OLLANTAYTAMBO

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OLLANTAYTAMBO LA CITTÀ PERUVIANA COSTRUITA DAGLI INGEGNERI VENUTI DALLO SPAZIO Tra i numerosi siti archeologici peruviani che sconcertano per la loro realizzazione architettonica, ne esiste uno meno conosciuto, ma che forse è il più sbalorditivo di tutti: l’antica città di Ollantaytambo, nel Perù meridionale, a circa 60 chilometri a nordovest della città di Cusco. Gli enormi megaliti e la perfezione … Continue reading

Trasmissioni stellari

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Trasmissioni stellari Questo che vi proponiamo è uno dei molti messaggi che Ken Carey ha ricevuto da creature extraterrestri molto evolute. Lo proponiamo poiché parla del tempo attuale che stiamo vivendo. Una grande ondata di energia e di coscienza sta investendo il nostro pianeta e gli effetti già si cominciano a vedere sia sul piano fisico che spirituale, dell’uomo e … Continue reading

Piramidi nel Mondo

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PIRAMIDI E COSTRUZIONI MEGALITICHE NEL MONDO Alcuni esempi di Piramidi e costruzioni megalitiche scoperte in tutto il mondo. Piramidi In Bosnia Semir Osmanagic è un archeologo bosniaco che da anni sta cercando di scoprire alcuni dei principali misteri legati alle origini delle piramidi quanto alla loro reale funzione. Un obiettivo questo molto ambizioso in quanto sino ad ora nessuno è … Continue reading

Machu Picchu

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Machu Picchu La “città Perduta” Degli Incas Avvolta Nel Mistero Tra Storia Astrologia e architettura 26 gennaio 2014 16:05 – Caterina Lenti Per gli Inca la Valle di Urubamba era la porta della foresta, l’antisuyu. Il fiume che l’attraversa era un tempo conosciuto come Willka Mayu (Fiume del Sole o fiume sacro) e il nevaio che lo origina era chiamato … Continue reading

IL MISTERO DI PUMA PUNKU

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IL MISTERO DI PUMA PUNKU Il mistero irrisolto dell’antica città futuristica di Puma Punku Puma Punku è parte di un ampio complesso o gruppo di monumenti del sito di Tiahuanaco (Tiwanaku), in Bolivia. In Aymara, il suo nome significa “La porta del Puma”. La straordinaria raffinatezza tecnologica del suo sistema costruttivo modulare rimane uno dei misteri invelati del nostro passato, … Continue reading

Gobekli Tepe: Il tempio che non dovrebbe esistere

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Gobekli Tepe: Il tempio che non dovrebbe esistere

Gobekli Tepe: Il tempio che non dovrebbe esistere 1

Gobekli Tepe (trad: collina tondeggiante – ombelico) è un sito archeologico a circa 18 km a nordest dalla città di Şanlıurfa nell’odierna Turchia, presso il confine con la Siria, nel quale è stato rinvenuto il più antico esempio di tempio in pietra, risalente al 9600 a.C. e che sta sconvolgendo tutte le certezze sulle origini della civiltà.

Göbekli Tepe, ricorda vagamente Stonehenge, ma fu costruito molto prima, e non con blocchi di pietra tagliata grossolanamente ma con pilastri di calcare finemente scolpiti a bassorilievo: una sfilata di gazzelle, serpenti, volpi, scorpioni, cinghiali selvatici.

Il complesso risale a sette millenni prima della Grande Piramide di Giza, ed è il più antico esempio noto di architettura monumentale. Intorno all’8000 a.C. il sito venne deliberatamente abbandonato e volontariamente seppellito con terra portata dall’uomo.

Gli archeologi continuano a scavare e a discutere sul suo significato. Göbekli Tepe e altri siti mediorientali stanno cambiando le nostre idee su una svolta fondamentale nella storia umana: la rivoluzione neolitica, quando i cacciatori-raccoglitori nomadi si trasformarono in agricoltori stanziali.

Il sito si trova su una collina artificiale alta circa 15 m e con un diametro di circa 300 m, situata sul punto più alto di un’elevazione di forma allungata, che domina la regione circostante, tra la catena del Tauro e il Karaca Dağ e la valle dove si trova la città di Harran. Il sito utilizzato dall’uomo avrebbe avuto un’estensione da 300 a 500 m².

 

Gobekli Tepe: Il tempio che non dovrebbe esistere 4Finora meno di un decimo del sito è stato riportato alla luce, ma basta a dare un’idea del timore reverenziale che il tempio incuteva ai pellegrini che si radunavano qui ben 7.000 anni prima della costruzione di Stonehenge.

Gobekli Tepe fu individuata la prima volta nel 1963 da un gruppo di ricerca turco-statunitense, che notò diversi consistenti cumuli di frammenti di selce, segno di attività umana nell’età della pietra. Il sito fu poi riscoperto trent’anni dopo da un pastore locale, che notò alcune pietre di strana forma che spuntavano dal terreno.

La notizia arrivò al responsabile del museo della città di Şanlıurfa, che contattò il ministero, il quale a sua volta si mise in contatto con la sede di Istanbul dell’Istituto archeologico germanico.

Gli scavi furono iniziati nel 1995 da una missione congiunta del museo di Şanlıurfa e dell’Istituto archeologico germanico sotto la direzione di Klaus Schmidt, che dall’anno precedente stava lavorando in alcuni siti archeologici della regione. Nel 2006 gli scavi passarono alle università tedesche di Heidelberg e di Karlsruhe.

