Disastri Ecologici

Disastri Ecologici

La crescita della quantità dei rifiuti domestici ed industriali è un grave problema affrontato oggi da tutti i paesi evoluti. Gli impianti industriali sono i principali responsabili delle sciagure ecologiche. A causa del loro funzionamento il danno accumulato per la natura cresce ogni anno che passa.

Disastri Ecologici 26Gli inceneritori rimediavano solo in parte alla situazione. In caso di incenerimento di sostanze tossiche come pesticidi, mercurio, vernici, lacche, prodotti chimici per la casa nella gente si sviluppavano malattie oncologiche, malattie del sangue e delle vie respiratorie. Malgrado la riduzione efficace dei rifiuti questo metodo si è rivelato non sicuro. Di conseguenza, i paesi evoluti sono passati al trattamento separato di varie forme di rifiuti per ridurne le quantità sotterrate. Attualmente l’accento principale viene posto nel mondo al massimo grado di trasformazione dei rifiuti. Vengono sviluppate anche le tecnologie che consentono di bruciare i rifiuti in un campo plasmico. Da una parte, ciò è dispendioso, ma nello stesso tempo questo processo permette di generare dai rifiuti energia elettrica. Inoltre, dai rifiuti si può ottenere combustibile, simile al carbone di bassa qualità. Nondimeno è possibile bruciare determinate frazioni dei rifiuti, ritiene lo scienziato ecologista Aleksej Jablokov, consigliere del presidente dell’Accademia delle scienze della Russia:

Ci vuole un atteggiamento avveduto verso l’incenerimento dei rifiuti. Sì, alcune frazioni degli stessi, ad esempio quelle di legno, possono essere bruciate. Ma l’incenerimeno va preceduto da una cernita dei rifiuti. È vero, l’incenerimento permette di ottenere energia elettrica supplementare. In alcune città grazie all’incenerimento degli scarti viene prodotto il 15-20% dell’energia elettrica e del calore. È una cifra seria. Ma non lo ritengo promettente in senso largo, su scala mondiale. Sì, bisogna occuparsene ma non è questa la soluzione del problema.

Vi è di più: le proporzioni dei trasporti marittimi provocano quasi ovunque l’inquinamento dei mari e degli oceani, in particolare con petrolio e derivati del petrolio. Una ispezione dettagliata dell’oceano ha dimostrato che sulle vecchie rotte delle navi che andavano a carbone su grandi aree del fondo marino non c’è la vita a causa degli scarichi di cenere. Adesso tali navi sono state sostituite con motonavi che funzionano a nafta. Gli scarichi complessivi di milioni di tonnellate hanno un impatto negativo sulla vita dell’oceano mondiale. La prassi dimostra che le convenzioni internazionali per la prevenzione e per la rimozione delle conseguenze delle fuoriuscite del petrolio si rivelano in realtà poco efficaci.

Disastri Ecologici 4cfIn Russia seri problemi relativi all’inquinamento con derivati del petrolio sorgono nello Stretto di Kerč, dice Roman Pukalov, direttore dei programmi ambientali dell’organizzazione sociale russa “Pattuglia verde”.

Il livello del carico antropogeno sullo stretto tra la penisola di Crimea e la penisola di Taman è già abbastqnza alto. Vi prosegue il ricaricamento in mare del petrolio sulle basi natanti. Nel 2007 tutto lo Stretto di Kerč è stato coperto dal petrolio fuoriuscito solo da una piccola nave cisterna da 5 mila tonnellate, ma se si fosse ribaltata una nave da 100 mila tonnellate, sarebbe stata una catastrofe per tutto il Mar Nero e il Mare d’Azov.

In generale la politica mondiale deve essere volta alla diminuzione della quantità dei rifiuti che si formano. Per i rifiuti domestici ci vuole una lavorazione secondaria almeno al 50% da realizzarsi prevalentemente negli inceneritori. Per quanto riguarda gli scarti industriali, qui bisogna punire gli imprenditori con multe in denaro. Se i rifiuti vengono depositati come “carico morto”, devono venir applicate sanzioni almeno dieci volte maggiori per il danno arrecato alla natura. In presenza della volontà politica e di una consistente base economica è del tutto possibile porre fine alla distruzione del proprio habitat.
Per saperne di più: http://italian.ruvr.ru/2014

Abbiamo solo 15 anni

Disastri Ecologici32Viviamo come ai tempi di Noè. Col presentimento che sarebbe venuto un diluvio, il vecchio cercava di convincere la gente perché cambiassero stile di vita. Ma nessuno gli dava retta. Al contrario, “Si mangiava e si beveva. C’era chi prendeva moglie e chi prendeva marito finché non arrivò il diluvio e li spazzò via tutti” (Lc 17,27; Gn 6-9).

