REALIZZAZIONE DELL’UNITA DELLA CREAZIONE

REALIZZAZIONE DELL’UNITA DELLA CREAZIONE

REALIZZAZIONE DELL’UNITA DELLA CREAZIONEIn questo testo vorrei condividere una realizzazione che ho avuto durante una riflessione su vari argomenti che avevano destato la mia attenzione seppure non avessi subito colto il collegamento che esiste fra di loro. Durante la stesura del testo su Ramana Maharshi ho meditato su alcuni concetti metafisici che riguardano la filosofia indiana che avevo esplorato anni addietro e che credevo di aver compreso, mentre invece a causa del mio livello di progresso mi sfuggiva il loro essere parte di unico concetto. Per primo riporto i brani che ritengo più salienti di alcuni di questi scritti con in calce il link al testo completo. Di seguito espongo alcune considerazioni che ho maturato dopo una intensa ponderazione sull’argomento, ottenute anche grazie ad alcuni “aiuti”.

Vorrei cominciare l’esposizione con dei passaggi tratti dal testo “Sri Ramana Maharshi e la non dualità”

Gli insegnamenti di Sri Ramana Maharshi sono una purissima espressione della filosofia Advaita, un termine che significa “non dualità”, “non dualismo” o, per essere più precisi, “al di là di dualismo e non dualismo”.

Naturalmente in queste poche righe, non ho intenzione di addentrarmi che molto superficialmente nella vastissima e poliedrica filosofia indiana. Tanto per dare una vaga idea a chi non conosce l’argomento, il Dio Shiva nel Vedanta è identificato come la Coscienza, è lo stesso Sé. Perciò il Sé (Dio) non potrà mai essere conosciuto come “oggetto”: non può esser visto perché è ciò che vede, non può essere udito perché è ciò che ode, non può essere pensato perché è ciò che pensa. E’ oltre lo spazio e il tempo e contiene in sé tutta la manifestazione. Non ha forma, ma è la base di ogni forma. E’ la suprema identità. E’ sempre soggetto e mai oggetto. E’ l’Uno. Può essere conosciuto solo per immedesimazione.

Nel cuore, la coscienza immersa nel Sé partecipa all’eterno. Quando si supera l’identificazione con il corpo e la mente percepiamo di essere Spirito, l’Uno atemporale che tutto contiene, là dove le parole, il pensiero e la fantasia non possono giungere, nel mondo dell’inesprimibile “qui” dell’essere…

…Il Sé (o la Coscienza-Consapevolezza) nella sua natura essenziale non è diviso in osservatore e osservato, interno-esterno, perché ogni coppia di opposti deve il suo esistere all’interdipendenza. Tutto è contenuto nell’Uno, nella consapevolezza non divisa, che è appunto il substrato coscienziale in cui appaiono i fenomeni del divenire e le creazioni della mente e del pensiero.

…Se con mente sgombra e attenta si avvicinano le parole di saggi come Ramana Maharshi, esse possono davvero risvegliare la coscienza e far percepire l’Unità della vita. In tal modo, il cuore si sintonizza con il flusso spontaneo del Sanatan Dharma (la legge dell’armonia universale) e solo così l’essenza del suo insegnamento è davvero trasformativa e liberatoria. Ogni uomo può trovare la realizzazione del Sé, riconoscere l’Unità e trovare pace interiore, senza inseguire il destino di qualcun altro e senza cercare di essere ciò che non è. La realizzazione, è l’adempiere al proprio destino senza imitare nessuno. E’ l’essere autenticamente ciò che si è. La serenità sorge quando si è liberi dal conflitto della mente divisa… finalmente “a casa”. Il santo è un essere umano come gli altri, il cui destino è quello di fare la parte di colui che indica ad altri la via della liberazione e del risveglio. Ed è responsabilità di chi ascolta il suo messaggio, indagare con sincerità quella via e trovare in sé la Verità.

…Per la mente occidentale, inoltre, è difficile comprendere che il mondo fenomenico è Maya, un’illusione. Ramana Maharshi paragona il mondo fenomenico ai riflessi che appaiono sullo specchio. In assenza dello specchio essi non esistono, non sono reali. Le immagini dipendono dallo specchio: l’immagine c’è ma non è la realtà, è solo un riflesso, per cui si potrebbe dire che esiste e non esiste. La coscienza è lo specchio reale. Se lo specchio è distorto il mondo appare distorto. Se Shiva è la pura Coscienza-consapevolezza, Paramashiva è oltre e prima della Coscienza, è l’Assoluto impensabile e inconoscibile da cui essa emerge e in cui manifesta. Questo è lo “stato di Turya” il Vuoto, in cui Ramana viveva in grande umiltà”.