Gli scavi portarono alla luce un santuario monumentale megalitico, costituito da una collina artificiale delimitata da muri in pietra grezza a secco. Furono inoltre rinvenuti quattro recinti circolari, delimitati da enormi pilastri in calcare pesanti oltre 10 tonnellate ciascuno, probabilmente cavati con l’utilizzo di strumenti in pietra. Secondo il direttore dello scavo le pietre, drizzate in piedi e disposte in circolo, simboleggerebbero assemblee di uomini.

Gobekli Tepe: Il tempio che non dovrebbe esistere 5La scoperta più interessante riguarda le circa 40 pietre a forma di T, alte fino a cinque metri e mezzo. I blocchi di calcare, del peso di cinque tonnellate, furono portati qui da una cava vicina anche se le popolazioni dell’epoca non conoscevano la ruota né avevano ancora addomesticato le bestie da soma.

La maggior parte di esse sono incise e vi sono raffigurati diversi tipi di animali (serpenti, anatre, gru, tori, volpi, leoni, cinghiali, vacche, scorpioni, formiche).

Gobekli Tepe: Il tempio che non dovrebbe esistere 6Alcune incisioni vennero volontariamente cancellate, forse per preparare la pietra a riceverne di nuove. Sono inoltre presenti elementi decorativi, come insiemi di punti e motivi geometrici.

Indagini geomagnetiche hanno indicato la presenza di altre 250 pietre ancora sepolte nel terreno. Un’altra pietra a forma di T, estratta solo a metà dalla cava, è stata rinvenuta a circa 1 km dal sito. Aveva una lunghezza di circa 9 m ed era probabilmente destinata al santuario, ma una rottura costrinse ad abbandonare il lavoro.

Oltre alle pietre sono presenti sculture isolate, in argilla, molto rovinate dal tempo, che rappresentano probabilmente un cinghiale o una volpe. Confronti possono essere fatti con statue del medesimo tipo rinvenute nei siti di Nevalı Çori e di Nahal Hemar.

Gli scultori dovevano svolgere la loro opera direttamente sull’altopiano del santuario, dove sono stati rinvenute anche pietre non terminate e delle cavità a forma di scodella nella roccia argillosa, secondo una tecnica già utilizzata durante l’epipaleolitico per ottenere argilla per le sculture o per il legante argilloso utilizzato nelle murature.

Gobekli Tepe: Il tempio che non dovrebbe esistere 7Nella roccia sono anche presenti raffigurazioni di forme falliche, che forse risalgono ad epoche successive, trovando confronti nelle culture sumere e mesopotamiche (siti di Byblos, Nemrik, Helwan e Aswad).

Ad oggi, 45 di queste pietre sono state scavate, ma vi sono indicazioni che c’è molto da scoprire. Indagini geomagnetiche indicano che ci sono centinaia di altre pietre erette, che aspettano solo di essere portate alla luce. Se Gobekli Tepe fosse semplicemente questo, sarebbe già un sito straordinario, una specie di Stonehenge turca.

Gobekli Tepe: Il tempio che non dovrebbe esistere 8Diversi fattori unici innalzano però Gobekli Tepe nella stratosfera dell’archeologia e nel regno del fantastico. Il primo è la sua età. La datazione al radiocarbonio mostra che il complesso è di almeno 12.000 anni fa, forse anche 13.000 anni.

Ciò significa che è stata costruita intorno al 10 mila a.C. Gobekli Tepe è quindi il più antico di tali siti nel mondo, con un ampio margine. E’ così antico da precedere la vita sedentaria dell’uomo, prima della ceramica, della scrittura, prima di tutto. Gobekli proviene da una parte della storia umana che è incredibilmente lontana, nel profondo passato dei cacciatori-raccoglitori.

Come poterono gli uomini delle caverne costruire qualcosa di così ambizioso? L’archeologo Klaus Schmidt, pensa che bande di cacciatori si siano riuniti sporadicamente nel sito, durante i decenni di costruzione, vivessero in tende di pelle di animali e uccidessero la selvaggina locale per nutrirsi. Le molte frecce di selce trovate presso Gobekli giocano a sostegno di questa tesi, ma sostengono anche la datazione del sito.

Questa rivelazione, che i cacciatori-raccoglitori dell’Età della Pietra potrebbero avere costruito qualcosa come Gobekli, cambia radicalmente la nostra visione del mondo, perché mostra che la vita degli antichi cacciatori-raccoglitori, in questa regione della Turchia, era di gran lunga più progredita di quanto si sia mai concepito. E’ come se divinità scese dal cielo avessero costruito Gobekli con le loro mani.

La particolare disposizione del complesso di Gobekli Tepe ricorda inoltre la disposizione delle principali stelle delle costellazione delle Pleiadi (conosciute anche come le Sette sorelle, chiamate dagli antichi romani Vergilie) che contano diverse stelle visibili ad occhio nudo nella costellazione del Toro, di cui tanti siti archeologici del mondo sembrano uniti nella medesima volontà’ di omaggiare queste stelle.

Gobekli Tepe: Il tempio che non dovrebbe esistere 9Pochi anni fa, gli archeologi rinvennero presso Cayonu un mucchio di teschi umani. Essi furono trovati sotto una lastra d’altare, tinta con sangue umano. Nessuno è sicuro, ma questa può essere la prima prova di sacrifici umani: uno dei più inspiegabili comportamenti umani, che potrebbero avere sviluppato solo di fronte ad un terribile stress sociale.

Gli esperti possono discutere sull’evidenza di Cayonu. Ma quello che nessuno nega che è il sacrificio umano abbia avuto luogo in questa regione, tra la Palestina, Israele e Canaan. L’evidenza archeologica indica che le vittime erano uccise in enormi fosse di morte, i bambini erano sepolti vivi in vasi, altri erano bruciati in grandi giare di bronzo.