I duemila scienziati del Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) che studiano il clima della terra, sono i nostri attuali Noè. La terza e ultima relazione del 13 aprile contiene un grave grido di allarme: abbiamo soltanto quindici anni per impedire che si oltrepassi di 2°C il clima della terra. Se sarà oltrepassato, conosceremo qualcosa del diluvio. Nessuno dei 196 capi di stato ha detto una sola parola. La grande maggioranza continua a sfruttare i beni naturali, facendo affari, speculando e consumando senza fermarsi, come ai giorni di Noè.

Disastri EcologiciIntravedo tre gravi irresponsabilità: una generale e una specifica e una supina ignoranza del Congresso Nordamericano che ha vietato tutte le misure contro il riscaldamento globale; la manifesta cattiva volontà della maggioranza dei capi di Stato; e la mancanza di creatività per montare le travi di una possibile arca salvatrice. Come un pazzo in una società di “saggi” oso proporre alcune premesse. Se hanno qualche merito, è quello di additare un nuovo paradigma di civiltà che ci potrà dare un altro corso alla storia. Eccole:

Completare la ragione strumentale-analitica-scientifica dominante con intelligenza emozionale o cordiale. Senza questa noi non ci commuoviamo davanti alla devastazione della natura e non ci impegniamo per riscattarla e salvarla.Passare dalla semplice comprensione di Terra come magazzino di risorse alla visione della Terra viva, chiamata Gaia, super organismo vivo autoregolante.Arrivare a capire che, in quanto umani siamo quella porzione della Terra che sente pensa e ama, la cui missione è aver cura della natura.Passare dal paradigma di conquista/dominazione ancora vigente, al paradigma di cura/responsabilità.

Capire che la sostenibilità sarà garantita soltanto se rispetteremo i diritti della natura e di Madre Terra.Articolare il contratto naturale stipulato con la natura che suppone la reciprocità inesistente con il contratto sociale, insufficiente, che suppone la collaborazione e la inclusione di tutti.Non esiste il medio-ambiente ma l’ambiente intero. Quello che esiste è la comunità di vita, con lo stesso codice genetico di base stabilendo relazioni parentali con tutti.Abbandonare l’ossessione della crescita/sviluppo attraverso la redistribuzione della ricchezza già accumulata.

Dobbiamo produrre per andare incontro alle richieste umane, ma sempre entro le possibilità della Terra e di ogni ecosistema.Porre sotto controllo la voracità produttivistica e la concorrenza senza limiti a favore della cooperazione e della solidarietà, perché tutti dipendiamo gli uni dagli altri.Superare l’individualismo con la collaborazione tra tutti, perché questa è la logica suprema del processo di evoluzione.Il bene comune umano e naturale viene prima del bene comune privato e corporativo.Passare dall’etica utilitaristica ed efficientistica all’etica della cura e della responsabilità.Passare dal consumismo individualista a una sobrietà condivisa. Quello che avanza a noi, manca a tutti gli altri.

Passare dalla massimizzazione della crescita alla ottimizzazione della prosperità a partire dai più bisognosi.Invece che continuare a modernizzare in permanenza, ecologizzare tutti i saperi e processi produttivi, cercando di tutelare beni e servizi naturali e far riposare la natura e la Terra.Opporre all’era dell’antropocene che fa dell’essere umano una forza geofisica distruttiva l’era ecozoica che ecologizza e include tutti gli esseri nel grande sistema terrestre e cosmico.Dare più valore al capitale umano spirituale inesauribile che al capitale materiale esauribile perché il primo fornisce i criteri per gl’interventi responsabili sulla natura e alimenta permanentemente i valori umano-spirituali della solidarietà della cura dell’amore e della compassione, basi per una società con giustizia,equità e rispetto della natura.Contro la delusione e la depressione provocate dalle promesse di benessere generali non compiute fatte dalla cultura del capitale, alimentare il principio-speranza, fonte di fantasia creatrice, di nuove idee e di utopie possibili.

Credere e testimoniare che, alla fine di tutto, il bene trionferà sul male, la verità sulla menzogna e l’amore sull’indifferenza. Poca luce potrà scacciare un mondo di tenebre.

Leonardo Boff, filosofo e teologo brasiliano, è autore di numerosi saggi tradotti in tutto il mondo.

Fonte: http://leonardoboff.wordpress.com/ 

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