Di Filippo Falzoni Gallerani Tratto da “Sri Ramana Maharshi e la non dualità”(Link)

Vorrei continuare con brani tratti dalle “Storie Dello Yoga di Vasistha”

Vasistha continuò: “O Rama, proprio come considerata nello stato di veglia non c’è materialità negli oggetti visti in sogno, sebbene sembrino concreti nel sogno stesso, questo mondo appare materiale ma in realtà è Pura Coscienza. In un miraggio l’acqua non è mai esistita, così non c’è un mondo reale ma solo Pura Coscienza.

Per rendere chiaro tutto questo, o Rama, ti narrerò ora la storia di Lila. Ti prego, ascolta attentamente…

.Adorò Saraswati e la vide seduta davanti a sé.

Lila chiese: “Abbi compassione, o dea, e dimmi: Quello su cui questo mondo è riflesso è estremamente puro e indiviso e non è oggetto di conoscenza. Questo mondo esiste sia all’interno di Esso come suo riflesso che all’esterno come materia solida. Qual è reale e qual è il riflesso?’

Saraswati le chiese: ‘Dimmi, prima, cosa consideri reale e cosa irreale?’

Lila rispose: ‘Considero reale che io sono qui e che tu sei davanti a me. Considero irreale la regione in cui si trova mio marito ora:

Saraswati disse: ‘Come può essere che l’irreale sia l’effetto del reale? L’effetto è la causa, non esiste una differenza essenziale.

Qual era la causa materiale della nascita di tuo marito? Soltanto effetti materiali vengono prodotti da cause materiali. lo vedo tutto questo come l’illusorio ed irreale effetto della immaginazione.

Ti narrerò una storia che illustra la natura di sogno di questa creazione.

Nella Pura Coscienza, in un angolo della mente del Creatore, c’era un tempio in rovina, coperto da una volta blu. Come stanze aveva i quattordici mondi, le tre divisioni dello spazio erano dei fori in esso, Il Sole era la luce.

C’erano in esso dei piccoli formicai, le città; piccoli mucchi di terra, le montagne: e piccoli stagni d’acqua: gli oceani; questa è la creazione. In un piccolissimo angolo viveva un santo con sua moglie e i figli. Era pieno di salute e libero dalla paura. Eseguiva i suoi doveri religiosi e sociali.

Saraswati continuò: “Quel santo era conosciuto come Vasistha e sua moglie era Arundati, ma non erano il Vasistha e l’Arundati di leggendaria fama.

Un giorno in cui quel santo era seduto sulla cima di una collina vide a valle una colorata processione con un re che cavalcava uno statuario elefante seguito da una armata e da altre coreografie reali.

Guardando questo, nel cuore del santo sorse un desiderio:”In effetti la vita di un re è ricca e piena di delizie e gloria. Quando cavalcherò un elefante reale come quello e sarò seguito da una simile armata?’ Qualche tempo dopo il santo diventò vecchio e la morte lo colse. Sua moglie che gli era altamente devota mi pregò e mi chiese lo stesso dono che hai chiesto tu: che lo spirito di suo marito non abbandonasse la sua casa. Concessi quel dono.

Sebbene quel santo fosse un essere etereo, a causa del potere del suo costante desiderio durante la vita precedente, egli divenne un potente re e governò su un grande impero che sembrava il cielo sulla terra. Era temuto dai nemici; era in effetti un cupido per le donne; era stabile e fermo contro le tentazioni come una montagna. Rifletteva tutte le scritture all‘interno di se stesso come uno specchio. Era l’albero che realizza i desideri per tutti coloro che ne avevano bisogno ed era il luogo di riposo per i santi. Era invero la luna piena della rettitudine. Anche Arundati aveva abbandonato il suo corpo ed aveva conseguito l’unione con il marito.

Sono otto giorni da quando ciò è accaduto. Lila, egli è lo stesso re che è ora tuo marito e tu sei la stessa Arundati che era sua moglie.

A causa dell’ignoranza e dell’illusione tutto questo sembra avvenire, nella Coscienza Infinita.