Questi atti sono quasi incomprensibili, a meno che non si pensi che la gente aveva imparato a temere le divinità, perché era stata scacciata dal paradiso. Così avrebbe cercato di propiziare la collera dei cieli. Questa barbarie potrebbe, infatti, essere la chiave di soluzione di un ultimo, sconcertante mistero. I sorprendenti fregi di pietre di Gobekli Tepe si sono conservati intatti per uno strano motivo.

Molto tempo fa, il sito fu deliberatamente e sistematicamente sepolto con un colossale lavoro insieme a tutte le sue meravigliose sculture di pietra. Intorno al 8000 a.C., i creatori di Gobekli seppellirono la loro realizzazione e il loro glorioso tempio sotto migliaia di tonnellate di terra, creando le colline artificiali sulle quali il pastore curdo camminava nel 1994. Il motivo che spinse gli antichi a seppellire per sempre il tempio di Gobekli Tepe rimane a tutt’oggi un mistero.

Fonte: Nibiru 2012

Dalla “Chiamata agli Animali” alla Porta del Leone

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Dalla “Chiamata agli Animali” alla Porta del Leone

Un viaggio per elevare la coscienza

di Celia Fenn

6 agosto 2015

Dalla "Chiamata agli Animali" alla Porta del Leone rkIn questo periodo del 2015, stiamo certamente cavalcando l’Onda di una potente energia trasformatrice. La nostra vita e la nostra Realtà vengono cambiate a un ritmo molto veloce e in modi con cui stiamo ancora facendo i conti. Credo che la più recente onda di cambiamenti sia stata la più decisiva e, forse, la più sorprendente.

Riguarda i nostri compagni sulla Terra: gli Animali. Detto piuttosto semplicemente, la Terra non può continuare la sua ascensione a meno che non faccia la pace con il Regno Animale. Dobbiamo accogliere nella NOSTRA coscienza il fatto che in un Mondo di Quinta Dimensione siamo tutti connessi e ciò significa che non possiamo più abusare e distruggere senza riconoscere che siamo noi stessi a essere abusati e distrutti.

Questo risveglio, questo riconoscimento e, in definitiva, questo elevarsi della coscienza si sono concentrati sull’Africa. Perché? Beh, per diversi motivi. Probabilmente quello più evidente è che l’Africa è l’unico continente che ha ancora un’ampia popolazione di fauna selvatica, ma che ora è gravemente minacciata.

In secondo luogo, l’Africa è il continente dove si concentra il Progetto di Sirio, che è la guida e l’amore dei Maestri Siriani provenienti dal Sistema Stellare di Sirio. Questa influenza si estende dall’Egitto al nord al Sudafrica al sud.

Il Solstizio del 21 Giugno e la “Chiamata agli Animali”

Per le celebrazioni del solstizio di quest’anno, l’Arcangelo Michele mi ha chiesto di indire una Meditazione Globale sulla “Chiamata agli Animali”. Il suo scopo era di invitare gli animali affinché potessimo esprimer loro il nostro desiderio che venissero con noi nella Nuova Terra e di essere parte della nostra Realtà della Nuova Terra.

A quel punto non mi ero resa conto quanto fosse fondamentale per l’intero progetto dell’Ascensione esprimere questa intenzione ai nostri fratelli e sorelle sulla Terra!

Inoltre, mi è stato anche mostrato che gli Animali non sono forme inferiori di vita, ma sono anche “Semi Stellari”, doni da parte degli Esseri Creatori che sono la nostra Famiglia Galattica e Cosmica. Se non possiamo onorare la nostra Famiglia Animale, come possiamo onorare la Famiglia Galattica e Cosmica che ha donato queste Forme di Vita al nostro Pianeta?

Nel frattempo, sono stata anche invitata a partecipare a una Cerimonia a nord del Sudafrica, in una antico Cerchio di Pietre. Questo luogo era situato sul meridiano del “Nilo” e ai confini del Sudafrica, Swaziland e Mozambico. Appena a nord c’era il Parco Nazionale Kruger, il nostro più grande parco per la fauna selvatica, e, oltre, lo Zimbabwe.

E così è stato per me un grande onore poter partecipare con un gruppo di persone mentre “Chiamavamo gli Animali” dal Cerchio Sacro che avevamo creato intorno alle pietre principali. Ricordo alquanto chiaramente di aver chiamato il Leone del Nord. Nel nostro cerchio, il nord era verso il Parco Kruger e lo Zimbabwe, dimora di Cecil il Leone che doveva diventare un importante interprete di questa ondata di energia.

Io ho specificatamente chiamato i Leoni Bianchi come Custodi dello Spirito dell’Africa, per essere i guardiani del nord. È stato anche interessante che la nostra Cerimonia fosse visitata da due grandi Corvi, che, come messaggeri del mondo dello Spirito, hanno portato le nostre intenzioni nei Reami dello Spirito.

Cecil, il Leone e i Leoni Reali di Sirio

Dalla "Chiamata agli Animali" alla Porta del Leone 1Ed è stato così che il messaggio è stato ricevuto dai Custodi dello Spirito dell’Africa e dai Leoni Reali di Sirio.

Ora, forse dovrei spiegare quanto siano importanti i Leoni negli insegnamenti Siriani.

Nella storia della creazione, il Primo Creatore, conosciuto come Amun-Ra, dà alla luce due esseri che vengono chiamati Shu e Tefnut.Dalla "Chiamata agli Animali" alla Porta del Leone 01 Essi sono le energie Maschili e Femminili originali, e Tefnut, che è il Femminile, è sempre dipinto come una Donna dalla Testa di Leonessa. L’energia del Leone/Leonessa è Sacra per i Siriani, è la manifestazione dell’Essenza Creatrice Divina.

