IL TEMPIO DI LUXOR

IL TEMPIO DI LUXOR

Panorama

Ricostruzione del tempio di Luxor

L’Egitto e’ la scuola dove l’immagine parla”.

IL TEMPIO DELL’UOMO

Nei mondi antichi la costruzione di un tempio era un’arte sacra che seguiva regole precise e preziose. Il tempio era un luogo dell’energia.
Oggi l’arte di costruire templi si e’ perduta, le chiese moderne sono luoghi di convegno materiale che non attivano più’ la parte interiore dell’uomo e non si aprono su altre dimensioni, non sappiamo più’ elaborare dimore per il sacro, non sappiamo più’ costruire luoghi rituali per l’anima, ma una volta i tempi erano luoghi di collegamento tra la dimensione umana e un’altra superiore e il tempio di Luxor, in Nubia, appartiene alle grandi opere dello Spirito che agiscono in questo senso.
Si tratta di una lunga struttura architettonica che rappresenta l’Uomo Universale e si allunga in Nubia, parallelamente al corso del Nilo.
Nell’Uomo Universale sono iscritte tutte le leggi che regolano l’universo. Gli antichi parlavano di ‘Antropo-cosmo’, intuizione dell’Unita’ del Mondo nell’Anima dell’Uomo, microcosmo che rispecchia il macrocosmo

Il tempio di Luxor e’ il Tempio per eccellenza, parla di ciò’ che il simbolo può’ solo indicare e si fa tramite di collegamento tra ciò’ che appare e l’Altrove.
Nei suoi segni la Sapienza si fa Visione e la Visione parla attraverso l’Inconscio Collettivo.
Il Tempio di Amenophis III si trova nell’Alto Egitto, in un sito che conteneva, in epoche più’ antiche, un santuario dedicato alla triade tebana del luminoso dio Amon, la dea guerriera Mut e il dio lunare Khonsu.
Amon era uno dei principali dei della creazione, la più’ importante divinità’ di Tebe, Colui che, fondendosi col Sole, produsse Amon-Ra.
Si narra che il Tempio dell’Uomo sia stato costruito da Suti
(SETH=Satana o portatore di tenebra) e da Hor (HORUS= il portatore di Luce). Il mito dice che esso rappresenta la lotta eterna tra Luce e Tenebre, due forze antagoniste nel cuore dell’uomo.
Il corpo dell’umano universale e’
Hat-Hor= la casa di Hor, Materia che capta lo Spirito.
Il tempio di Luxor e’ il paradigma di tutti i templi e presenta una fitta serie di simboli, una raccolta di conoscenze sacre che utilizzano dati matematici, formali e simbolici, in modo palese ed occulto.
Per 12 anni il metodico alchimista alsaziano Schwaller de Lubicz applico’ precise analisi e attente misurazioni ad ogni particolare del tempio, coadiuvato da una equipe di specialisti, realizzando un’opera gigantesca e dettagliata come solo un ingegnere tedesco molto determinato e versato in ermetismo poteva produrre.
La ricerca si completo’ in due ponderosi volumi, dopo di che Lubicz mori’.
Un anno dopo aver messo a punto i suoi scritti, mori’ anche la donna intelligente e inquieta che lo aveva spinto a questa grande opera.
Nell’architettura sacra il simbolo si fa corpo e pietra. Crea un ponte tra uomo e cosmo, rispecchiando entrambi. Non solo manifesta leggi universali, ma anche le emana.
Lubicz aveva lavorato con Matisse, un pittore che cercava le sue fonti nell’alchimia e nella magia, che gli aveva spesso ripetuto che, nella costruzione di una figura, si doveva incastrare una parte sull’altra, come fa un carpentiere con una casa, cosi’ da costruire il corpo dell’uomo come una cattedrale.
Lubicz era poi entrato nel gruppo dei Veglianti, una comunita’ esoterica svizzera, che eseguiva vetrate di cattedrali e aveva appreso da loro la simbolica alchemica delle cattedrali gotiche, studiando la matematica simbolica e la geometra sacra. Egli era convinto che l’unico modo per ritrovare la sapienza smarrita era di misurare di nuovo gli oggetti sacri per scoprire i loro segreti.
C’era, in quegli anni, una vera e propria esplosione di egittomania, una moda che aveva pervaso le logge massoniche. L’Egitto diventava la giustificazione simbolica della massoneria, le permetteva di cercare nell’antica filosofia sapienziale origini e percorsi in una sintesi di opere e pensiero (
tecne e episteme), una via per trovare non la realizzazione di se’ ma l’accesso al assoluto. Come dice Novalis “Sollevo’ il velo di Sais e vide, miracolo dei miracoli, se stesso”.
Lubicz fu un operatore paziente in questa ricerca di archeologia sacra, realizzando anche il sogno di questa donna speciale e bellissima, che lo ispiro’ e lo porto’ in Egitto perché’ amava l’Egitto, spingendolo alla ricerca iniziatica perché’ essa stessa viveva in modo iniziatico. Fu il suo carisma che porto’ Lubicz a Luxor, dove, per 15 anni, studio’ il tempio misurandolo di pietra in pietra.
Nell’articolo 2 dei Veglianti era scritto: “
Propagare con la parola e l’esempio il senso del dovere, l’amore per la perfezione nel lavoro e in tutti gli atti della vita”. Lubicz provo’ questo precetto onorando il suo lavoro di ricerca come fosse a servizio di un’arte sacra.
Egli provo’ che il Tempio ricostruiva simbolicamente uno scheletro umano disteso, sviluppandosi dai piedi (sagrato) fino alla testa (tabernacolo). Su questa traccia di scheletro umano, perfettamente riprodotto in ogni dettaglio anatomico, si proiettano le potenze divine e attraverso il Tempio si può’ studiare la conoscenza anatomica e fisiologica dell’antica medicina egizia.
Il tempio e’ sorprendente per le infinite informazioni che contiene. Alcune trovano sconcertanti corrispondenze con conoscenze attuali, per esempio la costruzione riporta un punto del cervello, oggi chiamato ‘riflesso di Babinsky’, che e’ collegato ai piedi cosi’ che, se esso si blocca, i piedi si rattrappiscono.

