Il mare d’Aral sta morendo

Il mare d’Aral sta morendo e chi lo ha ucciso?

Il mare d'Aral sta morendoÈ stato ucciso dalla fame di cotone delle repubbliche ex-sovietiche che lo circondano, nei primi anni del Novecento, il lago d’Aral era il quarto lago più grande al mondo. Ha cominciato a restringersi fin dagli anni Sessanta, quando un piano agricolo sovietico di irrigazione deviò il corso di due dei fiumi più grandi in quella regione, l’Amu Darya e Syr Darya, principalmente per favorire la notevole irrigazione necessaria per le proficue coltivazioni di cotone.

Dalla fine dell’Unione Sovietica in poi, le cose sono solo peggiorate. Secondo un documento del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), più di 60 milioni di persone vivono attualmente nella regione dell’Aral, un numero quattro volte superiore a quello del 1960. Allo stesso tempo, gli affluenti del lago si sono drasticamente ridotti, un fenomeno potenzialmente collegato ai cambiamenti climatici. Con l’aiuto della Banca Mondiale, il Kazakistan ha costruito una diga come ultimo disperato tentativo di salvare una parte del lago, ottenendo risultati alterni. Secondo la NASA, alla fine di quest’anno il livello del lago è sceso ai minimi storici per effetto dei bassi livelli nevosi nelle montagne che riforniscono d’acqua il lago.

Ma questa non è una storia di cambiamenti climatici. È una storia sul proseguimento e mantenimento di uno status quo di fronte a una sovrabbondanza di segnali che invece suggerivano di fermarsi. Le piantagioni di riso e di cotone sono ancora largamente presenti nella regione dell’Aral, e anche le ricerche di riserve di petrolio e di gas sul fondo del lago prosciugato proseguono.

Senza l’effetto stabilizzante del lago sul clima locale, gli inverni nella regione sono ora più freddi e le estati molto più calde e secche (uno specchio d’acqua è in grado di rendere maggiormente temperata una zona, con scarti termici tra Estate ed Inverno meno evidenti), di conseguenza sono anche diminuite le precipitazioni a monte.. Le aree vicine abitate dalle comunità locali sono state contaminate dalle polveri mischiate a prodotti chimici accumulati nel lago nel corso degli anni.

Link: Il Post         

Link:  C.M.I.

Ma se Atene piange Sparta non ride, negli USA la California è alle prese con la più grande siccità degli ultimi secoli, la crisi deriva da tre anni di scarse piogge negli Stati Uniti sud-occidentali, ai quali è seguito un ultimo inverno particolarmente arido: ci sono state poche precipitazioni nei mesi freddi e di conseguenza sulle montagne si è accumulata poca neve, una risorsa fondamentale nella stagione calda per alimentare fiumi e torrenti.

californiaPer irrigare i loro campi, per uso industriale e per l’utilizzo domestico, nelle ultime settimane in California è stato aumentato il prelievo dai bacini artificiali dello stato e si è attinto con più frequenza dalle falde acquifere. Secondo diverse associazioni ambientaliste, si è proceduto con scarsa lungimiranza facendo un ricorso eccessivo alle riserve, i cui livelli si sono ridotti molto rapidamente. Nel medio periodo questo potrebbe essere un ulteriore problema per l’approvvigionamento dell’acqua, soprattutto per quanto riguarda quella proveniente dalle falde acquifere, che mediamente richiedono molto più tempo per tornare ai normali livelli.

Link:  Il Post

Come capro espiatorio della siccità il governo se lè presa con i Tamerici, alberi originari del centro dell’Asia trapiantati qui per arginare i fenomeni di erosione del suolo, accusati di consumare troppa acqua ne è stata ordinata la distruzione di massa.

TamarLink: La lotta contro le tamerici in Arizona – Il Post

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