Ed è così che in Africa, dove l’energia di Sirio è più forte, sono venuti i Leoni per essere i Custodi dello Spirito del Continente. Ed è stato lì, nel Consiglio dello Spirito dei Leoni Bianchi, che la nostra chiamata è stata udita. E così si è deciso che ci sarebbe voluto un Nobile Leone affinché portasse all’Umanità il messaggio dei Leoni e la chiamata alla “Famiglia” nella Nuova Terra.

Ed è stato così che Cecil, il nobile Leone di Hwange, è stato chiamato a rivestire il ruolo del Sentiero Sacro del Re Leone.

Ora, mentre questa è una bellissima storia, la stessa non nasconde il fatto che in Africa ogni giorno i Leoni vengono braccati e uccisi e che la morte di Cecil non è stato un “sacrificio richiesto” ma un’illustrazione di ciò che sta accadendo a tutti i leoni africani e, in definitiva, a tutti gli animali sulla Terra.

Lo scopo dell’uccisione pubblica di Cecil il Leone è stato quello di portare l’energia del Leone nella Coscienza Collettiva proprio nel momento in cui il Sole era in Leone e noi ci stavamo avvicinando a un Momento dell’Ascensione davvero cruciale nella Porta del Leone del 2015, l’8/8/8.

Lo scopo era rendere l’Umanità consapevole di ciò che stava accadendo ai leoni e agli animali sulla Terra. Ricordare all’Umanità la loro missione di amare e sostenere gli animali e il loro scopo nel ricreare il Giardino sulla Nuova Terra affinché tutte le Forme di Vita potessero essere presenti.

Ed è stato per renderci consapevoli che i nostri fratelli e sorelle della Nazione Stellare, specialmente i Siriani, erano qui presenti con noi in questo lavoro. Le potenti energie della Porta del Leone stanno aiutando il Pianeta ad attraversare le Porte del Tempo per giungere nelle Dimensioni Superiori che sono sorvegliate dai Leoni Reali Siriani di Ieri e di Domani.

8/8/8 : La Porta del Leone e Oltre

Dalla "Chiamata agli Animali" alla Porta del Leone 001La Porta del Leone del 2015 dell’8 agosto è il culmine di un’Ondata Ascensionale che solleverà il pianeta nelle frequenze più elevate di Luminosità che siano mai state realizzate sulla Terra!

L’8 di agosto, i Leoni Reali Siriani saranno nel Reame dello Spirito come assistenti in questo meraviglioso momento d’Ascensione e Nascita per il Pianeta.

Possiamo anche essere certi che Cecil il Leone sarà presente come Anima/Spirito per vegliare sulle fasi finali della storia che ha contribuito a creare.

D’ora in poi, gli Animali assumeranno la propria sovranità e diventeranno i nostri compagni della Nuova Terra.

Questo creerà un cambiamento radicale nella coscienza che sfiderà tutto quanto crediamo sull’amore e la compassione e il modo in cui incarniamo queste energie essenziali.

Ci sarà richiesto di cambiare da una società che crede che l’Umanità sia il centro e che ogni altra cosa sul Pianeta siano semplicemente “risorse” da consumare, a una società che riconosce l’Unità di una Famiglia di Esseri Viventi che condividono una casa e un destino.

Questo è il Grande Cambiamento che dobbiamo fare, che la Terra deve continuare ad ascendere al suo vero Destino come un Pianeta d’Amore e Compassione.

Originale in inglese: http://starchildglobal.com/channels-and-articles/from-calling-the-animals-to-the-lionsgate/

Tradotto da Susanna Angela per Stazione Celeste

www.stazioneceleste.it

Quando Sorgono due Soli: Sirio e il Nuovo Anno Planetario

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Quando Sorgono due Soli: Sirio e il Nuovo Anno Planetario di Celia Fenn 19 luglio 2015 La fine di luglio viene celebrata come il Nuovo Anno Planetario perché molte delle antiche razze di Custodi del Tempo sulla Terra lo riconoscevano come il momento in cui iniziava un importante Nuovo Ciclo di Tempo Evolutivo. Questo periodo era anche associato con quel … Continue reading

Messaggio da Sirio

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Messaggio da Sirio: La vera essenza dell’uomo Sabato 04 Dicembre 2010 Uomini e donne dell’umanità intera, vogliamo a voi giungere con forza ed energia per permettervi di connettervi alla vostra vera natura spirituale. E’ tempo di riconoscere quale è la vera essenza dell’uomo. Ognuno di voi sappia che non è solo uomo o donna, ma è un grande Essere di … Continue reading

THE EVENT

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THE EVENT di Rustam Vakilov.

THE EVENTEcco un cortometraggio in video realizzato dal russo Rustam Vakilov che mostra il risveglio di uno Starseed Orion, si tratta di un bel volo di fantasia, la realtà è molto più prosaica ma comunque il video è molto ben realizzato.

Agli abitanti di Khem: gli antichi Egizi, gli Atlantidei si presentarono in questo modo e conseguentemente furono divinizzati nelle divinità del pantheon Egizio: Osiride, Iside, Horus, Thoth.

Nel video è da rimarcare anche la presenza di un grande numero di significati simbolici nascosti; dai numeri doppi, alle forme geometriche, ai simboli radionici palesi e nascosti.

