Ra.

Durante tutti gli anni in cui avevo canalizzato, lo avevo sempre fatto in uno stato cosciente, utilizzando il mio libero arbitrio per esprimere i concetti telepatici nel mio linguaggio. Nel 1980, un’amica di vecchia data e membro del gruppo di meditazione, Elaine Flaherty, morì tragicamente quando era ancora giovane. Aveva sviluppato il diabete giovanile ed era morta prima dei trent’anni. Io ero stata al suo fianco in ospedale per diversi anni prima che lasciasse il suo corpo, ed Elaine mi aveva detto diverse volte che voleva assicurarsi che suo marito, Tom, fosse consapevole del fatto che lei stesse bene dopo la sua morte, perché era consapevole del fatto che probabilmente sarebbe morta. Questo era quello che aveva detto a Tom, anch’egli membro di vecchia data del gruppo di meditazione. Dopo il suo funerale, Tom venne da me e mi chiese se potevo cercare di mettermi in contatto con Elaine. Avendo assistito a fin troppe sedute spiritiche e poiché non possedevo una grande dedizione personale al tipo di comunicazione che con ogni probabilità si ottiene da parenti fisicamente defunti, ero inizialmente riluttante a sperimentare una simile “medianità”. Tuttavia, si trattava di miei amici stretti e non potevo dire di no. Tom, Don e il figlio di Tom ed Elaine,

Mike, si unirono a me per il primo tentativo. Dopo alcuni momenti nei quali mi sono coscientemente offerta per il contatto con Elaine, ho perso la consapevolezza del trascorrere del tempo. Quando mi sono svegliata, Tom aveva la registrazione su nastro di quella che sembrava essere la voce di Elaine che parlava attraverso di me. Quella è stata la mia prima esperienza con la trance. Non sapevo, e a tutt’oggi non so, come ciò sia avvenuto. Tom mi chiese se potevo farlo un’altra volta e così caddi nuovamente in quello che sembrava essere uno stato di trance molto profonda, senza ricordare nulla al mio risveglio. Dopo la sessione, potevo ascoltare quella che sembrava essere la voce di Elaine registrata sul nastro.

Don affermò che, se mi avesse sentito parlare dalla camera affianco, senza vedermi, avrebbe potuto giurare che si trattasse di Elaine.

Questo lavoro era per me estremamente sfiancante, e così chiesi a Tom di accettare il fatto che non intendevo più continuare a prestarmi a questo tipo di attività di medium. Tom fu d’accordo, e affermò che aveva ottenuto quello che Elaine gli aveva promesso e che era soddisfatto.

Tuttavia, solo pochi giorni dopo, mentre lavoravo con uno studente di meditazione avanzata, Leonard Cecil, ricevetti un nuovo contatto, che non avevo mai avuto prima. Come faccio sempre in queste situazioni, ho messo alla prova questa entità nel nome di Cristo, chiedendole di andarsene nel caso in cui non venisse come messaggero della coscienza Cristica. L’entità rimase, ed io mi aprii pertanto al suo canale. Caddi di nuovo quasi all’istante in stato di trance e l’entità, che si presentava col nome di Ra, iniziò così la sua serie di contatti con noi. Questo contatto prosegue tuttora, è estremamente affascinante e, per quanto mi riguarda, è anche fonte di una certa inquietudine.

Una persona che decide di diventare un canale vocale ha già di per sé compiuto un passo che è piuttosto difficile per certe persone; ovvero, la decisione di proferire le parole di qualcuno che non è sotto il proprio controllo. Nella “canalizzazione libera”, è possibile scegliere di smettere di canalizzare. Tuttavia, è anche possibile proferire dei discorsi totalmente privi di senso, perché il canale non sa mai in anticipo quale sarà il concetto che verrà trasmesso successivamente. Ci tengo ad aggiungere che nella mia esperienza questi discorsi insensati non sono mai comparsi e che le canalizzazioni hanno sempre avuto abbastanza senso e che sono state in diversi casi fonte di grande ispirazione. Ciononostante, in una società nella quale si impara a misurare le proprie parole con una certa attenzione, esprimere semplicemente quello che ci passa per la testa sembra essere un atto alquanto irresponsabile.