IL TEMPIO DI LUXOR 2Nel mondo antico c’erano due medicine, una rozza e semplice, buona per i taglia-ossa, l’altra sacra, riservata ai più’ alti sacerdoti.
Il Tempio di Luxor rappresenta la perfezione umana perché’ indica le misure ideali del Faraone, uomo sopra tutti gli uomini, creatura perfetta o semidio.
Il Faraone unisce la perfezione dell’umano al divino ed e’ perciò’ l’Uomo Cosmico le cui misure diventano le misure del Mondo. Manifesta le proporzioni fondamentali dell’umano e in ogni sua parte corrisponde simbolicamente alle funzioni dell’universo.
Dice Lubicz: “
L’uomo sorto dalla Creazione originaria e’ l’Universo. Sul suo corpo, sui suoi sensi, sui suoi organi, sulle sue funzioni assimilatrici, sui suoi centri vitali nervosi, fisici e di coincidenza energetica, si può’ iscrivere tutta la conoscenza”.
In modo analogo, le cattedrali medievali sono a forma di croce perché’ ripetono la forma del Cristo in croce.
Luxor e’ l’antrophos, l’uomo eterno, che, nel suo ciclo di crescita e sviluppo, rappresenta l’Uomo universale. Come tutti i templi iniziatici, il tempio di Luxor ha come scopo la proiezione dell’Universo nell’Uomo e lo studio delle sue funzioni come specchio delle energie fondamentali del Mondo.

Ogni costruzione, per quanto semplice, ha un’anima perché’ e’ un volume.
Il volume e’ necessariamente l’indefinibile sostanza Spirito fissata in Spazio.
E’ vivo e specificato, e’ Numero, quindi Musica
”.

Nella concezione esoterica, l’energia divina crea l’uomo focalizzando sul suo essere una serie di centri di energia a complessità’ crescente. Nell’Induismo questi centri sono detti CHAKRA, vortici rotanti, e rappresentano i punti di alimentazione dei nostri livelli energetici, le cui eliche (o petali), come per gli orbitali degli elettroni, salgono in modo discontinuo secondo numeri fissi da 4 a infinito. Frequentemente, nel mondo antico e anche nel Medioevo, troviamo questo concetto delle sfere ad energia crescente.
Analogamente a Plotino, possiamo definire Dio come la fonte suprema dell’energia del creato, da cui essa emana in una progressiva riduzione di intensità’ fino ad arrivare all’uomo-materia, grossolano, lontanissimo da Lui e tuttavia in grado di risalire la scala delle emanazioni attraverso un continuum di trasformazioni della sua natura da quella più’ materiale a quella più’ sottile.
L’Alchimia cura le trasformazioni dell’energia prima ancora di quelle della materia, perché’ nessuna operazione può’ inverarsi nella Natura che prima non sia avvenuta nello Spirito. La trasformazione sottile precede quella manifesta e la implica. L’Alchimia dell’ascesa spirituale e’ apertura e attivazione dei nostri corpi sottili, trasformazione dal piombo all’oro, dalla pesantezza greve della carne alla luce splendente dello Spirito.
Colui che opera in se’ tale trasformazione potrà’ anche trasformare l’energia esterna, e il suo dilemma consisterà’ nell’esplicare una Potenza utile alla Conoscenza dell’Essere o un Potere utile a dominare il mondo. Dalla soluzione dipenderà’ una crescita verticale o orizzontale. Perciò’ tutti i sistemi esoterici mettono in guardia dallo sviluppo dell’elemento iniziatico che e’ seme di doppio percorso e può’ essere sublimato o stravolto, diventando esaltazione individuale per un successo mondano o ascesi interiore verso le porte del Cielo.
Ii grandi sistemi iniziatici portano elementi metafisici comuni. Nell’Induismo l’uomo e’ considerato una complessità’ di globi di energia, uno immerso nell’altro, dal corpo grossolano fino alla connessione col corpo divino. I campi energetici complessivi possono essere proiettati in punti simbolici del corpo fisico che li rappresenta.
Potremo disegnare uno scheletro come mappa ossea dell’uomo essenziale e segnare sul suo asse i punti indicatori dei vari livelli energetici, 5 per i nativi americani, 7 nel mondo induista e nell’antico sistema egizio, 9 nel mondo tibetano.
Ogni civiltà’ si manifesta in precise cifre simboliche ordinatrici del mondo dell’energia. In Egitto esse sono il 5 e il 7.
Nei grandi monumenti egizi troviamo spesso un ideogramma, detto
ZED, che sembra rappresentare i cinque piani o livelli dell’essere.

Nell’iconografia egizia lo Zed e’ detto ‘colonna dorsale di Osiride’ e si collega al mito di Osiride, ucciso dal fratello Seth, fatto a pezzi, e poi ricomposto e resuscitato dalla sposa Iside (archetipo di Morte e Resurrezione), dopodiché’ Osiride diventa il dio dei morti. Il figlio Horus lo vendica uccidendo lo zio Seth, diventando cosi’ ‘la luce che vince le tenebre’.
Osiride indica l’Egitto secco e morto che si rigenera grazie alle piene del Nilo, identificandosi con la Natura che muore e risorge, per questo e’ chiamato ‘
colui che controlla le coltivazioni’. Rappresenta la speranza in una vita nell’aldila’.
L’antico mito egizio narra del corpo di Osiride messo in una cassa che viene portata a Biblo; sulla cassa cresce un albero che e’ poi tagliato e disperso. Lo ZED e’ probabilmente quest’albero indicante l’asse del mondo. E’ un simbolo che precede la civiltà’ egizia dei faraoni e lo troviamo scolpito in un tempio 2700 anni prima di Cristo, nel periodo predinastico, appare anche in tempi preistorici in virtù’ di un archetipo collettivo.

Sotto Akhenaton (Amenofi IV) lo JED o ZED viene innalzato a simbolo supremo nel rito fondamentale dell’incoronazione del faraone.
Al Louvre si vedono vari Zed trovati nelle tombe, il più’ antico e’ a 3 livelli, l’ultimo a 5, come se, avanzando l’evoluzione umana, aumentasse il numero dei livelli di energia accessibili all’iniziato, potenzialità’ dell’umano che possono aprirsi sulla scala del divino.
Lo Zed può’ essere considerato un condensatore grafico dell’energia a più’ stadi, e il tempio di Luxor un condensatore architettonico di energia a più’ piani, uno Zed vivente, una vera serie di pile attivanti che dispiega i suoi poteri gradatamente. Esso funziona come un diapason, che si sintonizza con le energie del Cielo e della Terra e crea analoga sintonizzazione con le energie dell’iniziato.

