KOZYREV

KOZYREV

kozyrev 001Le Conquiste del Dott. N.A. Kozyrev

La sensazionale prova scientifica che tutta la materia fisica è formata da un “etere” di energia invisibile e cosciente risale almeno agli anni ’50. Il rinomato astrofisico russo prof. Nikolaj A. Kozyrev (1908-1983) ha dimostrato senza ombra di dubbio che una simile sorgente di energia deve esistere; e il risultato di ciò fu che egli divenne una delle figure più controverse nella storia della comunità scientifica russa. Le imponenti conseguenze delle sue ricerche, e di tutti coloro che lo seguirono, furono completamente nascoste dall’ex Unione Sovietica; ma con la caduta della Cortina di Ferro e l’avvento di Internet finalmente abbiamo la possibilità di accedere ai “segreti più nascosti della Russia”. Il seme delle scoperte di Kozyrev ha prodotto come frutto due generazioni di rimarchevoli ricerche da parte migliaia di studiosi specialisti in materia, cosa che ha cambiato profondamente la nostra concezione dell’Universo. Il fatto di attribuire a Kozyrev una menzione di rilievo all’inizio del nostro libro vuole essere un modo per far capire permanentemente ai nostri colleghi e lettori l’importanza e l’impatto storico di questo studioso.

1.1 – L’ETERE

Il termine “aether” in greco significa “splendore”, e la realtà fondamentale di una tale invisibile, fluida sorgente di energia universale è da sempre una delle caratteristiche delle scuole segrete misteriche di tutto il mondo. Le opere dei filosofi greci Pitagora e Platone vi dedicano molto spazio, così come le scritture dei Veda dell’antica India; queste opere chiamano l’etere in molti modi fra cui “prana” o “Akasha”. In Oriente, esso è conosciuto come “chi” o “ki”, e viene data una speciale importanza alle sue interazioni con il corpo umano, come nella scienza dell’agopuntura. Maestri e adepti che ereditassero una tale tradizione segreta potrebbero eventualmente imparare a manipolare quest’energia, creando risultati miracolosi, quali levitazione, teletrasporto, manifestazioni, guarigioni istantanee, telepatia e simili. Tali risultati sono stati ripetutamente documentati nel XX secolo e studiati in laboratorio, come abbiamo scritto in Convergence III.

L’esistenza dell’etere è stata manifestamente accettata senza riserve nei circoli scientifici a partire dai primi anni del XX secolo, dopo che l’esperimento Michelson-Morley del 1887 era stato “cooptato” per provare che una simile forma di energia nascosta non esisteva. D’altra parte, le scoperte più recenti sulla “massa oscura”, l’”energia oscura”, le “particelle virtuali”, il “vacuum flux”, e l’”energia del punto-zero”, per citarne solo alcune, hanno portato gli scienziati occidentali riluttanti a dover riconoscere che invece doveva esistere un medium energetico nascosto nell’Universo. Finché si adopera un termine rassicurante come “quantum medium” anziché la parola proibita “etere”, è possibile parlare sulla stampa ufficiale senza timore di cadere nel ridicolo. L’establishment scientifico di base è assai duramente polarizzato contro chiunque si avvicini ad una teoria “eterica”: loro “sanno” che una simile teoria è palesemente falsa, e si batteranno vigorosamente per questo. Comunque, una simile repressione non fa altro che incrementare il desiderio e l’impegno di quanti si adoperano per risolvere il puzzle.

Uno dei primi esempi della prova dell’esistenza dell’etere proviene dal dott. Hal Puthoff, un rispettabile scienziato della Cambridge University. Puthoff menziona di frequente gli esperimenti compiuti all’inizio del XX secolo, prima dell’avvento della teoria meccanica dei quanti, che cercavano di definire se ci fosse una forma di energia nello spazio vuoto. Per verificare quest’idea in laboratorio, era necessario creare uno spazio completamente privo di aria (il vacuum), schermato e protetto da tutti i tipi di radiazione elettromagnetica, usando ciò che è noto con il nome di gabbia di Faraday. Questo vacuum veniva portato alla temperatura di meno 273 gradi (lo zero assoluto), alla quale tutta la materia dovrebbe smettere di vibrare e di produrre calore.

Questi esperimenti provarono che, anziché assenza di energia nel vacuum, si verificava un tremendo aumento di essa, per giunta da una fonte non-elettromagnetica! Il dott. Puthoff ha spesso definito questo processo come “un calderone in ebollizione” di energia alla più elevata magnitudine. Dato che questa energia potrebbe essere trovata allo zero assoluto, tale forza è stata chiamata “energia del punto zero” o ZPE (zero point energy), mentre gli scienziati russi di solito la definiscono “il vacuum fisico”, o PV (phisical vacuum). Recentemente, gli affermati fisici John Wheeler e Richard Feynman hanno calcolato che:

La quantità di zero point energy nel volume spaziale di un singolo bulbo luminoso è potente abbastanza da portare tutti gli oceani del mondo al punto di ebollizione!

Chiaramente, non abbiamo a che fare con una forza tenue e invisibile, ma con una fonte di potenza incredibilmente elevata, che potrebbe avere capacità necessaria per sostenere l’esistenza di tutta la materia fisica. Nella nuova visuale scientifica che emerge dalla teoria dell’etere, tutti e quattro i campi di forza, il campo gravitazionale, il nucleare forte e quello debole, il campo elettromagnetico, sono in sostanza differenti manifestazioni dell’etere/ZPE. Per avere un’idea di quanta energia “libera” esista intorno a noi, il prof. M.T. Daniels calcola che la densità di energia gravitazionale vicino la superficie della terra corrisponde a 5,74 x 10^10 (t/m^3). [Non bisogna dimenticare che la gravità potrebbe essere semplicemente un’altra forma di etere secondo questo nuovo modello]. I calcoli del prof. Daniels rivelano che il prelevamento di 100 kilowatt di questa potenza di “energia libera” dal campo gravitazionale intacca un estremamente piccolo 0,001% dell’energia naturale che è stata prodotta in quell’area. (New Energy News, Giugno 1994, pag. 4)

1.2 – ANALOGIE PER COMPRENDERE LE SCOPERTE DI KOZYREV

Nei capitoli 3 e 4, analizzeremo i miti della fisica quantica mostrando che il consueto modello dell’atomo a “particella” è seriamente errato. Come suggerisce la teoria della relatività di Einstein, tutta la materia fisica, in ultima analisi, è composta da pura energia, e non vi sono “particelle pesanti” da rinvenire nel regno quantico. Sempre più spesso la comunità scientifica viene forzata ad accettare il fatto che gli atomi e le molecole siano come la fiamma di una candela, in cui l’energia che essa rilascia (come il calore e la luce della fiamma) deve essere bilanciata dall’energia che assorbe (come la cera della candela e l’ossigeno dell’aria). Quest’”analogia della candela” è un tratto distintivo del modello del dott. Hal Puthoff, con cui egli cerca di spiegare per quale motivo l’elettrone ipotetico non irradia intorno tutta la sua energia e precipita dentro il nucleo. Questo apparente “moto perpetuo” entro l’atomo viene spiegato semplicemente dai più come “la magia della meccanica quantistica”.

Per essere realmente in grado di grattare la scorza del lavoro e delle relative scoperte di Kozyrev, sono richieste certe nuove analogie per la materia fisica. L’opera di Kozyrev richiede rigorosamente che noi siamo in grado di visualizzare tutti gli oggetti fisici della materia dell’Universo come se essi fossero spugne immerse nell’acqua. In tutte queste analogie, dovremmo considerare le spugne come se fossero rimaste immerse nel liquido per tutto il tempo sufficiente affinché arrivassero ad essere sature. Tenendo presente questo, ci sono adesso due cose che possiamo fare con le spugne imbevute: possiamo decrementare il volume dell’acqua che esse contengono oppure incrementarlo, per mezzo di alcune procedure meccaniche molto semplici.

1. decrementare: se una spugna imbevuta viene strizzata, raffreddata o ruotata, parte dell’acqua che essa contiene verrà rilasciata nelle vicinanze, diminuendo la sua massa. lasciando riposare la spugna subito dopo, la pressione dei milioni di piccoli pori viene alleggerita, portandola a poter nuovamente assorbire altra acqua e ad espandersi nuovamente entro la sua normale massa a riposo.

2. incrementare: possiamo anche pompare più acqua nella spugna in posizione di riposo, scaldandola (facendola vibrare), portando così i pori ad espandersi più della loro normale capacità ricettiva. In questo caso, dopo aver rilevato la pressione aggiunta, la spugna rilascerà naturalmente l’acqua in eccesso e si ritrarrà di nuovo alla sua massa a riposo.

Anche se potrebbe apparire impossibile alla maggior parte delle persone, Kozyrev ha dimostrato che scuotendo, facendo girare, riscaldando, raffreddando, facendo vibrare o rompendo oggetti fisici, il loro peso può essere incrementato o decrementato di piccole ma significative unità. E questo è solo uno degli aspetti del suo eccezionale lavoro.

1.3 – IL BACKGROUND DEL PROF. KOZYREV

Dato che il mondo occidentale conosce molto poco su Kozyrev, saranno utili alcune note biografiche e informazioni di ricerca, le quali mostreranno anche come egli sia ben lungi dall’essere una sorta di scienziato-mitomane: si tratta anzi di uno dei più eminenti pensatori russi del XX secolo. La prima pubblicazione scientifica di Kozyrev ebbe luogo quando aveva diciassette anni; gli altri scienziati si meravigliarono della profondità e della chiarezza della sua logica. La sua attenzione principale fu rivolta all’astrofisica, in particolare studiò l’atmosfera del Sole e delle altre stelle, il fenomeno delle eclissi solari e l’equilibrio della radiazione. A venti anni si laureò in Fisica e Matematica all’università di Leningrado, e a ventotto anni era già conosciuto come importante astronomo, e relatore a diversi convegni.