Link: T h e E V E N T on Vimeo

Writer, Director & Producer: RUSTAM VAKILOV (rustamvakilov.com)  (facebook.com/rvakilov)

Website: Facebook.com/theeventmovie
IMDB: imdb.com/title/tt3922968

Vrillon

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Messaggio del comandante Vrillon Nel tardo pomeriggio del 26 novembre 1977, durante la messa in onda del notiziario dell’emittente inglese TV England Southern Television, un segnale pirata di provenienza sconosciuta si inserisce nella trasmissione ufficiale. Il segnale conteneva la strana voce di un essere definitosi Vrillon, rappresentante del Comando Galattico di Ashtar. Il messaggio, il lingua inglese, conteneva 600 parole, … Continue reading

GLI STARSEED

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GLI STARSEED Chi sono Il Pianeta Terra occupa una posizione chiave nel nostro sistema solare e nel complesso della nostra galassia. È diventato una sorta di incrocio attraversato dall’enorme “traffico” proveniente da altri pianeti, mondi e densità. I membri di diverse confederazioni interstellari – molte delle quali hanno i rispettivi rappresentanti attualmente incarnati fisicamente sulla Terra – si sono avvicinati … Continue reading

CROP CIRCLE DI BARBURY CASTLE 1991

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CROP CIRCLE DI BARBURY CASTLE 1991

CROP CIRCLE DI BARBURY CASTLE 1991 e Questo cerchio è stato denominato “The Mother of All Crop Circles” (La Madre di tutti i Cerchi nel Grano) poichè è stato il primo cerchio che si è discostato dalle classiche geometrie precedenti composte essenzialmente da semplici cerchi e da alcune linee di connessione.
forza_8E’ un cerchio di straordinaria importanza, appartenente alla “categoria” dei cerchi “sacri”.
Infatti nella tradizione cabalistica il tetraedro con i tre satelliti connessi con un cerchio centrale interno rappresenta la Trinità Divina che è allo stesso tempo un’entità unica e triplice.
CROP CIRCLE DI BARBURY CASTLE 19918E’ interessante notare che la somma delle superfici dei tre satelliti è pari a quella del maggiore dei cerchi centrali! Inoltre la superficie ricoperta dall’intero Crop è pari a 31680 sqf. (piedi quadrati) che nella Bibbia è la superficie della Nuova Gerusalemme simbolo del Messia ovvero Gesù Cristo.
Come si può notare dalla ricostruzione geometrica il cerchio contiene contemporaneamente geometrie basate sul triangolo equilatero, sul quadrato, sul pentagono e sull’esagono: è un concentrato di Geometria Sacra.
CROP CIRCLE DI BARBURY CASTLE 1991 wUn’analisi geometrica dei due cerchi maggiori centrali sembrano fare riferimento alla sfera inscritta (la sfera interamente contenuta nel tetraedro e tangente nei punti centrali alle quattro superfici triangolari che lo delimitano) ed a quella interscritta (la sfera tangente nei punti mediani ai sei spigoli del tetraedro).
Il satellite superiore avente i sei archi di cerchio radiali equispaziati, risulta essere una porzione centrale del fiore della vita.
Il satellite inferiore destro rappresenta l’avvolgimento a spirale circolare delle linee energetiche generate da un tetraedro a base quadrata.

La notte della sua comparsa a Barbury Castle sono stati osservati strani fenomeni luminosi rassomiglianti a tubi di luce che scendevano verticalmente dal cielo sui campi di grano. Testimoni che si sono recati sul posto la mattina seguente hanno dichiarato che il pittogramma era sovrastato da una strana aureola di colore verde.CROP CIRCLE DI BARBURY CASTLE 1991-600x600

Maurizio Cavallo Jhlos

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Maurizio Cavallo Jhlos Vi presento la figura di Maurizio Cavallo scrittore e artista, conosciuto con lo pseudonimo di Jhlos uno dei più famosi contattati italiani: Scrittore e artista conosciuto con lo pseudonimo di Jhlos, è apprezzato in Italia e all’estero per le sue poesie, psicopitture e opere musicali di suggestiva intensità. In qualità di giornalista pubblicista specializzato nella ricerca del … Continue reading

IL RITORNO DELLE STAR NATIONS

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IL RITORNO DELLE STAR NATIONS lL viaggio umano attraverso la successione dei mondi. Dall’analisi delle antiche profezie dei nativi americani, gli interrogativi di uno dei più coraggiosi scienziati di frontiera La millenaria saggezza degli Indiani delle praterie risuona come potente ed esemplare messaggio per tutti i popoli della Terra che anelino ad una nuova e completa coscienza cosmica, in sintonia … Continue reading

Tiahuanaco la Città degli Dei

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Tiahuanaco la Città degli Dei Tiahuanaco possiede una leggenda che la vuole edificata, in una sola notte da un misteriosa razza di giganti; mentre i locali narrano di Dèi scesi da cielo “sulle ali d’immensi condor”, quando i loro antenati volavano su grandi “piatti d’oro” mossi da vibrazioni sonore. Tiahuanaco è uno di quei luoghi di cui non conosciamo l’origine … Continue reading

Sulle Canalizzazioni

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Sulle Canalizzazioni Sulle Canalizzazioni I Sicari del Karma | Hearthaware Disclosure: quanto dovremo aspettare ancora? | Hearthaware Il Demiurgo Corrotto e la New Age | Hearthaware Leggendo questi tre articoli e meditandoli sono giunto a delle conclusioni riguardo al fenomeno delle canalizzazioni. Certamente gli autori degli articoli sopra elencati hanno ragione riguardo alla prudenza nel trattare la materia in questione … Continue reading

Pitture rupestri in Australia

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Pitture rupestri in Australia e il segreto di Ayers Rock Le tradizioni come si sà non muoiono mai. Le società meno progredite o provinciali custodiscono le strutture più arcane nonché un abile spirito di continuazione e preservazione della propria cultura, sempre più a rischio dalla cultura del mondo moderno. Distaccandoci per un attimo da quella antropologia mirante a studiare un … Continue reading

Incisioni rupestri aliene in Valcamonica

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Incisioni rupestri aliene in Valcamonica

Incisioni rupestri aliene in Valcamonica Segnali incisi nella roccia indicano una probabile via delle stelle… Messaggi della cultura dei Camuni o cos’altro? Animali, uomini, dei o alieni?
Per lo studioso di antichi misteri o per il semplice curioso appassionato di archeologia è d’obbligo una visita approfondita a Ceto, in provincia di Brescia, Lombardia, presso la Riserva Regionale di Ceto-Cimbergo-Pasparddo. Tutelata dall’Unesco, la Riserva raccoglie, oltre a un florido ecosistema boschivo e animale, una fetta del periodo Neolitico entro il quale si sviluppò la civiltà dei Camuni. Qui, disseminate a tratti, sono visibili da sempre splendide incisioni rupestri che riproducono la vita, la storia, gli eventi quotidiani e più straordinari di questa antica cultura.