Tu puoi considerarlo vero o falso.”

Lila chiese: ‘O Dea, tutto mi sembra così strano ed incredibile. È come dire che un enorme elefante è ristretto nel centro di un granello di sesamo o che in un atomo una zanzara combatte con un leone o che c’è una montagna in uno stelo di loto.’

Saraswati disse: “Mia cara, io non dico falsità, ma bensì la verità. Suona incredibile, ma questo regno appare soltanto nella capanna del santo a causa del suo desiderio di un regno. La memoria del passato è nascosta e voi due siete sorti ancora.

La morte non è altro che il risveglio da un sogno. La nascita che sorge da un desiderio non è più reale del desiderio stesso, come onde in un miraggio! Ha la sua qualità.”

Saraswati continuò: “Lila. la tua casa, tu, io e tutto questo è Pura Coscienza, null’altro. La tua casa era essa stessa nella casa del santo Vasistha. Nello spazio della sua anima esistevano i fiumi, le montagne e così via. Persino dopo “la creazione” di tutto questo, nella casa del santo, essa rimase com’era prima. Invero, in ogni atomo ci sono mondi all’interno di mondi.”

Lila chiese: ‘O dea, hai detto che sono passati soltanto otto giorni da quando il santo è morto e tuttavia mio marito ed io abbiamo vissuto così a lungo. Come puoi riconciliare questa discrepanza?”

Saraswati rispose: “O Lila, proprio come lo spazio non ha un’ estensione fissa, nemmeno il tempo ha una durata fissa. Proprio come il mondo e la sua creazione sono semplici apparizioni, un momento ed un’epoca sono anch’essi immaginari, non reali. Nel battito di una ciglia il Jiva dell’esperienza e della morte, dimentica quello che è accaduto prima di ciò e nella Coscienza Infinita, pensa: io sono questo, ecc., io sono suo figlio, io ho questa età, ecc.

Non c’è essenziale differenza tra le esperienze di questo mondo e quelle di un altro.

Tutte queste sono forme-pensiero nella Coscienza Infinita, Sono come due onde dello stesso oceano. Poiché questi mondi non furono mai creati, non cesseranno mai di essere; tale è la legge. La loro reale natura è Coscienza.

Proprio come in un sogno c’è la nascita, la morte e le relazioni, tutte in un tempo brevissimo; proprio come un amante sente che una singola notte con la sua amata è un’epoca, il Jiva pensa agli oggetti sperimentati e non sperimentati nel battito di una ciglia. E immediatamente dopo egli immagina quelle cose, cioè il mondo, come reali. Anche quelle cose che non ha sperimentato né visto si presentano di fronte a lui come in un sogno.

Questo mondo e questa creazione non sono null’altro che memoria o sogno. Distanza, misure del tempo come un momento e un’epoca, tutte queste sono allucinazioni. Questa è una sorta di conoscenza: Memoria. Ce n’è un’ altra che non è basata sulla memoria della esperienza passata. Questo è l’incontro fortuito di atomi nella Coscienza che allora producono i loro propri effetti.

La liberazione è la realizzazione della totale non-esistenza dell’universo in quanto tale. Questo è diverso dal semplice negare l’esistenza dell’ego e dell’universo. Quest’ultima è soltanto conoscenza a metà. La liberazione è realizzare che tutto questo è Pura Coscienza”.

Lila chiese: “O Dea, senza precedente allucinazione, com’è stato possibile la creazione del santo e di sua moglie?”

Saraswati rispose: “Invero, questo è dovuto alla forma-pensiero di Brahma, il Creatore. Egli stesso non ha forme-pensiero nascoste, cioè memoria, poiché prima della creazione c’era la dissoluzione e, a quel tempo, il Creatore conseguì la liberazione. All’inizio di quest’epoca qualcuno assume il ruolo di Creatore e pensa: lo sono il nuovo Creatore.

Questa è pura coincidenza, proprio come uno vede un corvo che atterra su una palma e sembra che la noce di cocco cada a causa di ciò, sebbene questi eventi siano indipendenti l’uno dall’altro. Naturalmente, non dimenticare che persino se tutto questo sembra accadere, non c’è creazione. La forma-pensiero o esperienza soltanto è l’Unica Coscienza Infinita. Non c’è relazione di causa ed effetto. Causa ed effetto sono soltanto parole, non fatti. L’Infinita Coscienza è per sempre nell’Infinita Coscienza”.