L’intensa vita di Kozyrev attraversò una fase sfortunata e difficile nel 1936, quando fu arrestato a causa della leggi repressive di Josef Stalin; subito dopo, nel 1937, iniziò un tormentoso periodo di 11 anni durante i quali conobbe tutti gli orrori di un campo di concentramento. Anche senza equipaggiamento scientifico, durante questo periodo gli fu data la più brutale delle iniziazioni nel campo della conoscenza nascosta. Per una mente illuminata, una serie di terribili difficoltà può anche bruciare qualsiasi desiderio di gratificazione dal mondo materiale, rimuovendo la resistenza verso la più alta consapevolezza, cosicché viene prodotto uno stato di illuminazione nel quale la verità universale viene immediatamente riconosciuta e assimilata. In questo stato, egli meditò profondamente sui misteri dell’Universo, prestando attenzione a tutte le strutture esistenti nella vita, in cui così tanti differenti organismi manifestano segni di asimmetria e/o sviluppo a spirale.

Kozyrev sapeva che, a metà dell’Ottocento, Louis Pasteur aveva scoperto che il blocco di vita in formazione noto come “protoplasma” era intrinsecamente non simmetrico, e che le colonie di microbi crescevano in una struttura a spirale. Queste proporzioni in espansione soggiacevano anche alla struttura di piante, insetti, animali e uomini, così come avevano scritto molti fra gli appartenenti all’antica tradizione di Misteri Atlantidei a proposito della “geometria sacra”, come la forma a spirale nota come Fibonacci, Sezione Aurea, o spirale “phi”.

kozyrev 002Dalle sue osservazioni illuminate nel campo di prigionia, Kozyrev ritenne che tutte le forme di vita dovevano essere composte da una forma di energia invisibile a spirale, in aggiunta alle loro normali proprietà di ottenere energia per mezzo di cibo, liquidi, respirazione e fotosintesi. Vedremo più avanti in quest’opera come i dati in questione siano del tutto esaurienti.

Kozyrev teorizzò che cose come la crescita della spirale del guscio e quale lato del corpo umano conterrà il cuore sono determinati dalla direzione di questo flusso. Da qualche parte nello spaziotempo dovrebbe esistere un’area in cui il flusso di energia produca spirali in direzione opposta, cosicché Kozyrev si aspettava che lì i gusci crescessero in direzione opposta, e che il cuore si trovasse dalla parte opposta della cavità corporea.

Questo concetto di energia a spirale potrebbe sembrare non realistico in biologia, ma le scuole misteriche lo conoscono da molto tempo. La prossima immagine ci mostra come la ratio del “phi” emerga naturalmente nella struttura del braccio umano, e questo non è che uno degli esempi in cui si ripete in tutto il corpo umano, così come nelle piante, animali e insetti. Quei pochi che riconoscono ciò alle fine riterranno, del tutto tipicamente, che tali relazioni emergono semplicemente perché “phi” rappresenta il modello naturale più efficiente in cui la crescita possa manifestarsi. Kozyrev suggerì che la vita non avrebbe avuto altri modi di manifestarsi, poiché essa crea continuamente la sua energia a spirale per sostenersi, e perciò ogni momento del processo deve seguire le proporzioni. In questo senso possiamo ritenere che il sistema scheletrico funga da antenna per quest’energia.

kozyrev 003Quando Kozyrev venne finalmente riabilitato e liberato dal campo di prigionia, nel 1948, fece ritorno alle sue ricerche, e fece delle predizioni sulla Luna, Venere e Marte, che furono in seguito convalidate dai ricercatori spaziali sovietici più di dieci anni dopo. Con questo si guadagnò la considerazione generale dei sovietici, che lo considerarono un pioniere della corsa allo spazio. Quindi, nel 1958 il prof. Kozyrev attirò su di sé una controversia a livello mondiale, dichiarando che la Luna presentava attività vulcanica in prossimità del cratere Alphonsus. Se questa scoperta si fosse dimostrata vera – cosa che la maggior parte di astronomi e scienziati si rifiutò fermamente di credere – avrebbe significato che la luna possedeva immense risorse naturali e sorgenti di forza, tali da rendersi utili come propellenti per lanciare l’umanità verso le stelle.

Il Premio Nobel statunitense prof. Harold Urey fu tra i pochi che credettero all’ipotesi di Kozyrev sull’attività vulcanica lunare, tanto da spingere la NASA a svolgere ricerche in merito. Il risultato fu che la NASA lanciò l’immenso progetto “Moon Blink” (battito lunare), che in seguito fu in grado di confermare le asserzioni di Kozyrev, avendo scoperto significative emissioni di gas sul suolo lunare.

In ogni caso, non tutte le ricerche di Kozyrev furono così prontamente riprese dal mondo tradizionale della NASA. Nell’inverno del 1951-52, solo tre anni dopo essere scampato alla tremenda iniziazione del campo di prigionia, il prof. Kozyrev iniziò le sue incursioni nel mondo della fisica esoterica: fu quello il primo di trentatre anni intensi durante i quali si dedicò ad ogni sorta di esperimenti, dai risvolti intriganti e controversi. Il suo naturale desiderio di perseguire tali ricerche era destinato a servire da convalida per le verità spirituali di cui egli aveva già fatto esperienza attraverso il processo mistico di preparazione, illuminazione e iniziazione (come riferito nel classico di Rudolf Steiner Knowledge of Higher Worlds and Its Attainment) [1], sotto il pungolo più vivo delle circostanze. Dopo aver iniziato a pubblicare i risultati di queste scoperte, molti scienziati russi e una piccola parte di quelli occidentali, basandosi sui suoi passati successi, erano disposti ad ascoltarlo.

Come detto, i modelli di energia a spirale si svelarono agli occhi dell’illuminato prof. Kozyrev mentre si trovava nel campo di concentramento. La sua “conoscenza diretta” lo informò che questa energia a spirale era, in effetti, la vera natura e manifestazione del “tempo”. Naturalmente, egli trovò che la nozione di “tempo” che possediamo doveva essere qualcosa di più che un semplice calcolo di durata. Kozyrev ci spinge a tentare di trovare una causa per il tempo, qualcosa di tangibile ed identificabile nell’Universo che noi possiamo associare al tempo. Dopo averci pensato per un po’, possiamo concludere che il tempo non è nient’altro che un movimento a spirale. Sappiamo che stiamo tracciando un complesso modello di spirale attraverso lo spazio grazie ai modelli orbitali della Terra e del Sistema Solare. E adesso, lo studio della “temporologia”, o scienza del tempo, è sotto continua, attiva investigazione dall’Università di Stato di Mosca e dalla Fondazione Umanitaria Russa, ispirata dal lavoro pionieristico del prof. Kozyrev. Sul loro sito web, essi affermano che:

Secondo noi, la “natura” del tempo è il meccanismo che causa cambi apparenti e nuovi accadimenti nel mondo. Comprendere la natura del tempo significa concentrare l’attenzione su un processo, un fenomeno, una “carriera” nel mondo materiale le cui proprietà potrebbero essere identificate o corrispondere a quelle del tempo.

Tutto ciò potrebbe a prima vista apparire strano: un albero che cade su un vostro terreno potrebbe essere stato causato da forte vento, piuttosto che dal “flusso del tempo”. Piuttosto, bisognerebbe chiedersi che cos’è che ha causato il soffio del vento.In ultima analisi, il maggior responsabile di ciò è il movimento della Terra intorno al proprio asse. Perciò, tutti i cambiamenti sono causati da qualche forma di movimento, e senza movimento non può esistere il tempo. Diversi studiosi i cui lavori sono pubblicati sull’Istituto Russo di Temporologia, concordano sul fatto che se Kozyrev avesse cambiato la sua terminologia, usando la parola “tempo”, anziché termini scientifici più comuni come “etere” e “vacuum fisico”, allora molte persone sarebbero state in grado di comprendere il suo lavoro prima. A questo punto, non è necessario al lettore approfondire la filosofia dell’energia a spirale come manifestazione del tempo, come sarà più chiaro in seguito.

Uno dei pochi sguardi che Kozyrev ricevette dai media occidentali in merito ai suoi concetti è rappresentato da un capitolo del libro pionieristico di Sheila Ostrander e Lynn Schroeder intitolato Psychic Discoveries Behind the Iron Curtain [2], che ha ottenuto grande successo in tutto il mondo, ed è tuttora in ristampa con il titolo abbreviato Psychic Discoveries. Molte delle precedenti informazioni biografiche su Kozyrev provengono da questa fonte. Nel capitolo 13, intitolato Tempo: una nuova frontiera per la mente, l’autore spiega che anche negli anni ’60, Kozyrev aveva un aspetto abbronzato e atletico e dava “l’impressione di grande calma e qualità spirituale.” Essi affermano anche:

Per reputazione e lavoro, si tratta del più importante scienziato che abbiamo incontrato. Egli sta cercando di sviscerare una nuova visione del mondo, una nuova cosmogonia. Nella nuova concezione di Kozyrev, gli accadimenti psichici dovrebbero cominciare in un luogo. Il punto di vista ufficiale della scienza è invece che essi non dovrebbero esistere a lungo, come se si trattasse di qualcosa che va al di là del sistema, qualcosa che deve essere negata per proteggere il sistema.