IL TEMPIO DI LUXOR 3Nel tempio ci sono 7 centri occulti, o nodi principali della vita organica e delle fonti energetiche, 7 centri di controllo: coccige, plesso solare, plesso cardiaco, ganglio stellare, fontanella, santuario del naso e tiroide.
Questi punti sono stati misurati col
biometro, strumento che misura le energie emesse da qualunque oggetto o luogo: in corrispondenza del petto il biometro segna 6.500 unita’ (quanto l’energia del plesso solare o quarto Chakra induista); nel Naos, o punto tra gli occhi, l’energia arriva a 18.000 unita’ (corrispondente alla misura del sesto Chakra o terzo occhio induista). Solo colui che ha alzato il proprio livello di energia può’ sostare nel Naos, gli altri si sentiranno gravati da insostenibile pesantezza.
Il percorso iniziatico, in ogni cultura sacra, e’ un modo per innalzare progressivamente le proprie frequenze lungo una scala divina percorsa ritualmente.

Per il non iniziato il tempio di Luxor può’ risultare insopportabile ed estraniante; invece di attivare i centri energetici, li inibirà’, bloccandoli, come avviene al cervello quando arriva una dose eccessiva di zuccheri, in quanto si generano, anche a livello sottile, difese spontanee contro ciò’ che e’ eccessivo e per cui non siamo preparati (sindrome di Stendhal).
Il Tempio di Luxor e’ dunque l’Antrophos, o uomo cosmico, quello che in India e’ il Purusha, e in Egitto il Faraone, l’eletto tra gli eletti.
Sul Faraone si proiettano energie sacre, che si aprono come fiori di loto via via che egli evolve. Il suo ciclo evolutivo rappresenta il dispiegamento delle potenzialità’ della specie umana quando l’energia riesce ad attuarsi salendo dall’umano al divino.
Le cinque parti di cui il tempio e’ formato corrispondono alle cinque eta’ del Faraone, alle cinque tappe del percorso Materia- Spirito, alle cinque fasi iniziatiche.

IL TEMPIO DI LUXOR 4L’uomo e’ la misura, e’ l’atlante su cui si leggono, viventi, le zone e le influenze che si ricevono dal cielo. E’ il laboratorio di tutti i miracoli del mondo.”

Il corridoio centrale del Tempio e’ lungo più’ di duecento metri ed e’ l’asse del mondo, o asse di Ammone, e nello stesso tempo l’asse mediano dello scheletro dell’Antrophos, o uomo cosmico.

Il corridoio ha una direttrice Giove-Luna fino al cortile di Ramses, poi piega verso il Sole. Il suo obiettivo e’ realizzare una focalizzazione di energie telluriche e celesti. La parte inferiore del tempio e’ piegata a sinistra, ripetendo la simbologia della statuaria che presenta sempre il faraone con la gamba sinistra in avanti, a significare che e’ in cammino, progredisce nel luogo dello Spirito. La gamba destra e’ il progredire nel mondo della Materia, quella sinistra il progredire dell’Anima. Il tempio e’ un percorso di conoscenza vivente.
L’edificio funziona come un concentratore di energie realizzando una
hierogamia, o nozze sacre, della Terra con il Cielo. Come un grande vaso alchemico, raccoglie una doppia corrente, e’ il grande crogiolo dove l’iniziato e’ contemporaneamente soggetto e oggetto, attivo e passivo.

IL TEMPIO DI LUXOR 5In un testo ittita del 1200 a. C. si dice che un sacerdote costruì’ un vaso di rame e riusci’ a chiuderci il dio dei venti, o dei flussi, e chiuse ermeticamente il vaso per il bene dei popoli. Quello fu il primo tempio, il contenitore delle energie, il vaso della vita.
Il tempio di Luxor e’ orientato in modo simbolico, come tutti i templi antichi. I punti cardinali hanno un significato che nasce dai simboli dell’inconscio, l’Est rappresenta la nascita nella Materia, il Sud la maturità’, l’Ovest il tramonto o fine della vita ma anche il nuovo concepimento, il Nord la rinascita nello Spirito o seconda nascita (“
In verità’, se non nascerete nello Spirito, non sarete mai nati”?.

L’ingresso del tempio di Luxor e’ a Nord, perché’ il percorso iniziatico parte dalla notte dello Spirito. Nei santuari principali più’ antichi si entra da Sud, pienezza e compimento formale; le nostre cattedrali hanno invece l’ingresso ad Ovest e l’abside ad Est, apparizione della luce. Ma se pensiamo alla Passione cristica, vediamo che essa inizia di Notte, sale al Golgota al mattino, ha il suo culmine nella crocifissione del mezzogiorno, la morte redentrice il pomeriggio e la Resurrezione il terzo giorno.

IL TEMPIO DI LUXOR 6Nel Tempio di Luxor il bambino nasce con la testa in basso (Sud) a mezzanotte (nascita nel corpo), e ha la seconda nascita (nascita nella luce) a mezzogiorno.
Il corridoio del tempio può’ identificarsi con lo Zed, simile alla betulla tungusa o albero sciamanico o della conoscenza sacra, tasso di Odino, asse di Ammone, croce cristiana, che da tempo immemorabile rappresenta l’asse del mondo e la possibilità’ di passare a livelli superiori per gradi: scala dell’Essere, Montagna sacra, Pilastro, Olimpo o Meru, Sumur o Sambur, ziqurrat babilonese, piramide a gradoni, stupa indiano….

La croce e’ la forma dell’uomo che si allunga al proprio desiderio o si rassegna al suo destino”.

Il tempio e’ formato da 5 strutture rettangolari disposte in fila, la prima obliqua rispetto alla direttrice principale, sintonizzate su fonti energetiche sotterranee a frequenza determinata.
L’ingresso e’ tra i piedi dello scheletro, la prima struttura arriva ai ginocchi, la seconda all’inguine, la terza al plesso cardiaco, la quarta alla base del collo, la quinta comprende la testa ma taglia via la calotta.
Ogni elemento del corpo corrisponde ad un segno zodiacale.
Le due meta’ del tempio non sono simmetriche, l’Egitto faraonico ha orrore della simmetria, elemento artificiale che non appartiene a nulla che sia vivente.