La “Storia di Lila” tratto dalle “Storie Dello Yoga di Vasistha” (Link)

Vasistha Continuò: “La dimora del Signore Shiva è conosciuta come Kailash. Io vissi là per qualche tempo adorando il Signore e praticando austerità. Ero circondato dai saggi perfetti nella cui compagnia ero solito discutere le verità delle scritture. Una sera, l’intera atmosfera era riempita di pace e silenzio. In quella foresta l’oscurità era così densa che sembrava essere solida a sufficienza da essere tagliata da una spada. Improvvisamente, vidi una grande luce; con la visione esterna vidi quella luce e con la mia visione interna indagai sulla sua natura. Vidi che era il Signore Shiva stesso che camminava tenendo per mano la sua consorte Parvati. Di fronte a lui camminava il suo veicolo Nandi facendo strada al Signore. Feci riconoscere la Divina Presenza ai discepoli riuniti attorno a me e procedetti dov’era il Signore. Lo salutai e gli offersi adeguata adorazione. Il Signore Shiva allora mi disse: ‘La tua austerità sta procedendo soddisfacentemente senza alcun ostacolo? Hai conseguito Quello che è degno di conseguimento e le tue paure sono cessate?’

In risposta dissi al Signore: ‘Supremo Signore, i fortunati, nell’essere devoti a Te non trovano nulla di difficile da conseguire e non sperimentano affatto paura. Tutti nel mondo salutano e si prostrano di fronte a coloro che Ti sono devoti e costantemente Ti ricordano. Sono paesi, città, direzioni, montagne, soltanto quelli in cui le persone sono solamente o totalmente dedite a Te. Il Tuo ricordo è il frutto dei meriti acquisiti nelle nascite passate ed è anche la garanzia di maggiori benedizioni nel futuro. Il Tuo costante ricordo, Signore, è come il vaso di nettare ed è una porta sempre aperta verso la liberazione. Signore, indossando il prezioso e splendente gioiello del Tuo ricordo, ho calpestato tutte le calamità che altrimenti avrebbero potuto tormentarmi nel futuro. Signore, attraverso la Tua grazia ho raggiunto lo stato della realizzazione, ma sono bramoso di conoscere un’altra cosa, Ti prego, illuminami. Qual è il metodo per adorare il Signore che distrugge tutti i peccati e promuove ogni bene?”

Il Signore Disse: “Sai chi è Dio? Dio non è Vishnu, Shiva o Brahma, né il vento, né il sole, né la luna, né il bramino, né il re, né Io, né te, né Lakshmi, né l’intelletto; Dio è senza forma, è indiviso; Quello splendore che non è stato creato e che non ha avuto inizio né fine è conosciuto come Dio o Signore Shiva ed è Pura Coscienza; Quello soltanto è degno di essere adorato e Quello soltanto è Tutto. Se uno è incapace di adorare questo Shiva, allora è incoraggiato ad adorare la Forma; quest’ultima dona risultati finiti, ma la prima dona Infinita Beatitudine. Colui che ignora l’Infinito ed è devoto al Finito abbandona un giardino di piaceri e cerca un cespuglio di spine.

Comunque, i saggi qualche volta adorano una Forma per gioco. Saggezza, autocontrollo e la percezione del Sé in tutti gli esseri, sono i più illustri tra gli articoli per l’adorazione. Il Sé soltanto è il Signore Shiva degno di essere adorato in ogni tempo con i fiori della saggezza.”

Chiesi al Signore: “Ti prego, dimmi come questo mondo è tramutato nella Pura Coscienza ed anche come quella Pura Coscienza appare come i Jiva e le altre cose.”

Il Signore Rispose: “Invero è soltanto quella Chidakasha (la Coscienza Infinita) ad esistere persino dopo la dissoluzione cosmica ed anche ora, supremamente priva di oggettività. I concetti e le nozioni che sono illuminati dalla Coscienza all’interno di Se stessa risplendono come questa creazione a causa del movimento dell’energia all’interno della Coscienza, precisamente come i sogni sorgono durante il sonno. Altrimenti è totalmente impossibile per un oggetto di percezione esistere al di fuori dell’Onnipresente Infinita Coscienza. Tutte queste montagne, l’intero mondo, il firmamento, il Sé, il Jiva o l’individualità e tutti gli elementi di cui questo mondo è costituito, tutti questi non sono null’altro che Pura Coscienza. Prima della cosiddetta creazione quando esisteva soltanto questa Pura Coscienza, dov’erano tutti questi?