La connessione dei fenomeni psichici alla fisica è ben conosciuta e frequentemente discussa nella letteratura russa, che fra l’altro ultimamente sta divenendo sempre più disponibile; in tutto ciò è evidente la funzione di apripista esercitata da Kozyrev. Uno dei pochi ricercatori occidentali a rilevare le opere del prof. Kozyrev fu il dott. Albert Wilson dei Douglas Research Laboratories in California, che affermò: Trovo che qualcosa di molto simile a ciò che ha teorizzato il prof. Kozyrev sarà istituzionalizzato nella teoria fisica entro dieci o vent’anni. Le implicazioni di ciò saranno rivoluzionarie. Sarà necessario lavorare per una generazione per integrare i salti in avanti che egli ha prodotto e incorporarli nella conoscenza scientifica.

La previsione di Wilson si è rivelata ottimistica, in effetti solo adesso, all’alba del 21° Secolo siamo in grado di mettere insieme tutti i pezzi. Per dare consistenza ai nostri termini, useremo le espressioni scientifiche comuni “campi di torsione” oppure “onde di torsione” nel riferirci al flusso spiraliforme di energia-tempo scoperta da Kozyrev [La parola torsione essenzialmente significa “girare” o “scuotere”]. Molti scienziati occidentali che hanno esplorato questo argomenti, in particolare il Ten. Col. Tom Bearden, definiscono tali campi come “onde scalari”, ma noi riteniamo che l’espressione “onde di torsione” è in ultima analisi di più facile approccio, anche perché ci rimanda al modello a spirale. Il lettore dovrebbe poi tenere presente che in tutti i casi, ciò di cui ci occupiamo è semplicemente un impulso di momentum [3] che viaggia attraverso il medium dell’etere/ZPE/vacuum fisico, e non possiede qualità elettromagnetiche.

Prima che Kozyrev avesse mai iniziato a condurre i suoi esperimenti, già esisteva una buona, solida fondazione teoretica che aveva già dato i suoi risultati. Cominceremo perciò con una discussione preliminare sulla teoria della relatività di Einstein, seguita dalle aggiunte del prof. Eli Cartan, che per primo stabilì l’esistenza di campi torsionali.

1.4 – IL MODELLO GEOMETRICO DELLA GRAVITA’ DI EINSTEIN

Il 29 maggio 1919 Albert Einstein apparentemente provò “che noi viviamo in uno spazio tempo curvato quadridimensionale”, in cui spazio e tempo sono due entità unite insieme come fossero una “fabbrica”. Egli riteneva che un oggetto come la Terra, ruotante nello spazio, “dovrebbe trascinare insieme ad essa spazio e tempo…”; ancora, riteneva che questa “fabbrica di spaziotempo” curvasse interiormente attorno a un corpo planetario. Così, egli affermava:

la gravità non è affatto una forza misteriosa che agisce a distanza, bensì [piuttosto si tratta del] risultato di un oggetto che cerca di camminare in linea retta attraverso una spazio che risulta curvato dalla presenza di corpi materiali.

Spazio curvo? “Un attimo…non si suppone che lo spazio sia vuoto?”, potreste domandare. Come è possibile curvare qualcosa che è vuoto? Come possiamo vedere, il problema fondamentale nel visualizzare il modello di gravità di Einstein risiede tutto nel termine “curvo”, poiché si tratta di qualcosa che una superficie piana ed elastica dovrebbe riuscire a fare. Invece, quasi tutti i tentativi di visualizzare i risultati raffigurano i pianeti come se fossero dei pesi che abbassano un immaginario strato piano di gomma esteso per tutto lo spazio come “fabbrica” dello spazio-tempo. Un oggetto come una cometa o un asteroide, nel muoversi verso la terra, segue semplicemente la geometria dello strato. Il problema con questo modello è che qualunque curvatura dello spazio-tempo avrebbe bisogno di essere portata dentro un oggetto sferico da tutte le direzioni, non solo da un piano liscio. E ancora, si richiede una forza di gravità, per tirar giù un peso in uno strato piano di gomma. In uno spazio senza peso, la sfera e il piano devono semplicemente fluttuare insieme.

In realtà, il verbo “fluttuare” è più preciso di “curvare”, e in Convergence III ho dimostrato che la gravità è una forma di energia eterica che fluttua costantemente in un oggetto. Le equazioni gravitazionali non specificano in quale direzione una simile energia debba fluttuare, ma solo che la gravità esiste come forza responsabile del fatto che gli oggetti non possono volar via dalla terra. Tali idee possono essere collegate a John Keely, il dott. Walter Russell e alla più recente e brillante teoria di Walter Wright sulla “push gravity” [gravità di spinta].

Dopo aver stabilito che tutti i campi come la forza gravitazionale e quella elettromagnetica sono semplicemente differenti forme di etere/ZPE in movimento, abbiamo una sorgente attiva per la gravità, e una semplice e chiara ragione per la quale essa dovrebbe esistere. Osserviamo che ogni molecola di un intero corpo planetario deve essere sostenuta da un continuo flusso interno di energia eterica. La stessa energia che interviene nella creazione della Terra crea e fluttua dentro di noi. Allora, noi restiamo impigliati nella corrente gigante del fiume di energia che scorre all’interno della Terra, così come le zanzare restano incastrate in una zanzariera mentre l’aria continua a fluire attraverso la retina. I nostri corpi non possono spostarsi attraverso la materia solida, ma ciò è certamente possibile ad una corrente di energia eterica – e questa è una delle molteplici cose che Keely, Tesla, Kozyrev e altri hanno dimostrato. Un stella o un pianeta deve continuamente ricavare energia dal suo ambiente per riuscire a mantenersi in vita. Kozyrev ha fatto le stesse osservazioni a proposito del Sole negli anni ’50, concludendo che le stelle agiscono come “macchine che convertono il flusso del tempo in calore e luce”.

Quasi tutti gli scienziati occidentali ritengono che le teorie della relatività di Einstein, la generale e la ristretta, eliminino la necessità di fare riferimento all’etere – e, invece, Einstein sosteneva il rifiuto dell’etere nel 1910, che è l’anno in cui la scienza ufficiale ritiene conclusa la riflessione di Einstein sull’argomento. Tuttavia, nel 1920 Einstein afferma in realtà che “l’ipotesi dell’esistenza dell’etere non contraddice la teoria della relatività ristretta”. E nel 1924, scrive: ... nella fisica teoretica, non andiamo da nessuna parte senza l’etere, cioè un continuum di proprietà fisiche definite, in quanto la teoria generale della relatività (…) esclude un’azione diretta a lungo raggio; e ogni teoria a breve raggio assume la presenza di campi continui, e, conseguentemente, l’esistenza dell’”etere”. (grassetto aggiunto)

1.5 – FISICA TORSIONALE

Nel 1913, il fisico Eli Cartan dimostrò per primo che la “fabbrica” (flusso) di spazio e tempo nella teoria della relatività generale di Einstein non solo “curvava”, ma possedeva in sé stessa anche un movimento di rotazione o spiraliforme conosciuto come “torsione”. Questa parte della fisica viene collegata esplicitamente alla Teoria Einstein-Cartan, o ECT. La teoria di Cartan da principio non venne presa troppo sul serio, poiché venne fuori prima dell’epoca della fisica quantistica, durante un periodo in cui si credeva che particelle elementari come gli elettroni rotassero o girassero intorno al nucleo. La maggior parte delle persone non sa che oggi viene generalmente accettato che lo spazio che circonda la Terra e probabilmente l’intera Galassia possiede una rotazione destrorsa, il che significa che l’energia sarà influenzata a girare in senso orario come se viaggiasse attraverso il vacuum fisico. Nel 1990, gli studiosi russi dottori Akimov e Shipov scrivevano: Per la precisione, i riferimenti contenuti nelle pubblicazioni di tutto il mondo ai campi torsionali ammontano a 10.000 articoli, appartenenti a circa un centinaio di autori. Di questi, almeno la metà lavora in Russia.

Come vedremo facilmente, l’opera del prof. Kozyrev costituì l’influenza principale per gli oltre 5.000 articoli russi su quest’argomento, come sopra citato. Nei modelli di fisica classica, i campi torsionali non venivano mai considerati come una forza universale allo stesso livello del campo gravitazionale o elettromagnetico, soprattutto perché possedevano solo esistenza teorica. Cartan con la sua teoria originale del 1913 congetturò che i campi torsionali fossero quantificabili in 30 gradi di magnitudine più deboli della gravità, la quale a sua volta ne possiede 40 in meno del campo elettromagnetico! Con un livello di influenza tanto minuscolo, così affermano le teorie, i campi torsionali “rotanti naturalmente” costituivano in sostanza un insignificante granello di polvere non in grado di dare alcun contributo ai fenomeni osservabili nell’universo.

Per tutti gli scienziati in grado di mantenere la mente aperta, le opere di Trautman, Kopczyynski, F. Hehl, T. Kibble, D. Sciama e altri nei primi anni ’70 creavano onde di interesse verso i campi torsionali. Concreti fatti scientifici confutarono la teoria di Cartan, vecchia di 60 anni e più simile a un mito, che i campi torsionali fossero deboli, piccoli e inadatti a muoversi nello spazio. Il mito della teoria Einstein-Cartan era che i campi di torsione a spirale non avrebbero potuto muoversi (cioè rimanevano statici), e non avrebbero potuto esistere in uno spazio molto più piccolo dell’atomo. Sciama et al. hanno dimostrato che questi campi torsionali di base previsti nella ECT esistevano realmente, e ad essi ci si riferiva come a “campi torsionali statici”. La differenza consisteva nella dimostrazione dei “campi torsionali dinamici”, i quali possedevano proprietà più importanti di quelli statici, teorizzati dalla ECT.