Creature spaziali

Molte delle incisioni sono di aspetto bizzarro ed enigmatico: particolarmente interessanti per chi si diletti nelle teorie legate alla Paleoastronautica (già introdotte da studiosi e scrittori del calibro di Peter Kolosimo, Erich Von Däniken, Robert Charroux, Pauwels e Bergier, n.d.a.) o degli Antichi Astronauti sono alcune figure umane stilizzate, la cui testa è “racchiusa” all’interno di una specie di casco, trasparente, all’esterno del quale si dipartono sorte di raggi (fasci di luce? n.d.a.). Le creature, o gli “spaziali” come qualcuno ha sostenuto in volumi dedicati all’argomento, reggono nelle loro mani degli oggetti, strumenti di origine ignota. I più noti e famosi sono quelli presenti nella parete che la guida della Riserva Regionale di Ceto indica come Roccia N°24.

Va ricordato che le misteriose figure di tali presunti Antichi Astronauti hanno spinto alcuni coraggiosi ricercatori a ipotizzare la venuta sulla Terra, durante il periodo Neolitico, proprio in questa zona, di visitatori extraterrestri. La teoria, molto cara al noto professore russo Aleksandr Kasanzev, ha avuto ampia eco, portando alla scoperta di altre incisioni più o meno simili in aree remote del pianeta: dall’Africa, all’Australia, dalla Francia alla Mesoamerica, fino alle Ande. Come ha ricordato Jacques Bergier nel suo libro “Il Mattino dei Maghi”, sono “ipotesi interessanti, stimolanti, degne di conversazione… ma rimangono soltanto per il momento solo teorie.” Noi possiamo aggiungere che, in ogni caso, nessuno può negare aprioristicamente o confermare l’ipotesi di un presunto contatto, voluto o meno, tra visitatori alieni e le culture Camune della zona.

Canali e “mappe stellari” rupestri
Le stranezze nella Valcamonica non finiscono qui. Al viaggiatore non deve sfuggire la visita di un’altra importante area archeologica: il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri che si estende presso Capo di Ponte, provincia di Brescia, nelle vicinanze di Ceto. La Valcamonica – la cui etimologia trae le origini da Camuni – era popolata da cacciatori e pastori semi-nomadi di origine ligure; per alcuni archeologi l’origine di questa cultura è da collegarsi alle tribù celtiche di matrice centroeuropea che si insediarono in buona parte del Nord Italia intorno al 3.000 a.C. In condizioni di relativo isolamento, protrattosi fino alla conquista militare dei Romani nel 16 a.C. circa, i Camuni diedero vita a una cultura autonoma, con caratteri fortemente omogenei.

La documentazione e la prova di questo passaggio culturale, dal nomadismo a una civiltà con radici fisse, è testimoniata da oltre 40.000 figure rupestri scolpite nella roccia, incise su 900 lastre granitiche. Furono rinvenute e segnalate al mondo scientifico dal prof. Gualtiero Laeng. In seguito, a partire dal 1929 fino ai giorni nostri, sono state condotte campagne di scavo, ricerche sistematiche di classificazione, recupero e restauro di tutte le incisioni rupestri. Ma dobbiamo attendere il 1956, quando il prof. Emmanuel Anati (che condusse numerose spedizioni sul monte Har Karkom, dedicando molto tempo alla ricerca di tracce e prove concrete della biblica Arca dell’Alleanza, n.d.a.) avvia uno studio sistematico di tutti i paleograffiti fino alla prima campagna di scavo del 1962, i cui entusiasmanti risultati vennero presentanti e pubblicati all’interno degli Atti del Simposio Internazionale di Arte Rupestre tenutosi a Boario Terme nel 1968.
Come ha ricordato Anati: “…le incisioni rupestri della Valcamonica, si dispongono su un arco temporale tra la tarda età eneolitica e l’età preromana e sono osservabili ovunque in tutta la valle, soprattutto nella zona di Boario Terme con una massima punta compresa tra Ceto e Sellero per finire con Capo di Ponte.” Per promuovere e conoscere questa antica e misteriosa civiltà Anati ha fondato il primo Centro Camuno di Studi Preistorici.