Dovremmo ora immaginare la processione rituale tra le alte colonne, che, dai piedi dello scheletro-tempio risaliva la colonna vertebrale di Osiride (asse di Ammone) che unisce idealmente Terra e Cielo.
Il tempio era costruito alchemicamente come una serie di pile progressive, cosi’ che l’avanzare in esso implicava l’attivazione graduale delle energie sottili degli iniziati, una scala di ascesi in cui le varie tappe liturgiche corrispondevano realmente a punti dove l’energia della Terra era ad intensità’ crescente e investiva i celebranti, selezionandoli, cosi’ che al tabernacolo poteva arrivare solo il Faraone, l’unico in grado di sostenere l’urto dell’energia al suo culmine.
Nel tabernacolo il tempio mostrava la testa dell’antrophos, priva di calotta cranica, a indicare che l’Uomo d’oro si apre all’assoluto (“
Scoperchia il tetto della casa”, come dice un libro di Mircea Elide, cioè’ apriti all’infinito).
L’iniziato o adepto e’ colui che finalmente si e’ liberato dalla materia e dal mentale, dal pensiero pensante, e può’ aprire la sua coscienza al contatto delle energie superiori.
Anche a Notre Dame abbiamo una raffigurazione dell’Uomo Universale, che ha la corona di spine, in quanto e’ aperto alla sofferenza del mondo, l’uomo Universale del Vedanta diventa qui Cristo in Croce.
Un tempio realmente sacro, sintonizzato con le energie alte, non si limita a insegnare, perché’ ciò’ significherebbe ancora procedere nel mentale inferiore, ma e’ trasformativo, attiva le energie sottili, agisce anche con la parte dell’uomo sopra-mentale. E questo avviene a Notre Dame come in ogni cattedrale gotica.
Noi abbiamo creato una società’ basata sulla materia in cui abbiamo privilegiato l’intelletto ma i popoli antichi consideravano la materia un peso morto e la ragione un impedimento alla realizzazione completa dell’uomo, perché’ il suo fine ultimo non e’ possedere o dominare con la ragione ma essere.
Quando si affronta il problema della conoscenza le prove materiali non hanno più’ valore. Solo l’illuminazione ha valore”.
Dobbiamo oltrepassare le possibilità’ cerebrali perché’ solo cosi’ possiamo raggiungere il senso segreto, esoterico, dell’Essere, lo svelamento della Realtà’.
L’ipofisi dell’uomo corrisponde al ‘santuario’ del Tempio, segreto centrale, porta per andare nell’oltre e conquistare i Neter.
Sono, i Neter, gli dei per eccellenza, cioè’ le funzioni sacre dell’energia, quelli che originano gli Archetipi, raggiungibili attraverso l’abbandono del lato materiale e mentale dell’uomo. Prima, l’uomo vede i simboli, poi cerca gli Archetipi, in quanto e’ il loro prodotto secondario nella Materia. Poi, la coscienza lascia il corpo di piombo e cerca l’Oro delle essenze. Ma a tal fine, anche la mente, ultima propaggine dell’uomo materiale, deve essere trascesa.

La preghiera reale, cioè’ la fusione col Neter, esige da un lato l’esistenza della persona e dall’altro l’astrazione dal suo io, l’essere egoista del riflesso cerebrale o mentale. Questa e’ la sola vittoria sulla personalità’ mortale, la seconda nascita del Vangelo. Perciò’ la statuaria ancora simbolica delle cattedrali mette in mano al santo la calotta cranica”.

Ancor oggi il viaggiatore che va a Luxor, sia pure nel caos dissacrante del moderno turismo, può’ isolarsi idealmente nel Tempio fermandosi alle varie stazioni per avvertire con gli occhi chiusi il crescendo di energia dal sagrato al tabernacolo, e può’ sentire, in se’ connesso, che il suo corpo comincia a roteare in senso alternato, orario, antiorario, come un pendolo rovesciato (cosi’ come dicono giri l’energia dei Chakra), finché’, giunto al tabernacolo, l’energia antioraria risulta quasi soverchiante per chi non sa contenerla e non e’ preparato. La’ poteva sostare solo il Faraone, che, essendo di stirpe divina, arrivava a contattare il divino senza esserne annichilito.

Gli assi sono canali di influenze che sosterranno il ruolo animatore di questa struttura vivente. Il fedele subirà’ l’effetto di tale influenza occulta, come la vegetazione subisce quella del magnetismo terrestre”.

Le energie crescenti, che in vario modo si rivelano, sono i NETER, manifestazioni dell’energia suprema o Natura (Natura che da Neter prende il nome), flussi paralleli nell’uomo come nel cosmo. I Neter sono le funzioni dell’energia cosmica, che si esplicano nel ciclo evolutivo umano, indicando sia le potenzialità’ dell’Antrophos o uomo cosmico che le vie di manifestazione della Natura, in totale i livelli della creazione nel macro o microcosmo.
I Neter sono le grandi qualità’ della Vita cui ognuno attinge come a una rivelazione, quando interno ed esterno divengono mirabilmente una cosa sola e l’uomo perde le sue singolarità’ naturali per diventare essere collettivo.
Dinamicamente ogni Neter e’ una triade in quanto si manifesta secondo tre momenti ciclici. Cosi’ il Neter LUCE-VITA si manifesta come
KHEPER (sole che sorge o tramonta), poi RA (sole al culmine del mezzodì’) e infine TUM (sole che non esiste ancora). Non tre divinità’ diverse ma tre momenti del ciclo della vita.

Omaggio a te che sei il RA perfetto di ogni giorno
che ti levi al mattino senza sosta
che sei KHEPRI sovraccarico di lavori
Intagliatore che hai intagliato te stesso
Tu hai fuso il tuo stesso corpo
Scultore che non e’ mai stato scolpito
Tu che percorri l’eternità’ superiore
Tu cammini anche sotto terra
Lui che si affretta
Lui che corre
Lui che compie le sue rivoluzioni
KHEPRI dalla nascita illustre

(Inno al Sole)

Ogni Neter e’ una triade di energie, ognuna emana una famiglia analogica con affinità’ di pietre, cristalli, metalli, suoni… Ogni famiglia esprime i modi di una funzione, le frequenze interne e le sue applicazioni. Una nota musicale sta in una di queste frequenze e cosi’ un metallo o un pianeta o un momento del giorno o della vita. Qualitativamente ogni frequenza e’ una via che collega elementi simili per tonalità’, una via di analogie. Il Cosmo e’ l’unione di tutte le frequenze ovvero di tutte le vie, di tutte le analogie. Temporalmente ogni Neter e’ un cerchio, in quanto e’ ciclico, e’ un ciclo di vita, un circuito temporale di manifestazione dell’energia che prevede una genesi, uno sviluppo e un ritorno (come il seme che si fa pianta e di nuovo seme).