Secondo Sciama ed altri, i campi torsionali statici sono causati da sorgenti ruotanti che non irradiano alcuna energia. Perciò, se si ha una qualsiasi fonte ruotante in grado di rilasciare energia sotto qualunque forma, come il Sole o il centro della Galassia, e/o una fonte ruotante che possiede più forme di movimento che agiscono contemporaneamente, come un pianeta che sta ruotando intorno al proprio asse e nello stesso tempo intorno al Sole, allora viene prodotta una torsione dinamica. Questo fenomeno permette alle onde di torsione di propagarsi nello spazio anziché permanere in un singolo punto “statico”. Così, i campi torsionali, come la gravità e l’elettromagnetismo, sono capaci di muoversi da un punto all’altro dell’Universo. Per di più, come scopriremo nei prossimi capitoli, Kozyrev dimostrò, decadi addietro, che questi campi viaggiano a velocità “superluminali”, ossia a più della velocità della luce. Avendo un impulso che si muove direttamente dalla “fabbrica dello spaziotempo”, che viaggia a velocità superluminali e che è separato da gravità ed elettromagnetismo, si arriva ad una significativa conquista della fisica, qualcosa che richiede che il “vacuum fisico”, la “zero-point-energy” o l’”etere” esistano realmente.

1.6 – LISTA GENERALE DEI FENOMENI CHE CREANO GLI EFFETTI DI KOZYREV

Gli esperimenti di Kozyrev iniziarono negli anni ’50 e durarono fino agli anni ’70 con l’assistenza continua del prof. V.V. Nasonov, il quale aiutò a standardizzare i metodi di laboratorio e l’analisi statistica dei risultati. E’ importante ricordare che questi esperimenti furono condotti nelle condizioni più rigide possibili, nonché ripetuti centinaia e spesso migliaia di volte e messi per iscritto con esattezza di dettagli matematici. Inoltre, tali esperimenti sono stati accuratamente revisionati, infatti Lavrentyev e altri hanno potuto replicare gli stessi risultati per via indipendente (in questo libro abbiamo volutamente omesso i risultati matematico-analitici del lavoro di Kozyrev per favorire la scorrevolezza della lettura). Rivelatori speciali basati sulla rotazione e vibrazione sono stati messi a punto allo scopo di reagire in presenza di campi torsionali, ciò che Kozyrev definiva “il flusso del tempo”.

Se torniamo alla precedente analogia, possiamo affermare che la materia si comporta come una spugna immersa nell’acqua. Se facciamo qualcosa che disturba la struttura della spugna, come strizzarla, ruotarla o scuoterla, essa rilascerà parte dell’acqua raccolta nell’ambiente circostante. Negli anni, tutti i seguenti processi sono stati scoperti allo scopo di creare in laboratorio un “flusso di tempo” di onde torsionali, dovute allo scompiglio da esse creato nei confronti della materia in queste forme:

la deformazione di un oggetto fisico;

l’incontro di un ostacolo da parte di un getto d’aria;

il riempimento con sabbia di una clessidra;

l’assorbimento di luce;

la frizione;

il bruciamento;

l’azione di un osservatore, come il movimento della testa;

il riscaldamento o raffreddamento di un oggetto;

transizioni di fase nelle sostanze (da ghiacciato a liquido, da liquido a vapore ecc.);

scioglimento e mescolamento di sostanze;

la morte delle piante per appassimento;

radiazioni non-luminose da oggetti astronomici;

improvvisi cambiamenti di coscienza nell’individuo.

A parte la problematica ultima voce riguardante la coscienza umana, possiamo vedere facilmente come ogni processo “disturbi” in qualche modo la materia, provocando così il rilascio o l’assorbimento di una certa quantità della sua “acqua eterica”, la qual cosa si adatta perfettamente alla nostra analogia della spugna. Ancor più importante è il fatto che una forte energia emozionale potrebbe causare una reazione a distanza misurabile, cosa che è stata ripetutamente provata non solo da Kozyrev ma anche da molti altri; tutto ciò porta sotto i riflettori i nostri concetti di fenomeni fisici e di consapevolezza. Tali concetti hanno fatto ancor più notizia dopo l’attacco terroristico agli Stati Uniti dell’11 settembre 2001, nel momento in cui Dean Radin e il suo team dell’Institute of Noetic Sciences sono stati in grado di misurare un tremendo mutamento nel comportamento di un certo numero di generatori computerizzati nei periodi immediatamente precedente e successivo rispetto all’attacco:

kozyrev-004Il grafico mostra che un cambio nella coscienza di massa ha in qualche modo influenzato il comportamento dell’energia elettromagnetica nei computer di tutto il mondo, specialmente nei circuiti dislocati nel Nord America. Più tardi vedremo che questo è solo l’inizio di un intero nuovo mondo di una “scienza della consapevolezza”. Suggeriremo che le onde torsionali e la consapevolezza sono essenzialmente identiche manifestazioni di un’energia intelligente.

Ritornando alla più confortevole arena della materia fisica, il lavoro di Kozyrev ha dimostrato che i campi torsionali possono essere assorbiti, schermati e qualche volta riflessi. Per esempio, lo zucchero può assorbire, una pellicola di polietilene può schermare, e altre forme di alluminio o specchi possono riflettere. Kozyrev scoprì che in presenza di simili flussi di energia, oggetti rigidi e non-elastici potevano manifestare cambi di peso, mentre oggetti flessibili ed elastici potevano mostrare cambi nella loro elasticità/viscosità. Kozyrev mostrò anche che il peso di una trottola cambiava in caso di vibrazioni, riscaldamento, raffreddamento o di corrente elettrica fatta passare attraverso di essa. Come possiamo osservare, tutti i precedenti comportamenti si adattano perfettamente alla nostra analogia della materia come spugna che rilascia o assorbe piccoli quantitativi di “acqua energetica”.

1.7 – COSTRUZIONE DI UN RILEVATORE MECCANICO PER IL “FLUSSO DI TEMPO”

Al momento, la questione più inesplicata risulta essere, ovviamente, quale sia il modo di ottenere meccanicamente una simile energia. Fra l’altro, tutto ciò è del tutto sfuggito alla scienza ufficiale per circa un secolo. Dunque, è importante ricordare che, sebbene la forza delle onde di torsione sulla materia sia relativamente piccola, essa tuttavia esercita una spinta regolare. Le ricerche di Shipov, Terletzkij e altri teorici russi hanno associato direttamente l’energia dei campi torsionali con quella gravitazionale, arrivando così alla definizione del termine “energia gravispin”, e della scienza della “gravispinotica”. In queste nuove teorie, la gravità e la rotazione [spin] sono accoppiate nella stessa basilare maniera in cui lo sono elettrostatica e magnetismo nel momento in cui insieme formano le onde elettromagnetiche. Sebbene le onde torsionali possano viaggiare in ogni direzione, esse vengono più tipicamente assorbite nel flusso discendente del campo gravitazionale. Così, gli effetti più rilevanti della pressione di torsione potrebbero essere identificati in un lieve movimento spiraliforme congiunto all’energia gravitazionale. Trattandosi di una pressione molto lieve, solitamente non riusciamo a notare alcun movimento in noi stessi o in oggetti che stanno cadendo verso il basso.

Molti dei rilevatori meccanici di onde di torsione approntati dal prof. Kozyrev coinvolgevano oggetti in movimento, come un giroscopio rotante o un pendolo oscillante asimmetrico. Attraverso una semplice analogia possiamo essere aiutati a capire in che modi tali oggetti in movimento possano catturare una pressione così delicata. Se una barca non allinea le sue vele nella direzione del vento, allora non si potrà muovere. Allineando le vele con il vento, lo farà, e se il vento cambia, bisognerà essere pronti a cambiare posizione delle vele. Rilevare le onde torsionali è un processo più difficile rispetto alla navigazione, poiché le onde torsionali cambiano continuamente la loro direzione in forma di spirale tridimensionale. In qualche modo, è necessario creare vibrazioni nell’oggetto della rilevazione, ciò che gli permetterà di imbrigliare di continuo una spirale in movimento tridimensionale di forza energetica.

Kozyrev riuscì a catturare la sottile pressione delle onde torsionali combinando nello stesso tempo due differenti forme di vibrazione o movimento. Nei seguenti paragrafi discuteremo approfonditamente di ciò. In speciali condizioni di laboratorio, giroscopi o pendoli possono essere usati per interagire con l’energia “time flow” [flusso temporale], come Kozyrev la definì. In questi casi, tali rilevatori segnaleranno variazioni di peso o improvvisi movimenti angolari in risposta all’energia.

Uno dei più importanti rilevatori di energia “time-flow” usati da Kozyrev è la “bilancia di torsione”, ossia un giogo di bilancia in grado di ruotare liberamente se sospeso ad un filo. Come descritto nella prima pubblicazione di Kozyrev dell’anno 1971, la bilancia di torsione non possiede eguale bilanciamento in entrambi i lati, infatti un’estremità del giogo pesa 10 grammi e l’altra solo uno. Kozyrev sospese questo giogo ad un filo di capron di 50 micrometri di diametro e 5-10 cm di lunghezza. La corda era attaccata molto più strettamente all’estremità più pesante del filo che a quella più leggera, in maniera tale da consentire al giogo di rimanere in una perfetta posizione orizzontale nonostante la gravità. Questo posizionamento creava anche una maggiore tensione al giogo, permettendogli di muoversi liberamente. L’estremità più leggera del giogo era collegata ad un indice, cosicché Kozyrev poteva misurare su un goniometro di quanti gradi il giogo si sarebbe mosso volta per volta.

Per evitare di essere influenzato dall’atmosfera, l’intero sistema era avvolto in una calotta di vetro cui tutta l’aria era stata eliminata per creare un vacuum. Ancora, Kozyrev circondò la calotta con una rete di metallo (simile alla gabbia di Faraday) allo scopo di eliminare tutte le interferenze elettromagnetiche.