Spazio (Akasha), spazio Supremo (paramakasha), spazio Assoluto (brahmakasha), Creazione, Coscienza, sono semplici parole ed indicano la stessa Verità, proprio come i sinonimi. Proprio come gli oggetti sembrano esistere e funzionare nel mondo interiore della coscienza in un sogno, gli oggetti sembrano esistere e funzionare nel mondo esterno della Coscienza durante lo stato di veglia: nulla realmente accade in entrambi questi stati. Proprio come la coscienza soltanto è la realtà nello stato di sogno, la Coscienza soltanto è la sostanza anche nello stato di veglia; Quello è il Signore, Quella è la Suprema Verità, Quello tu sei, Quello sono Io e Quello è Tutto.”

Il Signore Continuò: “L’adorazione di quel Signore è la vera adorazione e per mezzo di quell’adorazione uno consegue ogni cosa. È indiviso e indivisibile, non duale e non modellato né creato dall’attività, non è conseguito da sforzi esterni; la Sua adorazione è la sorgente della gioia. L’adorazione esterna di una Forma è prescritta soltanto per coloro la cui intelligenza non è stata risvegliata e che sono immaturi come ragazzini.

Ti descriverò ora il modo di adorare appropriato per la gente illuminata come te. Il Signore degno di essere adorato è invero Colui che sostiene l’intera creazione, che è al di là del pensiero e della descrizione, che è al di là dei concetti come “il tutto” e la “totalità del tutto”. Questo Brahman è nel mezzo dell’Essere e del Non Essere, è Dio, è la Verità che è indicata come Ohm, esiste ovunque come l’essenza in una pianta; soltanto quella Pura Coscienza che è in te, in Me, in tutti gli dei e le dee è Dio.

O saggio, persino gli altri dei investiti di forma sono invero null’altro che quella Pura Coscienza; l’intero universo è Pura Coscienza, Quello è Dio. Quel “Tutto” Io sono, ogni cosa è conseguita da e attraverso di Lui. Quel Dio non è lontano da nessuno, o saggio, né è difficile da conseguire; è sempre assiso nel corpo ed è ovunque come lo spazio; compie ogni cosa, mangia, va, respira, conosce ogni arto del corpo, è la Luce in cui tutti questi arti funzionano e tutte le diverse attività avvengono. Dimora nella caverna del proprio cuore, trascende la mente ed i cinque sensi di cognizione, perciò non può essere compreso né descritto da loro, tuttavia, in funzione dell’istruzione è indicato come “Coscienza”. Perciò, sebbene appaia fare ogni cosa, Egli non fa nulla. Quella Coscienza è pura ed apparentemente si impegna nelle attività del mondo nella stessa misura in cui la primavera si impegna nella fioritura degli alberi.”

Il Signore Continuò: Da qualche parte questa Coscienza funziona come spazio, da qualche parte come Jiva, da qualche parte come azione, da qualche parte come sostanza e così via, ma senza intendere farlo. Proprio come tutti i diversi oceani non sono altro che una indivisibile massa di acqua, questa Coscienza, sebbene descritta in modi diversi, non è altro che una cosmica massa di Coscienza. In questo universo, tutti questi vari esseri (gli dei, i demoni, le montagne, gli oceani e così via) fluiscono all’interno di questa Coscienza Infinita proprio come increspature e gorghi appaiono nell’oceano. Persino la ruota dell’ignoranza che fa girare la ruota della vita e della morte gira all’interno di questa Coscienza Cosmica la cui energia è in moto costante. Fu la Coscienza nella forma di Vishnu a quattro braccia che distrusse i demoni, proprio come una tempesta equipaggiata con l’arcobaleno calma il calore che sorge dalla terra. È la Coscienza soltanto che assume la forma di Shiva e Parvati, di Brahma il Creatore e dei numerosi altri esseri; questa Coscienza è come uno specchio che ha un riflesso all’interno di Se stessa, per così dire, senza attraversare alcuna modificazione per ciò. Senza attraversare alcuna modificazione in se stessa, questa Coscienza appare come tutti gli innumerevoli esseri di questo universo. L’Uno appare come i molti, ma non è diventato i molti. E per mezzo di questa Infinita Coscienza che tutto questo viene pensato, espresso e fatto. È la Coscienza Infinita soltanto che risplende come il Sole, è la Coscienza Infinita che appare come i corpi che sono in effetti inerti e che giungono in contatto l’un con l’altro e ricavano varie esperienze.