“… noi non abbiamo molti dei ma un unico principio che cambia nome durante le fasi della Genesi… Isis, Maat, Hathor, Mut… cosi’ non sono molte dee ma un’unica energia femminile che agisce differentemente in diversi ambienti”.

La religione egizia e’ come un testo di fisica simbolica.
IL TEMPIO DI LUXOR 1Vicina a Luxor c’è’ la città’ sacra di
Karnac. Luxor si unisce a Karnac con un viale di sfingi, prima a testa umana, poi di ariete, a indicare il progresso dell’uomo perfetto che si avvia diventare divino. Se Luxor e’ la preparazione al divino, a Karnac l’umano non c’è’ più’, resta il mistero.
Un autore cinese dice che l’iniziato guarda le cose di questo mondo ma non le critica, studia le cose dell’altro mondo ma non ne parla. Quando l’iniziato arriva al luogo designato, si imbatte in realtà’ che vanno lette in un modo superiore e non sono comunicabili, restano sul piano della conoscenza ineffabile..
A Karnac vediamo molte immagini di
Ramses II che da solo atterra i nemici (battaglia di Kadesh contro gli Ittiti), esse ci dicono che l’uomo perfetto e’ solo quando combatte il male, il suo esercito non e’ fatto di soldati, perché’ la sua battaglia non e’ terrena, ma e’ guerra della Luce contro le Tenebre, storia della manifestazione del macrocosmo nel microcosmo.
Luxor e’ un luogo di istruzioni. Karnac e’ un enigma. Il primo e’ il manuale per la crescita, il secondo il mistero della rivelazione, e, nel mistero, abbondano le figure femminili, come se nell’altro mondo le forze si manifestassero al femminile: “
Sviluppate il femminile dentro di voi”. Il femminile e’ come la gamba sinistra protesa del Faraone, indica la mistica e la simbolica, luoghi che sopravanzano l’intelletto o la volontà’, cosi’ che certi faraoni sono portatori di simboli femminili, come gli indovini greci che si vestivano da donna o le ‘devi’ (angeli donna) indiane, e unione di maschile e femminile sono le statue di Amenofi IV, il dio di Aton.
Karnac e’ una fonte di domande mentre di solito l’uomo abbonda di risposte.
L’opera stessa di Lubicz crea più’ domande che risposte, come avviene per tutto ciò’ che stimola la crescita dello Spirito.

Frequenti i simboli alchemici: il serpente primigenio (l’onda n), energia non polarizzata nell’Oceano primordiale (Nun), che entra nel regno della creazione (2n, o onde separate, acque superiori e inferiori, notte e terra), come scissione primordiale che genera la vita (la Terra si separa dall’Acqua e si contrappone al Fuoco), e si moltiplica come androgino dominato dal principio dello sdoppiamento, l’Amon sia lunare che solare, le Due Terre del cosmo e infine, ultima fase della perfezione, il ricongiungimento: le nozze tra Re e Regina, unione delle Due Corone, come identità’ ricostituita.
Come nel Tao, ogni funzione ha il suo aspetto attivo o maschile, e passivo o femminile che devono incontrarsi per reintegrare la completezza iniziale.
Il Tempio di Luxor e’ tutto: una metafisica, una matematica, una filosofia, una religione, un processo iniziatico, un rito trasformativo.
Il Tempio modifica l’essere umano agendo in modo inconscio e sottile. Stare nel Tempio facilita il contatto con l’energia più’ alta, attiva l’alchimia di ognuno.
Il Tempio agisce con ogni suo dettaglio, orientamento, misura, disegno, fessura, trasparenza… con ogni elemento parla all’energia pura e la muove, aumenta ciò’ che uno ha, come un fuoco alchemico aumenta il bene del buono e la conoscenza del saggio. E’ un luogo privilegiato che potenzia l’energia ma dove la visione alta e’ riservata a pochi.

L’edificio può’ parlare in tutti i modi
attraverso i materiali, le fondamenta
il piano, l’altezza, la copertura, le luci
l’orientamento, senza dimenticare il sito
L’edificio parla la sua lingua che solo lo spirito può’ comprendere
E’ la scrittura sacra
”.

Questa e’ la cattedrale dell’insegnamento sacro, una simbolica in pietra.

Guardiamo la cosa come e’, senza decomporla
per ricompensa forse evocherà’ in noi la sua Anima

La luce del Mondo, per diventare visibile, ha bisogno di una sostanza che la porti,
perciò’ il simbolo porta l’invisibile che evoca e che gli da’ vita
”.

Nei grandi siti sacri realtà’ celesti sono proiettate sulla terra, cercano ponti potenti, in cui il tempio diventa ‘l’analogo’ visibile della realtà’ trascendente invisibile e irradia le energie corrispondenti.
Percorrere ritualmente l’asse di Ammon permette ai centri sottili dell’uomo di sintonizzarsi con le frequenze emanate dal tempio, con una attivazione delle energie crescente, paragonabile all’ascesa della Kundalini, la spira sacra induista di illuminazione crescente.
Dovremmo immaginare il tempo in cui il Tempio era intatto e colmo della sua bellezza e del suo potere, e immaginare la processione che si snodava solenne in una notte di luna piena, quando le costellazioni fungevano da amplificatori naturali, e la lentezza della cerimonia e l’impeccabilità’ del rito focalizzavano e aprivano i centri energetici per assorbire le frequenze nel modo dovuto cosi’ che il Tempio ‘diveniva’ l’uomo e l’uomo ‘diveniva’ l’Universo.

Il Tempio non aveva solo un orientamento stellare e una capacita’ di cogliere energie sotterranee, ma ogni suo materiale era scelto per finalità’ radianti, secondo conoscenze antichissime molto diffuse. In Egitto, persino i mattoni della casa di un contadino erano disposti secondo precisi allineamenti.
I sacerdoti-architetti (si pensi al mitico Imothep) conoscevano le frequenze e le polarità’ dei materiali usati e le forze emananti dalle stesse forme (cosi’ come le conoscevano i maestri muratori che costruirono le cattedrali gotiche). L’arte muraria era una sapienza sacra che attivava il sacro e sapeva che l’energia si muove anche per il modo con una pietra e’ tagliata, posizionata o incisa.
Oggi cerchiamo confusamente con la radioestesia, i biometri e i voltmetri, di determinare l’irradiazione della pietra, diversa secondo la sua configurazione chimica, il taglio e la disposizione ma gran parte delle conoscenza antiche e’ andata perduta.
La Teocrazia faraonica, attraverso la classe sacerdotale, era depositaria di una Scienza Sacra segreta e iniziatica. I Templi erano i suoi libri.
In Egitto abbonda il granito rosso, una pietra difficile, a forte irradiazione energetica, frequente soprattutto nell’Alto Egitto, quella che da’ alla Nubia una frequenza molto alta, immediatamente percepibile come benessere. Il biometro segnala punte diffuse di 9000 unita’. C’è’ qualcosa di speciale in Nubia che ci fa stare molto bene, come se tutto fosse purificato ed elevato.