Quando devo raggiungere lo stato di trance per far avvenire il contatto, la mia inquietudine cresce fino ad avvicinarsi ad una condizione di panico. Io non so come funzioni la procedura per andare in trance, e ho sempre timore che nella sessione che segue non avverrà nulla, che rimarrò cosciente e che non riceverò alcun contatto. Anche questo non è mai avvenuto. Dal momento che io, come gli altri componenti del gruppo, non ho un’idea precisa di come sia possibile aiutarmi oltre ad un certo punto per raggiungere lo stato di “trance”, non è possibile far nulla se non semplicemente andare avanti. Don dice che, sebbene il mio stato di trance sia simile ad altri che lui ha osservato, la mia consiste in quella che lui chiama “ricezione telepatica in stato di trance”.

Pur avendo studiato letteratura all’università e pur essendo stata una bibliotecaria per molti anni, leggere il materiale mi offre quasi sempre l’opportunità di imparare una o due parole nuove e ha sicuramente espanso le mie conoscenze nel campo della scienza, che è stata sfortunatamente mancante nella mia educazione.

Quello che mi preoccupa forse più di qualsiasi altra cosa è che le persone che leggeranno questo materiale possano pensare che io possieda una grande saggezza; ebbene, Ra certamente la possiede, ma io certamente no. Se questo lavoro vi colpirà, posso solo chiedervi per favore di operare una netta distinzione nella vostra mente fra le parole ed il “medium” attraverso il quale giungono simili parole. Voi non vi aspettate, ad esempio, che il tubo dell’acqua sia responsabile della qualità dell’acqua che vi scorre all’interno. Certamente tutti noi nel gruppo di ricerca cerchiamo, attraverso la meditazione e la nostra vita quotidiana, di prepararci al meglio per queste sessioni. Ciononostante, quello che giunge attraverso il nostro gruppo si regge sulle proprie gambe e non si può affermare che esso rifletta la saggezza o il cosiddetto avanzamento spirituale dei membri del gruppo stesso. Come dice la filosofia popolare: “Siamo tutti scemi su quest’autobus”.(We are all bozos on this bus nell’originale. L’espressione deriva dal titolo di un album commedia del 1971)

Se nel leggere doveste avere delle domande, per favore sentitevi liberi di scrivere al gruppo Rock Creek. Il suo corrispondente, Jim, non ignorerà nemmeno una lettera, e poiché egli può condividere la sua personale esperienza di queste stesse sessioni, sarà lui a terminare questa introduzione.

Jim McCarty: Non siamo che dei principianti per quanto riguarda la nostra comprensione di come funzioni il contatto con Ra, ed è stato solo grazie ad un procedimento per tentativi ed errori, sessione dopo sessione, che abbiamo imparato a fornire un migliore supporto al nostro strumento, Carla, dal punto di vista mentale, fisico e spirituale. Eravamo così eccitati per il contatto con Ra, quando esso ha avuto inizio, che a quel tempo abbiamo svolto anche due sessioni al giorno per più giorni consecutivi; da allora abbiamo tuttavia compreso come tale procedura fosse troppo stancante per Carla. Ora in media svolgiamo all’incirca una sessione alla settimana o una ogni dieci giorni, il che ci permette di preparare ogni sessione con una maggiore accuratezza, che sembra rendersi necessaria man mano che le sessioni si accumulano.

Le domande che Don pone durante ogni sessione sono il risultato di diverse riflessioni. Ognuno di noi contribuisce con delle idee, ma la maggior parte del lavoro di stesura delle domande viene svolto da Don, poiché egli ha alle sue spalle un’esperienza pluriennale nella ricerca sul fenomeno dei contatti UFO, che è necessaria per sviluppare le fondamenta intellettuali che sono richieste in ogni tentativo di mettere insieme i diversi pezzi del puzzle. Egli ha inoltre un notevole intuito, che è vitale per dar seguito alle risposte inaspettate e profondamente rivelatrici che vengono spesso fornite da Ra. Don riesce così a porre ulteriori domande sviluppate nell’impulso del momento, per poter sfruttare al meglio le nuove rivelazioni.