E, quel che più conta, la sommità del filamento, cui la bilancia era appesa, era fatta vibrare meccanicamente da una fonte elettromagnetica.

L’esperimento non era ritenuto valido qualora il giogo non fosse rimasto perfettamente immobile anche in presenza di extra-vibrazioni alla sommità del filo. Comunque, queste extra-vibrazioni che scuotevano a tratti la sommità del filo causavano una aumentata sensibilità alle vibrazioni esterne che si sarebbe riverberata nell’intero oggetto. Siamo allora in presenza di un disuguale set di pesi accuratamente sospesi ad un sottile filo in modo da rimanere orizzontali che crea un sistema in grado di grande tensione, pronto a muoversi al minimo tocco. E’ qualcosa di simile alla potenza sprigionata da una leva che permette ad un uomo di sollevare la propria automobile con il semplice movimento del cric. Perciò, se a questo si aggiunge anche la tensione delle vibrazioni che si irradiano su e giù per il filo e nella bilancia stessa, si ottengono tutti gli ingredienti necessari a rendere il rilevatore estremamente sensibile alla pressione dal tocco leggero delle onde di torsione, tanto da poterne poi misurare l’effetto. Questo è uno dei modi più ingegnosi per catturare e rilevare queste forze. (Come altro esempio, si poteva mettere in moto un giroscopio in moto e quindi appeso ad una corda fatta vibrare).

Sotto alcuni aspetti questa extra-sensibilità si comporta nello stesso modo di un tavolo da hockey ad aria, in cui una superficie piatta e rettangolare viene bucherellata con diversi fori che fanno passare l’aria verso sopra. La partita viene giocata con un disco leggero e piatto che è colpito avanti e indietro da due giocatori. Se l’aria scorre attraverso il tavolo (come l’asimmetria della bilancia e le extra-vibrazioni sul filo negli esperimenti di Kozyrev), in tal caso la gravità del disco è neutralizzata da una forza superiore, che crea un equilibrio più delicato fra le due (forze). Il disco può rimanere perfettamente immobile una volta lasciato solo, ma, se si introduce nel sistema nuova energia colpendo il disco quando l’aria è in movimento, allora il disco si sposterà molto velocemente e con il minimo sforzo. Se invece l’aria non circola, il disco si muove molto più lentamente e richiede molta più forza per essere messo in azione.

Accade nello stesso modo con i rilevatori di Kozyrev. Se non si include l’energia extra-vibrazionale, ci vorrà molta fortuna per poter osservare una reazione, in quanto la “spinta” delle onde di torsione non è sufficiente a muovere un oggetto stazionario. Molti scienziati che hanno tentato di ripetere gli esperimenti di Kozyrev spesso non vi sono riusciti, e ciò perché essi non consideravano importanti le extra-vibrazioni. Certamente non è possibile rilevare le onde di torsione con un pendolo se questo non è asimmetrico e/o se non si introducono vibrazioni alla sommità del filo. Un altro modo per visualizzare questo effetto può essere considerata la nostra analogia esposta nel prologo, nella quale la differenza fra una goccia d’acqua allocata in un metallo freddo viene opposta a quella goccia allocata in una padella calda. Le vibrazioni del metallo della padella faranno schizzare l’acqua attorno al tegame, divenendo parecchio sensibili ai più lievi cambi di pressione da ogni direzione.

Per i lettori più inclini alla spiritualità, è interessante notare che le dottrine degli Iniziati hanno sempre fatto riferimento al bisogno di “aumentare le proprie vibrazioni” per migliaia di anni se si vuole divenire capaci di percepire l’invisibile energia dell’universo. Come abbiamo dimostrato in alcuni dei nostri laboratori, in un arco di tempo relativamente breve un umano può essere portato a rispondere alla lieve pressione delle onde di torsione nella propria ”aura” attraverso il tocco. Con i più profondi addestramenti, come quelli descritti nelle opere di Rudolph Steiner o Carlos Castaneda, il campo energetico umano può essere alla fine visualizzato. Nella Parte II discuteremo questa ingombrante evidenza allo scopo di dimostrare l’esistenza di questo campo energetico umano, che si comporta nei nostri corpi come componente delle onde di torsione.

1.8 – SEMPLICI MOVIMENTI CREANO ONDE DI TORSIONE

Alcuni esperimenti di Kozyrev sembravano, ingannevolmente, semplici, considerando gli effetti che egli fu in grado di ottenere. Per esempio, il semplice innalzamento e abbassamento di un peso di 10 kg esercitava una pressione torsionale su un pendolo alla distanza di 2-3 metri, un effetto che in grado di viaggiare attraverso i muri. Il pendolo adoperato come rilevatore era stato schermato in un vetro sotto vuoto, così da non far ottenere questo effetto dalla presenza di aria. Ancora una volta, la chiave dell’esperimento era l’extra-vibrazione provocata alla sommità del filo, che con l’introduzione della tensione extra e del movimento, metteva le onde di torsione in grado di essere ricevute dal pendolo. Quest’altro esperimento mostra che una semplice massa di 10 kg di peso si comporta come una spugna immersa nell’acqua, creando piccole “increspature d’onda” nell’”acqua” circostante qualora venga mossa su e giù. Siamo ancora di fronte ad una proprietà basilare della materia.

1.9 – IL PESO INCREMENTA E DECREMENTA A CAUSA DI UN SEMPLICE MOVIMENTO

In un altro esperimento simile, Kozyrev aveva una tipica bilancia a due gioghi usata per pesare, con un peso fisso sul lato destro, ed un uncino sul sinistro adoperabile per appendere oggetti. Nel caso di questo esperimento, venivano appesi all’uncino dei semplici pesi, solo che essi venivano attaccati a strisce di gomma che permettevano loro di essere facilmente montati sulla bilancia. Normalmente, con i pesi su entrambi i lati in una posizione stabile, il giogo rimaneva in equilibrio ad un dato peso, misurabile sulla scala graduata. Kozyrev stabilizzava i bracci della bilancia con le mani o con una morsa per impedire loro di muoversi, e rimuoveva l’oggetto alla sinistra del suo uncino. Quindi, scuoteva l’oggetto su e giù sul pezzo di gomma per circa un minuto. E questo era tutto!

Una volta fatto ciò, nel momento in cui lo scienziato andava a pesare di nuovo, sistemandolo sulla bilancia in perfetta quiete, succedeva che il peso dell’oggetto fosse leggermente più alto di prima. Perciò, la bilancia dimostrerebbe la graduale diminuzione del peso dell’oggetto, una volta che esso abbia rilasciato l’extra-energia precedentemente inclusa. Kozyrev notò l’importanza di non riscaldare con il calore della mano il braccio della bilancia, così optò per una morsa di metallo con la quale sostenerlo. E’ interessante notare che questo test in alcuni giorni riusciva con una certa facilità, mentre in altri riusciva solo con grande difficoltà o per nulla affatto. Lo stesso dicasi per l’esperimento precedente, quello effettuato con un peso di 10 kg sollevato e abbassato ripetutamente. Questo fenomeno è noto come “variabile temporale” e sarà discusso più avanti.

1.10 – I RISULTATI DI KOZYREV SONO STATI REPLICATI, MAI CONFUTATI

Molti lettori si aspetterebbero che i risultati ottenuti da Kozyrev siano solo dovuti ad errori di registrazione. Invece è importante notare che non esistono concrete confutazioni dei risultati sperimentali di V.A. Kozyrev e V.V. Nasonov (Levich, 1996). In aggiunta, gruppi indipendenti di ricercatori hanno adesso riprodotto e confermato alcuni degli esperimenti di Kozyrev. Fra questi, A.I. Veinik dagli anni ‘60 agli ‘80, Lavrentyev, Yeganova et al. nel 1990, Lavrentyev, Gusev et al. nel 1990, e Lavrentyev et al. in 1991 and 1992. Il ricercatore americano Don Savage ha anche replicato molti esperimenti di Kozyrev pubblicandoli poi in Speculations in Science and Tech.

Per di più, senza alcuna conoscenza dell’opera di Kozyrev, nel 1989 G. Hayasaka e S. Tekeyuchi hanno scoperto similari effetti di perdita di peso facendo ruotare giroscopi di 150 grammi, e più di recente hanno ottenuto dei successi lasciando cadere i giroscopi fra due rilevatori laser ad alta precisione. (Bisogna ricordare che un giroscopio pesato sia in stato di rotazione che di non-rotazione non mostrerà alcun rilevabile cambio di peso a meno che non venga introdotto un processo addizionale come la vibrazione, il movimento – in questo caso la caduta – la conduzione di calore o una transizione di corrente elettrica). I risultati degli studi di Hayasaka et al., condotti per conto della Mitsubishi corporation, addirittura pubblicati sui principali media scientifici, hanno causato molta sorpresa. Per di più, essi attribuiscono i risultati proprio ai campi di torsione. Molti altri ricercatori, come il prof. S.M. Polyakov, il prof. Bruce DePalma e Sandy Kidd, indipendentemente gli uni dagli altri, hanno scoperto mediante giroscopi cambi gravitazionali, ma è chiaro che molti di loro non hanno pienamente compreso la natura fluida dell’etere, che è sempre presente nei movimenti spiraliformi delle onde di torsione.