Scivoli della fertilità
Ma proprio presso Capo di Ponte si raccoglie un altro affascinante mistero. Nell’area, facilmente raggiungibile a piedi, esistono interessanti tracce artificiali, composte da strani “canali” scavati profondamente sulla superficie delle rocce. I geologi, dopo attente analisi, hanno escluso che si tratti di processi di corrosione della roccia, ma piuttosto dell’intervento di esseri umani. L’italiano Dario Spada, in un suo interessante studio, riporta i pareri autorevoli di altri ricercatori che si sono concentrati sui “canali artificiali” di Capo di Ponte; secondo questi sarebbero degli “scivoli” della fertilità dove le donne Camune si lasciavano cadere, allo scopo, largamente diffuso nelle comunità neolitiche, di propiziare la nascita di nuovi figli all’interno della tribù. “Di questi scivoli o canali artificiali – ha spiegato il prof. Priuli, direttore del Museo d’Arte Preistorica di Capo di Ponte – ve ne sono moltissimi in questa zona e quasi tutti scavati, incisi, in rocce preistoriche. La maggior parte di esse sono però associate anche dalla presenza di coppelle e simboli astrali in fondo o alla loro sommità. Numerosi di questi canali propiziatori con la ricostruzione di antiche costellazioni impersonate mediante lo scavo delle coppelle, sono presenti anche in Piemonte e in Valle d’Aosta. E secondo alcune dicerie locali, verrebbero ancora usate a tutt’oggi, dalle donne della zona”. A tutti gli effetti, l’area della Valcamonica è il più grande Parco Preistorico d’Italia e d’Europa.

Paleograffiti nel mondo
Visitando il sito di Kivik, circa 80 chilometri a sud di Simrishamn, in Svezia, si notano, sulle pareti interne di un sarcofago di pietra dell’Età del Bronzo, cerchi e semicerchi, simboli di divinità simili a quelle della Valcamonica e sfere volanti. Ancora in Svezia, nei dintorni di Tanum, gli antichi abitanti dovrebbero essere stati testimoni di ripetuti avvistamenti di “sfere volanti” dotate di raggi abbaglianti. Immagini pressoché identiche sono state scoperte nei siti archeologici di Fuencaliente in Spagna, a Santa Barbara e presso Inyo County, in California (USA). Interessantissime sono le pitture rupestri dell’altopiano del Tassili, Sahara meridionale, in Africa. Qui, sono visibili da migliaia di anni, insieme a figure umane perfettamente stilizzate, altre “sagome” di creature vagamente umanoidi accompagnate da oggetti e sfere volanti di fogge e dimensioni diverse. Spostandoci più a est, nell’attuale Uzbekistan, uno sconcertante disegno rupestre mostra un astronauta in tuta spaziale sul quale campeggia, sospesa nel cielo dipinto sullo sfondo, una nave discoidale che ricorda gli attuali UFO. E ancora: in Australia, presso il distretto di Kimberley Ranges, nitide pitture rupestri ritraggono un Wondjina, l’essere sovrannaturale privo di bocca, con una specie di casco (altro riferimento agli “spaziali” della Valcamonica), su cui appaiono delle scritte (altri ricercatori lo interpretano come una “aureola fiammeggiante”). Alla sinistra dell’essere sono presenti anche sfere o cerchi (per lo studioso di Paleoastronautica Ulrich Dopatka appaiono come dei numeri 0) disposti rispettivamente in tre righe di 21, 24 e 17 per un totale di 62 cerchi, il cui significato rimane ignoto.

di Fabio Gariani.

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Mistero di Palenque

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Mistero di Palenque

Mistero di PalenqueUn mistero per gli archeologi, un antico astronauta o la raffigurazione allegorica della discesa agli inferi di un antico re ?

Secondo Erich von Däniken si tratta della prima ipotesi, per molti acheologi questa è una interpretazione fantasiosa ma alla luce di altri misteri del sito di Palenque (il “guerriero con il mitragliatore” ad esempio) e delle simili testimonianze lasciate dai popoli antichi, io credo che Däniken abbia ragione.

LINK: www.daeniken.com

Verso la fine degli anni sessanta, lo scrittore svizzero Erich von Däniken portò all’attenzione del grande pubblico un controverso ritrovamento. Nel suo libro Ricordi del Futuro, pubblicato nel 1968, Däniken racconta della scoperta di una pietra tombale presso il Tempio delle Iscrizioni nella città di Palenque (Messico), che secondo lo scrittore rappresenta una solida testimonianza di una visita che una civiltà aliena avrebbe svolto sul pianeta terra in tempi antichi. Le incisioni presenti su questo reperto, fanno in effetti pensare ad un uomo intento a pilotare un qualche genere di veicolo a razzo; queste teorie furono discusse anche in Italia grazie allo scrittore e giornalista Peter Kolosimo, alias Pier Domenico Colosimo, ritenuto uno dei fondatori della paleoastronautica o archeologia misteriosa insieme a Erich von Däniken.

Palenque è un importante sito archeologico situato nello stato di Chiapas, in Messico, vicino al fiume Usumacinta. Si tratta di un sito di medie dimensioni ma, nonostante questo, contiene alcune delle più belle opere architettoniche e scultorie create dalla civiltà Maya. Alcuni resoconti storici la indicano come la più grande città dell’emisfero occidentale ai tempi del suo splendore che comincia circa nel 400 d.C. e prosegue per quattro secoli, fino a quando la città viene misteriosamente abbandonata e lasciata alla giungla. Verso la fine del diciassettesimo secolo, le rovine di Palanque  vengono ritrovate da uno spagnolo, Antonio del Rio, che però non da importanza alla cosa e getta nuovamente la città nell’oblio. Nel 1830, il soldato di ventura Jean Frédéric Waldeck  riscopre la città. L’uomo rimase nella zona per più di tre anni, realizzando diversi schizzi delle rovine. La città venne poi portata alla ribalta dai famosi esploratori Stephens e Catherwood, che nel 1840 si recarono nella città e scrissero un libro a proposito. Gli scavi archeologici iniziarono molto tempo dopo, nel 1930 e furono diretti dall’archeologo M. A. Fernandez, in collaborazione con F. Blom e Ruz Lhuillier, fu nel corso di questi lavori che vennero riportati alla luce numerosi templi; soprattutto è da ricordare la scoperta del Tempio delle Iscrizioni, il quale custodiva un sensazionale reperto.