Sicuramente, se non fosse per questa Coscienza, persino un oggetto che è immediatamente di fronte non potrebbe essere sperimentato. Il corpo non può funzionare né esistere senza questa Coscienza. La Coscienza soltanto è sorta nella Coscienza.”

Vasistha Continuò: “Allora chiesi al Signore: ‘Se questa Coscienza è onnipresente, come fa a diventare in-senziente ed inerte in questo mondo? Come è possibile che uno che è investito di Coscienza perda coscienza?”

Il Signore applaudì a questa Domanda e Rispose: “La Coscienza onnipresente che è Tutto in tutto, esiste in questo corpo sia come il mutevole che l’immutabile. Proprio come una donna sogna di essere un’altra, con un altro come marito, la stessa Coscienza crede di essere di un’altra natura. Proprio come lo stesso uomo quando è sotto l’influsso di furia incontrollabile si comporta completamente in modo diverso, così, la Coscienza assume un altro aspetto e funziona diversamente. Per gradi diventa in-senziente ed inerte; la Coscienza diventa il suo stesso oggetto creando spazio e poi aria e poi le loro rispettive qualità. Allo stesso tempo evolve all’interno di Se stessa tempo e spazio e diventa un Jiva seguito da un intelletto ed una mente individualizzati e finiti. Da questo sorge l’apparizione ciclica del mondo e le nozioni come ‘sono un intoccabile’, ecc.

La Coscienza Infinita stessa diventa apparentemente inerte, proprio come l’acqua diventa ghiaccio; poi la mente diventa illusa, intrattiene brame, cade preda della lussuria e dell’ira, sperimenta prosperità e avversità, soffre dolore e piacere, si aggrappa alla speranza, sopporta terribile sofferenza ed è riempita di attrazioni e repulsioni che perpetuano l’illusione.

Completamente illusa va di errore in errore, da ignoranza a più grande ignoranza. Nella fanciullezza questa coscienza illusa è totalmente dipendente da altri; in gioventù rincorre la ricchezza ed è riempita di preoccupazione; nella vecchiaia sprofonda nel dolore e nella morte ed è guidata dal suo stesso karma. In accordo con quel karma nasce nel cielo o nell’inferno, o sulla terra come essere umano, subumano o inanimato. E quella stessa Coscienza che appare come Vishnu, Shiva, Brahma e gli altri; è la stessa Coscienza che funziona come il sole e la luna e il vento e i fattori che causano il mutare delle stagioni, del giorno e della notte; è quella stessa Coscienza che è la forza vitale nei semi e le caratteristiche di tutte le sostanze materiali. Questa Coscienza che è condizionata dall’autolimitazione è spaventata di Se stessa! Tale è la verità concernente la Coscienza-jiva. È conosciuta anche come karma-atma (il Sé che è afferrato nella ruota dell’azione e reazione).

Guarda il potere dell’ignoranza e dell’inerzia! Semplicemente con l’ignoranza del proprio vero stato, la Coscienza attraversa grandi problemi e dolori e sperimenta una pietosa caduta.”

La Vera Forma Del Signore Shiva” tratto dalle “Storie Dello Yoga di Vasistha”(Link)

Aldilà di alcune distorsioni che sono peculiari della tradizione induista questi testi esprimono in maniera estremamente chiara il concetto di Coscienza Infinita anche se, come specificato, il termine “Coscienza” è un tentativo di concettualizzazione in quanto “Ciò che È” non può essere compreso né descritto dalla mente. Grazie alle informazioni contenute nei Ra Materials (Link), mediante lo studio della dinamica della Creazione credevo di essere arrivato ad una “comprensione” della natura di “Ciò che È”. Ma sbagliavo in quanto nell’analisi perdevo di vista la sua qualità principale cioè l’assoluta Unità del processo, il tutto è sempre più della somma delle sue parti.