1.11 – EFFETTI ANTI-GRAVITA’ CAUSATI DALLA DIREZIONE DELLA ROTAZIONE

Molti degli esperimenti di Kozyrev mostravano che la direzione del movimento del rilevatore era molto importante ai fini della misurazione dei cambi di peso. Kozyrev determinò che un giroscopio che veniva fatto vibrare, o riscaldare, o condurre elettricità avrebbe sostanzialmente perso peso se fatto ruotare in senso anti-orario, mentre l’avrebbe mantenuto se fatto ruotare in senso orario. Lo scienziato concluse che ciò dipendeva dal cosiddetto effetto-Coriolis, mediante il quale un oggetto lanciato sulla superficie della Terra assume contemporaneamente un movimento di rotazione. In definitiva, ciò dipende dalla sottile pressione di torsione spiraliforme che viene comunicata al flusso dell’etere (gravità) quando precipita sulla terra, sostenendo l’esistenza di tutti i suoi atomi e molecole. Nel 1860 Newton e Hook confermarono che l’effetto Coriolis era qualcosa di reale facendo precipitare giù oggetti lungo pozzi di miniera, e l’esperimento venne ripetuto in seguito molte volte. L’effetto Coriolis provoca un movimento antiorario nell’emisfero settentrionale e uno orario nell’emisfero meridionale, ed è considerata la forza maggiore che sta dietro i movimenti delle stagioni. L’effetto deve essere calcolato quando si voglia sparare con cannoni a lunga gittata, e infatti prima che fosse scoperto l’effetto Coriolis, questo problema creava grossa confusione a livello militare. Si tratta di un altro caso scientifico non molto noto, di cui la maggior parte delle persone non è a conoscenza.

Teniamo presente che Kozyrev faceva vibrare, riscaldare o elettrificare il giroscopio per rilevarne gli effetti anomali. In queste condizioni, egli doveva muovere il giroscopio sia in senso orario che antiorario. Muovendosi in senso antiorario nell’emisfero settentrionale, si muoveva all’unisono con la corrente antioraria causata dall’effetto Coriolis. Ciò fa sì che l’oggetto assorba parte dell’energia che avrebbe normalmente essendo spinto giù, e un piccolo ma definito decremento nel suo peso viene in tal caso misurato.

L’opera su menzionata di G. Hayasaka e S. Tekeyuchi, ha confermato indipendentemente lo stesso risultato. Rotando il loro giroscopio in senso antiorario esso cadeva più lentamente del previsto, mentre rotandolo in senso orario non si verificavano cambiamenti, cosa che provava le scoperte di Kozyrev. Naturalmente, anche il Giappone si trova nell’emisfero settentrionale. Kozyrev scoprì ancora che poteva essere introdotta in questi esperimenti una torsione addizionale, qualora il giroscopio non fosse posizionato al 100% orizzontalmente, e ciò gli fece supporre che la gravità, la quale fa muovere in linea retta verso il basso, è qualcosa di collegato con le onde di torsione, come successivi teorici hanno confermato. Senza l’esistenza dell’etere e del fenomeno della torsione dinamica, nessuno di questi risultati sarebbe mai stato possibile.

1.12 – L’ESPERIMENTO DI DE PALMA CON LO “SPINNING BALL”

kozyrev 005Un perfetto esempio di sfruttamento delle onde torsionali per mezzo della rotazione venne scoperto in maniera del tutto indipendente dal dott. Bruce De Palma, di frequente citato da R.C. Hoagland et al. sul sito web Enterprise Mission. All’interno di un completo vacuum, De Palma prese due biglie d’acciaio e le catapultò in aria ad angoli uguali, con la stessa forza. La sola differenza era che una biglia ruotava 27.000 volte al minuto mentre l’altra era stazionaria. La biglia ruotante saliva più in alto e scendeva più velocemente della sua controparte, cosa che violava tutte le leggi della fisica. L’unica spiegazione per questo effetto è che entrambe le biglie attingono energia da una fonte sconosciuta, e la biglia rotante “assorbe” più energia della controparte – energia che potrebbe esistere normalmente come la gravità, che si muove giù verso la terra. Con l’aggiunta della ricerca sui campi di torsione, possiamo rilevare che lo spinning-ball è in grado di sfruttare naturalmente le onde torsionali spiraliformi presenti nell’ambiente, le quali forniscono un surplus di energia addizionale.

1.13 – EFFETTI DI VARIABILE TEMPORALE

Kozyrev scoprì nei suoi esperimenti la produzione di un effetto di variabile temporale. In tardo autunno e nel primo inverno gli esperimenti funzionavano meglio, mentre erano di riuscita praticamente impossibile in estate. Kozyrev riteneva che il riscaldamento atmosferico estivo creava un disturbo che in qualche misura interrompeva il flusso delle onde di torsione. Il caldo extra provocava lo scuotimento più vigoroso delle molecole d’aria, e ciò a sua volta avrebbe disturbato le sottili pressioni spiraliformi attinenti alle onde di torsione. Come egli stesso affermava, “il riscaldamento attraverso i raggi solari crea un caricatore atmosferico che interferisce con gli effetti [sperimentali]”. Agli inizi della sua carriera Kozyrev riteneva che questo effetto di variabile temporale fosse causato dalla naturale crescita della vegetazione nei mesi più caldi, poiché egli aveva già notato che la semplice presenza di piante che crescevano poteva interferire con i suoi risultati sperimentali, e ciò perché le stesse piante avevano la capacità di assorbire in sé stesse l’energia che invece avrebbe dovuto fluire entro i rilevatori. Chiaramente, sia vegetali che assorbono energia per loro sostentamento in estate sia il caos crescente nelle vibrazioni dell’atmosfera più calda costituivano una combinazione che avrebbe potuto bene essere responsabile per la difficoltà di effettuare simili misurazioni durante le stagioni più calde.

Tali effetti sperimentali stagionali prevenivano gli scienziati americani operanti in un’area come la California meridionale dall’essere in grado di replicare questi risultati, poiché non potevano mai sperimentare le condizioni esistenti in tardo autunno e primo inverno, ideali per realizzare gli esperimenti.

1.14 – POSIZIONE, POSIZIONE, POSIZIONE

Un’altra implicazione complessiva dell’opera di Kozyrev è che la posizione geografica in cui si localizza l’esperimento costituisce una rilevante differenza. I suoi risultati migliori vennero ottenuti effettuando le misurazioni vicino al Polo Nord, i più avventurosi dei quali furono effettuati su blocchi di ghiaccio alla deriva con una latitudine massima di 84°15’, con il Polo Nord a 90°. Questo è un punto molto importante, perché ci mostra che la più grande quantità di energia di onde torsionali fluisce sulla Terra nelle regioni polari, e diminuisce gradualmente se ci si sposta verso l’Equatore.

Certamente, la maggior parte dei lettori si potrebbe meravigliare del fatto che si associ un qualche effetto ai poli terrestri. La risposta va ricercata in uno studio sul magnetismo. Nel 1991-92, A.I. Veinik determinò che i tipici magneti di ferro “permanenti” non solo possiedono un campo magnetico collettivo, ma anche un campo di torsione collettivo, con una rotazione oraria al Polo Nord, ed una antioraria al Polo Sud. Il Dott. G.I. Shipov ha dimostrato che tutti i campi elettromagnetici generano onde di torsione. Così, dal momento che sappiamo che il campo magnetico della Terra è maggiormente concentrato ai poli, possiamo dedurre che allo stesso modo la più grande quantità di onde di torsione dovrebbe trovarsi proprio nelle regioni polari. Nei suoi libri e nel sito web, Richard Pasichnyk ha dimostrato che gli impulsi dei terremoti viaggiano più velocemente da Nord a Sud che da Est a Ovest. Così, la pressione aggiunta delle onde di torsione, incanalandosi e affluendo nelle regioni polari, incide molto più della semplice polarità nord-sud del campo magnetico che può essere misurato con un compasso.

Kozyrev determinò anche che l’energia torsionale fluisce differentemente nell’emisfero meridionale terrestre in quanto opposto al settentrionale, e di nuovo questo è dovuto all’effetto Coriolis. Egli scoprì anche che la velocità dell’accelerazione gravitazionale cambia lievemente tra l’emisfero nord e quello sud di un sottile fattore di 3.10^-5. Ciò sembra essere causato dal fatto poco noto che la forma sferica della Terra è addirittura più schiacciata nell’emisfero settentrionale rispetto al meridionale! Questo fatto è stato fra l’altro osservato e misurato anche in altri pianeti come Giove e Saturno. Kozyrev riteneva che dal, dal momento che la superficie dell’emisfero sud era lievemente più distante dall’Equatore rispetto alla corrispondente area nell’emisfero nord, ciò spiegava i sottili cambiamenti nella velocità di accelerazione gravitazionale.

1.15 – ESISTONO FORZE LATENTI DOPO AVER GENERATO INTERRUZIONI DI ENERGIA

Il termine “latente” vuol dire “lasciato in sospeso”, e Kozyrev osservò certi effetti che si manifestavano per un certo periodo di tempo dopo aver interrotto la formazione di onde torsionali e/o disturbi agli oggetti misurati. Si ricordi che Kozyrev dimostrò come il semplice scuotimento di un corpo su di una striscia di gomma ne avrebbe incrementato il peso, e che esso sarebbe lentamente tornato alla normale massa a riposo dopo averlo sistemato sulla bilancia a gioghi. Il tempo che il corpo impiega a ritornare al suo peso normale equivale a misurare la “forza latente” che esso è in grado di sostenere.

In questi esperimenti certi oggetti aumentano e diminuiscono di peso più velocemente di altri. Kozyrev concluse che la percentuale alla quale un oggetto aumenta o diminuisce di peso si basa sulla sua densità, o spessore, e non sul suo peso complessivo. Egli mostrò che la perdita di peso si verifica ad indice esponenziale, e che più è elevata la densità del materiale, più velocemente le forze residue scompaiono. Ecco alcuni esempi:

Il piombo, densità 11, perderà le forze latenti in 14 secondi;

L’alluminio, densità 2.7, in 28 secondi;

Il legno, densità 0.5, in 70 secondi.