Lo studio attentissimo di Lubicz cerca di svelare l’Antica Tradizione, la Gnosi o Ermetismo, da cui diramarono altri saperi iniziatici, dalla scuola pitagorica che pose il numero come cifra dell’universo, all’Accademia platonica che allevo’ una élite di menti superiori, aperte ai simboli della rivelazione orfica. E’ significativo come anche in questi allievi ulteriori arda persistente la brama politica, e le aperture mistiche si coniughino al desiderio più’ terreno di predominio sulla città’, la stessa divaricazione, Potenza-Potere, che ritroveremo più’ tardi nei Templari o nelle logge massoniche.
L’Egitto di Lubicz mostra rispetto agli altri popoli una decisa superiorità’ medica, astronomica, matematica.. che episodicamente appare vergata nei geroglifici (come nei dettagliati testi di anatomia) e il tempio ne e’ la chiara esplicitazione in pietra, non come archivio di dati ma come pietra viva, pietra da cui nasce l’acqua della Vita.
La Conoscenza Sacra non si esprime a parole ma con monumenti, e anche dopo la decifrazione di Champollion dei geroglifici, resta visibile ma inafferrabile. Solo chi penetra nella sua energia può’ comprenderne il senso.
Gli Egizi, il popolo più’ religioso della Terra, non aveva parole per dire ‘religione’ o ‘fede’, mancava addirittura della parola ‘dei’. L’energia divina era raffigurata come una scure con manico di legno (vedi la scure bipenne cretese), simbolo oscuro e minaccioso, che indica la duplicità’ dell’energia, utile o pericolosa, strumento o arma, scure come discrimine, o ponte. Anche gli alchimisti pongono alla base della trasformazione sacra il fuoco segreto raffigurato come una scure, che divide in due, La scure e’ l’elemento separatore tra mondi, un segno minaccioso e inquietante, come la parola ‘sacer’, che vuol dire ‘mostruoso’.
Ritroviamo a Luxor i simboli dell’alchimia medievale, come le regole dell’architettura sacra del gotico francese. Mentre la storia scorre nel tempo, il codice simbolico e’ eterno e sgorga da un inconscio collettivo perenne.
I testi liturgici antichi ci dicono che costruire templi e’ come ‘fabbricare dei’.
La casa del dio non e’ un contenitore formale ma un attivatore di energia, un sacro vivente, un
NETER. Per questo la cifra deve essere esatta, il segno perfetto, la misura implacabile, perché’ dall’esattezza matematica delle forme dipende il risveglio del dio.
Il Numero e’ la definizione delle funzioni ed e’ solo in questo senso che l’universo e’ Numero”.
Il sacerdote costruisce la statua in quanto le fissa l’anima, il
BA, altrimenti essa resta vuoto simulacro. E’ solo quando l’anima e’ fissata, che il rito può’ fruirne, perché’ allora la statua non e’ più’ statua ma divino che irraggia. Solo quando il NETER si incorpora, può’ darsi.
Col sacro strumento della cifra matematica e della forma sacra, colui che conosce l’energia delle forme, dei materiali, degli orientamenti e dei simboli, e che mette in sintonia il Cielo e la Terra e l’Uomo in mezzo a loro, trae l’ordine dal Caos.
Lo aiuta
MAAT, la dea-angelo, l’ordinatrice, colei che dalla confusione trae Ordine, Verità’ e Giustizia. Gli dei dipendono da lei. Da Maat derivano mathema = la scienza matematica, mathesis = l’atto di imparare, come metron = misura.
Sottile come la piuma che tiene in mano, simbolo angelico, pesa il cuore dell’uomo, cioè’ la sua intenzione.
Ma come farà’ l’uomo a trovare Ordine, Verità’ e Giustizia se sarà’ irretito solo dall’Utile? Se guarderà’ solo al Potere sul mondo? Se dimenticherà’ la Potenza dello Spirito?
A chi ha Potere sul Mondo non sarà’ data la Potenza dello Spirito.

La verità’ e’ nascosta allo sguardo come i segreti del Tempio, oscuri ai più’, noti solo agli iniziati, invisibili alla mente, aperti all’inconscio. Come diceva Eraclito. “
Con gli occhi aperti dormono, con gli occhi chiusi vedono”.
MAAT crea l’ordine cosmico, e’ ciò’ che per cui ogni cosa e’ quello che e’, ciò’ che in India si chiama DHARMA, ordine cosmico e insieme etico.
Da MAAT sorgono le divinità’, le funzioni dell’universo. Alchemicamente Maat e’ il sale della Terra,
metron = ‘cubito’, strumento per misurare, la misura delle cose.
“I
gradi del fuoco vanno misurati geometricamente per non guastare l’Opera”.
Come il Tempio e’
IL CORPO DELL’ENERGIA, cosi’ l’Egitto rispecchia il Cielo.
Dice Thoth: ”
Ignori, Asclepio, che l’Egitto e’ la copia del Cielo, il luogo dove si proiettano le operazioni messe in atto dalle forze celesti?”
La nostra Terra e’ il tempio del Mondo. Gli dei sono le potenze della natura. Il mito non e’ un racconto fantastico ma un testo scientifico che usa un codice universale fatto di simboli che si ripetono.
Luxor e’ una proiezione dell’Antropocosmo, il Tempio dell’Uomo che rappresenta l’Universo. In esso sono iscritte tutte le leggi e possono attivarsi tutte le funzioni. Come nell’Induismo, il dio non e’ un’entità’ astratta esterna, ma una funzione che l’uomo può’ svegliare dentro di se’.
Tutti i particolari del Tempio sono significativi, nulla e’ lasciato al caso e tuttavia i simboli sono difficilmente leggibili, appaiono in stanze oscure, spesso nascosti dall’intonaco o frammentati in parti staccate o nascosti da muri. E’ una simbolica non palese, mascherata, velata, che agisce contro ogni logica aristotelica, fuori dalla percezione. La Scienza sacra conosce attraverso il calcolo accurato, la ricerca delle proporzioni, le leggi della Natura. Per trovarla Lubicz analizza:

-i codici numerici e trigonometrici che regolano la costruzione e la disposizione di ogni elemento, il numero aureo che da’ senso di proporzione e bellezza anche a colui che non lo conosce, come da’ piacere la rosa anche a colui che non conosce la cifra della rosa,

-gli assi di orientamento in relazione alle influenze cosmiche, il tempio posto lungo l’asse di rotazione terrestre con l’Antrophos rovesciato perché’ indica l’uomo incarnato, generato dalla Terra,

-l’importanza delle fessure delle pietre in relazione alle funzioni del corpo umano; prima furono disegnate le fessure poi scelte le pietre, per cui pietre grandi possono poggiare su pietre piccole, e tuttavia l’intonaco copri’ il codice espresso dalle fessure, che furono stabilite per connettere significati rituali o indicare rapporti funzionali, cosi’ che esse sole costituiscono un mosaico significante ma sono visibili solo ai raggi x,

-le funzioni geometriche e le relazioni numeriche, come i 72 grembiulini triangolari del Faraone che guidano la costruzione geometrica di muri e superfici,

-le misure dei personaggi e la posizione dei geroglifici in relazione al significato rituale,

-le corrispondenze, per esempio ciò’ che e’ disegnato su una parete deve intendersi unito a ciò’ che sta sulla parete retrostante come se il muro fosse trasparente, per cui il messaggio deriva da una sovrapposizione non visibile di elementi; o ciò’ che appare su un angolo si lega all’angolo opposto…

luxor 4567890I sensi sono infiniti. Nulla può’ essere compreso se non seguendo il mito e il pensiero teologico sotteso.
Per quanto l’opera di Lubicz sia in gran parte una elaborazione matematica, e dunque razionale, egli capisce che solo l’intuizione sa e illumina. Oltre alla matematica occorre ‘una simbolica’, cioè’ la capacita’ di vivere interiormente i simboli. L’iniziato e’ colui che si inoltra in un senso che travalica il visibile e il comprensibile per un inesprimibile implicito che agisce in quanto energia presente. L’uomo esoterico non si rivolge alla comprensione cerebrale o percettiva ma alla disposizione dell’inconscio che percepisce ciò’ che la coscienza ignora.

Esistono in noi due intelligenze complementari, una regge l’altra e la Saggezza consiste nel sapersene servire simultaneamente”.
Sono compresenti visibile e invisibile, astratto e concreto, effettivo e virtuale. L’energia agisce al di la’ di quanto il corpo materiale possa cogliere, perché’ influenza i corpi sottili; la cifra o il segno sono frequenze, onda d’urto, dunque si muovono invisibilmente.
Vediamo l’uno, lo constatiamo coi nostri sensi. Non vediamo l’altro.”
Ma la percezione superiore e’ nella sua scia.
Se potessimo vedere con tutti i nostri corpi coscientemente, vedremmo l’Intero.
Il Rito e’ il percorso totale di tutti i nostro corpi, visibili e invisibili, verso l’Unita’.

Il rito e’ l’azione del corpo invisibile, la sua trasformazione al di la’ di ogni comprensione possibile.
Tutto l’Egitto faraonico/ dall’origine dalla fine / come in tutte le sue opere / non e’ che un gesto rituale”.
Il compito alchemico, il compito di ognuno, che il Tempio solo indica, e’ costruire il proprio tempio personale. Noi abbiamo perso il senso del sacro e smarrito il significato del simbolo. I riti sono morti, la liturgia si spegne. L’uomo non e’ più’ tempio a se stesso e ciò’ comporta una grande solitudine e un’enorme perdita d’anima.
L’ermetismo e’ esperienza essenziale che non può’ divenire conoscenza trasmissibile, e in quanto esperienza essenziale e’ eterna e perenne, simile a se stessa in ogni tempo e luogo, cosi’ la cattedrale gotica o il tempio di Luxor agiscono allo stesso modo e sono portatori degli stessi simboli e degli stessi effetti.
Ma il simbolo non si conosce, si vive.

Oltre ogni speculazione, oltre ogni dimostrazione razionale, c’è’ il fatto, l’esperienza che viviamo. L’esperienza passata ci fa vivere e la vita ci prepara all’esperienza futura con l’antagonismo contenuto nella sintesi seminale del Momento Presente. Quando si scinde, noi chiamiamo questo antagonismo ‘gli opposti’ e diamo loro tutti i nomi che designano tutto ciò’ da cui e’ composto il nostro Universo: passato e avvenire, Cielo e Terra, Bene e Male

Seth e Horo sono i costruttori di quel tempio che e’ l’universo sensibile, modello del tempio concepito dall’uomo che opera a immagine del cielo.
Sempre Due, ma Due che si cercano e si avvicinano per offrire all’Essere che ci anima l’intermediario amico degli dei, per ritrovare l’Unita’.
Eterno conflitto in ogni creatura, inquietudine senza nome nell’essere mortale che subisce l’astrazione contraddittoria di due potenze: Hor, luce immutabile e Seth, potenza degli atavismi e delle abitudini che legano alla forma terrestre.
Nelle Acque immateriali dell’Oceano cosmico (Nun) galleggia il vaso segreto che contiene le due potenze. Questa barca va dal Fuoco dell’Oriente verso l’Acqua dell’Occidente: separandoli con il suo movimento, li riunisce nella serenità’ del culmine. Il Naos e’ l’immagine di ciò’ che manifesta gli opposti ma anche li unifica, Arca dell’Alleanza, dove l’ultima morte porta alla cancellazione degli antagonismi, la’ dove l’uno e’ nell’Altro
.”

Tutto e’ luce, ma Horo e’ luce pura, Seth e’ luce caduta nella Materia; come recita un detto cabalistico “E’ Luce nel posto sbagliato”, contrazione di assoluto. Cosi’ la lotta e’ tra Luce e Luce. L’una ha bisogno dell’altra, e in ciò’ e’ il Percorso.

Esiste Sapere finché’ c’è’ il medesimo e l’altro”.

La definizione ordinaria di Bene e Male e’ soggettiva. Solo esseri illuminati o lo Spirito possono dire in cosa consiste il Bene, ciò’ che conduce verso la liberazione del mortale che il Male impedisce”.