REALIZZAZIONE DELL’UNITA DELLA CREAZIONELo Spirito Santo, Energia Intelligente; l’Etere, Infinito Intelligente (Coscienza o Fantasia); ed il Campo Sorgente, ciò che non può essere definito, “Ciò Che È”. Questi tre sono una cosa sola, non degli aspetti diversi ma una cosa sola osservata è percepita in diversi modi di comprensione. La dinamica per cui la creazione procede da “Ciò Che È”, uno stato di quiete senza tempo e spazio, senza manifestazione, senza coscienza, solamente esistenza allo stato puro senza distorsione. In tale stato poi ciclicamente sorge un desiderio di creazione e per soddisfare tale desiderio ecco apparire la Coscienza o Infinito Intelligente che immagina e realizza tutta la creazione in uno stato potenziale. Quindi tale Coscienza si focalizza nel Logos o Amore, lo strumento di creazione che realizza, sia pur in maniera illusoria, ed infine Lo Spirito Santo, l’Energia Intelligente che anima e dinamizza l’illusione. Ecco, tutta questa dinamica è illusoria, è frutto dell’osservazione da parte di porzioni della Coscienza apparentemente separate da essa, ed in vario grado consapevoli di questo. Queste parti di coscienza osservano e cercano di comprendere, per quanto possono, la Creazione ed essendo soggette, sempre in vari gradi, al tempo e allo spazio, al Continuum, si convincono che esita una progressione del processo, una serie di cause e di effetti che a loro volta divengono causa che produce effetti, una meccanica progressiva del processo. Questa è illusione nella sua piena accezione, Tutto È, semplicemente È, non vi è nemmeno simultaneità perché ciò implicherebbe il concetto di tempo. La Creazione È in senso assoluto, Tutto È, È Stato e Sarà, un istante e l’infinito sono la stessa cosa, ugualmente Prima e Dopo, Sotto e Sopra, Azione e Riposo, Manifestazione ed Assenza sono la stessa cosa: “Ciò Che È”. Realizzare questo è realizzare l’assoluta relatività dell’esistenza e pertanto riconsiderare l’importanza che attribuiamo agli oggetti della manifestazione. Una visione dell’esperienza che supera le tempeste dei sentimenti e colloca le priorità nella giusta prospettiva.

Dai Ra Materials:

82.11 Interrogante: Qual era la forma, la condizione o l’esperienza della prima divisione della coscienza che si verificò all’inizio di quest’ottava, all’inizio di questa esperienza galattica?

Ra: Io sono Ra. Tocchiamo materiale precedente. Il raccolto dell’ottava precedente fu il Creatore dell’Amore manifestato in mente, corpo e spirito. Questa forma del Creatore che sperimenta Se stesso può forse essere vista come la prima divisione.

82.12 Interrogante: Ero interessato nello specifico a come questa primissima divisione si presentasse in questa ottava. Mi interessava sapere se ha effettuato la transizione attraverso la prima, la seconda, la terza, la quarta, la quinta, ecc., Densità? Vorrei prendere i primi complessi mente/corpo/spirito e tracciare la loro esperienza dall’inizio fino al presente in modo da comprendere meglio la condizione in cui ci troviamo ora confrontandola con questa crescita originale. Potresti dirmi con precisione come è avvenuto questo riguardo alla formazione, forse, dei pianeti e alla crescita attraverso le densità, se questa è la maniera in cui accadde, per favore?

Ra: Io sono Ra. Le tue domande sembrano più confuse delle tue distorsioni mentali di base in quest’area. Parliamo in termini generici e forse potresti trovare un metodo meno confuso e più semplice per ottenere informazioni in quest’area.

Una grandissima quantità di creazione si è manifestata senza l’uso dei concetti implicati nella coscienza, come voi la conoscete. La creazione stessa è una forma di coscienza che è unificata, essendo il Logos l’uno grande cuore della creazione. Il processo di evoluzione attraverso questo periodo, che può essere visto come senza tempo, è molto prezioso da prendere in considerazione, poiché è sullo sfondo di questa essenziale unità del tessuto della creazione che troviamo lo sviluppo finale dei Logoi che hanno scelto usare quella parte della coscienza raccolta (harvested consciousness) del Creatore per andare avanti con il processo di conoscenza del sé. Poiché si era scoperto che era efficiente usare le varie densità, che sono fissate in ciascuna ottava, al fine di creare le condizioni in cui potessero esistere sub-Logoi autocoscienti, ciò fu effettuato in tutto il “campo fiorito in crescita”, come la tua similitudine suggerisce, dell’Una infinita creazione.