Se questo risulta difficile da capire, possiamo pensare al fatto che una spugna più densa e spessa come la gommapiuma usata nei materassi o nei cuscini da poltrona possieda molta più “elasticità” rispetto ad una più leggera e sottile, come una vecchia e stanca spugna da cucina. Più un materiale è elastico, più velocemente può assorbire e rilasciare energia. Kozyrev testò anche questi effetti su rame, ottone, quarzo, vetro, aria, acqua, carbone, grafite, sale da tavola e altri, e indicò che “gli effetti più ampi, con tempi di preservazione massimi, venivano osservati su materiali porosi come mattoni o tufo vulcanico (Nasonov 1985°, pag. 15). Questo dovrebbe essere fonte d’interesse, dal momento che nella nostra analogia la spugna è anch’essa costituita di materiale poroso, ossia formata da una quantità di pori o buchi.

1.15.1 – L’EFFETTO ASPDEN

Un altro esempio di forze latenti presenti in un sistema si trova nel cosiddetto effetto Aspden, scoperto dal dott. Harold Aspden della Cambridge University. Questo esperimento si basa su un giroscopio il cui ingranaggio centrale viene attratto da un potente magnete. Il normale quantitativo di energia richiesta per rotare il giroscopio ad una velocità massima data è di 1.000 joule. Come un bicchiere d’acqua che viene agitato con una spugna, la rotazione del giroscopio fa sì che l’energia eterica contenuta nell’ingranaggio centrale inizi a muoversi a spirale, e questo movimento agitatorio continui nell’oggetto anche dopo aver arrestato il giroscopio.

Sorprendentemente, fino a 60 secondi dopo che il giroscopio finisce di ruotare, basta un’energia dieci volte inferiore affinché esso ritorni alla stessa velocità ottenuta la prima volta, ossia solo 100 joule. Questo è un altro effetto riproducibile che è stato semplicemente ignorato dalla corrente principale scientifica, in quanto “viola le leggi della fisica”. Ad ogni modo, con l’opera di Kozyrev come background, possiamo immaginare le risatine degli scienziati russi dopo aver letto dei problemi di Aspden nel far riconoscere agli scienziati occidentali questo effetto.

Ora, se si è notato, il piombo (Pb) manteneva le sue forze latenti per 14 secondi mentre l’alluminio per 28, e, ancora, i giroscopi di Aspden mantenevano le loro forze per 60 secondi. Questo è dovuto al fatto che l’energia extra torsionale / eterica viene attratta dal potente magnete permanente che compone il centro del giroscopio; in Convergence III abbiamo dimostrato in che modo questa proprietà basilare dei magneti rotanti è stata usata per creare molte fonti differenti di “energia libera”.

1.16 – LISTA GENERALE DI RILEVATORI NON MECCANICI

Anche se fin qui abbiamo trattato di giroscopi, pendoli e bilance a gioghi, Kozyrev scoprì ancora rilevatori non meccanici in grado di catturare l’energia del “flusso temporale”. Ciò che intendiamo con il termine “non-meccanico” è che le onde di torsione possono essere rilevate senza le parti mobili normalmente richieste, che coinvolgono due differenti forme di vibrazione o moto meccanico, come nel giroscopio, bilancia di torsione e pendolo. Alcuni di questi rilevatori non meccanici possono dimostrare chiaramente cambiamenti sostanziali in presenza di campi di torsione, e nel caso di tungsteno e quarzo, gli effetti dei campi torsionali sul materiale possono diventare irreversibili. Tutti i seguenti materiali manifestano mutamenti in presenza di energia di onde torsionali:

la conduttività di resistenze elettriche, specialmente quelle costituite da materiale al tungsteno;

il livello di mercurio nei termometri;

le frequenze vibrazionali di oscillatori di cristallo al quarzo;

i potenziali elettrici delle termocoppie;

la viscosità dell’acqua;

la quantità di lavoro elettronico che può essere eseguito in una cellula fotoelettrica;

le percentuali di reazione dei componenti chimici (come l’effetto Belousov-Zhabotinskij);

i parametri di crescita di batteri e piante.

Una lista altamente dettagliata del lavoro di Kozyrev, compresi i grafici esatti, le statistiche precise, le analisi e descrizioni di tutti i rilevatori precedentemente menzionati può essere rintracciata in “A Substantial Interpretation of N.A. Kozyrev’s Conception of Time,” [Una interpretazione sostanziale della concezione del tempo di N.A. Kozyrev] di A.P. Levich, 1996.

1.17 – LA RIPRODUZIONE DI CHERNETSKIJ

Alcune di queste onde di torsione non-meccaniche sono state riprodotte dal team di A.V. Chernetskij, Y.A. Galkin e S.N. Kolokoltzev, i quali hanno inoltre creato una sorgente che genera e immagazzina questa energia eterica in maniera del tutto simile ad un capacitor, che è un componente elettronico capace di immagazzinare una carica elettrica. Questi scienziati considerano la loro invenzione come “una sorgente di scarico autorigenerante”. Come Kozyrev, Chernetskij et al. hanno scoperto che il livello di resistenza di un circuito elettronico può mutare se parte di esso viene collocata tra due piastre di capacitor della sorgente mentre si trova in azione. Ancora, la frequenza vibrazionale di un oscillatore al quarzo può diventare 1000 o più volte più veloce qualora venga in precedenza collocata fra le due piastre. Tutto ciò dovrebbe perlomeno far sollevare le sopracciglia, dal momento che la precisione dei cristalli al quarzo nel mantenere un esatto ritmo pulsante mentre l’elettricità li attraversa viene adoperata per segnare l’ora esatta nella gran parte di orologi digitali esistenti.

1.18 – FORZE LATENTI NEL VACUUM E NELLA MATERIA

Chernetskij et al. scoprirono anche che la loro “sorgente di scarico autogenerante” poteva creare un campo di torsione statico o non-movente nella struttura profonda dello spazio-tempo stesso. Una corrente scorrevole può essere creata in un etere fluido anche se nell’area non risieda materia. Chernetskij et al. erano anche in grado di misurare gli stessi effetti dei campi torsionali nell’area che si era trovata in mezzo alle due piastre dello strumento, dopo che esso era stato disattivato e rimosso da quell’area! Gli effetti latenti sono misurabili anche in metalli al tungsteno o oscillatori al quarzo.

Un altro effetto simile venne scoperto da Donald Roth con la cosiddetta “memoria magnetica”, e documentato dall’Institute for New Energy. Roth scoprì che si poteva portare un magnete sufficientemente vicino ad una bilancia da attrarla a sé, e dopo cinque giorni il magnete poteva essere posizionato molto più distante dalla bilancia ed ottenere gli stessi effetti di prima. Gli scienziati russi si riferiscono a questo effetto definendolo “vacuum strutturale”, ciò che ci dimostra una volta ancora che esiste qualcosa, lì nello spazio “vuoto”, qualcosa che gli eredi dei Misteri Atlantidei conoscono come “etere”.

Kozyrev scoprì ancora che una sostanza fisica poteva diventare “strutturata” allo stesso modo. Come scrive a pag. 271 del quaderno del 1977:

Un corpo collocato per un certo tempo vicino ad un processo [che genera onde di torsione] e poi portato su una bilancia di torsione [può] produrre lo stesso effetto [sulla bilancia di torsione] come il processo [generato dalla torsione originale prodotto] da sé stesso. [La] memorizzazione [della] azione dei processi è una caratteristica di [tutte] le diverse sostanze, eccetto l’alluminio.

Nel 1984, Dankachov mostrò che la “memorizzazione” o l’effetto “strutturale” poteva avvenire anche con l’acqua, e questo è un esperimento che di tanto in tanto trova modo di espressione anche presso il pensiero scientifico occidentale alternativo. Gli esperimenti sulla “memoria dell’acqua” cominciano ad utilizzare uno dei basilari processi di creazione di onde di torsione allo scopo di far decrescere la viscosità o densità dell’acqua. Quindi, l’acqua trattata viene collocata vicino ad un altro contenitore d’acqua, e la nuova viscosità dell’acqua decrescerà esattamente fino a quella dell’acqua originale trattata. Altri esperimenti, come quelli di Jacques Beneviste, dimostrano come gli effetti di questa memoria dell’acqua siano in grado di perdurare anche sotto effetti chimici, con generatori di onde torsionali adoperati per stimolare l’acqua per mezzo di un determinato composto chimico. Infine, quel composto può essere trasferito energeticamente in un contenitore sigillato di acqua pura, cosicché l’acqua sigillata assumerà le stesse caratteristiche del modello originale.

1.19 – L’EFFETTO-SCHERMATURA DELL’ENERGIA DI UN’ECLISSE SOLARE

Come già suggerito nel prologo, il Sole è la nostra ovvia scelta come sorgente primaria di onde di torsione nella nostra eliosfera, visto che possiede il 99.86% dell’intera massa del Sistema Solare. Nel 1970, Saxel ed Allen dimostrarono che durante un’eclisse solare la presenza della Luna scherma i campi di torsione radianti dal Sole, cosa che provoca un incremento nel periodo di oscillazione di una bilancia di torsione. I metereologi V.S. Kazachok, O.V. Khavroshkin e V.V. Tsyplakov sono stati in grado di ripetere questo esperimento durante l’eclisse solare del 1976, producendo lo stesso effetto; tutto ciò venne poi pubblicato nel 1977. Altri hanno ottenuto gli stessi risultati osservando le semplici deviazioni di un pendolo durante un’eclisse solare.