Designare Horo e Seth come Bene e Male e’ ridurre ad un’opinione personale ciò’ che e’ Principio dell’Universo. Ora, se ogni cosa non e’ conosciuta se non grazie al suo complemento, ogni cosa evoca l’altra.
L’alternanza e’ il pendolo della vita delle forme apparenti; l’incrocio e’ l’equilibrio di una morte momentanea delle forme, da cui risulta un nuovo stato polarizzato (questo dicono gli scettri incrociati della mummia regale: la vita senza la morte).
Il ritorno alla luce e’ possibile grazie all’ostacolo della luce corporificata (Seth) perché’ solo la Luce può’ opporsi alla Luce.
Non si sale mangiando il pane e bevendo il vino.
L’uomo animale mangia, l’uomo umano trasmuta, l’uomo sovrumano riconosce.
Quest’ultimo e’ l’Uomo Regale.
Chiamiamo Spirito l’Energia pura, che non e’ conosciuta da noi se non polarizzata.
Chiamiamo Dio la Coscienza che non e’ conosciuta da noi se non attraverso la complementarità’.
Chiamiamo Luce il primo fenomeno che non e’ conosciuto da noi se non attraverso le tenebre.
I Neter sono le essenze, astrazioni evocate dalle cose sensibili grazie a ciò’ che noi stessi siamo e che conosciamo, come solo i simili si possono riconoscere.
Noi – l’uomo della specie umana – siamo il riferimento per la conoscenza del mondo.
Di ogni fenomeno constatato o provato cerchiamo la conoscenza in noi stessi e non con ragioni meccaniche fuori da noi.
Il contrasto Seth-Horo tende all’esaltazione delle funzioni, la sopravvivenza oltre il corporale sethiano.
La trasmutazione del nutrimento in coscienza e’ pensiero.
L’uomo e’ il Tempio, il luogo del combattimento tra gli antagonismi essenziali. E’ perciò’ anche il luogo della Rivelazione, della Luce senza ombre.”
“Separare lo Spirito dal corpo e’ religione di morte.
Non separare e’ puro Amore, e’ vita di Luce di Hor.
Chi lo farà’ avrà’ questa ricompensa: “Uscire vivi dal Tempio dopo esservi entrati,
morendo all’illusione
”.

Tu ed io non siamo due
Per l’identità’ della forma,
per l’origine e la fine siamo Uno.
Io sono responsabile del tuo male
e del tuo bene, della tua verità’
e del tuo errore
Non posso fare nulla per
Modificarti, immediatamente,
ma posso migliorarti migliorandomi
”.

Come possiamo capire se queste cose ci riguardano?
L’inquietudine che appartiene ai chiamati ci spinge verso l’ignoto. Inizia la ricerca chi e’ già’ a meta’ del cammino. Un insegnamento perenne si trasmette da sempre per gli Uomini del Desiderio. Cercando ci modifichiamo. Modificandoci cresciamo.

..
Testo: “Il tempio dell’uomo”, R. A. Schwaller De Lubicz, due volumi. Edizioni Mediterranee.

Ricevuta da Vittorio Vanni, esoterista.

La tradizione (ma bisognerebbe definirla) cosi’ insegna:
Cio’ che conosciamo come reale e’ solo un’infinitesimale parte della realtà’.
Secondo Planck, quando “misuriamo” la realtà’ la più’ microscopica o la più’ macroscopica del nostro reale si aprono infiniti universi. In termini filosofici se riuscissimo ad arrivare a comprendere il 99,99% della realtà’ totale saremmo comunque al punto di partenza.
Tutto e’ comunque Uno o unita’, ma per comprendere parzialmente dobbiamo suddividere per analizzare.
La tradizione ha vari modi, occidentali od orientali, per definire sia gli stati sottili del corpo che la loro sopravvivenza o trasmigrazione post-mortem.
Avendo un’identità’ greco-mediterranea preferisco riferirmi sempre alla sua fraseologia. La quadri-partizione egizia mi sembra in questo caso la più’ esplicativa ed abbinabile alla terminologia ermetica.
Gli stati sottili del corpo cosi’ erano definiti:
Il
Kaibit (rappresentata nei geroglifici come un’ombra scura) il ka ed il ba (una ripartizione fra l’eterico e l’astrale della cosiddetta “anima”). Il Sa (rappresentato nei geroglifici come un uccellino) che e’ la parte spirituale.
Il kaibit e’ la parte più’ materica, corrispondente nell’uomo alla Quliphot cabbalistica, una sorta di guscio vuoto di essenza ma che può’ permanere, post mortem, con caratteristiche di memoria Akasica non superiori a quelle intellettuali ed esperienziali del morto.
L’anima, non immortale, e’ formata dalla trasmissione genetica innata del carattere psico-fisico e dal temperamento, che e’ la modalità’ individuale di reazione agli avvenimenti. Avendo carattere comunque materico, muore con il corpo.
Il Sa e’ la parte spirituale dell’uomo, una scintilla indifferenziata proveniente da un piano energetico indifferenziato ed a questo transeunte. Nel ciclo universo la scintilla ritorna ancora nell’esperienza materica ma e’ ancora nuova ed indifferenziata. Solo in chi e’ riuscito, in via iniziatica, a trasmettere in piccola o gran parte, qualcosa della sua componente animica differenziata alla sua scintilla indifferenziata torna con essa, con minore o maggiore consapevolezza.
La persistenza (che non e’ sopravvivenza) sul piano materico del kaibit può’ essere indotta da un errato attaccamento alla parte corporea dell’essere, e prodotta dai seguenti fattori:
Da una morte violenta.
Dal dolore infinito di non aver compiuto il proprio compito e dovere, e dalla conseguente disperazione.
Dalla mummificazione artificiale o naturale del corpo fisico, che mantiene un’aggregazione larvale con i più’ bassi corpi eterico/astrali. E’ per questo che e’ preferibile il fuoco all’inumazione.
Ma il kaibit e’ un guscio vuoto, e può’ esser riempito da forme larvali estranee, che traggono da esso una vita fittizia.
E’ questa componente ambigua, inaffidabile, menzognera, che può’ comunicare attraverso la medianità’. La stessa componente, nei viventi che partecipano alla seduta, può’ manifestarsi inconsciamente, secondo il loro grado di evoluzione.
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Fonte: MASADA n. 593. 17-12-2007.| Nuovo Masada

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