I primi esseri di mente, corpo e spirito non erano complessi. L’esperienza dei mente/corpo/spirito all’inizio di questa ottava di esperienza era singola. Non c’era la dimenticanza di terza densità. Non c’era velo. Le lezioni della terza densità erano predestinate dalla natura stessa dei tassi vibratori sperimentati durante questa particolare densità e dalla natura del salto quantico alle esperienze vibratorie della quarta densità.

80.19 Interrogante: Quindi per il ventesimo archetipo suppongo che questa sia la “Trasformazione dello Spirito”, forse analoga al fondersi dei sentieri in sesta densità. È in qualche modo corretto?

Ra: Io sono Ra. No.

80.20 Interrogante: Mi dispiace di questo. Puoi dirmi cosa il ventesimo archetipo rappresenta?

Ra: Io sono Ra. Quello che chiamate “Sarcofago” nel vostro sistema può essere considerato come il mondo materiale, se volete. Questo mondo materiale viene trasformato dallo spirito in quello che è infinito ed eterno. L’infinità dello spirito è una realizzazione ancora più grande dell’infinità della coscienza, poiché la coscienza che è stata disciplinata dalla volontà e dalla fede è quella coscienza che può contattare direttamente l’infinito intelligente. Ci sono molte cose che cadono nei molti, molti, passi* dell’adepthood. Noi, di Ra, percorriamo ancora questi passi* e lodiamo l’Uno Infinito Creatore ad ogni trasformazione. *(steps;passi,stadi,fasi,passaggi)

80.21 Interrogante: Allora immagino che il ventunesimo archetipo rappresenterebbe il contatto con l’infinito intelligente. È corretto?

Ra: Io sono Ra. Ciò è corretto, sebbene uno possa vedere il riflesso di questo contatto come, pure, il contatto con l’Energia Intelligente che è l’Universo o come l’avete chiamato, abbastanza provincialmente, “il Mondo”.

80.22 Interrogante: Allora per questo contatto anche con l’energia intelligente puoi farmi un esempio di cosa sarebbe per entrambi, per il contatto con l’infinito intelligente e con l’energia intelligente? Potresti farmi un esempio di quale tipo di esperienza risulterebbe, se possibile?

Ra: Io sono Ra. Questa sarà l’ultima domanda completa di questo lavoro. Abbiamo discusso le possibilità di contatto con l’energia intelligente, poiché questa energia è l’energia del Logos, e quindi è l’energia che guarisce, costruisce, rimuove, distrugge e trasforma tutti gli altri-sé, così come il sé.

È molto probabile che il contatto con l’infinito intelligente produca un’indicibile gioia nell’entità che sperimenta tale contatto…”

REALIZZAZIONE DELL’UNITA DELLA CREAZIONEIn questa incarnazione quando ero soggetto al “velo della dimenticanza” ho sofferto una solitudine indescrivibile. Mi sentivo fra estranei che non riuscivano a comprendermi e con cui non potevo comunicare quello che sentivo realmente perché non riuscivano a comprendere. Questo mi ha condotto ad un progressivo isolamento dagli altri ed a un’alienazione dai modi di vivere che erano comuni. Al culmine di questo processo di estraniazione dal mondo esterno ho trovato l’illuminazione ed il risveglio e con loro il più grande dono che potessi avere. Ho ritrovato l’amore nella realizzazione del ricordo dell’Unità con il creatore, che nei miei modi di concepirla è l’amore di mio padre per me. Il momento in cui ho ricordato il nostro amore è stato una gioia indicibile ed è stato l’inizio del mio consapevole processo di ricerca dell’Unità con gli altri, tutti quelli che prima percepivo come estranei a me. Progressivamente sono finalmente riuscito a comprendere l’altro-sè con compassione e tolleranza, cioè comprensione del suo punto di vista e del suo dolore e desiderio di essergli d’aiuto. Devo dire di essere riuscito solo parzialmente ad essere compreso ma non ha importanza, vi sono differenze che non possono essere comprese nel rapporto fra entità di diverse sensibilità. Ciò che ha importanza è la consapevolezza dell’Unità ed il tentativo di manifestarla.

Non so se sia possibile realizzare l’unita della creazione leggendo questo testo ma spero di avere almeno fornito un incipit, uno stimolo alla ricerca in tale direzione. Poi ognuno giungerà alla sua realizzazione mediante i propri modi e secondo le proprie attitudini.

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