Nel Giugno del 1952, Ruz Lhuillier stava lavorando a dei restauri nel Tempio delle Iscrizioni. Casualmente si imbattè in una lastra del pavimento munita di alcuni fori. L’uomo vide che la lastra si sollevava e scoprì un passaggio segreto che conduceva ad una piccola cripta situata nel cuore della piramide a diciotto metri di profondità. All’interno della cripta vi era una tomba coperta da una colossale lastra di pietra da cinque tonnellate. Secondo le iscrizioni, in quel luogo era sepolto colui chiamato halac uinic, che significa ‘vero uomo’. Dovrebbe trattarsi di K’inich Janaab’ Pakal, conosciuto anche come Pakal il grande o semplicemente Pacal. Fu l’ultimo re della grande città di Palenque; la cosa che colpì particolarmente l’archeologo fu la strana incisione sulla lastra di pietra che copriva la tomba: il re Pakal viene infatti ritratto all’interno di quella che potrebbe sembrare una capsula spaziale, intento a tirare leve e pigiare bottoni. Nella parte posteriore della rappresentazione vi è una struttura che qualcuno ha identificato come un motore, dalla quale si diramano fiamme. La notizia fece scalpore e, verso la fine degli anni 60, la questione venne trattata dallo scrittore svizzero Erich Von Däniken nel suo libro Ricordi del Futuro e anche in Italia da Peter Kolosimo. L’interpretazione dello scrittore si basa sul fatto che i Maya  siano stati visitati da una razza aliena di cui ormai si è perso il ricordo. Questa teoria, anche se affascinante, non concorda pienamente con i fatti: per prima cosa, i lineamenti della figura incisa sulla lapide sono chiaramente Maya, non alieni. Anche l’abbigliamento non ha niente a che fare con l’astronautica, ma è invece un comune vestito dell’epoca. Può darsi che l’interpretazione ‘spaziale’ sia stata troppo frettolosa.

Nel 1974, un congresso di studiosi interpretò diversamente il simbolismo della stele di Palenque   attribuendogli un significato spirituale ed identificando uno ad uno i diversi simboli che si intrecciano nella rappresentazione: in tale contesto, la figura umana centrale viene identificata come il sovrano-sacerdote Hanab Pakal II, posta sopra la maschera del dio della pioggia, da cui si dirama un’albero cruciforme con un serpente bicefalo e l’uccello Quetzal. Studi più approfonditi hanno allontanato sempre di più l’ipotesi che il re Pacal fosse stato un paleocosmonauta. Si è infatti scoperto che l’elaborato bassorilievo sulla lastra di pietra è in realtà la fusione di sei bassorilievi, rinvenuti anche singolarmente ed indipendentemente gli uni dagli altri in altri siti archeologici e di cui gli esperti di civiltà precolombiane hanno stabilito incontrovertibilmente l’esatta valenza simbolica.

Mistero di Palenque glyphsAndiamo con ordine: partendo dal basso della raffigurazione (così come è mostrata nell’immagine sopra) il primo glifo che troviamo è quello che per la cultura Maya rappresenta l’occidente, dove il sole cala e ‘muore’ creando l’accesso per il mondo dei morti. In un’antica mappa Maya, l’occidente viene collocato in basso, proprio come nella pietra di Pacal; il nord, simboleggiante la terra della pioggia, è a sinistra di esso. Il sud è a destra e rappresenta il sole a mezzogiorno, quindi il luogo del calore; infine l’est, in alto, è il luogo dove sorge il sole e quindi dove ha inizio la nascita o la rinascita.

Sopra il primo glifo ne troviamo un secondo, che secondo la maggioranza degli studiosi rappresenta la maschera ossea del dio della morte, signore del livello dell’Oltretomba. Sopra di esso è collocata una figura umana; tutti ritengono si tratti di Hanab Pakal II, sovrano-sacerdote di Palenque; i cui resti sono stati conservati per secoli sotto questa enorme lapide.

La mitologia Maya vede i quattro punti cardinali (Nord, Sud, Ovest, Est) uniti da una gigantesca croce chiamata l’Albero della Vita, che collega il cielo, la terra e il regno dei morti. Questo ci porta al terzo glifo, posto appena sopra la figura umana: esso rappresenta, in questa raffigurazione, oltre che l’albero della vita, anche l’albero, inteso come vegetale, la Via Lattea ed il “Bianco Cammino”, una strada sacra che corre da oriente ad occidente, dalla nascita alla morte. Si presume infatti che la stele rappresenti il viaggio del Re Pacal verso gli inferi.

Il quarto glifo è sovrapposto all’albero della vita e rappresenta un serpente bicefalo che i Maya adoravano; era conosciuto come Itzamnà o Dragone Celeste, figlio di Hunab Ku, è governatore degli dèi, dio del sole, del mais, della scrittura e delle arti. Simbolicamente esso rappresenta la vita e la morte e fu la principale divinità Maya fino all’anno 800 dopo cristo, quando gli Aztechi invasori lo soppiantarono con il dio Tezcatlipoca.

Giungiamo infine al quinto simbolo, che si trova nella parte più alta del bassorilievo e rappresenta un Quetzal, un uccello sacro per i Maya e odierno simbolo nazionale del Guatemala. La combinazione di questi simboli ha tratto in inganno molti studiosi poichè visti nel complesso sono difficilmente riconoscibili. La chiave che ha permesso di decifrare il complesso simbolismo è costituita proprio dalla presenza di Hanab Pakal II, che nella rigida gerarchia della Città-stato di Palenque  rappresentava il fulcro dell’universo; la sua posizione ‘centrale’ nella raffigurazione è dovuta proprio al suo status.

Fonte:
www.inspiegabile.com