1.20 – ALLINEAMENTI MOLECOLARI CHE AIUTANO O SCHERMANO GLI EFFETTI DELLA TORSIONE

Come già detto, la teoria Einstein-Cartan fu la prima a porre le basi teoretiche per l’esistenza dei campi di torsione, nel 1913. La teoria predice che, a seconda della dislocazione, vi saranno torsioni orarie o antiorarie nello spazio. Le successive scoperte nella fisica dei quanti relative alla nozione di “spin” o rotazione hanno confermato che anche gli elettroni possono avere rotazione destrorsa o sinistrorsa, il che equivale a parlare di movimento orario/antiorario. Tutti gli atomi e le molecole mantengono vari gradi di bilanciamento fra spin destro e sinistro. Kozyrev determinò che molecole fortemente destrorse come lo zucchero possono schermare gli effetti della torsione, mentre quelle fortemente sinistrorse come la trementina li rinforzano. Successive indagini russe hanno stabilito che la comune pellicola di polietilene agisce come potente schermatura per le onde di torsione, pertanto essa viene usata in molti e diversi esperimenti, come quelli effettuati dal dott. Alexander Frolov.

1.21- MUTAMENTI “QUANTIZZATI” NEL PESO

Abbiamo parlato degli esperimenti di Kozyrev nei quali un oggetto veniva disturbato in vari modi, dopodiché esso tornava lentamente al suo bilanciamento normale dopo aver attraversato variazioni di peso. In questi esperimenti emerge un importante fattore, che fra l’altro non collima perfettamente con l’analogia della spugna immersa nel liquido; tale fattore è noto come “effetto quantizzazione”. (Spiegheremo più avanti che cosa lo provochi). Quando qualcosa è quantizzata, significa che essa non si muove o si calcola scorrevolmente, ma solo scalarmente, a specifici intervalli. Detto semplicemente, il peso di un oggetto non dovrebbe crescere o decrescere gradualmente negli esperimenti sulla “forza latente”, ma solo a scatti improvvisi. Questa è certamente una proprietà anomala della materia. Kozyrev afferma:

Negli esperimenti di vibrazione su una bilancia la riduzione di peso avviene a scatti, iniziando con un certo potere vibrazionale. Se la frequenza della vibrazione è ulteriormente incrementata, la riduzione di peso sulle prime rimane la stessa, e quindi di nuovo cresce a scatti dello stesso valore… Fino ad ora una spiegazione realistica di questo fenomeno non è stata ancora trovata. In seguito si è riscontrato che l’effetto-quantizzaizone si verifica in quasi tutti gli esperimenti. (Kozyrev 1971, pag. 26)

Nel caso in questione, Kozyrev studiò gli effetti su un peso di 620 grammi, che egli sottopose a vibrazioni, misurate in hertz o cicli per secondo. Sia riscaldare che raffreddare sono funzioni della vibrazione, così a seconda di come facciamo vibrare un oggetto, possiamo accrescerne o diminuirne il peso. In questo esperimento, la massa del peso di 620 grammi veniva lievemente accresciuta sottoponoendo l’oggetto a vibrazioni ad alta velocità. Per ottenere risultati numericamente chiari e precisi, in seguito Kozyrev e Nasonov applicarono una semplice funzione matematica per ri-normalizzare i risultati riferiti al peso da 620 g verso la misura più elevata e semplice di 1 kg. I seguenti numeri sono ri-normalizzati calcolando il peso di 1 kg:

kozyrev 006Come possiamo vedere da questo grafico, quando le vibrazioni dello strumento giungono alla soglia di 16-23 Hz (o cicli per secondo), l’oggetto mostra un incremento stabile di 31 mg. A questo punto, se Kozyrev incrementava le vibrazioni tra 16 e 23 cicli per secondo non si verificava ulteriore guadagno di peso. Però, se le vibrazioni si spostavano sui 24 Hz, improvvisamente il peso lordo si incrementava spontaneamente del doppio, giungendo a 62 mg. Incrementando ancora, da 24 a 27 Hz, non si registrava cambio di peso. Arrivando a 28 Hz, il peso netto di nuovo si incrementava improvvisamente di altri 31 mg[4] fino a raggiungere i 93 mg. Ogni volta che si raggiungeva una nuova soglia, il guadagno iniziale di 31 mg veniva aggiunto alla somma totale. Come Kozyrev scoprì, Siamo riusciti ad ottenere effetti quintupli e decupli. (!)

Non dimentichiamo che questo effetto-quantizzazione si verificava in tutti gli esperimenti di Kozyrev, sia se l’oggetto in questione aumentava sia se diminuiva di peso. Affinché una cosa di questo genere possa aver luogo, l’intervallo-base di 31 mg misurato nell’oggetto di 1 kg deve essere una funzione combinata di volume, densità, peso e topologia (forma), simile al tono udibile percuotendo una campana di dimensioni, forma e densità date. Nel momento in cui Kozyrev accresceva nell’oggetto la frequenza delle sue vibrazioni, venivano prodotti nuovi intervalli di incremento di peso, ma sempre espressi in unità di 31 mg.

Questo effetto-quantizzazione costituisce in effetti una chiave molto importante per comprendere la natura multidimensionale della materia, ed esemplifica chiaramente il fatto che gli atomi e le molecole possiedono una struttura a strati di onde sferiche nidificate, tipo cipolla. Nel prossimo capitolo cominceremo a mostrare il contesto di quest’esperimento, e come esso si relazioni alle nuove scoperte nel campo della fisica quantica.

1.22 – LA DIFFICOLTA’ DI COMBINARE I RISULTATI DI KOZYREV CON LA SCIENZA UFFICIALE

Le idee di Kozyrev non sono state assimilate facilmente né velocemente dalla corrente scientifica ufficiale, specialmente in Occidente, forse perché la magnitudine degli effetti da lui rilevati non è sufficientemente visibile. Per esempio, le forze addizionali introdotte nei suoi esperimenti meccanici cambiavano il peso degli oggetti di un mero fattore di 10^-4/10^-5, come il giroscopio che diveniva solo 100 mg più leggero se fatto ruotare e vibrare allo stesso tempo. Per capire quanto sia infinitesimale un simile cambiamento, basta ricordare che un semplice ingrediente attivo aggiunto ad una pillola di vitamine può pesare 100 mg.

Come Kozyrev stesso ritiene, “i risultati sperimentali mostrano che le proprietà di organizzazione del tempo esercitano un’influenza molto limitata sui sistemi [di materia come le stelle], comparati al corso naturale e distruttivo del loro sviluppo. Quindi non è sorprendente che una simile … entità sia stata mancata nel nostro sistema di conoscenza scientifica. Comunque, essendo limitata, è distribuita ovunque in natura, ed è necessaria solo la sua capacità di essere immagazzinata.

RIFERIMENTI:

1. Akimov, A.E. E Shipov, G.I. Torsion Fields and their Experimental Manifestations. Proceedings of International Conference: New Ideas in Natural Science, 1996. URL: www.eskimo.com/~billb/freenrg/tors/tors.html

2. Anonymous. (Amount of vaccuum space in light bulb) {Link no longer in operation 6/02}: www.newphys.se/elektromagnum/physics/KeelyNet/energy/zpe7.asc

3. Fox, Hal. Now Come Torsion Fields. NEN, Vol. 5, No. 11, Mar. 1998, p.1. URL: www.padrak.com/ine/NEN_5_11_2.html

4. Gamow, George. Gravity. Anchor Books, NY, 1962; p. 138.Keely, John. Sympathetic Vibratory Physics. URL:www.keelynet.com/

5. Kozyrev, N.A. On the Potential for Experimental Investigation of the Properties of Time. 1971.

6. Levich, A.P. A Substantial Interpretation of N.A. Kozyrev’s Conception of Time. Singapore, New Jersey, London, Hong Kong: World Scientific, 1996, p. 1-42. URL:www.chronos.msu.ru/SEMINAR/ereports.htm

7. Lyne, William. Occult Ether Physics. Creatopia Productions, NM, 1997. ISBN: 0-9637467-2-3

8. Nachalov, Yu.V. Theoretical Basics of Experimental Phenomena. URL:www.amasci.com/freenrg/tors/tors3.html

9. Nachalov, Yu.V. and Parkhomov, E.A. Experimental Detection of the Torsion Field. URL:www.amasci.com/freenrg/tors/doc15.html

10.Nachalov, Yu.V. e Sokolov, A.N. Experimental Investigation of New Long-Range Actions. 1993. URL:www.amasci.com/freenrg/tors/doc17.html

11.Ostrander, S. e Schroeder, L. Psychic Discoveries Behind the Iron Curtain. Prentice-Hall, Inc., Englewood Cliffs, N.J., 1970. URL: www.psychicdiscoveries.com/

12.Pasichnyk, Richard. The Vital Vastness: Volume One. Writer’s Showcase, 2002. URL:www.livingcosmos.com/

13.Russell, Walter. The Divine Iliad. University of Science and Philosophy; URL:www.philosophy.org/

14.Taubes, Gary. Relativists in Orbit. Discover Magazine, March 1997.

15.Tesla, Nikola. Lecture Before the Institute of Immigrant Welfare. May 12, 1938.

16.Wilcock, David. Convergence III. April, 2001. URL: http://ascension2000.com/ConvergenceIII

17.Wright, Walter. Push Gravity. URL: www.keelynet.com/

NOTE

[1] “Conoscenza di mondi superiori e suo raggiungimento”

[2] “Scoperte Psichiche dietro la Cortina di Ferro”

[3] quantità di moto, velocità.

[4] Si è reso con “mg” anziché “Hz” come nell’originale a causa di un evidente refuso. Infatti 62(mg)+31(mg) = 93 mg.

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Fonte: )* Stazione Celeste – David Wilcock – The Divine Cosmos – Capitolo Uno

Tradotto da Andrea Calabrese per Stazione Celeste

)*(Stazione Celeste) ~ The Divine Cosmos ~ Il Mistero viene rivelato di David Wilcock

Originale in inglese: http://www.divinecosmos.com/index.php?option=com_content&task=view&id=95&Itemid=36

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