La decisione di svolgere una sessione viene presa la sera prima; la mattina successiva ci alziamo, facciamo una colazione leggera e iniziamo a compiere quella serie di passi che ci aiuteranno a portare la sessione a compimento con successo. Io massaggio la schiena di Carla per mezz’ora, per far sì che i muscoli e le articolazioni siano rilassati prima di ogni sessione, perché lei dovrà poi rimanere assolutamente immobile per un periodo che può andare da un’ora a un’ora e quarantacinque minuti. Poi meditiamo, per far sì che l’armonia che cerchiamo di produrre nella nostra vita quotidiana si intensifichi, e per far sì che i nostri singoli desideri si uniscano fra di loro nel comune desiderio di avere il contatto con Ra. Poi eseguiamo il nostro rituale di protezione e di pulizia della stanza in cui si terrà il contatto e facciamo stendere Carla sul letto, coprendo il suo corpo con un lenzuolo bianco ed i suoi occhi con una benda bianca. Poi attacchiamo i microfoni dei tre registratori appena al di sotto del suo mento, in modo tale da non perdere nessuna parte della sessione nel caso in cui uno o due registratori a nastro dovessero smettere di funzionare.

A questo punto, tutto quello che è possibile vedere di Carla sono i suoi capelli che ricadono su entrambe le spalle ed il suo naso che spunta dalla marea di panni bianchi che lo circondano. Mentre lei recita mentalmente la Preghiera di San Francesco, Don allinea il tavolo, che ha sopra di sé la Bibbia, la candela, l’incenso e il calice d’acqua, che sono allineati con la sua testa, come raccomandato da Ra. Dopo che Don accende la candela e l’incenso, lui ed io percorriamo il Cerchio dell’Uno attorno a Carla e ripetiamo le parole che danno inizio ad ogni contatto.

Dopodiché, ad un certo punto, Carla lascia il suo corpo fisico e Ra lo inizia ad utilizzare per formulare le parole che compongono le risposte alle domande di Don. Io medito ed invio luce a Carla per tutta la durata della sessione, fermandomi solo per girare i nastri quando un lato è terminato. Quando la sessione si è conclusa, Don aspetta per alcuni istanti che Carla ritorni nel suo corpo, che di solito è piuttosto indolenzito, la chiama per nome alcune volte finché lei non risponde, la aiuta a tirarsi su a sedere, le massaggia un po’ il collo e le offre il calice pieno d’acqua da bere, dopo che lui ed io lo abbiamo colmato il più possibile delle nostre vibrazioni d’amore.

Dal momento che Carla non ha alcuna idea di quello che è avvenuto durante la sessione, è sempre curiosissima di sapere com’è andata.

Tuttavia, si deve accontentare di porzioni ed assaggi di informazioni di seconda mano fino a quando io non completo la trascrizione della sessione dai nastri, che di solito è molto semplice, dato che Ra parla con un ritmo piuttosto lento e compone ciascuna sillaba con una pronuncia precisa.

Partecipare a queste comunicazioni con Ra è stato di enorme ispirazione per ciascuno di noi, per via della combinazione di eloquenza e semplicità da cui sono caratterizzate le risposte di Ra. Le informazioni presenti nel Materiale di Ra ci sono state di grandissimo aiuto per migliorare la nostra conoscenza del mistero della creazione e della nostra evoluzione attraverso di essa. Ci auguriamo che possano essere utili anche a voi.

L/L Research

Don Elkins

Carla L. Rueckert

Jim McCarty

Louisville, Kentucky

7 Luglio 1983

Copyright 1984 James Allen McCarty, Don Elkins e Carla Rueckert Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata in sistemi di recupero dati o trasmessa in qualsiasi forma o attraverso qualsiasi mezzo, sia esso elettronico o meccanico, incluse fotocopie, registrazioni o altro, senza previa autorizzazione scritta da parte del possessore del copyright.

ISBN: 978-0-945007-96-8

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Traduzione dall’inglese di Gianluca Mosaico

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